29 mar 2009

Centrosinistra unito con Francomano

Già attivo un gruppo di lavoro per definire il programma della coalizione


ROTONDELLA – E’ ufficiale: Vincenzo Francomano sarà il candidato sindaco del centrosinistra di Rotondella. Come da pronostico, toccherà a lui capeggiare la coalizione composta da Pd, Rc e Idv. Ancora in forse l’adesione della sezione locale dei Popolari Uniti.

Di Francomano, 42enne avvocato, nessuno potrà dire che non ha scommesso sul territorio: è tra i pochi professionisti di Rotondella che non dimorano, per scelta di vita e non per convenienza professionale, a Nova Siri o Policoro. “A differenza di tanti componenti della attuale giunta” ricorda lui.

E mentre dall’altra parte si discute sull’opportunità di una lista civica o politica di centrodestra, i suoi sono già in piena attività. Da qualche giorno si riunisce, infatti, uno speciale Gruppo di Lavoro, composto per tre quarti da giovani del luogo: Walter Lobreglio e Claudio Persiani (Prc); Maria Cuccarese (Pd) e Antonio Laguardia (Idv). Predisporranno una piattaforma programmatica che avrà il compito di individuare le “priorità” del territorio. “Su queste priorità – spiega Francomano – impronteremo la nostra azione amministrativa, evitando promesse illusorie e definendo azioni realistiche facilmente percepibili dall’opinione pubblica”.

Francomano ci riprova dopo cinque anni…

Sì. E con la coscienza che quelli trascorsi sono stati anni densi di esperienze per noi. Dopo la sconfitta, infatti, non ci siamo limitati a concepire l’opposizione in semplice chiave presenzialistica. Anzi, abbiamo fatto proposte e abbiamo anche condiviso importanti responsabilità con la maggioranza, come per la vicenda del gas a Rotondella due.

E oggi cosa c’è da fare?

Innanzitutto bisogna recuperare il vecchio ruolo di traino che Rotondella ha avuto in tanti processi di sviluppo territoriale e che ora sembra avere perso. Sul nostro territorio ci sono soggetti economici importanti: la Sogin, l’Enea e gli interessi privati legati allo sviluppo del mare. Dobbiamo rapportarci a questi in una logica di collaborazione, ma anche di giusta rivendicazione, naturalmente senza dimenticare agricoltura e turismo, le più evidenti vocazioni del territorio. Dobbiamo guardare a questi ambiti in una logica di sviluppo unitario, sia a livello strutturale che promozionale, non per compartimenti stagni. Anche il centro storico va guardato in questa ottica, con una “aggressione” immediata del patrimonio edilizio fatiscente, su cui l’attuale amministrazione è intervenuta in modo del tutto insufficiente.

Un’ottica di intervento unitario, dunque…

Sì, e per renderla concreta dobbiamo subito affrontare il problema delle strade. Proprio perché il territorio è vasto, c’è la necessità che sia ben collegato. Non dimentichiamo, in tal senso, che il più grosso finanziamento ottenuto per la viabilità di Rotondella (anche più grosso di quello della compensazione) è arrivato quando c’eravamo noi ad amministrare. Sto parlando dei 7 milioni di euro stanziati dalla regione per la viabilità extraurbana di collegamento con la Sinnica.

... e che ora sono ridotti alla ristrutturazione del Ponte Sinni, opera maestosa e ma forse inutile per risolvere i problemi reali del territorio…

Su questo, a mio parere, c’è una chiara responsabilità degli amministratori. Non hanno avuto una forza di rivendicazione tale da far rispettare la tipologia di intervento prevista all’inizio. Mi sono sembrati più preoccupati di una gestione diretta dei fondi che di una gestione complessiva del progetto. Però, allo stesso tempo, anche la Provincia doveva essere più attenta alle esigenze della collettività.

Poi c’è la municipalizzata. La maggioranza l’ha approvata e voi non siete sembrati troppo entusiasti. Se vincete le elezioni che fate, la buttate via?

Effettivamente è un problema che ci siamo posti in coalizione. E abbiamo risposto che non la butteremmo, modificandone però alcuni aspetti: ci sono tante idee di sviluppo che lo statuto approvato dall’amministrazione sembra aver limitato. Le illustreremo ai cittadini in campagna elettorale.

Pino Suriano – www.ilquotidianodellabasilicata.it

28 mar 2009

"Abbiamo obbedito al nostro Pastore"

Le comunità locali in preghiera dopo le critiche ai sacerdoti

NOVA SIRI – “Siamo in comunione con la Chiesa e abbiamo obbedito al nostro Pastore”. Con queste parole lapidarie padre Ricardo Gonzales ha chiuso ieri pomeriggio la giornata di preghiera e di adorazione del Santissimo che il vescovo, Francescantonio Nolè, aveva proposto ai fedeli di Nova Siri “come gesto di riparazione per il tanto male arrecato ai sacerdoti, ingiustamente accusati”.

E’ stata una giornata di silenzio, senza commenti superflui sulle vicende che hanno fatto tanto discutere nei giorni scorsi, in seguito ad alcuni giudizi sui sacerdoti locali e sullo stesso Nolè, pronunciati di recente nelle trasmissioni di un’emittente radiofonica locale. Silenzio e preghiera, che hanno unito nella comunione cristiana le due parrocchie di Nova Siri centro e Nova Siri scalo.

Il programma si è svolto come indicato dal vescovo: Santa Messa in mattinata, subito dopo esposizione del Santissimo (fino al tardo pomeriggio nel centro storico, fino al primo pomeriggio allo scalo per un funerale) poi conclusione con la via Crucis. Lo stesso vescovo non ha fatto mancare la sua presenza, giungendo nella Chiesa del centro storico in mattinata, dove si è incontrato in privato con padre Ricardo.

Il missionario, protagonista della vicenda, non ha fatto commenti sull’altare: “con il silenzio ho obbedito al mio vescovo”. Dopo la via Crucis ha raccontato al Quotidiano lo svolgimento della giornata: “Abbiamo fatto tutto secondo programma. L’affluenza di fedeli per l’adorazione, piuttosto scarsa in mattinata, è cresciuta nel corso del pomeriggio e ha raggiunto il massimo durante la via Crucis”.

Così le comunità hanno risposto alle polemiche dei giorni scorsi e a un volantino anonimo diffuso l’altro ieri per le strade del centro storico in vista della giornata di preghiera. Il testo è pieno di illazioni, di cui omettiamo di riportare il contenuto non solo perché fortemente offensivo nei confronti di alcuni sacerdoti, ma anche perché assolutamente privo di ogni argomentazione.

Quel che è evidente è l’intento pretestuoso del testo, che arriva a criticare anche aspetti del tutto insignificanti, come l’uso del termine “extracomunitario”, impiegato dal vescovo per indicare padre Riccardo nella lettera ai fedeli. Non è dato di sapere quale accezione offensiva si possa rinvenire in questo termine di uso comune per indicare persone con diversa cittadinanza. Così come non è dato di sapere chi siano i sedicenti “Cittadini di Nova Siri, Rotondella e Policoro” che firmano il documento, e tanto meno si capisce perché mai i cittadini di Rotondella e Policoro debbano interessarsi della vicenda.

Non possiamo dire come e quando finirà la storia, che questo volantino ha riportato al centro della discussione dopo qualche giorno di silenzio. Rimane, comunque, la testimonianza di obbedienza che le comunità locali hanno offerto ieri. L’obbedienza umile, del resto, è il valore più importante della Chiesa, molto più di un certo moralismo ammantato di buoni sentimenti e falso senso della giustizia.

Pino Suriano – www.ilquotidianodellabasilicata.it

27 mar 2009

L'eolico in Basilicata. C'è anche Rotondella

Da un Primo Piano di Rocco Pezzano sul Quotidiano

CAVALCANDO IL VENTO ma anche l’acqua, c’e’ un mondo di imprese piccole e grandi che, mentre la politica ancora cerca una strada, agisce e costruisce. In Basilicata la produzione di energie da fonti rinnovabili è una frontiera che ormai non cercano più solo sparuti cercatori d’oro o isolate carovane di pionieri, ma un numero crescente di aziende.

La Consiag, ad esempio, società per azioni della Toscana a capitale pubblico, che vuole costruire quattro

impianti idroelettrici. O la Cre Project, padovana, che in questi giorni sta facendo partire un impianto eolico a Rotondella e che si prepara a fare lo stesso a Campomaggiore.

E la Sel? Sa di tutto quello che avviene sul territorio lucano? Interagisce? Per la Società energetica lucana, ente della Regione Basilicata finanziata con fondi pubblici, risponde Maurizio Campagna: «Premetto che non conosco questi progetti, ma comunque questo tipo di iniziative non c’entrano nulla con l’attività della Sel. Certo, se poi rivestiranno carattere pubblico, ne verremo a conoscenza e valuteremo l’opportunità di un intervento».

Accertato che la neonata società regionale non conosce i piani di Consiag e Cre Project e che questi non hanno nulla a che vedere con la missione aziendale della Sel, è interessante entrare più nel dettaglio.

L’iniziativa che più colpisce è quella legata all’idroelettrico. Si tratta di una risorsa pulita di cui si discute assai poco, ma che in Italia è ancora la principale fonte di produzione fra le rinnovabili, oltre che la maggiore risorsa interna.

La Basilicata ha sempre avuto una tradizione rispettabile in materia. Certo che i progetti di un tempo - quelli grandi, legati a cascate, dighe e opere significative - non hanno più futuro. Anzi, non hanno nemmeno più presente: nessuna società si avventura più nella ragnatela di leggi e codici del settore, nella selva di autorizzazioni e contro le armate degli ambientalisti che attendono con il coltello fra i denti, armati della conoscenza integrale di ogni strumento legislativo a disposizione.

Infatti - come conferma Renzo Puccetti della Consiag - si tratta di progetti di mini-idroelettrico. La differenza è di taglia: gli impianti idroelettrici normali avevano potenze di diverse decine di megawatt. Oltre a basarsi su una struttura concettualmente diversa: invasi realizzati appositamente per creare dislivelli tali da generare notevoli potenze. Gli impianti più piccoli invece Cascata captano acqua da fiumi e torrenti, la incanalano in una tubatura e poi la scaricano su una turbina contenuta in una piccola centrale.

I nomi dei progetti sono “Calvel - lo”, “Fiumara d’Anzi”, “Noce” e “Nocito” e prendono il nome dai corsi d’acqua interessati. «Sì - spiega Puccetti - ma è bene specificare che si tratta di quattro iniziative ancora alla fase di progetto preliminare. Per ora non c’è nulla di cantierabile». La taglia sarebbe di circa tre megawatt l’uno. Fanno parte di una dozzina di progetti similari diffusi nel Sud Italia. «In Toscana - è ancora più dettagliato Puccetti - è stato a tal punto utilizzato ogni salto possibile che non si fa più mini ma micro idroelettrico, qualche decina di kilowatt ».

Nulla si può dire, allo stato attuale, su quello che potrebbero portare alle comunità locali i quattro progetti, ove fossero autorizzati e realizzati. Forse royalties per i Comuni interessati, forse del lavoro per la costruzione («Cerchiamo sempre di utilizzare le imprese locali», assicura Paccetti), due o tre posti per la guardiania, la pulizia, la manutenzione. Poco più. A beneficiarne realmente sarebbe solo l’ambiente, grazie all’utilizzo di un’energia che non crea inquinamento e scorie.

Ma perché una società pubblica - che si presenta così: «Da consorzio intercomunale a holding di servizi

pubblici a vocazione industriale sempre fortemente legata al territorio» - decide di investire in un’al - tra regione? «Noi siamo attivi da tempo nel campo dell’energia – risponde Puccetti - ma ancora non nel ramo della produzione. Abbiamo deciso di puntare sulle fonti rinnovabili. Verrà fata sicuramente una “società di scopo” dedicata ai progetti lucani». E i soldi guadagnati in Basilicata? «Suppongo verranno investiti in altre attività del gruppo», afferma Puccetti. Nessuna interazione con la Sel. «Mi risulta che debba realizzare impianti per l’amministrazione pubblica, un discorso tutto diverso dal nostro»: questa l’immagine della Società energetica lucana. Come mai è stata scelta la Basilicata? «Il centro sud - assicura il dirigente della Consiag - ci pone meno ostacoli burocratici. Non è il caso della Basilicata, che invece di

problemi ne pone, come con la moratoria». Puccetti si riferisce alla nota “moratoria dell’eolico” della

Regione Basilicata. Ma l’eolico va avanti, e sarebbe facile dire “con il vento in poppa”. Prova ne sia il fatto che, dei due impianti della Cre Project, uno è partito e l’altro è sulla buona strada.

A Rotondella le pale hanno cominciato a girare. E’ la fase – per così dire - di rodaggio. La partenza

è stata molto ritardata rispetto alle previsioni ddi due anni fa: si parlava all’epoca del giugno 2008. Cosa

sia accaduto esattamente (si parla di condizioni meteorologiche proibitive che hanno ritardato i lavori,

ma si tratta di voci da confermare) non è stato possibile ieri appurarlo: il presidente della Cre Project,

Daniele Boscolo Meneguolo, era all’estero e irrintracciabile. Varrà la pena ritornarci per capire quanto

siano ancora diffusi i timori di chi non ama l’eolico (problemi per gli uccelli; eccesso di rumore; guasti

al paesaggio) e quanto invece le comunità siano disponibili a questo tipo di energia pulita.

In base alle informazioni finora fornite dall’azienda, l’investimento è di 48,8 milioni di euro, in parte

finanziati con un’operazione di project financing da parte della Cassa di Risparmio Padova e Rovigo.

La finanza di progetto è un finanziamento a lungo termine, nel quale viene creata una nuova società ad hoc che si accolla il progetto, separandosi dal soggetto che propone l’iniziativa. A Rotondella ci sono 12 aerogeneratori da un megawatt e mezzo l’uno per complessivi 18 mw. A Campomaggiore sono previste invece 7 pale eoliche per 10 megawatt e mezzo. In tutto, l’equivalente di ciò che consumano circa 8.000 famiglie. Ottomila case poggiate sul vento.

Rocco Pezzano – da www.ilquotidianodellabasilicata.it

Una provocazione ai lettori

Oggi mi prendo lo spazio per un piccolo sfogo sull’uso del blog. In uno dei post su Nova Siri (precisamente questo) ho notato che gli unici due commenti postati erano firmati, inviati cioè da persone che hanno il coraggio di metterci la faccia.

Ho notato, inoltre, il tono della discussione che si è sviluppata sul blog del mio amico Giannicola sui temi della politica di Nova Siri con argomentazioni valide (potete leggerlo qui, anche se è lunghissimo). L’ho confrontato con i commenti ad alcuni post su Rotondella e un po’ mi sono rammaricato.

Quasi tutti “anonimi”; che per la gran parte usano il blog per fare insinuazioni sulle alleanze degli altri, spesso lasciando intuire quanto queste insinuazioni siano "interessate". Ma c’è qualcuno capace di parlare delle cose fatte, non fatte o di quelle che si potrebbero fare? Non credo che i cittadini di Rotondella siano meno capaci di discutere di quelli di Nova Siri.

Infine, sempre sul blog di Nova Siri, ho notato che molti visitatori si registrano su Blogger e firmano sempre con uno stesso nome, anche se non è il proprio nome (es. Penna Libera, Uomo Libero). Questo garantisce l'anonimato, ma almeno permette di sapere che, per esempio, il commento delle ore 18 lo ha lasciato la stessa persona che aveva lasciato quelle delle 16, etc. Potrebbe essere un contributo positivo alla crescita della discussione.

P.S. Tenete presente, inoltre, che il blog è anche uno strumento di contatto con me. Chi avesse qualcosa da segnalare, anche per una eventuale pubblicazione sul giornale, può sempre contattarmi al numero 320.4840993 o alla mail pinosuriano@yahoo.it. Grazie.

25 mar 2009

Il Pdl frena la civica di Agresti

Dibattito acceso all'inaugurazione della sezione


ROTONDELLA – “Il Pdl sarà in prima linea per le prossime comunali e non vuole essere la ruota di scorta di nessuno”. E’ forte e chiaro il messaggio che arriva dall’inaugurazione della nuova sezione locale del Pdl, tenutasi venerdì sera a Rotondella. Ed ha un riferimento esplicito: la candidatura “di anticipo” dell’attuale sindaco Vito Agresti, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler ripartire da una civica senza riferimenti ai partiti. Una soluzione che non è esclusa, ma neppure già scontata per il nuovo Pdl, come hanno chiarito gli ex coordinatori dei circoli di Fi e An, Salvatore Fortunato e Giuseppe Lippo.

Lippo ha parlato chiaro: “Siamo pronti a dialogare con tutti per le comunali, ma alla pari. Nessuno venga qui a dirci di avere già un candidato sindaco e un programma da sottoscrivere. Non siamo la ruota di scorta di nessuno”.

Parole che hanno provocato la risposta immediata dello stesso sindaco Agresti, presente all’incontro, che ha riconfermato la propria volontà di andare avanti con una civica.

Questi primi interventi hanno così trasformato la serata di inaugurazione in un vero e proprio dibattito sulle alleanza politiche a Rotondella. Non si sono tirati indietro sul tema i consiglieri provinciali presenti all’incontro: Paolo Castelluccio, Sabatino Casulli e Saverio Ciccimarra, vicini alle posizioni sostenute da Lippo sull’importanza di una posizione politica chiara.

“Non capisco questa necessità di nascondersi dietro una civica – ha detto Ciccimarra – quando poi, nel momento del bisogno, tutti sanno a quali numeri di telefono rivolgersi”. Anche Casulli ha sottolineato l’importanza di “un simbolo politico” come elemento di credibilità di fronte agli elettori. Sulla stessa linea Castelluccio, che ha amichevolmente invitato il sindaco “a schierarsi, se vuole avere un futuro politico importante”.

Molto decise, sulla questione, anche le parole di Giuseppe Labriola, ex coordinatore provinciale di An, che ha chiarito: “Non siamo ruota di scorta di nessuno. Il partito ha ormai dimostrato di avere autorevolezza e capacità amministrativa anche a livello locale. La situazione storica è diversa da quella di cinque anni fa, quando la soluzione delle civiche sembrava essere l’unica possibile per strappare i comuni della zona dalle mani del centrosinistra”. Poi la sfida: “Il 27 marzo noi avremo il congresso, ed entro quella data ognuno dovrà dire se è dentro o fuori. Poi non ci saranno deroghe: chi non sarà entrato avrà scelto una posizione diversa e se ne assumerà tutta la responsabilità”.

Sulle posizioni di Lippo sembra si attesti anche l’assessore comunale Francesco Dilorenzo, che ha sottolineato alcune differenze rispetto alla scelta di presentarsi con una civica alle scorse elezioni del 2004. “Fare un a civica cinque anni fa – ha dichiarato l’assessore al Quotidiano - significava anche raccogliere i consensi di una parte di società civile con idee di sinistra, che ora sembra essere comunque confluita nel centrosinistra. Non so, perciò, quanti possa essere utile, anche in termini di consenso, l’opzione civica rispetto a quella politica. Questa mia valutazione, naturalmente, non preclude una possibilità di apertura alla civica di Agresti, ma ci sarà da discutere”. Più disponibile alla posizione del sindaco Agresti è sembrato l’intervento di Rudy Marranchelli, consigliere comunale vicino ai Circoli della Libertà. “Non possiamo cancellare del tutto la positività del lavoro di questo quinquennio”.

Idee divergenti, dunque, per un dibattito che in questi giorni si farà sempre più caldo. Un elemento chiaro è comunque emerso: nessuno è chiuso totalmente all’ipotesi di una coalizione civica, ma c’è la volontà di caratterizzarla politicamente sul piano del programma e delle scelte. Sintesi di questo sentire comune è stato l’intervento conciliatore del senatore Cosimo Latronico: “Incontratevi e discutete con calma. Sono certo che saprete trovare le soluzioni migliori”.


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it

23 mar 2009

Il "saccheggio" della Trisaia

Inchiesta sul centro Enea. Tanti giovani assunti in Trisaia e trasferiti nel Lazio. Anche espropri di macchinari denunciati dalla Cgil.

ASSUNZIONI E TRASFERIMENTI

48 assunzioni, 48 trasferimenti. E’ il numero dei ricercatori e tecnici assunti in Trisaia e di quelli trasferiti in altre sedi Enea nel decennio 1997-2007, se si eccettuano le unità integrate a seguito dei corsi di Formazione e Lavoro attivati con fondi della Regione Basilicata. Il rapporto è perfetto: uno a uno. Una coincidenza del tutto casuale, ma che sembra fatta apposta per evidenziare un dato di fatto: il centro della Trisaia assume tanti giovani ricercatori, ma poi molti di questi chiedono il trasferimento e vanno presto a lavorare altrove. Quasi la metà (22 su 48) va a finire presso il centro di Casaccia presso Roma, sede Enea evidentemente più comoda per tanti.

Sin qui nulla di strano, se per molti di queste assunzioni non si fosse attinto ai fondi della legge 64/86 per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno. Quei fondi, per intenderci, che sulla base degli impegni sottoscritti a suo tempo dall’Enea, sarebbero dovuti servire, tra le altre cose, a potenziare le infrastrutture per la ricerca scientifica e tecnologica del Mezzogiorno, anche in relazione “al rilevante divario tra questa parte del Paese e il Centro-Nord” e per colmare “il gap nord-sud nel numero di ricercatori operanti nel Mezzogiorno”.

E non si parla certo di spiccioli. Da una nota sindacale del settembre 2008, si apprende che sui 285 miliardi di vecchie di lire entrati nelle casse dell’Enea per i progetti finanziati dopo la chiusura al nucleare, ben 161 sono arrivati dalla legge 64/86, e “appena” 124 (meno della metà) dall’ex Murst. E’ facile intuire quanto sia stato utile, per le finanze dell’Enea, il suo proclamarsi strumento per lo sviluppo del sud Italia.

Ma il dato stride fortemente con quello di sopra sulle assunzioni e i trasferimenti. Contro i 22 trasferiti nel Lazio, infatti, solo 19 sono trasferiti negli altri centri del Mezzogiorno di Brindisi, Palermo e Portici. La logica conduce a una conclusione amara: tanti ricercatori sono assunti con i fondi per il sud, ma poi finiscono per operare nel centro del Paese. E così, nei centri del sud (nel centro Enea di Trisaia in particolare) le unità lavorative diminuiscono e così, a fronte della coincidenza tra assunzioni e trasferimenti, le cessazioni continuano a crescere (ben 25 nel biennio 2007-2009) e i vuoti occupazionali non si colmano.

In tal modo, anziché ridurre il divario del sud, si contribuisce a incrementarlo. E questo, paradossalmente, anche grazie ai fondi della legge 64!

IL SACCHEGGIO DEI MACCHINARI

Ma il “saccheggio” dell’Enea di Trisaia non finisce qui. E insieme al personale colpisce anche le strutture del centro. Già nel 2001, infatti, le organizzazioni sindacali dell’Enea protestarono per la presenza nel centro di Casaccia di un impianto acquistato con i finanziamenti concessi alla Basilicata come regione inserita allora nell’Obiettivo 1 dell’Ue. Solo dopo l’azione sindacale il macchinario fu riportato presso il centro di Rotondella, luogo in cui sarebbe dovuto rimanere “per almeno 5 anni”, come previsto dal regolamento per la concessione dei fondi.

Ma la cosa, a quanto pare, non sarebbe finita lì. E gli espropri si sarebbero protratti fino all’anno scorso, almeno secondo le affermazioni del sindacato Flc-Cgil, che con una nota del 10 settembre 2008 ha denunciato il “trasferimento in altro luogo di apparecchiature e parti dell’impianto”.

L’Enea di Trisaia, così, più che un avamposto su cui puntare per lo sviluppo del Mezzogiorno, pare essere diventato il “pozzo” per le finanze dell’Enea nazionale e i suoi investimenti negli altri centri. Inutile dire che tutto ciò influisce anche sulle ricadute occupazionali del territorio.

LE NUOVE ASSUNZIONI E BORSE DI STUDIO

In questi giorni, però, sembra aprirsi uno spiraglio. L’occasione per una nuova e più forte rivendicazione arriva dalla recente riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Enea, che lo scorso 26 febbraio ha deliberato “una pianificazione delle nuove assunzioni che consentirà di mantenere costante la dotazione organica dell’ente intorno alle 3 mila unità”. Tradotto in soldoni, significa che l’Enea assumerà a breve 182 unità in tutta Italia. Non solo, nell’ambito della programmazione triennale per l’offerta di Formazione dell’Enea, è previsto un contingente di 170 assegni di ricerca, con durata massima di tre anni, e 90 borse di studio. Ma quanti di questi arriveranno veramente in Trisaia?

Da Dimatteo (Idv) una piattaforma di proposte

“Il mancato decollo dell’Enea e il suo sistematico saccheggio hanno stancato le comunità locali”. Il richiamo arriva a gran voce dalla sezione di Rotondella dell’Italia dei Valori, per bocca dell’assessore comunale Antonio Dimatteo. In relazione ai nuovi obiettivi dell’ente e al nuovo piano di assunzioni deliberato a fine febbraio, Dimatteo rilancia una piattaforma di richieste. Sono semplici ma concrete: chiarezza negli obiettivi; unità operative e capi-progetto che risiedano nel territorio, per poter avere con esso un più proficuo rapporto di interfaccia; utilizzo delle nuove assunzioni e dei nuovi assegni di ricerca per colmare i vuoti di organico, che negli ultimi anni sono cresciuti per le numerose cessazioni; programmazione celere e valorizzazione del centro Enea di Trisaia attraverso il pieno utilizzo delle infrastrutture esistenti e l’implementazione di professionalità che assicurino anche per il futuro la capacità programmatica e progettuale”.

Dimatteo, inoltre, sottolinea il positivo lavoro della direzione locale dell’Enea che, con l’impegno particolare del direttore Donato Viggiano, si è resa capace di intercettare diversi finanziamenti anche a livello regionale.

“Ma tutto questo non basta – spiega l’assessore - c’è bisogno di una piena valorizzazione della Trisaia da parte dell’ente nazionale”. E poi c’è il capitolo della formazione. “Sono positivi – ha spiegato Dimatteo – i Master di Alta Formazione già realizzati in collaborazione con la Regione Basilicata. Ma bisogna meglio utilizzare le risorse del territorio. Una parziale ma significativa valorizzazione – continua Dimatteo - potrebbe essere quella prospettata recentemente dall’assessore regionale Autilio, che ha evidenziato la stretta sintonia dei programmi per lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica ed alta formazione in campo energetico di vari enti ed istituti. A questo proposito ben venga l’idea della scuola di alta formazione tra la fondazione Mattei, l’ Enea, l’ Università degli studi della Basilicata ed altri enti presenti sul territorio. Questo tipo di attività sarebbe, peraltro, in linea con i principi dell’ Ente sulla ricerca di energie alternative, lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione di risorse umane e professionali locali, da trattenere nel metapontino per evitare penose migrazioni”. Alla fine della chiacchierata l’assessore mostra una foto. E’ datata 1987. C’è un manifesto con su scritto: “Quale energia per il futuro?” Si parlava del futuro dell’Enea. “Lo stiamo ancora aspettando”.

pi.su.

E intanto il direttore generale Urbani si dimette e sbatte la porta…

Anche a livello nazionale l’Enea non se la passa troppo bene. Anzi, la discussione interna sull’utilizzo delle risorse umane e delle linee di sviluppo è arrivata a procurare clamorose rotture. Lo dimostrano le recenti dimissioni di Maurizio Urbani, ex Direttore Generale dell’Enea. Il quale se n’è andato, come si suol dire, sbattendo la porta. Durissima e ironica la sua lettera di dimissioni, che si apre con una frase che è tutta un programma: “Non venga fatto al mio successore quello che è stato fatto a me”. Parole forti, che dicono di rapporti difficili e divergenze sugli indirizzi. Poi una citazione da Primo Levi: “E’ malinconicamente vero che molti lavori non sono amabili, ma è nocivo scendere in campo carichi di odio preconcetto: chi lo fa, si condanna per la vita a odiare non solo il lavoro, ma sé stesso e il mondo. Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa, e perché il lavoro stesso non sia una pena, ma l’amore o rispettivamente l’odio per l’opera sono un dato interno, originario, che dipende molto dalla storia dell’individuo, e meno di quanto si creda dalle strutture produttive entro cui il lavoro si svolge” . L’Enea ha risposto con un comunicato secco a firma del direttore Luigi Paganetto. Il Cda ha ringraziato Urbani per “l’attività svolta al servizio dell’ente, nell’ambito di un rapporto fiduciario che si è mantenuto per tutta la durata dell’incarico”. Ma, considerate le esigenze impellenti, l’ente ha già provveduto a nominare un nuovo funzionario facente funzioni per la durata di sei mesi. Si tratta dell’ex responsabile della Direzione Risorse Umane, Giuseppe Tedesco, che dal 12 marzo è il nuovo Direttore Generale.

pi.su.

I lavoratori tremano per i tagli alla Vigilanza

Sono state aperte nei giorni scorsi le buste per l’affidamento servizio di vigilanza presso il centro Enea. Stando ad alcune indiscrezioni (ndr. le procedure di affidamento sono ancora in corso) la gestione dovrebbe essere affidata a una ditta della zona che già svolge il servizio per l’ospedale di Policoro.

La nuova gara sta tenendo in allarme i 42 vigilanti impiegati nel centro, che temono per l’annunciata riduzione del monte ore del servizio, introdotta nell’ambito del Piano di Protezione Fisica, di competenza della Sogin, che ha declassificato il perimetro esterno del centro rendendo non più obbligatoria la perlustrazione continua dello stesso.

Il nuovo contesto potrebbe così comportare eventuali tagli sul numero dei lavoratori assunti o, nel migliore dei casi, una riduzione solidale delle ore di ciascuno. Va ricordato, però, che già da anni i vigilanti Enea lavorano in regime di solidarietà, che ha permesso di evitare licenziamenti a seguito della progressiva riduzione delle ore di servizio richieste dall’Enea. Erano partiti in 42, perché tanti ne aveva richiesti il centro. Quando, poi, la richiesta è scesa gradualmente a 33 unità, hanno scelto di solidarizzare: nessun licenziato, ma tutti a riposo per tre giorni al mese con conseguente riduzione dello stipendio di circa 150 euro.

La situazione, con il nuovo taglio, potrebbe aggravarsi ulteriormente. I giorni di “riposo forzato”, infatti, potrebbero arrivare addirittura a sei, con riduzione complessiva di circa 300 euro al mese. Il risultato? Stipendi quasi da fame.

Nelle scorse settimane, sia il senatore del Pdl Cosimo Latronico che i senatori del Pd Antezza, Chiurazzi e Bubbico, hanno interrogato il Ministro dello Sviluppo Economico per sapere cosa intenda fare per garantire i livelli occupazionali. I senatori del Pd hanno inoltre sottolineato come “il previsto ridimensionamento possa determinare un pericoloso abbassamento dei livelli di sicurezza delle aree circostanti”.

pi.su.


www.ilquotidianodellabasilicata.it

Il Lagonegro espugna Rotondella e si incorona campione

Gli jonici illusi dal vantaggio di Galati. Poi capitolano in 5 minuti.

A.D.P. ROTONDELLA - SOCCER LAGONEGRO 1 – 2

A.D.P. ROTONDELLA: Manolio R., Toscano, Salerno A., Acciardi (Divincenzo), Corsano (Guida), Rubolino, Santarcangelo, Ripa, Galati, Manolio F., Tarantino. A disp. Salerno G., Mele, Varlaro, Mauro, Manolio G.M.. All. Martino.

SOCCER LAGONEGRO: Vigorito, Borrega, D’Agostino (De Leo), Rocco, Falabella, Guffo, Carlomagno, Mastroianni A. (Consoli), Lardo, Pugliese (Mangariello). A disp. Bevilacqua, Consoli, Mangariello, Verbana, De Leo, Mastroianni D., Catonio All. Oliva.

Arbitro: CAPPIELLO Giuseppe – Sezione di Matera

RETI: 10° Galati (RO), 45° Pugliese (SL), 50° Carlomagno (SL)

ROTONDELLA – Lo Sporting Lagonegro ammazza il campionato. Manca solo la matematica per decretare il primato della squadra di mister Oliva, ma i giochi sembrano ormai fatti. Se c’era una data che ancora faceva fare gli scongiuri alla capolista, era proprio l’attesissimo big match sul terreno del Rotondella.

Un match per il quale gli ospiti avrebbero volentieri sottoscritto un pareggio, più che utile per mantenere a -7 l’unica inseguitrice credibile, l’Adp Rotondella. E invece è arrivata la posta piena, che chiude il campionato e incorona la sua regina.

E pensare che il match era iniziato nel migliore dei modi per il Rotondella, sospinto da un pubblico delle grandi occasione nonostante il freddo gelido. Nei primi dieci minuti un vero assedio alla porta di Vigorito, con i biancorossi che ci provavano in tre occasioni con Acciardi, Ripa e Tarantino. Al 10’ era Galati a far esplodere il pubblico con un gran tiro da fuori area finito in rete. Tramortito dalla partenza-lampo dei locali, il Lagonengro stentava a reagire, facendosi pericoloso solo al 28’ con il calcio di punizione di Lardo, di poco fuori. Al 35’ era ancora il Rotondella a sfiorare il gol con un calcio di punizione di Ripa che lambiva il palo. Ma all’ultimo minuto del primo tempo il Lagonegro colpiva come un fulmine a ciel sereno: gran numero di Pugliese, che conquistava palla al limite, superava il difensore Salerno e batteva l’incolpevole portiere Manolio. La rete prima dell’intervallo spostava l’inerzia della partita dalla parte degli ospiti, che alla ripresa delle ostilità trovavano con Carlomagno il gol più importante del torneo. Vana la reazione del Rotondella, che non riusciva subito ad assediare la porta avversaria e solo negli ultimi minuti si facevo vivo con Galati, che colpiva la traversa a portiere battuto, e Guida, che si faceva ipnotizzare dall’ottimo Vogorito.

Al fischio finale l’esplosione dei giocatori, ben coscienti di aver ottenuto un risultato che vale un campionato.

Deluso il commento di Vincenzo Mauro, presidente del Rotondella, che però invita i suoi a guardare avanti: “E’ stata una partita dai due volti, nel primo tempo a parte il finale, meglio noi, nel secondo tempo meglio loro. Il risultato di parità sarebbe stato più giusto, viste le due occasioni mancate nel finale con Galati e Guida. Non ci abbattiamo per la sconfitta, il nostro obbiettivo era e rimane quello della promozione. Abbiamo perso il treno diretto, ma comunque ci rimane l’obiettivo degli spareggi e non sarà questa sconfitta a farci mollare l’obbiettivo prefisso agli inizi del campionato”.

Pino Suriano – www.ilquotidianodellabasilicata.it


20 mar 2009

Prese le ladre delle vecchiette

Nei giorni scorsi avevano colpito anche a Rotondella.
Qui potete leggere il mio articolo sui furti a Rotondella, tra i primi a segnalare il caso. Un attestato di merito va al carabinieri e al vigile che per primi a Rotondella li hanno notati e fermati.

MATERA - Bussava alle abitazioni di persone anziane per chiedere un bicchier d'acqua o informazioni sulla vendita dei maiali. Aveva modi garbati, una faccia pulita, era gentilissima se ad aprirla erano donne (arrivava anche ad abbracciarle per dimostrare tutta la sua riconoscenza), quando invece aveva di fronte un uomo
non risparmiava avances.
La porta d'ingresso rimaneva socchiusa, così le due complici potevano svaligiare l'appartamento. Ad aspettarle fuori, in macchina, l'unico uomo della banda. Mercoledì pomeriggio non hanno fatto in tempo ad iniziare quella che era ormai un'attività collaudata (secondo i militari dell'Arma, infatti, andava avanti da circa un anno) e che avrebbe fruttato, tra contanti e oggetti preziosi, un bottino di circa centomila euro.
Alcuni giorni fa, un gruppo di donne era stato notato aggirarsi con fare sospetto a Rotondella, dove erano stati commessi furti. Proprio in quella zona sono stati disposti di carabinieri servizi di osservazione e controllo del territorio che hanno permesso, mercoledì pomeriggio, di individuare una macchina con quattro persone a bordo. Una volta individuati, l'uomo e le tre donne sono stati foto segnalati e successivamente riconosciuti dalle vittime, chiamate a raccolta dai carabinieri.
In manette sono finiti la trentottenne Rosa Longiaric (era lei che si presentava a casa degli anziani) e il suo convivente trentacinquenne Orsus Kristijan, Nina e Marika Goman (zia e nipote, rispettivamente di cinquanta e trentuno anni), tutti residenti ad Aprilia.
Nel corso di una conferenza stampa, ieri, i comandanti delle Compagnie di Policoro e di Tricarico, Fernando Carbone e Giuseppe Prudente, hanno spiegato che «i furti sono stati commessi nel 2008 e nei primi mesi del 2009». Dalla banda sono state visitate numerose abitazioni di alcuni comuni della provincia di Matera fra cui Rotondella, Tursi, Grassano, San Mauro Forte e Montescaglioso. «Il problema gravissimo è che durante i sopralluoghi, subito dopo i furti, non siamo riusciti a trovare impronte. - ha affermato il capitano Carbone – Abbiamo chiesto alle vittime se per caso questa donna usasse i guanti, hanno detto di no. Avevamo una targa parziale ma c'erano pochi indizi».
E' quindi iniziata una difficoltosa attività di ricerca e di analisi di casi simili che, anche in altre località del territorio nazionale, avevano portato a risultati più concreti. Alla luce del modus operandi della banda, i carabinieri erano riusciti a stabilire che si trattava sicuramente di persone di etnia Rom. Grazie agli identikit e ai riconoscimenti con foto segnaletiche effettuati dalle vittime è stato possibile stringere il cerchio su alcuni indiziati.
«Le peculiarità sono le impronte digitali ma il responso dell'Afis è stato negativo», ha precisato il capitano Carbone. In sostanza, quando i carabinieri hanno preso le impronte digitali, il responso non era utile ai fini della comparazione. «Abbiamo guardato i loro polpastrelli - ha aggiunto Carbone - erano coperti da un sottile strato di colla per non lasciare impronte. Li abbiamo fatti lavare con l'acetone». Nelle impronte “tarocca - te” i carabinieri hanno rinvenuto anche disegnini e numeri (un tredici su un polpastrello, forse per sfidare la superstizione).
Dalle indagini, coordinate dal pm Annunziata Cazzetta, i quattro partivano da Aprilia, percorrevano la dorsale dell'A3, uscivano nei paesini e colpivano in continuazione, per tre o quattro giorni.
Dopo una sosta in Calabria tornavano indietro, commettendo qualche altro furto. L'operazione è stata condotta con la compagnia di Tricarico ed è stata supportata dalla compagnia di Pisticci, comandata dal capitano Pietro Mennone. Il capitano Prudente, comandante della compagnia di Tricarico, ha sottolineato la difficoltà che hanno spesso gli anziani (ottant'anni è l'età media delle vittime) a denunciare simili episodi: «La prima sensazione è la vergogna, non è facile confidare di essere stati raggirati e aver perso i risparmi di una vita. In un caso un “colpo” ha fruttato 50.000 euro. Non dimentichiamoci, quindi, il “numero oscuro” composto da tutte quelle persone che per vergogna non hanno mai denunciato». Per il momento i carabinieri hanno scoperto una decina di furti ma le attività proseguono per raccogliere elementi di prova per tutti quei furti accomunati dalla stessa strategia, avvenuti sia in Basilicata sia nelle regioni limitrofe.
I quattro (le donne sono cittadine italiane, l’uomo è croato), sottoposti a fermo, sono stati accompagnati nelle carceri di Matera e Potenza, a disposizione del pmAnnunziata Cazzetta. I carabinieri hanno lanciato un appello ai cittadini: se qualcuno è stato vittima di furti e riconosce gli arrestati, può rivolgersi ai militari.
Rossella Montemurro – www.ilquotidianodellabasilicata.it

Nova Siri: Il vescovo scende in campo a difesa dei suoi sacerdoti

Nova Siri: la comunità parrocchiale turbata dalla vicenda di Padre Gonzales


NOVA SIRI - Da alcune settimane la comunità parrocchiale di Nova Siri è turbata da «mezze notizie e intere falsità», che scuotono le coscienze non soltanto dei fedeli. Al centro del turbamento il vicario parrocchiale padre Riccardo Gonzales con i sacerdoti succedutisi di recente nell’incarico di amministratore. «Le ultime notizie poco edificanti rimbalzate al disonore di certa cronaca radiofonica, circa presunte discriminazioni, ingiurie o ingiustizie subite da padre Riccardo, a opera di alcuni suoi confratelli e addirittura del vescovo, sono artatamente diffuse da qualcuno in malafede, che ha voluto pescare nel torbido, facendo passare un atto legale e dovuto, per discriminazione. Così mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, rompendo il comprensibile riserbo, nella terza domenica di Quaresima interviene nella vicenda con una lettera ufficiale ai «carissimi fedeli e cittadini di Nova Siri», per spiegare definitivamente la realtà vera delle cose e «per rinnovare la stima incondizionata e la fiducia piena ai sacerdoti fatti oggetto di una campagna denigratoria e calunniosa». In tal modo, si appella al cristiano protagonismo responsabile e scrupoloso dei parrocchiani, affinchè «di fronte alle sempre attuali parole al contempo di esortazione e ammonimento di San Paolo e San Pietro, ognuno faccia un esame di coscienza davanti a Dio e agisca di conseguenza. Anzi, se necessario e opportuno, segnalate alle autorità competenti chi viola la legge e offende la verità». «Sento il bisogno di rivolgermi direttamente a voi con l’af fetto di padre e la fermezza di Pastore - scrive mons. Nolè -. Anzitutto va chiarito (pensavo che già lo fosse, dopo tanti anni di permanenza in mezzo a voi dei sacerdoti, religiosi della Fraternità Missionaria di Maria del Guatemala) che i sacerdoti extracomunitari non possono assumere l’ufficio di parroco in Italia, fin quando non ottengono la cittadinanza italiana, essendo i parroci pubblici ufficiali e rappresentanti legali presso lo Stato. Ecco perchè, sia con p. Edwin che con p. Riccardo c’è stato bisogno di avere un amministratore nelle persone di don Michele Cirigliano, p. Savino, don Vincenzo Tassitani (fino a dicembre) e ora don Antonio Mauri (parroco a Policoro e coordinatore della Zona pastorale Jonica). E ciò in perfetta armonia con le persone interessate».

Fonte: www.novasiri.blogspot.com da "La Gazzetta del Mezzogiorno"



Il Pdl "apre" a Rotondella

Questa sera l'inaugurazione con i senatori Latronico, Viceconte e Digilio


ROTONDELLA – Si inaugura questa sera, alle ore 18, la nuova sezione locale del Pdl in corso Garibaldi. All’evento saranno presenti i senatori del partito Cosimo Latronico, Egidio Digilio e Guido Vicedonte. Nella nuova sezione dovrebbero confluire diverse anime politiche del territorio: dall’ex circolo di An, guidato dal presidente Giuseppe Lippo, al gruppo dei Circoli della Libertà di Rudy Marranchelli, all’assessore comunale Francesco Dilorenzo, politicamente vicino al senatore Cosimo Latronico, fino ad alcuni cittadini di antica cultura socialista o sostenitori di Forza Italia della prima ora.

Un blocco ampio, dunque, che rappresenterà un importante riferimento per le prossime comunali. Nelle elezioni politiche dell’aprile scorso, peraltro, il Pdl ha dimostrato di poter contare anche su un ampio consenso di opinione, superando il Pd pur senza essere presente con una sezione sul territorio. Il nuovo gruppo, perciò, potrà far leva su questa buona base di partenza.

E’ ipotizzabile, inoltre, che il Pdl possa correre al fianco di Vito Agresti, che ha dichiarato ieri la volontà di sfidare con una civica la coalizione di centrosinistra. Resta da capire, però, se il partito sarà disposto ad accettare o meno una coalizione senza alcun riferimento politico al centrodestra. La civicità della lista anticipata da Agresti, infatti, permetterebbe di aggregare diverse figure politiche che non si riconoscono nel centrodestra, ma hanno attivamente collaborato con Agresti in questi anni. Ma saranno tutti d’accordo?


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it

19 mar 2009

Vito Agresti si ricandida

Il sindaco scioglie la riserva e lancia la sfida al centrosinistra

ROTONDELLA – E’ ufficiale: Vito Agresti si ricandida alla carica di sindaco. Il primo cittadino scioglie, in un’intervista al Quotidiano, la riserva mantenuta nelle scorse settimane anche con i suoi più stretti collaboratori di giunta. “Voglio valutare meglio alcune situazioni” aveva ripetuto più volte, in attesa di comprendere se ci fosse un adeguato consenso per la nuova sfida elettorale. Pare che la verifica sia stata positiva. Agresti capeggerà ancora una volta una lista civica, che dovrebbe contare sul sostegno di quasi tutti i componenti dell’attuale maggioranza. Eccezion fatta, a quanto pare, per l’assessore ai lavori Pubblici Antonio Dimatteo e il Presidente del Consiglio Enzo Varasano, che dopo l’approdo all’Italia dei Valori potrebbero addirittura ritrovarsi come avversari nella coalizione di centrosinistra. Da chiarire la posizione dell’assessore al Patrimonio Cosimo Fortunato.

La candidatura si Agresti sarà presentata ufficialmente in un incontro pubblico, che dovrebbe tenersi tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Il sindaco sfiderà ancora una volta Enzo Francomano (quest’ultimo sembra in pole position nelle file del centrosinistra, ma la notizia non è ancora ufficiale) per una riedizione della scorsa sfida elettorale, che vide Agresti prevalere con un vantaggio di circa 200 voti.

L’attuale sindaco metterà di nuovo in campo il personale consenso popolare, costruito anche attraverso la sua professione nell’ambito di un patronato legato al mondo dell’agricoltura.

Molti tra gli interventi del suo mandato, peraltro, sono stati rivolti alle aree rurali. “ Qui – ha detto Agresti – abbiamo operato a tutto tondo con infrastrutture, dalle strade agli acquedotti, dalle fogne al metano per Rotondella due. E poi non abbiamo abbandonato il bosco, asfaltandone alcune strade, e il Rione Mortella, riqualificato di recente. Tutto questo senza dimenticare l’attenzione al centro storico con numerose opere pubbliche che daranno un nuovo volto al Balcone sullo Jonio”.

Un consenso ampio sulla figura di Vito Agresti, fino a qualche tempo fa, non appariva scontato. Più volte, nel corso del mandato, si era temuto per una crisi politica, a causa dei frequenti dissensi scoppiati nel quinquennio all’interno della maggioranza.

Prima le dimissioni di Tina Bianco, consigliera più suffragata alle elezioni, alla quale cui Agresti negò l’incarico di vice sindaco per concederlo a Gianluca Palazzo. E proprio sulla figura di Palazzo, nel dicembre 2007, si sarebbero concentrati gli altri venti di crisi, maturati soprattutto su divergenze politiche tra lo stesso Palazzo e l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Dimatteo.

Alla fine, però, dopo incomprensioni e difficoltà, Agresti ce l’ha fatta. E’ arrivato a fine mandato con un gruppo civico ed eterogeneo sul piano politico, ma è stato anche capace di mantenere un sostegno tale per affrontare una nuova candidatura. Rilevante, in tal senso, è l’appoggio di soggetti politici non propriamente riconducibili al centrodestra, come l’assessore alla cultura Antonio Pastore e il vice sindaco Gianluca Palazzo.

Il loro sostegno, però, avrà come condizione la riproposizione di una lista civica senza riferimenti partitici. Una lista che non tutti i sostenitori accetterebbero di buon grado. Già Giuseppe Lippo, presidente della sezione di An, aveva puntualizzato la volontà di aprirsi a una coalizione solo a patto che vi fosse un chiaro riferimento al centrodestra. E pare che molti altri la pensino come lui all’interno della sezione Pdl di prossima apertura a Rotondella. Staremo a vedere come Agresti riuscirà a mediare tra le diverse istanze. Negli anni scorsi, d'altronde, c’è già riuscito piuttosto bene.


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it