20 mar 2014

"Se ci fosse una civica civica...". Chiacchierata corale con i ragazzi dell'associazione La Scintilla

La Scintilla: Non faremo una lista, ma nessuno pensi di tirarci per la giacca


NOVA SIRI – “Io li mando tutti a quel paese e voto la Scintilla”. Quarant’anni, disoccupato, parecchio arrabbiato. Avrebbe deciso per chi votare alle prossime comunali se non ci fosse un “piccolo” problema. Ovvero: la Scintilla non è un partito ma un’associazione e come tale “non si candida”.
Sembrerà strano per un’associazione nata proprio da una tornata elettorale (le Politiche di febbraio e il loro sorprendente risultato) e che pareva fatta apposta per l’obiettivo. Pareva, ma non lo era. “Siamo nati dalle elezioni, ma non per le elezioni”. Adesso, però, tanti li tirano per la giacca. Fa gola, sotto elezioni, il consenso unitario di cento ragazzi tesserati, attivi, operativi e già piuttosto concreti. “Cento tessere senza alcuna campagna di tesseramento. I ragazzi, e non solo, chiedono di essere del gruppo spontaneamente”.
A febbraio nacquero dapprima nell’anonimato, con volantini attaccati ai muri di notte e diffusi sul web. A un certo punto, poi, hanno tolto la maschera e hanno deciso di farsi vedere e far nascere una cosa seria. Prima un incontro informativo sulle trivelle, poi una giornata di raccolta, un giornalino e tanto altro. Informano e si informano, senza schemi di partito. Insomma, concretezza operativa. “Bottom up” dicono loro, “dal basso verso l’alto”.
Ora hanno una sede, quella della cooperativa Aerrem. “Come facevamo a non aprire le porte a un’esperienza così bella?” dicono Salvatore Scarpato e Ruggiero Turci di Aerrem, quasi commossi dalla vitalità e dall’entusiasmo dei ragazzi. “Ragazzi al lavoro fino alle tre di notte non si vedono da tutte le parti”.
Incontriamo lì alcuni di loro per una “chiacchierata corale” ad ampio raggio.  Ci sono il Presidente Francesco Cospito, 23 anni; il vice, Roberto Natale, 22; il Segretario, Federico Divincenzo, 24. Arrivano poi Giovanni Conte, 26 e Nicola Truncellito, 36. Sono “nati” il giorno in cui Beppe Grillo ha scosso l’Italia con il voto delle politiche. “Il Movimento” dicono loro, senza aggiungere aggettivi. Sembrerebbe un segno di vicinanza ma non lo è.
Vi piace il Movimento di Grillo?
“Sì e no”.
Sì o no?
“Più no che sì. Ci piace il risveglio che ha portato, non il leaderismo in cui si è ingabbiato. Doveva servire per abbattere i verticismi e invece ha finito per esaltarli”.
E la politica locale, vi piace?
“Se ci sentissimo appagati non saremmo nati. Veniamo da un sistema clientelare che ha portato vantaggi a pochi”.
Clientelare lo scrivo davvero?
“Lo scriva lo scriva. Ci sono esigenze che non si riescono a guardare. Viviamo in un paese con circa 30 bar per 6 mila abitanti, ma mancano una biblioteca attrezzata, un campetto da calcio ben tenuto, uno spazio in cui potersi esprimere e tanto altro. La politica locale non ha mai pensato a spazi veri di discussione. E spesso non discute”.
In che senso?
Si pensi alla vicenda della nuova Chiesa da realizzare su suolo pubblico. Non sarebbe stato più giusto allargare il discorso e creare un team di ingegneri e architetti? E invece hanno preparato un piatto pronto, decidendo in pochi ciò che avremmo dovuto decidere in tanti.
Voi che ne pensate?
Be’, di certo non siamo tra quelli che vogliono due chiese in una piazza. Forse si potrebbe pensare a una delocalizzazione in un punto più funzionale rispetto a quello dell’attuale Chiesa.
Altri giovani come voi sono in campo: l’associazione Futura, per esempio.
Li abbiamo incontrati e non possiamo dirne male. Futura, però, nasce da un contesto diverso, non tanto in termini di contenuti quanto di metodi. Loro hanno un approccio mirato alla politica e nascono per le elezioni. Di comune, però, c'è l'esigenza di farsi spazio.
Andiamo al punto: la fate una lista per i tanti che vorrebbero dire un “vaffa” non grillinoattraverso la Scintilla?
No, non lo faremo. Non faremo l’errore di frammentare il contesto elettorale del territorio con un a”testimonianza” improduttiva
E allora si entra in uno dei due gruppi forti del territorio (quelli che fanno capo a Cosimo Latronico e Carlo Chiurazzi, ndr.)?
Neppure. Non ci vedrete mai come stampella per altri interessi o partiti…
Insomma rimanete fuori?
Ne stiamo discutendo. Certo se ci fosse una civica civica. Con persone capaci, oneste e senza interessi…
Una civica civica?
Sì, perché di civiche che non erano vere civiche, qui a Nova Siri, se ne sono viste tante.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

16 mar 2014

Lite futile a Nova Siri, ma l'aggressore "non rinuncia". Arrestato

Qui il link alla notizia dal sito del Quotidiano Libero http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/11570346/Matera--aggredisce-un-giovane-per.html



13 mar 2014

La svolta di Vito Agresti. "Mi tengo alla larga dagli imprenditori e dai loro interessi: una lista di uomini liberi senza interessi"



ROTONDELLA - “Vito Agresti Sindaco”. Al tavolo dei relatori c'è solo lui, ma il pubblico in sala non manca e spesso applaude. Cosa c'è dietro? Partiti, movimenti? Nulla di tutto ciò, per ora, ma un “comitato elettorale che ha numeri due o tre volte maggiori di quelli dei partiti”. E poi, a quanto pare, una lista già fatta. “Un cerchio quasi chiuso” dice il candidato sindaco, lanciando una frecciata a “gruppetti di due o tre persone al massimo che vorrebbero entrare a determinarci ma non hanno capito niente”. Ancora niente nomi sui candidati, ma alcuni cenni sulla composizione: "Sarà una squadra composta all'80 per cento di giovani e persone non hanno mai amministrato".
Insomma, rispetto ad eventuali altre liste, Vito Agresti si è portato avanti con un atto personale forte e con buon riscontro di pubblico. Non molte polemiche nel suo intervento, ma il racconto di quelli che definisce “cinque anni di vuoto amministrativo”. "Ditemi, vi prego, un'azione strutturale fatta dall’amministrazione Francomano. A me davvero non viene in mente nulla. Stiamo solo a piangerci addosso, nonostante i fondi di compensazione che, rispetto ad altri comuni della zona, ci hanno dato qualche possibilità di manovra che non abbiamo saputo sfruttare."
E a chi gli contesta che neppure lui, in minoranza, avrebbe fatto più di tanto, risponde con una stilettata agli ex compagni di viaggio dell’Udc (i consiglieri Tina Bianco e Rudy Marranchelli, ndr.), eletti con la sua lista e poi passati a formare un altro gruppo consiliare. “Ci impegneremo davanti ai cittadini con un documento scritto: chi è eletto sotto una bandiera la deve mantenere fino in fondo per rispetto degli elettori”.
A cambiare, dice, saranno le logiche di composizione della lista: “Solo persone libere, senza interessi”. E quindi, di conseguenza, anche le logiche di governo: "Non ho parenti che aspirano a prendere qualche lavoro pubblico. Mi tengo alla larga dagli imprenditori che vorrebbero usare la politica per i propri interessi”. Da qui una promessa forte: “Basta con gli affidamenti diretti che hanno inquinato la politica locale: anche per lavori da 10mila euro io farà la gara d’appalto”.
Poi ci sono gli altri temi cari alla cittadinanza, tra cui gli aumenti Tarsu. “Vi sembra normale che un agriturismo, aperto solo per tre mesi all’anno, debba pagare 2500 euro di Tarsu e l’Enea ha avuto una riduzione?”.

Ecco, appunto, Enea e Sogin, i due grandi soggetti che al territorio “chiedono ma  tanto devono dare”. Insomma, si deve fare la voce grossa più di quanto non si sia fatto. Come a Rotondella due, il luogo decisivo per lo sviluppo del paese, che “non può rimanere come è”. A cominciare dalla costruzione di una Chiesa, che “sarà realizzata secondo il progetto iniziale da me proposto”, redatto con la collaborazione del noto urbanista Amerigo Restucci. E poi una battuta che riscuote molti applausi e forse è una stilettata a potenziali avversari: "Alla gente a volte basta un sorriso, un po’ di rispetto della persona, di solidarietà e di umiltà". Su questo aspetto, quello della popolarità e della vicinanza alla gente, sa di avere pochi rivali.

Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata

11 mar 2014

Primarie Pd Rotondella: ha vinto Mario Cucari


ROTONDELLA – “No, non mi ricandido, e non sarò parte attiva nella prossima campagna elettorale”. Il sindaco Vincenzo Francomano non nasconde l’amarezza del giorno dopo. E se qualcuno aveva pensato che le Primarie potessero essere un farmaco indolore, dovrà ricredersi ancora una volta.
Alla fine, come da pronostico, ha vinto Mario Cucari: 23 voti contro i 19 di Francomano; 42 votanti, 4 assenti comunque non decisivi (tra questi, infatti, c’era almeno un “voto sicuro” per Cucari).
L’ex sindaco diventa così il candidato della coalizione che avrà come perno il Pd. Ha vinto la sua mozione “Rotondella prima di tutto”, con al centro lavoro, agenda digitale, ambiente, energia, sviluppo locale, cultura e democrazia “collavorativa” (la “v” è voluta” per richiamare il lavoro: qualcosa di più, dice, rispetto alla semplice democrazia partecipativa).
Subito in marcia dunque. Già domani si riunirà il Comitato di Coordinamento che “nell'unità del partito” (Cucari lo dice scandendo bene le sillabe, ndr.) lavorerà per una coalizione allargata. Allargata a chi? Su questo il primo indirizzo forte del neo candidato. “Sono disposto a dialogare con tutti ma è mio intento mostrare apertura particolare verso le forze moderate di centro”. Insomma, il Pd targato Cucari sa già dove guardare.
Sarebbe stato diverso l’auspicio di Francomano, più orientato a guardare anche a sinistra del partito. Ma adesso, di fatto, il suo parere conta poco. La sua triste presa di distanza è dichiarata con fermezza. E mentre tanti, fuori da Rotondella, si chiedono ancora il perché della mancata ricandidatura di un sindaco giovane con importanti incarichi extra-comunali, quel perché lo cerca anche lui.
“E’ stata fatta – ha detto ieri al Quotidiano - la scelta più difficile da far capire all’elettorato. Se il partito avesse avuto un’opinione positiva sul mio operato amministrativo, di fronte alla mia ricandidatura non avrebbe dovuto porre alternative. Avrei capito l’obiezione in presenza di un giudizio negativo che non è mai emerso con chiarezza e che, a questo punto, immagino sia destinato a emergere in campagna elettorale”.
Una campagna elettorale che, proprio per questo, non lo vedrà impegnato in primo piano. “Mi sentirei motivo di imbarazzo per il partito”.  Il sindaco snocciola poi il racconto amaro degli ultimi due mesi, non belli per lui, con “la sezione di partito che si è trovata a mettere in maggior risalto le poche criticità del mandato amministrativo rispetto alle tante realizzazioni positive”.
Parole forti anche all’indirizzo del Pd “extracomunale”: “Il partito ha una grave responsabilità per quello che è successo, ha mostrato disattenzione. Forse sarebbe stato opportuno aprire una discussione prima di arrivare a tutto questo.  Io  – ha continuato – per rispetto del Pd e delle sue regole non mi sono tirato indietro, ho fatto ancora una volta il soldatino. Esco di scena – ha aggiunto - non per giudizio del popolo ma per volontà di una parte del mio partito. Porto con me un’amarezza di fondo ma una grande serenità d’animo: questa amministrazione ha fatto bene”.
Su questo, del resto, con toni moderati concorda anche il vincitore: “Domenica si è votato per il futuro – ha detto Cucari al Quotidiano - non solo per il giudizio sul mandato amministrativo, il quale, pur tra luci e ombre, a mio giudizio è comunque positivo”. Parole del giorno dopo, ma comunque dette. Cucari, si sa, conosce bene l’arte della politica. La pratica già da tanti anni.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

8 mar 2014

Comunali Rotondella. Primarie Pd in sezione. La sfida è Cucari-Francomano


ROTONDELLA – Primarie chiuse, solo per gli iscritti, quasi in silenzio, ma comunque Primarie. A conferma di quanto anticipato dal Quotidiano nelle scorse settimane, arrivano a Rotondella le Primarie del Pd. E’ la prima volta per le Comunali del centro jonico. In campo ci sono i due leader del partito: l’ex sindaco Mario Cucari e l’attuale primo cittadino Vincenzo Francomano.
A scegliere il candidato sindaco del partito, però, non sarà tutta la popolazione, né i simpatizzanti, ma esclusivamente i 46 iscritti alla sezione locale. Si vince a maggioranza, anche con un solo voto in più. L’appuntamento è per il pomeriggio di domenica 9 marzo. Per quella data è indetta un’assemblea di sezione: i candidati spiegheranno le proprie ragioni, poi si voterà.
Come si è arrivati a questo? Non per una volontà unanime, a quanto pare. Forse non se l’aspettava il sindaco Francomano, uscente, giovane, con un mandato amministrativo mai messo pubblicamente in discussione dagli organismi del partito e con due incarichi, vice presidenza dell’Anci e presidenza dell’Area Programma, che avevano contribuito a valorizzarne il profilo. Candidatura scontata? Le cose sono andate diversamente. Francomano ha dovuto prendere atto della nascita, in seno alla sezione, di un comitato “pro-Primarie” e ha accettato la sfida.
Su queste colonne si era scritto che per un’eventuale sfida aperta alla cittadinanza sarebbe parso favorito quest'ultimo (sulla base dei risultati di precedenti Primarie), ma la formula chiusa delle “Primarie in sezione” rimette tutto in gioco e non lascia spazio a pronostici facili. Sarà una vera e propria caccia all’ultimo voto, in particolare quello degli “indecisi”: gli iscritti meno direttamente legati alle due aree da cui provengono i candidati, vicini rispettivamente a Carlo Chiurazzi (Cucari) e Filippo Bubbico (Francomano).
Gli iscritti, con il loro voto, saranno chiamati, tra le altre cose, a giudicare la positività dell’ultimo mandato amministrativo. Poi, per il dopo Primarie, c’è già un accordo di sostegno al vincitore da parte dello sconfitto. Insomma, da lunedì si viaggia compatti.
La scelta di queste “Primarie a metà” lascerà spazio alle critiche degli avversari: troppo facile chiamarle “Primarie farsa”, per un partito che per le Politiche è riuscito a coinvolgere centinaia di concittadini e che ora, per il voto che più sta a cuore, ha scelto di chiudersi ai suoi 46 iscritti. La scelta, però, avrà forse l’effetto di evitare uno scontro pubblico troppo lacerante. E forse, date le difficili premesse, traghetterà il partito alla prova elettorale nel miglior modo possibile. O, se si preferisce, nel “meno peggiore”. 

Pino Suriano - scritto per Il QUotidiano della Basilicata

Comunali Rotondella. Vito Agresti torna in campo


ROTONDELLA - "Io ci sono". Vito Agresti, già sindaco di Rotondella dal 2004 al 2009, scende in campo ancora una volta. Sarà di nuovo lui, o il gruppo che attorno a lui si sta aggregando, a rappresentare l’alternativa (o una delle alternative) al centrosinistra locale.

Agresti anticipa al Quotidiano alcuni elementi dell’iniziativa elettorale che sarebbe già a buon punto. Per ora niente nomi, ma alcune caratteristiche fondamentali, in primo luogo “una commistione tra novità ed esperienza”. “Al massimo un paio di elementi che hanno già amministrato – spiega - per il resto giovani di spessore, persone nuove. Bisognerà unire l’esperienza amministrativa, che non è mai troppa, con il rinnovamento".

Quello su cui non tornerà indietro (“lo può già scrivere”) è la natura della lista: sicuramente una civica. "Senza colori e senza bandiere" anticipa al Quotidiano. Il gruppo si presenterà alla popolazione in un incontro pubblico in programma per i prossimi giorni. Una data probabile, ma non ancora confermata, è quella dell’8 marzo.

Della candidatura di Agresti si mormorava già da qualche settimana. Lui, però, afferma di aver deciso definitivamente, e con una certa sofferenza, solo nelle ultime settimane: “Avevo pensato di non ricandidarmi, ma lo sento come dovere per la popolazione e per i tanti che, ogni giorno, mi stanno manifestando l'esigenza di un coinvolgimento diretto".

La novità più importante riguarda proprio la natura del suo coinvolgimento. Agresti, come è noto, è stato candidato sindaco nelle ultime tre elezioni. Questa volta, però, annuncia di essere disposto anche a correre per qualcun altro.
Non lo dice esplicitamente ma lo lascia intendere. Quando gli facciamo notare che forse nessuno, stando ai dati degli anni scorsi,  ha mostrato di possedere il suo consenso elettorale personale, lui risponde: "E’ vero, ma potrei essere disposto a metterlo a disposizione di uno schema politico diverso da quello degli ultimi anni”. Non è un dato definitivo, ma una evidente apertura.


Insomma, Vito Agresti ancora una volta c'è, con uno schema nuovo e anche, a quanto pare, con nomi nuovi. Quali saranno le istanze di rinnovamento del gruppo diventerà chiaro nelle prossime settimane, ma guai a chiamarlo “centrodestra”. Lo stesso Agresti, si sa, proviene dalla sinistra, dal vecchio Pds. E come negli anni scorsi punterà sull’aggregazione di diverse istanze e tradizioni politiche. Quando vinse, nel 2004, mise insieme i gruppi della sinistra storica (quella vicina al compianto professor Mario Dimatteo) e del centrodestra  vicino a Forza Italia. Ci riproverà.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata