23 gen 2010

Nova Siri. Una famiglia denuncia: "rovinati da una banca"

Dalle pagine web della Gazzetta del Mezzogiorno la storia particolare di una famiglia ridotta al lastrico per la controversia con una banca. Leggetela qui

I sindaci del nucleare: "prima di partire col nuovo si chiuda con il vecchio"


Trovate qui il comunicato dei sindaci dei comuni a servitù nucleare partecipanti alla Consulta tenutasi a Roma il 21 gennaio scorso. Oggi sul Quotidiano il mio articolo in merito.

15 gen 2010

Coldiretti: Festa del Ringraziamento a Rotondella

ROTONDELLA – E’ passata anche da Rotondella la carovana della Coldiretti, in movimento per l’edizione 2010 della Festa del Ringraziamento. Un appuntamento ormai tradizionale per il sindacato agricolo, che lega la sua azione, sin dalle origini, all’ispirazione cattolica che lo muove.

I lavoratori lo hanno ricordato anche domenica, con la consueta benedizione dei mezzi agricoli, svoltasi nel primo pomeriggio in corso Garibaldi. Un cerimoniale che va ben oltre la pura superstizione, manifestando una chiara coscienza della dimensione umana e dei suoi limiti.

In nessun’altra attività del lavoro umano, forse, si fa i conti in maniera tanto stringente con l’impossibilità dell’uomo di calcolare l’esito delle proprie azioni. Basta un’ondata di maltempo per mandare all’aria il lavoro duro di mesi. Con questa realtà, non facilmente accettabile, l’agricoltore fa i conti tutti i giorni. Non c’è da stupirsi, perciò, se una più forte coscienza religiosa abbia qui un radicamento storico.

Lo ha detto anche monsignor Francesco Nolè, vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, chiamato a celebrare la Santa Messa nella Chiesa di Sant’Antonio. Il vescovo ha ricordato l’importanza di un recupero della cultura agricola, che ha il compito di conservarsi per “suggerire alla mentalità occidentale, oggi in profonda crisi di valori, la sobrietà del suo stile di vita”.

Tali questioni non hanno distolto l’attenzione da quelli che sono invece i problemi strutturali dell’agricoltura, compresi quelli fronteggiabili dall’azione umana. L’appuntamento, perciò, è diventato anche occasione per un’analisi sulle condizioni del settore e della crisi in corso, di cui il metapontino ha subito le conseguenze in maniera particolarmente grave. Non casuale, in tal senso, la scelta di portare l’evento proprio a Rotondella, comune che ospita nel suo territorio la piana della Trisaia, uno dei principali “cuori” produttivi della Lucania agricola.

Si è espresso sull’argomento Pier Giorgio Quarto, vicepresidente della Coldiretti Basilicata: “Il prodotto agricolo non è stato valorizzato opportunamente da una filiera che ancora oggi produce costi a danno del consumatore e del vero Made in Italy agroalimentare”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Brillante, direttore della Coldiretti Basilicata: “Veniamo da una campagna agraria che non ha garantito redditi sufficienti. Anzi, in molti casi i nostri agricoltori non sono riusciti neppure a coprire le spese. Il maltempo ha fatto la sua parte, ma ancor di più hanno fatto le condizioni di mercato, in cui domina una grave speculazione, una autentica frode nei confronti del Made in Italy. Si pensi che nel mondo girano prodotti Made in Italy per un valore pari a 60 miliardi, ma solo un terzo di questi è realmente prodotto in Italia: il nostro marchio è sfruttato in modo selvaggio e indisciplinato. La prima grande battaglia, perciò, deve essere quella in favore della trasparenza e dell’etichettatura, attraverso serrati controlli.”

Il saluto dei due rappresentanti, che ha fatto seguito alla benedizioni dei mezzi e alla Santa Messa del Vescovo, ha chiuso le celebrazioni e dato avvio alla degustazione finale. Prodotti agricoli e da forno, bagnati da ottimo vino, hanno allietato la serata con la collaborazione del gruppo musicale locale I Complessati. Il tutto esposto in stand predisposti con cura e gusto fin nel minimo dettaglio.

E’ quella “cura delle cose” di cui la cultura contadina continua a portare il testimone in modo quasi eroico. Una cultura e un modo di fare che molti ritengono superato, quasi fosse “roba” per la generazione precedente. E invece, con bella e gradita sorpresa, dietro i banconi degli stand si è visto più di qualche giovane entusiasta, che ha scelto di portare avanti con rinnovata passione il mestiere paterno. Non è scontato. Ed è bello per questo.

Pino Suriano - articolo pubblicato sul Quotidiano della Basilicata

Che fine ha fatto il vecchio carcere di Rotondella?

Un'interessante inchiesta della Gazzetta del Mezzogiorni tratta oggi il problema delle carceri inutilizzate. Rotondella non poteva mancare (leggete qui).

La Regione Basilicata approva in nottata il Piano di Indirizzo Energico Ambientale, in cui si afferma che "il nucleare non rientra nelle ipotesi di sviluppo della Regione". Anche in questo caso si fa cenno al "caso Rotondella". Leggete qui.


7 gen 2010

Colobraro, Valsinni e Rotondella: parte il Corpo Unico di Polizia Municipale

ROTONDELLA - E' stato un parto lungo e travagliato, ma finalmente la “creatura” è nata. La Polizia Municipale comprensoriale è una realtà. A partire dal 2 gennaio i comuni di Colobraro, Rotondella e Valsinni hanno un unico Corpo di Polizia. Volantini affissi per le strade dei comuni interessati avvisano da qualche giorno i cittadini. Non c’è più il vigile di Rotondella, di Valsinni o Colobraro. Questa vecchia figura cede il posto a un'equipe di operatori attivi su tutto il territorio comprensoriale, specializzati in diversi settori.

C’è un unico comandante, Nicola Suriano (ex Comandante della Polizia Municipale di Rotondella) coadiuvato dal vice Franco Tito (ex comandante della Polizia Municipale di Valsinni), e un unico ufficio, ubicato a Rotondella due, in posizione piuttosto centrale per i comuni interessati. Sul piano politico il nuovo soggetto sarà gestito dalla Conferenza dei Sindaci dei tre comuni, con Colobraro capofila. Furono propri gli amministratori di quest’ultimo comune i primi a vedere lontano, qualche anno fa, cogliendo le opportunità di un finanziamento regionale che avrebbe permesso l’avvio dell’iniziativa. Per realizzare il tutto è stata determinante, inoltre, la ferma volontà politica delle amministrazioni che negli anni si sono succedute, alcune delle quali non più in carica.

Adesso l'iniziativa andrà valutata alla prova dei fatti. Ma si può scommettere, sin da ora, sulla sua efficacia, almeno sulla base delle esperienze già avviate in altre regioni. Tanti altri vantaggi paiono inoltre evidenti. La nuova impostazione va a soddisfare, infatti, un'esigenza che spesso si presenta per i piccoli centri: quella di garantire un surplus di vigilanza in alcuni particolari momenti comunitari (eventi religiosi, di spettacolo, etc.).

C'è poi l'aspetto della specializzazione. I singoli operatori si occuperanno di ambiti specifici: ambiente, traffico stradale, edilizia, etc. E’ un aspetto rilevante. Si presume, infatti, che operatori impegnati in un campo specifico possano svolgere il proprio compito con sempre maggior perizia, piuttosto che disperdere le proprie competenze in una miriade di diverse attività. “Dopo un primo periodo di sperimentazione, che avrà la durata di due mesi – recita una nota dei sindaci dei tre comuni – si adotteranno gli interventi di adeguamento anche sulla base dei suggerimenti e consigli che arriveranno dalle istituzioni operanti sul territorio e dalle comunità interessate”. La neonata associazione non dovrebbe cadere, come si era temuto, sotto la mannaia della nuova Finanziaria 2010 che, all’art. 2 comma 178, impone sì la chiusura dei Consorzi tra comuni, ma non delle Unioni o Associazioni (è il caso della nostra) tra gli stessi.

In bocca al lupo, perciò. Quell'ottica di coordinamento e unione delle forze, predicata da molti come possibile soluzione di tanti problemi dei piccoli centri, ma di rado praticata effettivamente, qui è diventata realtà.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata

4 gen 2010

Un comitato contro i commercianti furbi

La proposta di Michele Laddomata. "Abusivi: un fenomeno da combattere"

NOVA SIRI - "Commercianti onesti di tutto il mondo, unitevi!”. Potrebbe tradursi così, con un adattamento del celebre motto, il richiamo di Michele Laddomata, vice sindaco di Nova Siri. Il quale, però, chiarisce subito di volersi esprimere come commerciante, prima che come amministratore. Anzi, è proprio alla politica che lancia il suo grido di allarme. Il monito del commerciante tocca un problema annoso: la libera e incontrastata attività di numerosi ambulanti non muniti delle relative autorizzazioni previste dalla legge. “Si tratta – spiega Laddomata – di una concorrenza sleale che sta letteralmente affamando una vasta categoria di commercianti, già gravemente vessati dall’attuale crisi economica”. La sua dichiarazione arriva in un giorno non casuale. E’ il 27 di ottobre, data nota agli abitanti della fascia jonica lucana. Si tiene in quel giorno, mensilmente, il mercato di Policoro, punto di riferimento commerciale di tutta l’area. In ottobre ci siamo recati sul posto, riscontrando alcuni fenomeni “particolari”. Passando nei pressi della centralissima via Siris, in prossimità di una piazzetta, si veniva subito avvicinati da giovani con un borsone in mano. Con fare deciso e convincente si proponevano ai passanti aprendo le loro borse piene di biancheria, pigiami e tanto altro, venduti al dettaglio senza la minima possibilità di un riscontro fiscale. E, naturalmente, senza il fastidio di dover chiedere e pagare al comune uno spazio pubblico. Ma non è tutto. Anche tra i commercianti muniti di licenza l’onestà non sembra essere di casa. Su sei piccoli acquisti effettuati quel giorno, in sei diverse “bancarelle”, solo due commercianti hanno rilasciato lo scontrino fiscale senza attendere che fossimo noi a richiederlo. E tra i due, in verità, uno ha chiesto di poter "battere" un importo inferiore a quello effettivamente percepito. Insomma, il malcostume imperversa. E non si tratta, come spesso si ritiene, di una questione relativa ai soli ambulanti stranieri, perlopiù cinesi o nordafricani. "Per carità - chiarisce subito Laddomata - c'è lo straniero onesto e l'italiano disonesto, o al contrario. Le generalizzazioni non servono, bisogna solo individuare i disonesti e punirli severamente, a prescindere dalla nazione di provenienza”. La richiesta del commerciante è perciò quella di una generale sensibilizzazione delle istituzioni politiche. “Non voglio accusare nessuno in particolare, né tanto meno le locali forze dell’ordine, perché si tratta di un fenomeno di dimensioni ampie e diffuse, ma se nessuno prenderà a cuore la situazione saranno spinti all’illegalità anche quei commercianti che fino ad oggi hanno scelto di rispettare le regole”. Probabilmente, però, non basta un richiamo alla politica. Si tratta di cambiare anche una diffusa mentalità. Il fenomeno, nell’opinione di molti, è infatti accettato, se non addirittura incentivato. Non è per nulla semplice, perciò, anche in presenza di leggi sanzionatorie, pretendere il rispetto delle regole quando il malcostume fa comodo a molti, soprattutto agli stessi consumatori, che risparmiamo acquistando da chi ha meno spese e può, di conseguenza, applicare prezzi più bassi. Ma affamare i commercianti onesti, alla fine, potrebbe non convenire a nessuno. Da qui la proposta di Laddomata: “E se formassimo un comitato di commercianti per portare il problema all’attenzione di tutti”? E’ un’idea isolata, per ora, ma potrebbe presto trovare un seguito.

Pino Suriano - pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata del 3 gennaio 2010