27 ago 2009

Valsinni culla di poeti


Tutti i premiati dell'edizione 2009 del concorso Isabella Morra

VALSINNI – E’ andato a Maria Carmela Ribecco il primo premio della quarta edizione del concorso di poesia in lingua italiana “Isabella Morra”. La giovane poetessa ha trionfato nella sezione A del concorso (poesia a tema libero) con la poesia “Nojud, la piccola sposa bambina”.

E’ la riflessione poetica sulla triste vicenda accaduta nello Yemen alla piccola Nojud, una bambina africana che è riuscita ad ottenere la legale separazione da un violento uomo adulto, al quale era stata data in sposa dai genitori in età puerile.

La crudezza della vicenda ha offerto lo spunto per versi di straordinaria intensità, capaci di richiamare con dolcezza il dolore della violenza subita e la gioia della libertà ritrovata. “Nojud ha smesso di piangere”, recita uno dei versi più intensi e sintetici del componimento.

Per la sezione B ( silloge a tema libero) il primo premio è stato assegnato ad Antonio Scarpone con la poesia “Mosaico incompleto”, per la “libera espressività – recita la motivazione della giuria – dei sentimenti racchiusi, che rappresentano una realtà desiderosa di felicità”. E’ andato al libro “ A margine” di Antonella Radogna il primo premio della sezione C del concorso (libro edito), premiato per “il linguaggio chiaro e lo stile originale dato dai frequenti spezzettamenti delle parole chiave”.

Per la sezione D (poesia singola a tema) ha vinto Carolina Innella, con la poesia “A te donna Isabella”, apprezzata, tra le altre cose, per la “semplicità dei versi”.

A Valentina Vivacqua, con la poesia “Parlare al femminile”, è andato il primo premio della sezione E (silloge a tema), per un componimento capace di parlare “della condizione femminile di ieri e di oggi”. E sempre la Vivacqua si è aggiudicata il primo premio della sezione F ( poesia dell’immagine), con la poesia “Rosa Selvaggia”.

Tra i premiati, nelle diverse sezioni, anche Titina Vernile, Francesco Gallicchio, Valerio Cascini, Rocco Montano, Pasquale Cataldi, Luigi Ditella, Cesira Ambrosio, Roberto Bertin, Mario Sinisgalli, Giuseppe Dematteo, Vincenzo D’Amore, Fabio Romano Corizzo, Simona Lomurno, Francesco Montanaro, Maria Antonella D’Agostino, Rosario Castronuovo, Mimmo Manfredi, Giacoma D’Amore, Maria Pia Famiglietti, Vittorio Di Giacomo, Giuseppe Accettura.

Competente e concorde si è dimostrata la giuria, coordinata da Maria Annunziata Cera (Università di Verona) e composta dal giornalista Carlo Abbatino (presidente), dal poeta Giovanni Di Lena, dall’insegnante Enza Liuzzi e dall’attore piemontese Roberto Tassinari.

Erano presenti anche Carmelina Guastamacchia Novembre, creatrice di profumi e presidente dell’associazione culturale Torino in Europa, il noto cantautore lucano Antonio Labate, Salvatore Latronico, presidente dell’associazione culturale “Rocco Scotellaro” di Collegno-Grugliasco-Rivoli, Francesco Nigro, del comitato civico per Gorgoglione, Mimmo Rago, menestrello del parco letterario Isabella Morra.

Sono presenze che dimostrano, ancora una volta, il potenziale di aggregazione dell’associazione culturale Onlus Magna Grecia Lucana di Torino, che ormai da cinque anni colora di poesia le estati lucane, grazie all’impegno instancabile della “madrina” Maria Celano, sempre coadiuvata dai fidati collaboratori Angelo Allegretti e Valentina Ursi, che si è anche esibita in un bellissimo recital musicato delle poesie di Isabella Morra. Sempre preziosa e di qualità l’ospitalità del ristorante Il Maniero, storica location del concorso.

I prossimi appuntamenti sono imminenti: il 18 agosto a Grottole con il concorso grafico-pittorico-scultoreo “Il volto di Abufina”, il 20 agosto a Tursi, con la quinta edizione del premio di poesia dialettale “Albino Pierro”.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

25 ago 2009

Il mercato serale a Rotondella

Secondo appuntamento dell'estate. E' un'iniziativa di Pro Loco e amministrazione comunale

ROTONDELLA – L’idea è venuta a Pasquale Gentile, presidente della Pro Loco, che ha subito ottenuto la piena collaborazione dell’amministrazione comunale. Così, nel giro di poco, il mercato serale a Rotondella è diventato realtà.

L’esperimento è partito, con ottimi risultati, il 25 luglio, e si ripropone anche questa sera. I venditori ambulanti, che ogni 25 del mese affollano le strade del paese per il consueto mercato mensile, dovranno presentarsi di sera, e saranno ospitati, diversamente da quanto accade sempre, nella parte superiore di corso Garibaldi.

L’evento sarà particolarmente allettante anche per i turisti, perché, oltre ai consueti venditori di vestiti, stoffe e quant’altro, saranno presenti anche alcuni esercenti locali con prodotti da forno, arrosto di carne e altre tipicità enogastronomiche del territorio.

Il mercato serale sostituirà quello mattutino, anche se non è da escludere, come è già accaduto il 25 luglio, che il comune offra la possibilità di stanziarsi e vendere a qualche commerciante giunto di mattina e ignaro della novità proposta per l’estate.

“ Il mercato serale – ha spiegato Pasquale Gentile – vuole essere il volano per l’avvio di numerose altre iniziative. Abbiamo già in mente, nei prossimi mesi, di lavorare per la Fiera dello Jonio, con cui vorremmo creare un appuntamento commerciale di richiamo sul lungomare del lido Rivolta”.

Le iniziative rientrano in un programma di valorizzazione e ripresa di tradizioni commerciali che ha già condotto, nella serata dell’1 agosto, alla riedizione dell’antica fiera di Mortella, con grande successo di pubblico.

Stesso intento di recupero delle tradizioni ha anche l’altro evento, in programma a settembre, proposto dalla Pro Loco già da qualche anno. Si tratta della festa “Stippla vutt”, riedizione in piazza del momento, tipico della cultura contadina, della vendemmia e della produzione del vino. La festa non mancherà neppure quest’anno.


Pino Suriano


L'abbraccio di Rotondella a Nicola Ielpo

Presentato in sala consiliare l'ultimo libro dell'ex direttore della Zecca

ROTONDELLA – “Finché c’è gente come Nicola Ielpo, l’Italia non è perduta”. Si leggono queste parole nel capitolo che Hans Magnus Enzensberger, celebre scrittore e intellettuale tedesco, ha dedicato all’Italia nel suo famoso libro Ach Europa, edito in Germania nel 1987 e pubblicato in italiano, a stralci, dal settimanale L’Espresso.

Nel suo tour europeo, lo scrittore era rimasto impressionato dall’impasse causato in Italia dalla “crisi degli spiccioli”, quando, tra il 1975 e il 1979, la Zecca dello Stato non era stata in grado di fronteggiare la domanda di monete per le transazioni quotidiani della società del boom.

Si era così recato negli uffici della Zecca, convinto di trovare chissà quale monumento di inefficienza e abbandono. E invece lì, a pochi anni dalla crisi degli spiccioli, c’era uno stabilimento industriale ultramoderno e produttivo.

A dirigerlo, da qualche anno, era arrivato Nicola Ielpo, originario di Rotondella e primo direttore “tecnico”, dopo che, negli anni precedenti, in quel ruolo si erano susseguiti numerosi manager selezionati con criteri politici, molto spesso privi delle più elementari conoscenze nel settore.

Enzensberger salutava l’avvento di Ielpo come l’avvento di una nuova stagione di efficienza e produttività della Zecca. Il lucano sarebbe rimasto lì come direttore fino al 1999, passando alla storia per aver brevettato, all’inizio degli anni ’80, la moneta bimettalica, utilizzata prima per la 500 lire e poi, con l’avvento della moneta unica europea, per le monete da 1 euro e 2 euro.

Dopo la conclusione dell’esperienza alla Zecca, Ielpo è andato a insegnare Tecnica Monetaria nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. In questo ambito è nato “La Fabbrica del Denaro. Dall’asse all’euro. Storia bimillenaria della Zecca di Roma e delle sue monete”, edito da Texmat e presentato l’altra sera a Rotondella su iniziativa dell’amministrazione comunale.

E’ stato un incontro che ha avuto il sapore della festa, l’abbraccio di un’intera comunità a quello che è forse il suo cittadino più illustre, per qualità e prestigio degli incarichi ricoperti.

L’incontro, ben lungi dalla noia che l’argomento poteva far presagire, è stato gradevole e interessante. La perizia dell’autore ha dato piena soddisfazione alle numerose curiosità giunte dal pubblico sugli aspetti positivi e negativi dell’euro, sull’ipotesi della moneta unica mondiale, sull’utilità o meno, in un futuro sempre più digitalizzato, dello strumento della moneta, che, secondo Ielpo, “resterà comunque indispensabile per le transazioni più semplici”.

Non sono mancati, come in ogni celebrazione che si rispetti, i ricordi. Particolare quello di Antonio Di Sanza, consigliere regionale del Pd e amico personale di Ielpo, del quale ha testimoniato la grande disponibilità con il simpatico racconto di un suo soccorso, con tanto di carro attrezzi, all’auto del comune di Policoro (di cui Di Sanza era sindaco), fermatasi in Toscana per un guasto meccanico.

Né sono mancate le sollecitazioni, da parte di Carlo Chiurazzi, senatore del Pd, di Vincenzo Francomano, sindaco di Rotondella, e Maria Cuccarese, assessore comunale alle politiche culturali, per una piena valorizzazione del grande patrimonio di esperienze e competenze di Ielpo e, soprattutto, della sua preziosissima collezione di monete, che si vorrebbe trasformare in un museo numismatico a Palazzo Ielpo, elegantissima residenza nobiliare dell’autore a Rotondella.

Dalla platea, poi, è giunta la simpatica sollecitazione a raccogliere in un libro i numerosissimi viaggi dell’autore in tutto il mondo, compiuti nell’ambito dei tanti impegni ufficiali con la Zecca.

La serata si è conclusa a Palazzo Ielpo, con un gradevole rinfresco e un concerto del gruppo jazz Giulio Savino Trio. Tutto in grande stile, come si conviene a un “gentiluomo” del calibro di Ielpo. L’attributo non è di chi scrive, ma di Enzensberger. Basta conoscere Ielpo, anche solo di vista, per poterlo condividere.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

Rotondella: buona la prima in Coppa Italia

Ottimo pari con il Borussia Pleiade Policoro, squadra di categoria superiore

ADP ROTONDELLA - Salerno G., Mele, Salerno A (Fella 46’), Acciardi, Erdogmus, Rubolino, Guida, Loprete (Divincenzo 70’), Montemurro (Ricciardi 85’), Manolio, Tarantino. A disp: Scaiella, Ricciardi, Franchino, Cuccarese.

BORUSSIA PLEIADE POLICORO – Capozzi, Schiraldi (Liuzzi 85’), Bongiorno, Salerno F., Lanzara, Gialdino (Margiotta 85’), Nettis (Valicenti 70’), Fabretti L., Gagliardi, Schettino, Fabretti. R. A disp: Suriano, Giannini, Valicenti, Ripoli, Conte.

Arbitro: Maria Teresa Cassano di Moliterno

Marcatori: 26’ Schettino (BP), 65’ Guida (R).

VALSINNI – E’ un pari che fa più piacere al Rotondella, quello uscito ieri dal campo di Valsinni per la partita d’andata del primo turno di Coppa Italia.

Le due formazioni, entrambe neopromosse in Promozione ed Eccellenza, hanno giocato alla pari una partita molto intensa. Può gioire il Rotondella, per un risultato ottenuto contro una formazione di categoria superiore e con una squadra ampiamente rimaneggiata. Erano in tribuna due dei suoi atleti più quotati, Mario Manolio e Angelo Ripa, così come altri pezzi importanti dello scacchiere di mister Martino, come Salvatore Visaggi e il nuovo acquisto Antonio Santoro.

Non al completo neppure il Borussia Pleiade, che è entrato in partita con il piglio della squadra di categoria superiore, prendendo subito in mano il pallino del gioco. Il Rotondella, però, non si è fatto mancare qualche sortita in contropiede, sfiorando la rete per due volte con Tarantino.

Il contropiede decisivo, però, è quello che ha messo a segno il Borussia, con un ottimo spunto di Schettino, lesto a bruciare il centrale Antonio Salerno e battere il portiere Giambattista Salerno.

Primo tempo in mano agli ospiti, dunque, che anche a inizio ripresa sono partiti con il piede sull’acceleratore, sfiorando il raddoppio in almeno due occasioni con Schettini e Fabretti.

Ma pian piano il Rotondella è venuto fuori, e dopo essersi avvicinato al gol con un tiro di Loprete, ha trovato il pareggio con il tandem Tarantino-Guida. Ottima imbeccata di Tarantino per il giovanissimo attaccante, che in velocità ha bruciato il difensore Bongiorno e battuto l’estremo difensore Capozzi.

Poi finale con un Rotondella capace di reggere meglio l’assalto degli avversari, grazie soprattutto alla freschezza messa in campo dai più giovani.

“Siamo molto soddisfatti della prestazione – ha detto Domenico De Luca, vice presidente del Rotondella – con una tribuna di alto livello e una squadra ricca di giovanissimi, davvero non potevamo fare di più. Adesso ci giocheremo tutto a Policoro tra una settimana, ben coscienti della forza del nostro avversario ma anche del nostro potenziale. Speriamo – ha aggiunto De Luca - che l’amministrazione comunale concluda tempestivamente i lavori al campo sportivo di Rotondella. Oggi, a Valsinni, sono arrivate più di cento persone”.


Una storia lunga 30 anni

Festeggiato l'anniversario del complesso bandistico "Città di Nova Siri"


NOVA SIRI – I trent’anni della banda. Si è conclusa mercoledì sera la due giorni di festeggiamenti per il trentennale del complesso bandistico “Città di Nova Siri”.

La lunga vita della banda, che affonda le radici nel marzo del 1979, rappresenta l’esperienza musicale più duratura nella storia di Nova Siri. Erano durate molto meno le altre esperienze del secolo scorso. Neppure tre anni per una banda nata negli anni ’40, e poi interrotta dalle tristi vicende della storia, con l’improvvisa partenza di molti componenti per il conflitto mondiale o, successivamente, per la lotta di liberazione. Di appena tre anni anche la durata di un altro complesso bandistico, avviato nel ’51 e concluso nel ’54.

Ma anche nel diciannovesimo secolo, a quanto pare, non era mancata una banda a Nova Siri. E’ piuttosto recente il ritrovamento, negli archivi comunali, della pettorina di una banda della seconda metà dell’800.

Più lunga e solida è stata, come detto, l’esperienza dell’ultima banda, che spegne quest’anno in piena salute le sue trenta candeline. Il gruppo, composto da 35 elementi, è cresciuto nell’ambito di una valida educazione musicale tramandatasi a livello familiare e comunitario. Molti dei componenti attuali, nel 1979, non erano neppure nati. E più di qualcuno, tra i fondatori, adesso non c’è più. Così come don Umberto Trupa, il parroco che con tanta passione animò e sostenne i primi passi della banda. E’ intitolata a lui l’associazione culturale nella quale il gruppo bandistico si è recentemente costituito.

Altra figura decisiva, per la storia della banda, è il presidente Franco Varasano, in carica da 22 anni. Già prima della sua presidenza la banda aveva vissuto importanti momenti. Tanti ricordano, ancora oggi, un bellissima esibizione a Torino negli anni ’80 su invito di associazioni di lucani emigrati in Piemonte, o un altro indimenticabile tour in Sicilia. Insomma, una storia da non perdere, riportata alla memoria quest’anno anche con una interessante mostra fotografica, capace di offrire uno spaccato importante di storia locale.

Ad accompagnare la banda festeggiata sono giunti, in questi due giorni, anche i complessi bandistici di Ferrandina e Montalbano Jonico. Il complesso, guidato dal maestro Angelo Raffaele Violante, ha dedicato una serata al centro storico e l’altra a Nova Siri Scalo. Per ricordare, se ve ne fosse bisogno, che la banda è di tutti. E rappresenta un autentico patrimonio da tutelare. Pochi altri comuni della regione possono vantarne una con una tradizione tanto lunga.

Nova Siri: incidente sulla via del mare

Scontro tra due auto. Coinvolte sei persone. Nessuno in pericolo di vita.

NOVA SIRI – Poteva avere conseguenze ben più gravi l’incidente avvenuto ieri sulla strada provinciale che collega il lungomare di Nova Siri con quello di Rotondella.

A ridosso di una curva piuttosto stretta, nei pressi dell’idrovora di Nova Siri, due auto si sono scontrate con un impatto molto violento. Si tratta di un’Alfa 147, con a bordo due giovani, e di una Chrysler monovolume, con a bordo quattro persone.

L’impatto, a quanto pare, sarebbe avvenuto vicino al centro della carreggiata, con una delle due auto che avrebbe leggermente invaso l’altra corsia, forse ingannata dalla scarsa visibilità offerta dalla curva. E’ stato uno scontro laterale, e non centrale, secondo le prime ricostruzioni delle forze dell’ordine. Nessuna delle persone coinvolte, comunque, avrebbe perso conoscenza al momento dell’urto.

Sul posto sono subito intervenuti la polizia municipale e i carabinieri della stazione di Nova Siri. Tempestivo anche l’intervenuto il 118, che ha provveduto all’immediato ricovero delle persone coinvolte all’ospedale di Policoro. Ci sarebbero feriti di una certa rilevanza, ma nessuno di loro correrebbe pericolo di vita. Poteva andare peggio. L’evento, presumibilmente causato dall’alta velocità di almeno uno dei due veicoli, ripropone l’urgenza di allargamento di una curva che è notoriamente considerata piuttosto pericolosa, così come lo è, sulla stessa strada provinciale della Laccata, un’altra curva nei pressi del lungomare di Rotondella, che è già stata teatro di numerosi incidenti.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata


24 ago 2009

Ripresa dei commenti

Salve amici del blog! Dopo qualche giorno di pausa e qualche prova tecnica per il nuovo template di blogger, si riparte!
Ho deciso, anche se con un pizzico di dispiacere, di riaprire il blog ai commenti anonimi. Anche se, da oggi in poi, saranno sempre moderati dal sottoscritto, che potrà sempre scegliere quali pubblicare e quali no...
Buona fine agosto...

22 ago 2009

La festa più bella per Mario Rapanaro

Una serata in ricordo dell'ideatrice dell'evento per i 18enni, scomparsa quest'anno

ROTONDELLA – Anche negli ultimi giorni di malattia non parlava che del 18 agosto. Non smetteva di dare raccomandazioni sull’organizzazione di quella che era ormai diventata la “sua” festa, Buon Compleanno 18enne. Anche se lei, questo aggettivo possessivo, non lo avrebbe mai accettato. Si è data ai bisogni degli altri Maria Rapanaro, fino alla fine, senza mai considerare “proprietà privata” nulla di ciò che ha fatto, dalle attività dell’associazione donatori Advos-Fidas a quella dell’associazione di accoglienza “Rotondella per Chernobyl”, per citarne solo alcune.

E la festa si è svolta, gradevole e partecipata come sempre era stata, sin da quando Maria l’aveva esportata a Rotondella, personalizzandola come solo lei sapeva fare. Ma non poteva essere come gli altri anni. Troppo pesante la sua assenza, eppure ugualmente viva, al contempo, la sua presenza, palpabile in ogni istante della serata.

Ogni attimo della festa l’ha riportata alla memoria. Prima la Santa Messa, celebrata in suo ricordo da don Angelo Appella, il parroco di Grassano, come lei, che l’aveva ritrovata e seguita negli ultimi giorni di malattia all’ospedale Gemelli di Roma.

Poi la sua immagine e le sue parole rivissute con la proiezione di alcuni video delle passate edizioni della festa (quella di quest’anno era la IX), la toccante testimonianza, sotto forma di lettera aperta, di alcuni suoi ex alunni, i ricordi del sindaco Vincenzo Francomano, dell’assessore comunale alla cultura Maria Cuccarese, dell’ex presidente regionale Advos Antonio Bronzino, che ha annunciato l’intitolazione a Maria della sezione rotondellese dell’Advos Fidas. E poi quello, bello e grato, della figlia Rosanna.

Un momento di particolare commozione si è avuto, infine, con l’esibizione di Antonio Labate, il cantautore che a lei ha dedicato la sua ultima canzone, “Canto per Maria Rapanaro”. “Maria Rapanaro – recita il ritornello della canzone – una donna eccezionale e un cuore grande per amare”. Parole semplici e sintetiche, che vanno al cuore della sua impagabile generosità, dimostrata a più livelli, e sempre sostenuta da una creatività e una vivezza culturale che è merce rara di questi tempi. Né si può tacere la sua grande fede religiosa, sempre vissuta come sequela alla Chiesa cattolica, senza la quale non avrebbe “potuto fare – sono sue parole – quello che ha fatto”.

Poi c’è stata la vera e propria festa dei 18enni, con musica e dolci finali, che Maria metteva in piedi da otto anni per sensibilizzare i neo maggiorenni al significato della donazione. Un grande merito, per la serata dell’altro ieri, va all’associazione Only Top Dance di Maria Morano, che ha contribuito a tener viva, con l’organizzazione dell’evento, una memoria che non merita di soccombere. Maria Rapanaro, di sicuro, sarà grata a tutti, come lo fu quando, negli ultimi mesi di vita, beneficiò di una trasfusione di sangue nella quale rivedeva “tutte le gocce dei suoi amici donatori”.


Pino Suriano - pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata del 20 agosto 2009

7 ago 2009

Si riparte

Riprende l'aggiornamento del blog dopo una pausa vacanze, nella quale ho comunque scritto qualche articolo che ora ho pubblicato.
Come volevasi dimostrare... niente anonimato, niente commenti!.
Per l'amico T.S.: finalmente Caputo non c'è più!!!

Litiga per un parcheggio e poi muore d'infarto

La tragica fine di Giovanni Pastore a Rotondella

ROTONDELLA – Litiga con un vicino per un parcheggio, ma dopo qualche minuto si accascia e muore, colpito da un malore. E’ la dinamica paradossale in cui ha perso la vita Giovanni Pastore, 65enne di Rotondella, nei pressi del Rione Cervaro nella prima serata di lunedì.

L’uomo aveva appena finito di discutere con un vicino per questioni legate a un parcheggio. Non aveva riportato traumi e tra i due, che avevano discusso solo verbalmente, seppur con agitazione, non c’era stata alcuna colluttazione. Insomma, una banale discussione di vicinato, di quelle che capitano spesso. Questa, però, ha avuto un più tragico epilogo. Pastore, come detto, a un certo punto si è accasciato per un infarto che lo ha fulminato all’istante.

Non è chiaro del tutto se l’evento sia legato allo stato di agitazione seguito al litigio, oppure se possa trattarsi di una circostanza del tutto casuale, un autentico scherzo del destino. Anche perché la tensione della lite, a quanto pare, sembrava essere già smorzata al momento della tragica morte. Una risposta certa a questa domanda, comunque, non ci sarà mai.

Di certo non sono vere le altre voci diffuse sulla vicenda nella giornata di ieri, secondo cui Pastore sarebbe morto per la colluttazione seguita al litigio, battendo la testa a terra in seguito a un colpo. E’ falsa anche un’altra versione molto diffusa, secondo cui l’uomo sarebbe morto per un colpo alla testa dovuto alla caduta casuale da un muretto. Non è questa la versione del personale medico e dei sanitari del 118, intervenuti sul posto.

Il caso ha riportato alla mente di molti un altro evento simile accaduto a Rotondella negli anni ’90, ugualmente paradossale per le circostanze, del quale si occupò anche la stampa nazionale. In quell’occasione un signore anziano perse la vita per un malore dopo aver assistito a una lite del figlio.

Si tratta di circostanze particolari per le quali non si potrà mai conoscere quanto siano state determinate da altri eventi o quanto casuali. Appare inopportuno, perciò, colpevolizzare eccessivamente eventuali complici involontari, che di certo non potevano prevedere, o non avrebbero mai voluto determinare simili epiloghi.


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it

"La donna dei profumi"

La vita di Carmelina Guastamacchia Novembre in un libro.
Pubblicato sull'inserto domenicale Q

Quando Carmelina Guastamacchia lasciò Grassano, non immaginava certo che la sua vita avrebbe ispirato un romanzo. Eppure la sua esistenza aveva già tutti i contorni dell’avventura. Stava lasciando gli agi e le sicurezze di un matrimonio già stabilito con un avvocato del posto, per seguire l’impeto del suo desiderio amoroso per l’attuale marito, Michele Novembre. I due, incredibilmente, convolarono a nozze dopo meno di un mese dal primo incontro.

In questo “colpo di testa” della giovinezza già si rivela la dinamica di tutta la personalità di Carmelina Novembre, che da giovane e ingenua emigrante del sud si sarebbe ritrovata regina dei profumi nella Torino bene dei giorni d’oggi.

E alla fine quell’esistenza è arrivata a ispirare davvero un romanzo. Si intitola “La donna dei profumi. Composizione di una vita”, edito l’anno scorso da Il Molo. Lo ha scritto Paola D’Ambrosio, che con una penna virtuosa riesce a colorare con gusto le dinamiche di un’esistenza già particolare, e a connotarla con geniali tocchi di fantasia.

Il breve romanzo, di 108 pagine, ha un andamento cronologico, che scruta la vicenda umana della protagonista dalle prime suggestioni del paese lucano d’origine alle innumerevoli tappe del suo difficile percorso negli anni del boom economico.

C’è il racconto degli anni ’70 a Palermo e Modena, poi quello degli anni ’80 a Torino, dove la sua vicenda avrebbe avuto un coronamento negli anni ’90 dopo il “provvidenziale” incontro con Josephine.

Siamo nel 1991, sul treno Torino – Roma. Si siede accanto a Carmelina una distinta e anziana signora. Si chiama Josephine, è francese e di professione fa il "naso". Carmelina si accende in un attimo e comincia a raccontare della sua grande passione, finora rimasta in un cassetto: i profumi. A stupirsi è ora Josephine, quasi scossa dalla violenta passione di Carmelina: nasce in quel treno l’idea del “Profumo della Passione”, destinato a diventare il loro primo grande successo.

Questo tandem si collauderà sempre più, dando vita a una serie di idee profumo destinate a orientare i gusti dell’alta borghesia nella città della Mole.

Oggi Carmelina è diventata ciò che aveva sognato di essere. Nella sua originalissima maison in piazza Madama Cristina, nel pieno centro di Torino, crea e propone al pubblico i suoi profumi con l’eleganza che le è propria. Con lei ci sono le sue figlie, le Sorelle Novembre, note in città per la rinomanza del loro atelier di ottica. A Torino, ormai, la famiglia Novembre, questa “famigliola” partita dalla Lucania tra aspettative e timori, è oggi un punto di riferimento importante.

Paola D’Ambrosio ha saputo scrutarne l’ascesa con il fuoco di una fantasia vivace ma sempre vicina al reale. Una bella prova per la scrittrice torinese , nata nel 1959, già autrice coautrice con C. Capello de “Il giardino segreto. Far poesia nell’adolescenza” (Bollati Boringhieri,1993), con C.Capello, E.Tesio di “Testi, contesti, pretesti. Per una formazione al colloquio” (Utet libreria,1995). E’ autrice e regista teatrale. Ha scritto anche “La cenere di Vienna” (1987), “Il compleanno” (1990), “Fermi nel fuoco” (1991), “E’di nuovo lunedì” (1991), “Il volo delle lodi” (1992), “Chi siamo noi per scrivere sui muri?” (1996), “Fire Night” (2004-2007).


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it

I vigilanti Enea incrociano le braccia

Garantiti al centro i servizi minimi. No a lavoratori alla platea storica

ROTONDELLA – Adesso fanno sul serio. Gli addetti alla vigilanza dell’Enea di Trisaia sono in sciopero davanti ai cancelli del centro, come hanno comunicato le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

I vigilanti non ci stanno a vedere inalterato il loro monte ore, già ampiamente ridotto per il contratto di solidarietà che sottoscrivono da anni. E non ci stanno, soprattutto, ad accettare l’impiego di personale del tutto estraneo alla platea storica dei lavoratori, che la Tigerpol (azienda che gestisce il servizio) avrebbe assunto negli ultimi tempi, in palese violazione, secondo le organizzazioni sindacali,dell’accordo sindacale sottoscritto presso la Dpl di Matera il 23 aprile 2009.

I lavoratori, come detto, a seguito delle riduzioni del monte ore richieste dall’Enea negli anni, hanno scelto di “tagliarsi” orario e stipendio per evitare che qualcuno di loro fosse licenziato. Negli ultimi tempi, però, avevano sperato che la situazione potesse avere un miglioramento per il sopraggiungere di circostanze previdenziali che avevano “liberato” qualche ora in più. Ma non è andata così: le nuove assunzioni avrebbero subito “coperto” le ore che si erano liberate senza alcun aumento per i lavoratori della platea storica.

Per queste ragioni annunciano una battaglia che non sembra destinata a fermarsi presto. Si parte oggi, con un’astensione dal lavoro di 24 ore che dovrebbe prendere il via dalle 6 di questa mattina.

Il metodo di sciopero prescelto dimostrerebbe, secondo i sindacati, “il forte senso di responsabilità dei lavoratori”.

Non sarà garantito il servizio di reception, compreso il centralino, né quello di interfono, ad esclusione delle emergenze. Non sarà consentito, inoltre, l’accesso di alcun veicolo, salvo casi di particolare emergenza, e potranno accedere al centro solo persone già in possesso del badge di riconoscimento.

Garantite, invece, le unità previste dal turno di lavoro definito dall’azienda, così come il controllo degli edifici (pur senza la punzonatura). Saranno lasciati aperti, infine, i tornelli per l’accesso alla banca e al servizio 118.

Si tratta di un vero e proprio ultimatum dei lavoratori, che attendono “una risposta chiara e certa dalla parte aziendale”. E già promettono battaglia per il futuro, in caso di mancato riscontro. Per il prossimo 7 settembre è in programma una nuova giornata di sciopero, che si preannuncia ancor più drastica di quella di oggi.

Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it

"Io vittima di un'aggressione verbale"

"Lite" tra sindaci. La versione di Francomano

ROTONDELLA – “Io non ho avuto litigi con nessuno, semmai sono vittima di un’aggressione verbale totalmente gratuita”. Arriva la versione di Vincenzo Francomano, sindaco di Rotondella, sulla vicenda della “lite” con l’ex sindaco Vito Agresti, raccontata sulle colonne del Quotidiano mercoledì 29 luglio.

Secondo il primo cittadino non sarebbe opportuno parlare di litigio, perché lui non avrebbe utilizzato alcun termine offensivo, né, tanto meno, alzato le mani (cosa che, per la verità, non ha fatto neppure Agresti). Stando al suo resoconto, l’ex sindaco Agresti avrebbe fatto brusca irruzione nella sua stanza in Municipio, minacciando con urla il ricorso alle Forze dell’ordine. Agresti lamentava, sempre secondo Francomano, l’assenza dell’impiegato comunale addetto al Protocollo, che avrebbe ritardato le richieste di contributi di alcuni operatori agricoli e causato danno economici agli stessi, da lui rappresentati in qualità di responsabile di un’associazione di categoria.

Francomano, a quel punto, avrebbe invitato a sua volta Agresti a chiamare i carabinieri dal telefono della sua stanza. “Lui minacciava di farlo, io ho voluto dimostrargli che non c’erano problemi”. E così, di fronte al rifiuto dell’ex sindaco di usare quel telefono, avrebbe deciso di farlo lui stesso. “L’ho fatto per un’esigenza di chiarimento e di garanzia in riferimento alla situazione da lui denunciata”.

Le “domande della discordia”, secondo Francomano, sarebbe state poi sbrigate tempestivamente dall’impiegato comunale, che al momento dell’arrivo di Agresti si trovava presso l’ufficio postale per l’espletamento di altre funzioni legate al suo ruolo. La momentanea interruzione del servizio, a quanto pare, sarebbe stata causata dalla carenza di personale. Uno dei due impiegati addetti alla mansione, infatti, era in ferie proprio fino al giorno in questione.

Il sindaco ha ammesso di aver alzato la voce, a un certo punto della discussione. “Ma solo per una naturale reazione – ha chiarito - all’aggressione verbale del mio interlocutore. I fatti sono andati così – ha aggiunto – e possono testimoniarlo almeno quattro persone presenti, una delle quali più vicina a lui politicamente, ma che assolutamente non potrà negare la versione dei fatti che ho appena esposto. Mi dispiace che la gente, per strada, mi chieda se io non abbia addirittura alzato le mani o subito un’aggressione fisica – ha ribadito – in questa vicenda sono solo una vittima che ha agito nel massimo della correttezza. Non posso che esprimere tutto il mio rammarico e ribadire che, con tutta sincerità, non riesco ancora a comprendere le ragioni che hanno indotto Agresti a compiere un gesto simile”.


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Alterco tra sindaci in comune

Urla tra Agresti e Francomano in comune. Il sindaco chiama i carabinieri

ROTONDELLA – Sindaco ed ex sindaco "sul ring". Sono intervenuti addirittura i carabinieri per mitigare l’alterco tra il sindaco Vincenzo Francomano e il suo predecessore Vito Agresti, in carica come primo cittadino fino al sette giugno scorso.

I due rivali politici avrebbero avuto un forte litigio nella mattinata di ieri. Il fattaccio è accaduto in municipio, nella stanza del sindaco, dove Agresti si sarebbe recato per discutere una questione legata, a quanto pare, alla concessione dei contributi per gli imprenditori agricoli stanziati dal comune nell’ambito dei fondi per la compensazione ambientale.

Proprio ieri, infatti, era in scadenza il termine per la presentazione delle istanze, e pare che la discussione sia partita proprio da una valutazione sulla tempistica di alcune richieste. Questioni burocratiche, insomma.

A chiamare le Forze dell’Ordine sarebbe stato, a quanto pare, il sindaco Francomano, dopo che Agresti, pochi minuti prima, aveva minacciato di fare lo stesso.

L’epilogo di ieri risente, di sicuro, dei forti strascichi polemici della campagna elettorale da poco trascorsa, nella quale non si erano risparmiate forti invettive politiche tra i due. I quali, del resto, vivono una rivalità di lunga data, che li ha visti per ben due volte avversari per la poltrona di primo cittadino, prima nel 2004 e poi nel 2009, con una vittoria per parte. E anche nei tanti consigli comunali degli ultimi anni erano arrivati più volte ad alzare la voce, non risparmiandosi reciprocamente anche qualche punzecchiatura di tipo personale, ma mai oltre i limiti.

Che si arrivasse a tanto, perciò, non era assolutamente prevedibile. Sia Agresti che Francomano, infatti, sono note come persone particolarmente cortesi e disponibili, assolutamente non avvezze a risolvere le controversie al di là dei limiti del vivere civile.

Più focoso, in apparenza, il temperamento di Agresti, che però si è sempre distinto per una particolare gentilezza dei modi. Insomma, non si tratta assolutamente di persone violente, anzi.

E’ probabile, perciò, che le escandescenze di ieri siano legate a una momentanea perdita del controllo, che talvolta può capitare a chiunque.

Si spera, perciò, che i due possano comprendersi presto ed evitare questioni legali che contribuirebbero solo ad avvelenare un clima politico locale già abbastanza teso.

Non sono note nel dettaglio, per ora, le dinamiche dell’alterco, che nei prossimi giorni andremo ad approfondire.


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Torna a vivere la Fiera di Mortella

L'amministrazione fa rinascere l'evento di un tempo sulla ex ss. 104

ROTONDELLA – Sarà una sorta di revival quello che si potrà vivere l’1 agosto presso il rione Mortella. Dopo decenni tornerà a rivivere la storica Fiera del Rione. Si tratta della ripresa di uno degli eventi commerciali più importanti del territorio agli inizi del secolo scorso. La fiera di Mortella, prevalentemente legata alla vendita del bestiame, era infatti tra le più importanti per la posizione strategica nella quale si svolgeva, nel bel mezzo dell’ex strada statale 104. Si trattava, a quel tempo, di una delle arterie principali dell’intero sud Italia.

La fiera, dunque, tornerà a vivere. Non sarà esclusivamente una fiera di animali, ma metterà al centro i tanti prodotti tipici del territorio. “Fiera in festa”, è questo il nome dell’evento, è stata definita “una iniziativa sperimentale” da Maria Cuccarese, assessore comunale alle politiche culturali e scolastiche, uno degli eventi che nei prossimi anni si vorrebbero trasformare in appuntamenti fissi e di rilievo.

La scelta della location di Mortella rientra nel programma di delocalizzazione con cui l’amministrazione ha concepito il programma degli eventi estivi “Vacanze a Rotondella”, con il coinvolgimento di quasi tutte le aree del territorio, dal mare a Rotondella due. Stessa logica di delocalizzazione anche per il centro collinare, che ospiterà eventi anche in zone del paese raramente “conciate a festa”, come corso Garibaldi e Piazzale De Andrè nel rione Cervaro.


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Rotondella piange Maria Rapanaro

Bellissima cerimonia per la scomparsa della "Donna della solidarietà"

ROTONDELLA – E’ stata una cerimonia funebre commossa e partecipata quella che si è tenuta ieri a Rotondella per le esequie di Maria Rapanaro, spentasi a 69 anni per un male incurabile.

E come poteva essere diversamente, per una donna che si è data tutta alla solidarietà in favore dei deboli e degli svantaggiati.

Insegnante in pensione e responsabile locale dell’associazione di donatori Advos-Fidas, era un vero e proprio vulcano di idee. Era stata lei a portare nel centro jonico tanti bambini nati in Bielorussia nei pressi di Chernobyl, innocentemente affetti da malattie causate dalle fughe radioattive del 1986. Con l’associazione “Rotondella per Chernobyl” era riuscita a creare in breve un’autentica rete della solidarietà, coinvolgendo numerosi famiglie nell’accoglienza dei bambini.

Riusciva a inventare di tutto. Come quando, negli anni scorsi, sorprese l’intero paese con l’ideazione della bellissima festa “Buon compleanno 18enne”, che festeggiava simbolicamente, con una mega torta, tutti i neo diciottenni dell’anno in corso con l’intento di sensibilizzarli al significato della donazione.

La sua attività le valse il premio “Solidarietà” dell’associazione Area e, soprattutto, il secondo posto al Premio “Ester Scardaccione” per la donna lucana dell’anno,

Non sarà il caso di ricordare tutte le altre sue iniziative. Non c’è bisogno di ulteriori commenti. Preferiamo ricordarla con le sue stesse parole, pronunciate in un’intervista del 2005. Esprimono, con semplicità disarmante, il cuore della sua instancabile opera.

“Se aiuto gli altri sto meglio io. Il bene lo faccio per me prima che per loro”. E ancora: “Riesce a fare il bene solo chi lo ha ricevuto per sé. La mia infanzia è stata segnata dalla passione gratuita che molti mi hanno manifestato, per prima mia madre. Ancora oggi credo che le opere di bene da me compiute siano inferiori a quelle ricevute.” Era sempre in moto per gli altri, ma sapeva essere umile e capace di guardare le cose belle capitate a lei.

Non era originaria di Rotondella, ma qui aveva conquistato un posto nel cuore di tutti. L’abbraccio della comunità durante le esequie lo ha dimostrato ampiamente, semmai ve ne fosse bisogno.


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