Pomo della discordia la candidatura di Antonio Dimatteo
ROTONDELLA - E alla fine il tavolo è saltato. C’era un accordo tra Pd e Idv, con linee programmatiche e candidato sindaco già definito. Tutto firmato e controfirmato. Ma poi è arrivato il pomo della discordia. Si tratta dell’ex assessore Antonio Dimatteo: un nome obbligato per la segreteria dell’Idv, un “impresentabile” per il partito del candidato sindaco Vincenzo Francomano.
Dietro il rifiuto del Pd c’è una storia lunga: è il famoso “tradimento” di Dimatteo, che nel 2003 fu estromesso dalla giunta dell’allora sindaco Mario Cucari per presunti “inciuci” con l’opposizione, e, due mesi dopo, si dimise con altri otto consiglieri, determinando la caduta dell’amministrazione Cucari-Francomano. Uno “sgarbo” ancora vivo nella memoria di molti tesserati del Pd. Troppo vivo per riaccogliere Dimatteo come se nulla fosse accaduto.
Eppure, nell’ultimo consiglio comunale, il Pd e Dimatteo avevano votato assieme una risoluzione per la stabilizzazione in pianta organica dei sei ex Lsu sotto contratto con l’ente comunale. Una condivisione operativa che aveva fatto pensare a un riavvicinamento graduale ma pacifico.
E invece la scelta di Francomano e dei suoi è andata in direzione opposta. Un rifiuto che ha convinto Dimatteo ad uscire dal tavolo delle trattative. Con lui gli altri consiglieri vicini all’Idv, Cosimo Fortunato e Vincenzo Varasano. Il “gruppetto”, che nei giorni scorsi ha aperto una sezione Idv, è in piena attività. I fuoriusciti, infatti, starebbero lavorando per una nuova aggregazione che potrebbe dare corpo, a questo punto, a una sorprendente terza lista.
Ma chi potrebbe sposare il progetto? Innanzitutto c’è Rifondazione Comunista, che pure si era accordata con Francomano, ma non aveva posto alcun veto su Dimatteo. “Potrebbero riprodurre a livello locale – ha spiegato Dimatteo - l’apparentamento che si sta facendo a livello provinciale”.
E poi ci sono i fuoriusciti dal gruppo di Vito Agresti, che avrebbero mal digerito il suo apparentamento partitico col Pdl. Uno di questi, l’assessore Antonio Pastore, si è già tirato fuori polemicamente. Non sarà troppo poco per sperare in una terza lista? “Certe sfide bisogna accoglierle – ha detto Dimatteo – Negli anni ’80
Dopo l’accordo tra la civica di Agresti e il Pdl lo scacchiere elettorale sembrava ormai definito: due vaste aggregazioni capeggiate da Agresti e Francomano, proprio come nel 2004. Ma a questo punto tante cose potrebbero cambiare.
Pino Suriano – www.ilquotidianodellabasilicata.it