25 ago 2009

L'abbraccio di Rotondella a Nicola Ielpo

Presentato in sala consiliare l'ultimo libro dell'ex direttore della Zecca

ROTONDELLA – “Finché c’è gente come Nicola Ielpo, l’Italia non è perduta”. Si leggono queste parole nel capitolo che Hans Magnus Enzensberger, celebre scrittore e intellettuale tedesco, ha dedicato all’Italia nel suo famoso libro Ach Europa, edito in Germania nel 1987 e pubblicato in italiano, a stralci, dal settimanale L’Espresso.

Nel suo tour europeo, lo scrittore era rimasto impressionato dall’impasse causato in Italia dalla “crisi degli spiccioli”, quando, tra il 1975 e il 1979, la Zecca dello Stato non era stata in grado di fronteggiare la domanda di monete per le transazioni quotidiani della società del boom.

Si era così recato negli uffici della Zecca, convinto di trovare chissà quale monumento di inefficienza e abbandono. E invece lì, a pochi anni dalla crisi degli spiccioli, c’era uno stabilimento industriale ultramoderno e produttivo.

A dirigerlo, da qualche anno, era arrivato Nicola Ielpo, originario di Rotondella e primo direttore “tecnico”, dopo che, negli anni precedenti, in quel ruolo si erano susseguiti numerosi manager selezionati con criteri politici, molto spesso privi delle più elementari conoscenze nel settore.

Enzensberger salutava l’avvento di Ielpo come l’avvento di una nuova stagione di efficienza e produttività della Zecca. Il lucano sarebbe rimasto lì come direttore fino al 1999, passando alla storia per aver brevettato, all’inizio degli anni ’80, la moneta bimettalica, utilizzata prima per la 500 lire e poi, con l’avvento della moneta unica europea, per le monete da 1 euro e 2 euro.

Dopo la conclusione dell’esperienza alla Zecca, Ielpo è andato a insegnare Tecnica Monetaria nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. In questo ambito è nato “La Fabbrica del Denaro. Dall’asse all’euro. Storia bimillenaria della Zecca di Roma e delle sue monete”, edito da Texmat e presentato l’altra sera a Rotondella su iniziativa dell’amministrazione comunale.

E’ stato un incontro che ha avuto il sapore della festa, l’abbraccio di un’intera comunità a quello che è forse il suo cittadino più illustre, per qualità e prestigio degli incarichi ricoperti.

L’incontro, ben lungi dalla noia che l’argomento poteva far presagire, è stato gradevole e interessante. La perizia dell’autore ha dato piena soddisfazione alle numerose curiosità giunte dal pubblico sugli aspetti positivi e negativi dell’euro, sull’ipotesi della moneta unica mondiale, sull’utilità o meno, in un futuro sempre più digitalizzato, dello strumento della moneta, che, secondo Ielpo, “resterà comunque indispensabile per le transazioni più semplici”.

Non sono mancati, come in ogni celebrazione che si rispetti, i ricordi. Particolare quello di Antonio Di Sanza, consigliere regionale del Pd e amico personale di Ielpo, del quale ha testimoniato la grande disponibilità con il simpatico racconto di un suo soccorso, con tanto di carro attrezzi, all’auto del comune di Policoro (di cui Di Sanza era sindaco), fermatasi in Toscana per un guasto meccanico.

Né sono mancate le sollecitazioni, da parte di Carlo Chiurazzi, senatore del Pd, di Vincenzo Francomano, sindaco di Rotondella, e Maria Cuccarese, assessore comunale alle politiche culturali, per una piena valorizzazione del grande patrimonio di esperienze e competenze di Ielpo e, soprattutto, della sua preziosissima collezione di monete, che si vorrebbe trasformare in un museo numismatico a Palazzo Ielpo, elegantissima residenza nobiliare dell’autore a Rotondella.

Dalla platea, poi, è giunta la simpatica sollecitazione a raccogliere in un libro i numerosissimi viaggi dell’autore in tutto il mondo, compiuti nell’ambito dei tanti impegni ufficiali con la Zecca.

La serata si è conclusa a Palazzo Ielpo, con un gradevole rinfresco e un concerto del gruppo jazz Giulio Savino Trio. Tutto in grande stile, come si conviene a un “gentiluomo” del calibro di Ielpo. L’attributo non è di chi scrive, ma di Enzensberger. Basta conoscere Ielpo, anche solo di vista, per poterlo condividere.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

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