27 ott 2011

Metapontino. Tanti fanno querele "politiche", ma poi tutti sono assolti

POLICORO – Il Metapontino: dove la querela è facile, ma quasi mai vincente. E’ destinata a far discutere la sentenza del Tribunale di Pisticci, che ha condannato il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, a risarcire il blogger Ottavio Frammartino, che lo stesso primo cittadino aveva querelato per diffamazione. Immotivatamente, secondo il giudice. E così si è ritrovato sconfitto proprio chi era andato all’attacco. Almeno per ora, visto che è stato già annunciato l’appello da parte del sindaco.
Del resto, richiamando alla memoria altre vicende non lontane, ci si accorge che l’accusa per diffamazione (in ambito politico) non è cosa rara dalla nostre parti. E’ raro,  però, che possa concludersi vittoriosamente per il querelante. Almeno di recente.
E’ dei mesi scorsi la Sentenza del Tribunale di Cosenza (giudice Maria Antonietta Onorati) che ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’ex sindaco di Tursi, Salvatore Caputo. L’accusa, rappresentata dai consiglieri comunali Antonio Lauria e Giuseppe Labriola, si era ritenuta lesa dalla frase “Io non parlo con i cretini”, riportata in un articolo del Quotidiano della Basilicata del maggio 2007. Non è stato però dimostrabile che la frase, effettivamente pronunciata, fosse riferita a persone precise e non generiche. Una motivazione diversa da quella che ha assolto Frammartino, per il quale si è riconosciuto come legittimo diritto di critica ciò che era ritenuto offesa.
Più simile a quest’ultima, invece, è un’altra sentenza arrivata l’anno scorso dal Giudice di Pace di Matera, Antonio De Vito. E’ quella che ha assolto l’ex assessore comunale Antonio Dimatteo. A querelarlo era stato l’ex sindaco di Rotondella, Mario Cucari, che si era ritenuto leso da alcune sue affermazioni pubbliche. Dimatteo, in una lettera al Prefetto (diffusa anche dalla stampa regionale) aveva parlato di una discarica abusiva che, ai tempi in cui era sindaco Cucari (2003), sarebbe stata realizzata “con il consenso degli uffici Comunali e del Sindaco di Rotondella. Siamo di fronte – aveva scritto ancora Dimatteo - all'ennesima gestione della cosa pubblica come se fosse cosa propria: favoritismi e clientelismi non solo nell'affidamento dei lavori e della loro realizzazione, me anche nello smaltimento dei rifiuti”.
Ebbene, Dimatteo è stato assolto “in quanto il reato di diffamazione appare chiaramente scriminato da una causa di giustificazione, trovandovi applicazione l'esercizio del diritto di critica politica”.
E’ interessante leggere la motivazione: “Il frasario usato dall'imputato, allusivo dell'attività negativa del menzionato Ente Comunale, non esorbita dai limiti espressivi consentiti dalla legge. Esso è mera locuzione di linguaggio politico, privo di per sé di alcuna carica offensiva-diffamatoria, scaturente dalla necessità di suscitare, in un clima di corretta contrapposizione politica, un interesse di rilievo pubblico”.
Altro che punizione, dunque: l’azione pubblica di denuncia, se corretta, rappresenterebbe un vero e proprio “servizio” alla comunità. Non diversamente dalla sentenza pro-Frammartino, al quale è stato proprio riconosciuto il diritto di critico politica, con affermazioni che non supererebbero la soglia di offesa personale.
La “querela politica” è di moda anche a Nova Siri. Lì, con il voto favorevole del Consiglio Comunale, il sindaco ha denunciato un anonimo. Un tale Siddartha (è il nick name utilizzato dal commentatore di un blog) aveva offeso sul web l’istituzione comunale facendo cenno a una supposta “cupola” di potere costituita da una triade di amministratori e funzionari del comune. In questo caso, però, la vicenda pare ancora ferma al primo stadio. Non sembra facile, infatti, che si possa approdare a una effettiva individuazione dell’identità del soggetto. Staremo a vedere.
Intanto emerge un giudizio. Le sentenze richiamate (quelle di Frammartino e Dimatteo in particolare) possono confortare soggetti politici e società civile, che spesso vivono una certa titubanza nell’esprimersi (anche quando non ce ne sarebbe il motivo) per il timore di ripercussioni giudiziarie, spesso utilizzate da qualcuno come deterrente psicologico. Più di qualcuno, infatti, ne annuncia tante, ne fa poche, e ne vince ancora meno. Può essere un bene, affinché il potere economico e la conseguente facilità con cui qualcuno (non tutti) può pagare un avvocato con facilità, non incidano su un sereno confronto delle opinioni. A quanto pare, su vicende di pubblico rilievo, si può dire e scrivere molto più liberamente di quanto si crede.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 27 ottobre 2011

Il Mastro Dimatteo e lo "sgarbo di Sgarbi": "Non dovevo essere escluso dalla Biennale"

Gaetano Dimatteo - foto Pino Suriano

NOVA SIRI - Pianto vero.  Ad un tratto, nel pieno della conversazione, la voce si arresta e comincia a singhiozzare. “Io da questa mostra non dovevo essere e – s- c- l- u – s -o”. Alla sera, intorno 20, l’ironia su Sgarbi ha già lasciato il posto alla malinconia nell’animo di Gaetano Dimatteo. Fuori piove e fa freddo. In casa, tra busti e manichini, c’è un clima quasi spettrale.
Il maestro ci accoglie con garbo, ma si vede che è provato e triste. Oppresso da una malattia per la quale sente quasi il dovere di scusarsi (il morbo di Parkinson), ma colpito soprattutto da un’esclusione che non si aspettava. E’ la triste ora dell’angoscia. “Se non foste venuti qui voi, in questo momento sarei da solo a piangere”. Quella che doveva essere un’intervista, così, diventa presto una singolare “consolatio”. Sincera. L’obiettivo è lenire la sofferenza del Maestro per il mancato inserimento nella lista dei 43 artisti lucani prescelti per la Biennale diretta da Vittorio Sgarbi.
Non è difficile trovare gli argomenti. Davanti ai nostri occhi si impone una gigantografia del Corriere della Sera. E’ una pagina culturale del 2001, che recensisce una sua personale tenuta in Germania. Maestro, ma di quei 43, quanti andranno mai sul Corriere? Suvvia, ma non crede mica che ci siano davvero 43 validi artisti in Basilicata? “Macché – risponde - ce ne sono al massimo due o tre”. I nomi? “Di sicuro Ginetto Guerricchio. Come si fa ad escluderlo? Lui, come anche Nicola Finazzola o Nicola Pavese. Quella mostra è stata concepita male, all’insegna della corruzione direi. Non mi si fraintenda su questo termine, però. Non voglio dire che qualcuno abbia pagato, ma sembra che abbiano inciso fattori di valutazione poco chiari e rispettosi delle effettive qualità. Sembra il solito sistema: io busso alla porta di Tizio, io faccio i complimenti a Caio e così via. Criteri di certo non legati a un attento studio delle opere. Mi dicono, ma non vorrei sbagliarmi, che siano stati trovati addirittura due posti per un padre e un figlio. Una famiglia talentuosa, viene da dire, o forse semplicemente ben accreditata. Penso che Vittorio Sgarbi non abbia selezionato le opere personalmente, ma abbia preso per buoni i primi nomi che qualcuno gli ha portato. Non si spiegherebbero altrimenti certe gravissime omissioni. Mi dispiace tanto anche per Luca Celano, ma come si fa? Guardi, io stimo davvero Vittorio Sgarbi. Nei giorni scorsi ho ritrovato anche una foto che mi ritrae assieme a lui in un comizio a Policoro. Quel giorno, era il 1994, la sua personalità mi colpì davvero tanto. Fui affascinato da questo ragazzo elegantissimo, con la consueta riga al lato e un cachemire di gusto. L’ho sempre seguito anche in tv. Ricordo una sua presentazione dell’opera di Michelangelo che mi emozionò tantissimo. Perciò mi chiedo: come ha fatto a fidarsi ciecamente di ciò che gli proponevano?”
Da qualche settimana Sgarbi è diventato il suo cruccio. Nel pomeriggio Dimatteo ha rinnovato la sua protesta nei confronti del critico d’arte, vestendo un manichino (lo “Sgarbino”) dileggiato. “E’ uno Sgarbi travestito da donna: il travestimento come simbolo della sua mancata sincerità nei confronti di questa Regione, alla quale dovrebbe solo chiedere scusa”. E perché? “Perché un’opportunità sfruttata male è peggio di un’opportunità non avuta. Avremmo potuto fare ben altra figura con una mostra adeguatamente allestita, suddivisa in categorie figurative, con la realizzazione (finalmente!) di un valido catalogo che collocasse adeguatamente i diversi contributi artistici dei lucani. E invece tutto questo ha il sapore dell’improvvisazione”.
La conversazione continua, tra ricordi belli e brutti. Dimatteo trova il tempo per raccontare la sua attività degli ultimi mesi. Di fronte abbiamo i suoi nuovi studi sulle Chiese di Capri, che aveva visitato nei primi anni ’80, ospite frequente della villa di Rocco Barocco. Quei quadri sono di una bellezza imponente, di cui può godere anche l’occhio inesperto. Decine di tele realizzate nel giro di poche settimane, in pieno furore creativo.
Lo “goliardata” del pomeriggio lo ha divertito, ma non gli ha tolto la tristezza. Eppure Dimatteo ha di che consolarsi. Basterebbe la poesia scritta per lui da Dario Bellezza, nel 1979, capitata per caso, ma solo il giorno dopo, tra le mani del cronista. “Per Gaetano Dimatteo” recita il primo verso. Più avanti si legge: “troppo osasti / contro il colore, mentre nuove / mode in biennali e triennali / sfiorano i poveri / umani in Italia, tu / fanatico irrealista agghiacci / il pennello di estatiche / mortuarie essenze-brandelli / di solitario destino”. Sembra scritta ieri: “le nuove mode in biennali e triennali” (degli altri), il “solitario destino” (suo). La consolazione più bella l’aveva già scritta il suo amico Dario. Trentadue anni fa. 
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano del 25 ottobre 2011

Rotondella - Lo statuto sul sito web del Comune

Lo statuto del Comune di Rotondella sarà pubblicato sul sito del Comune. QUi il link alla notizia. 

23 ott 2011

Rotondella due - "Crescere è ancora possibile"

ROTONDELLA – Ci sono scommesse politiche che sembrano perse per sempre. Poi, però,qualcuno torna a sperare e a perseguirle con entusiasmo. Accade così, quasi ciclicamente, per Rotondella due. E’ una sorta di “parto incompiuto” che si è tentato di far decollare in tutti i modi da almeno trent’anni, ma senza grandi risultati. C’è però da riconoscere il positivo. Non si può negare, infatti, che il centro sia divenuto un positivo catalizzatore di insediamenti produttivi, anche grazie alle politiche di concessione dei suoli attuate negli anni scorsi. Di fatto, però, Rotondella due non è mai diventato quel centro residenziale che tanti avevano sognato per “fermare sul territorio” la costante emigrazione dal centro collinare alla fascia jonica. Al contrario, negli ultimi decenni, centinaia di famiglie rotondellesi hanno finito per stabilirsi a Policoro, Nova Siri e Scanzano. E così, se dall’emigrazione da Pisticci è venuto fuori un centro come Marconia e dal centro storico di Nova Siri si è generato un centro costiero relativamente vivace come Nova Siri Scalo, Rotondella due non è mai diventato ciò che doveva essere.
Qualche speranza c’è ancora, però. O, almeno, l’Amministrazione Comunale la nutre e la sta perseguendo con tenacia. “Noi ci crediamo ancora”, spiega al Quotidiano il sindaco, Vincenzo Francomano”. E’ sulla scia di questa speranza che si è scelto di concentrare sul centro un importante sforzo operativo. C’è il “già fatto” e c’è il “da fare”. Nella prima categoria rientrano tante piccole azioni portate a termine negli ultimi anni, dai semafori e dossi presso le scuole a una piccola villetta con giochi. Ma, soprattutto, è stato portato a Rotondella due il Comando di Polizia Municipale associata dei comuni di Rotondella, Valsinni e Colobraro: una sede strategica anche sul piano logistico, per la facilità di raggiungimento dei tre centri. L'Ater, intanto, ha ristrutturato all'esterno le più datate case popolari e si sono finalmente conclusi i lavori della rotonda presso il bivio della zona artigianale. Assegnati, inoltre, nuovi suoli per insediamenti produttivi. L’erogazione del gas, come è noto, è stata portata a conclusione solo di recente. A metà tra il già fatto e il da fare c’è lo strumento urbanistico, approvato nei mesi scorsi e concentrato quasi esclusivamente proprio su Rotondella due. Ci vorrà tempo, però, prima che si possa vedere nella realtà ciò che adesso è solo sulla carta. “Abbiamo modificato la tipologia abitativa – spiega Francomano – si abbandona l'idea condominiale in favore di residenze di tipo mono e bifamiliare con possibilità di insediamenti commerciali”. Il meglio per chi cerchi, al contempo, tranquillità e spazi per godere di un’edilizia non troppo “concentrata”.  C’è poi l’ormai annosa questione della Chiesa. C’è il progetto, ma ancora non ci sono tutte le risorse. Nel Programma delle opere pubbliche, inoltre, c'è anche l'ipotesi dell'insediamento di un mercato comunale. Ma non è tutto. Nel centro, sempre se i progetti diventeranno realtà, potrebbe sorgere un modernissimo centro sportivo polifunzionale. Ospiterebbe campi di calcetto, pallavolo, pallacanestro e forse addirittura una piscina. E’ stata già firmata, in merito, una convenzione con l’Anci per avviare un Project Financing per la realizzazione. Il centro è pensato a Rotondella due, ma non è pensato esclusivamente per Rotondella due. Avrebbe, infatti, la capacità di attrarre una potenziale utenza dagli altri comuni della costa. Un lusso che Rotondella non si concede ormai da tempo. Troppo difficilmente raggiungibile il centro storico. Poco interessante, fino ad oggi, Rotondella due. Ma non è detto che sia per sempre.

Pino Suriano - articolo pubblicato sul Quotidiano della Basilicata

20 ott 2011

"Quelle immagini che parlano di Dio". Le icone di Giovanni Messuti

Giovanni Messuti al lavoro
"Il bello è quello che c'è dietro". Giovanni Messuti, seminarista originario di Senise, nel 2007 sapeva appena cosa fossero le icone. Lo colpivano, lo affascinavano, nulla di più. Gli interessava altro, in particolare la teologia, che aveva già scelto di studiare in Seminario a Potenza.
Fino a quando, dopo aver osservato alcune immagini sul web e aver approfondito la questione, non scoprì che le due cose (teologia e iconografia) erano inscindibili, che un’immagine poteva racchiudere in sé un trattato, che uno sguardo, una posa, un simbolo, possedevano un immenso potenziale comunicativo. Scoprì, insomma, che anche le icone erano, a loro modo, teologia.
All’inizio fu curiosità, dopo poco divenne passione. Provò subito a dipingerle da solo, ma capì presto che il talento non bastava: era necessaria una Scuola, in cui apprendere le rigorose nozioni tecniche che sono alla base della particolare forma d’arte.  Prese così la decisione di seguire un corso del Maestro Giuseppe Bottione. “Un’esperienza straordinaria, anche per la verifica della mia vocazione” racconta oggi Giovanni. Dopo pochi mesi di corso era in grado di realizzare le sue icone.
Oggi, a distanza di qualche anno, alcune sue immagini sono già raccolte in un’antologia iconografica pubblicata in Russia. E’ possibile ammirare la sua opera in una bellissima mostra itinerante, che abbiamo potuto visitare a Marconia nella Chiesa dell’Annunciazione e che spesso porta in giro per le parrocchie lucane. Giovanni ama disporre le icone in forma circolare, in sale ampie.  Non mancano pannelli introduttivi al senso stesso dell’iconografia e alla sua storia. “Perché un'icona, senza introduzione al contenuto profondo, non esprime tutto il suo valore”.
E così tutto si fa più chiaro quando si osserva la bellissima icona della Madre che abbraccia il Figlio, e si scopre che è una raffigurazione canonica,La madre di dio della tenerezza” (Eleusa): il suo abbraccio tenero è l’immagine del riverbero dell'amore e del dolore di Dio. Il divino mostra così la sua natura (l’amore per l’uomo, in questo caso) attraverso le immagini. Come nell’icona della “Madre di Dio” (Odighitria - Colei che indica la via) con un Gesù adulto e benedicente, a rappresentare la sua regalità, la sicurezza del suo potere benigno.
Giovanni non nega al visitatore qualche dettaglio tecnico sulla realizzazione. Come quando gli si chiede del particolare cartello in cui è scritto “tempera all'uovo”. “E’ una tecnica antica di pittura – spiega - un composto di tuorlo d'uovo con vino bianco, da cui viene fuori un ulteriore composto che si emulsiona con pigmenti in polvere di origine minerale o vegetale”.
Al contrario di quanto si pensi, del resto, quella delle icone è una tradizione meno lontana dalla nostra cultura rispetto a quanto si pensi. Giovanni lo spiega con orgoglio: "E' una tradizione che pochi ricordano, anche perché da Giotto in poi siamo andati verso un'altra direzione. Fino al  1300 circa, però, siamo stati molto bizantini anche noi. Basta entrare nel santuario di Anglona per averne una chiara dimostrazione”.
Gli chiediamo quale sia l’opera a lui più cara, tra le tante esposte. "E' il Battesimo di Gesù – risponde con decisione -  volevo realizzarla subito per il valore di questo Sacramento, come gesto di umiltà da parte di Gesù, che vorrei fare mia, pur con tutti i limiti umani".  E’ una risposta che colpisce. La dice lunga sul sentimento con cui crea, sul suo desiderio comunicativo. Quelle opere parlano di Dio, e perciò parlano dell’uomo, del singolo uomo. Parlano anche di lui. L’iconografia è fatta di canoni, non schemi. E’ apertura, non chiusura. Ampliamento dello sguardo, come tutto ciò che parla di Dio.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 9 ottobre 2011

Nova imprenditori: "Se l'Ater Matera non ci paga, licenziamo le maestranze"

MATERA - Pronti a licenziare le maestranze e a occupare la sede dell'Ater di Matera se non saranno pagati. E' il proposito di nove imprenditori del settore edile della Provincia di Matera. Hanno tutti qualcosa in comune: hanno effettuato lavori per conto dell'Ater di Matera (in appalto o in subappalto) e non hanno ancora incassato completamente le relative spettanze. Si tratta di somme non corrisposte che si aggirerebbero intorno agli 1,5 milioni di euro. Come mai? Da quanto si evince anche da una nota della Confapi di Matera, i pagamenti avverrebbero in ritardo per "beghe interne e per divergenze interpretative sulle procedure da adottare per il perfezionamento delle delibere".
Ieri anche gli imprenditori hanno scritto una nota in cui si calca la mano. Si fa cenno, inoltre, all'ipotesi di "discrepanze tra il tra il potere di indirizzo e gestionale e quello tecnico”.

Questioni interne che avrebbero finito per penalizzare le imprese e, di conseguenza, le maestranze in esse impegnate. Maestranze che, in assenza di una soluzione, potrebbero addirittura essere licenziate. "Le imprese - si legge ancora nella nota dei nove imprenditori (diversa da quella della Confapi richiamata sopra) - non possono essere il terminale di scontri e beghe interne. Si finisce così per penalizzare proprio i soggetti economici che favoriscono un meccanismo di distribuzione del reddito oltre che di occupazione, proprio in un momento in cui il mercato del lavoro è già pesantemente provato dalla crisi congiunturale, dal sistema del credito, dalla scarsa offerta del territorio e dal patto di stabilità. Il nostro settore viene così azzoppato ancora di più da una azienda regionale quale quale l’Ater, che dovrebbe invece agire a sostegno della classe economica imprenditoriale del territorio. E non dovrebbe farlo solo con i proclami o le buone intenzioni, ma erogando le somme che le imprese hanno maturato". Le imprese fanno sapere che, se non si agirà celermente, "sospenderanno le attività, licenzieranno le maestranze e occuperanno nei prossimi giorni la sede Ater di Matera". C'è però ancora una speranza per scongiurare questo epilogo: è l’incontro, in programma per questa mattina, con il Prefetto di Matera, Giovanni Francesco Monteleone. Un incontro su cui gli imprenditori ripongono “grandi speranze”. Il tavolo, richiesto dall'Api lo scorso 14 ottobre, si pone l'obiettivo di “scongiurare il fallimento degli operatori economici, la cui esposizione creditizia nei confronti delle banche ha raggiunto ormai livelli di criticità”. Staremo a vedere.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 19 ottobre 2011

A Grugliasco il Premio Rocco Scotellaro

GRUGLIASCO - Deve esserci qualcosa di speciale nel Premio Letterario Rocco Scotellaro, se da tre edizioni catalizza l'attenzione di importanti personalità del mondo culturale sul poeta-sindaco di Tricarico. Tra queste, in particolare, il professor Nicola Tranfaglia, docente Emerito di Storia d'Europa all'Università di Torino. Lo speciale marchio di fabbrica dell'evento, però, non si ritrova tanto nella qualità dei relatori, nell'idea del concorso (aperto alle scuole) o nella ricchezza dei premi, quanto nelle persone che lo concepiscono e lo curano per tutto l'anno.



La forza del concorso Scotellaro, insomma, sta nella sua gente, nella sua capacità di accogliere risorse diverse e rilanciarle in un unico evento. La figura chiave è quella di Salvatore Latronico, originario di Rotondella, ideatore del concorso e instancabile promotore culturale. E' lui che plasma l'iniziativa, nella quale vanno poi a confluire i contributi creativi di altre realtà associative, artisti lucani e piemontesi.


L'appuntamento per la serata finale è previsto per oggi pomeriggio. La giuria, presieduta dall'onorevole Nicola Tranfaglia, assegnerà i premi alle scuole per le diverse sezioni in concorso, quest'anno incentrate sul tema: "Lucania, terra ancestrale di saggezza".


Tra i giurati anche il professor Enrico Maselli, la Paletnologa Maria Cera, la professoressa Rosaria Bertilaccio e il giornalista Pino Suriano, del Quotidiano della Basilicata.


Nel corso della serata, inoltre, ci sarà spazio per gli interventi di Marcello Mazzù, sindaco di Grugliasco, Roberto Placido, vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Antonio Di Sanza, Presidente della Commissione Regionale Lucani all'Estero, e Nello Rega, giornalista Rai e scrittore.


In occasione dell'evento è stata allestita anche una mostra di paesaggi lucani "Basilicata in Poster" a cura dell'artista lucano Santino Biscaglia, originario di Tricarico.


Sono tanti i lavori pervenuti dalle scuole, ricchi di spunti creativi. Tra questi un video di interviste ad anziani di Tricarico che hanno conosciuto di persona il poeta-sindaco, di cui vengono delineati, non senza un pizzico di sale, i tratti della personalità e della concezione politica. Emerge ciò che di lui sapevano e potevano comprendere i contadini descritti nelle sue opere: forse non potevano percepire la genialità poetica, ma ne sentivano l'affetto, la vicinanza umana. Era evidente, per molti, il suo "sentire i problemi della gente come propri".


Oggi lo ricorderà questo "pezzo di Lucania" lontana. Gli antichi Greci definivano "Grecia" non solo il territorio continentale, ma anche le isole e gli insediamenti della colonizzazione: era Grecia ("Ellene") ogni luogo in cui si imponessero cultura e spirito di appartanenza greca. Così di Grugliasco, almeno per oggi, sarà un pezzo di Lucania.
 
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata dell'8 ottobre 2011

5 ott 2011

Rotondella - Presto la costruzione di nuovi locali cimiteriali

In  attesa di interventi di ampliamento del cimitero “il Comune di Rotondella, per far fronte alle esigenze immediate, - spiega in un comunicato - ha deciso di avviare i lavori per la realizzazione di 147 loculi utilizzando, per l’affidamento, la procedura di gara di tipo aperta che utilizza come criterio di aggiudicazione quello del prezzo più basso - determinato mediante ribasso sull’importo dei lavori posto a base di gara quantificato in euro 75.728,24.
Alla gara, espletata lo scorso 21 luglio, hanno partecipato 14 ditte. I lavori sono stati aggiudicati alla ditta General-Costruzioni di Rotondella per un importo, comprensivo degli oneri di sicurezza, di euro 56,555 (con un ribasso del 25,975%).
I 174 loculi dovranno essere realizzati entro 90 giorni dalla effettiva consegna dei lavori (iniziati il 3 ottobre) all’impresa aggiudicataria.



Da una nota del Comune di Rotondella

Rotondella. Variazioni di bilancio approvate in Consiglio

Il resoconto dell'ultimo Consiglio comunale da una nota dell'amministrazione pubblicata sul sito istituzionale della Regione Basilicata. Cliccate qui per leggere

4 ott 2011

Torna il calcio a Nova Siri. Il presidente è Tommaso Simonetti

I soci fondatori
NOVA SIRI – Domenica mattina si respirava un’aria particolare alla presentazione dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Nova Siri Calcio”. C’era un clima informale, ma anche qualcosa di più. Qualcosa che potrebbe dirsi “familiare”, forse: quell’aria che si respira nei contesti sociali solidi, dove l'amicizia e la vicinanza si sentono a pelle e sono radicate nel tempo. Un clima da “comunità”, insomma. Ciò che Nova Siri Scalo, di fatto, ancora non è: una realtà troppo giovane, troppo composita nella provenienza dei suoi abitanti per far trasparire quel senso di unità e solidarietà alla quale ogni realtà sociale dovrebbe aspirare. Eppure qualcosa del genere, domenica mattina, si poteva scorgere.
Già solo per questo è una bella notizia la nascita della nuova associazione che riporta il calcio a Nova Siri. Renderà Nova Siri più paese, più comunità. Vanno in questa direzione anche  le premesse ideali da cui nasce, oltre che le persone. "Educatori, prima che sportivi e dirigenti", ha detto Salvatore Scarpato, uno dei collaboratori della società. Una sintesi, la sua, che coglie bene la genesi dell’iniziativa: un interesse trasformato in impegno. Quello di genitori, innanzitutto. Perché da alcuni di loro (ma non solo) è nata la squadra, partita da un piccolo nucleo di fondatori ma già ben accolta dal mondo dell’imprenditoria locale.
Il calcio a Nova Siri era atteso da tempo. Non sono mancate, negli ultimi anni, importanti iniziative sportive (pallavolo, calcio a 5, danza, karate), ma “il calcio è il calcio”: per quello che rappresenta, per l’interesse che muove, per le passioni comunitarie che accende.
E a Nova Siri, dove esiste una vivacità imprenditoriale potenzialmente capace di sostenerlo, non poteva mancare per troppo tempo. Si comincerà dalla Terza Categoria, dal basso. Non senza speranze e ambizioni. Lo ha detto, con un paradosso solo apparente, Tommaso Simonetti, presidente dell’associazione. "Noi vogliamo vincere, ma vogliamo anche imparare a saper perdere. Lo sport, però, non deve indurre nessuno a tralasciare lo studio. Su questo siamo chiari: non ci aspettiamo il successo dei ragazzi dallo sport, sappiamo bene che molto più probabilmente dipenderà dallo studio”.
Parole chiare, pronunciate in modo schietto. Difficile sentirle come retoriche, più facile percepirle per quello che sono: il reale criterio operativo con cui tutto sarà organizzato. “A partire dagli orari e dal numero degli allenamenti, mai eccessivi”.
Belle le parole del vicepresidente Vincenzo Rina: “Abbiamo dalla nostra l'entusiasmo, che forse da troppo tempo era sopito sul territorio. I ragazzi hanno sempre mostrato la voglia di giocare, ma nessuno veniva incontro a questo desiderio. La nostra iniziativa vuole essere un tentativo di risposta a un’esigenza emersa in modo spontaneo e naturale”.
Interessante la notazione di Santino Truncellito, tesoriere dell’associazione. ”Un dato che esprime lo stato dello sport a Nova Siri? L’assenza di un negozio sportivo sul territorio. Speriamo che dall’iniziativa, che nasce dal basso, possa partire anche uno slancio più ampio per la crescita del territorio”. Insomma, “una sfida personale e comunitaria”, come ha detto il consigliere Antonio Marrone. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro consigliere, Antonio Melidoro, che ha manifestato l’apertura dell’associazione a chiunque voglia collaborare, in qualsiasi forma, “anche con il settore tecnico”. All’incontro di presentazione era presente anche Cosimo Latronico, senatore del Pdl.
L’associazione ha già attivato un conto corrente presso l’Unicredit di Policoro, sul quale sarà possibile effettuare contributi volontari. Saranno presto attive anche una pagina Facebook e un sito web della squadra.
Insomma, le premesse per la crescita ci sono tutte, a partire dall’allenatore. Sarà Rocco Labriola, al quale non manca certo l’esperienza del rettangolo verde, in campo e in panchina. Ma la prima grande premessa è l’immagine di domenica: si leggevano da un miglio l’entusiasmo degli adulti, l’attenzione e l’attesa viva dei ragazzi. Basterà non farli morire: la vera vittoria sarà questa.
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 4 ottobre 2011

3 ott 2011

Nova Siri: "La Tarsu potrebbe crescere ancora". Consiglio infuocato a Nova Siri

NOVA SIRI - "Potrebbe esserci presto un nuovo aumento Tarsu". E' un'eventualità che difficilmente potrà essere scongiurata, come ha annunciato pubblicamente lo stesso sindaco Pino Santarcangelo. "Non ho problemi a dirlo serenamente - ha detto il primo cittadino - è un'esigenza che ci hanno segnalato sia il Conai, al quale abbiamo chiesto una consulenza, sia alcune ditte del settore, che hanno fatto sapere di non aver partecipato ai precedenti bandi per la gestione del servizio (andati deserti per ben due volte, ndr.) a causa della scarsa dotazione finanziaria".
E' una delle notizie più rilevanti emerse nel Consiglio Comunale di venerdì. "Appena il terzo nel 2010, e se due su tre sono imposti dalla legge - ha ricordato con tono polemico Luigi Maradei, consigliare comunale del Pd - si vede che non c'è interesse al dialogo nella maggioranza". Dello stesso parere Giovanni Dimatteo, anche lui del Pd.
Quello di venerdì è stato il Consiglio di approvazione del conto consuntivo 2010, presentato all'assise dall'assessore al Bilancio, Giuseppe Settembrino.
Un documento che, secondo Massimo Varasano, consigliere del Pd, metterebbe a nudo i principali limiti operativi della squadra amministrativa: eccesso di spesa, incapacità previsionale, e, soprattutto, scarsa determinazione nell'incasso dei crediti.
"L'amministrazione spende troppo - ha detto Varasano - questo, soprattutto in previsione dei futuri vincoli del federalismo fiscale (previsti per il 2014), diventerà un problema serio".
Aumenti di spesa si registrano in particolare per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. "Nonostante l'aumento della Tarsu, deliberato nel 2009, la percentuale di copertura dei costi continua ad abbassarsi".
L'amministrazione, inoltre, non incasserebbe secondo le previsioni, come per le tasse relative ai permessi edilizi: appena 239 mila euro a fronte dei 305 mila previsti. Ma, soprattutto, non riscuoterebbe con la giusta determinazione. Emblematico, secondo Varasano, il caso di un credito, quello per le cosiddette "retrocessioni", per il quale era stata richiesta una determinazione dell'Upi di Matera, che avrebbe dovuto stabilire le quote spettanti all'ente.
"Ebbene - ha detto Varasano - nonostante questa determinazione sia giunta dall'Upi nel maggio 2010, le lettere di riscossione ai privati, da parte del comune, sarebbero partite solo nel luglio 2011. Come mai tanto ritardo? Forse non c'è interesse a riscuotere?".
A Varasano ha replicato Enzo Pavese, Assessore all'Urbanistica, con riferimento particolare alle questioni relative alla sua delega. Pavese ha spiegato come alcuni ritardi nelle riscossioni siano legati al carico di lavoro dagli uffici.
L'assessore ha comunque invitato Varasano a non alludere a responsabilità politiche inesistenti e a non gettare un'ombra di sospetto su situazioni del tutto legittime e ordinarie, sulle quali ogni cittadino può far luce con una semplice richiesta di accesso agli atti. Di un certo interesse, inoltre, un cenno dell'assessore alla diminuzione dei proventi urbanistici, che rileverebbe un "calo di interesse nei costruttori".  La crisi si fa sentire anche a Nova Siri, dunque, e proprio in un settore che negli ultimi anni aveva trainato non poco l'economia locale.
Sulle questioni legate alla Tarsu ha preso la parola Giuseppe Mitidieri, Assessore all'Ambiente, che ha sottolineato come l'aumento dei costi sia legato alla maggiore produzione di quantitativi di rifiuti e all'aumento dei costi di conferimento in discarica.
Il documento di bilancio è stato approvato con 10 voti favorevoli (compreso quello dell'ex assessore Giuseppe D'Armento, poi defenestrato dal sindaco) e 5 voti contrari.
Molto accesa la discussione sull'altro punto all'ordine del giorno, quello relativo al riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio del 2010.
All'esame dell'assise è finita una dettagliata relazione del Responsabile di Settore, relativa a un'istruttoria su tutti gli interventi cosiddetti "fuori bilancio".
Al centro della polemica, in particolare, sono finite le spese per interventi di manutenzione che gli stessi operai manutentori del comune avrebbero "disconosciuto" (è il termine che si legge nella relazione).
E' un elemento che, secondo D'Armento, renderebbe il documento "carta straccia, ai limiti della legalità". E' ciò che ha obiettato anche Pasquale Favale, capogruppo del Pd, che ha chiesto, in sintonia con D'Armento, di non approvarlo, per rimandarlo ad una più approfondita valutazione e, almeno per i casi controversi, sottoporlo al parere preventivo di un organo terzo. La maggioranza (della quale D'Armento, di fatto, non fa più parte) non ha condiviso. L'assessore Mitidieri ha spiegato che non c'è "nulla di illegittimo nell'atto", che invece soddisferebbe "tutti i parametri indicati  negli art. 191 e 194 Testo Unico degli Enti Locali": effettiva realizzazione, utilità, arricchimento per l'ente, etc. Il cosiddetto "disconoscimento" dei manutentori non metterebbe comunque in dubbio l'effettiva realizzazione degli interventi, tutti verificati "in loco" dal Responsabile del Settore.
Dello stesso parere anche il sindaco Santarcangelo: "Su questi documenti il parere degli organi terzi esiste ma è posteriore all'approvazione, non anteriore".
Il documento è stato così votato e approvato. Non prima, però, che il consigliere Massimo Varasano ipotizzasse un nesso tra alcune delle incongruenze segnalate e le vicende per cui il sindaco, nella lettera di revoca dell'incarico a Michele Laddomata, ricordò che l'ex vice sindaco aveva ordinato "spese e commissioni lavori senza la relativa copertura finanziaria".
Laddomata si è difeso così: "Ho fatto azioni di urgenza anche per coprire la tua assenza - ha detto, riferendosi all'ex collega di giunta D'Armento - quando facevi l'assessore e te ne stavi a Roma ho dovuto attuare con tempestività anche interventi non afferenti alle mie deleghe".
E' un Laddomata di nuovo molto vicino alla maggioranza, quello che si è visto venerdì in consiglio. Il dato ha un certo rilievo politico.  Ieri, in  maggioranza, erano assenti l'assessore Francesco Tarsia e il consigliere Dino Padula. Almeno una delle due assenze, a quanto pare, non sarebbe stata troppo gradita in seno al gruppo, vista l'importanza dei provvedimenti in gioco. Nuove tensioni nella compagine amministrativa? Pare di no, almeno in apparenza. Anche se in Consiglio, dalla bocca del consigliere di minoranza Maradei, è emersa l'allusione a un possibile cambio di scenario in giunta. "Qualcuno dovrebbe uscire - ha sussurrato il consigliere senza fare nomi - e qualcuno dovrebbe rientrare". Dalla maggioranza hanno lasciato intendere di non saperne nulla. L'allusione apre comunque il campo alle ipotesi. Di certo, se ci fosse del vero, il primo nome ipotizzabile sarebbe proprio quello di Laddomata. Ma, a quel punto, chi potrebbe uscire, senza rompere gli equilibri della maggioranza? Tutto da vedere. E, per ora, tutto solamente nel campo delle ipotesi.



Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 3 dicembre 2011

Vito Agresti: "E' un'amministrazione del non fare"

ROTONDELLA – Vito Agresti torna a parlare con la stampa dopo più di un anno. Non è troppo? “ E come si fa – ribatte con un sorriso – qui ci vorrebbe fantasia. A parte l’ordinaria amministrazione, pur stentata, la giunta Francomano non è riuscita a fare davvero nulla di concreto. A cosa dovrei oppormi, al nulla?”.
Adesso, però, a dare lo slancio c’è il momento caldo della maggioranza amministrativa: le discussioni animate con le “associazioni vicine” (come è successo con l’Arci per la vicenda della biblioteca) e quelle per le deleghe da ridistribuire dopo le dimissioni dell’assessore Domenico Lacopo (Sport e Politiche Sociali).
“Ma questo è nulla – aggiunge subito - rispetto al malcontento che aleggia in paese. Bisogna parlare con la gente per capire il livello di frustrazione e scoraggiamento che c’è in giro. Ho sentito parlare di persone che lasciano la propria tessera di partito, di ragazzi che si erano avvicinati all’area politica di centrosinistra e che ora, delusi, tirano i remi in barca. Il clima di delusione è dilagante. Del resto – continua Agresti - la vicenda del campo sportivo è sotto gli occhi di tutti e la storia della biblioteca non ha offerto un degno spettacolo di unità amministrativa”.
Partono da qui, dalle lamentele della gente, le cinque interrogazioni con cui il rinvigorito gruppo di minoranza (ne fanno parte anche Giuseppe Lippo e Laura Pastore) animerà il Consiglio Comunale di oggi pomeriggio. “Come vede le interrogazioni non vertono sulle cose fatte, perché non ce ne sono, ma segnalano ciò che si dovrebbe fare e non si fa”. Si chiede cosa si intenda fare per la biblioteca, chiusa da qualche mese e oggetto, secondo Agresti e i suoi, di “polemiche sterili”, con una vicenda che sarebbe stata gestita non avendo di mira gli interessi della popolazione, ma solo “gli equilibri interni alla maggioranza o agli amici vicini all’amministrazione”.
Si batte il ferro anche sullo stato di degrado delle strutture sportive e su corso Garibaldi, dove si sono da poco conclusi i lavori: si chiede se vi sia l’intenzione di recuperare nuovi parcheggi nel corso, vista la particolare carenza di questi ultimi nel centro collinare. In ritardo sarebbero anche i lavori di viale Europa, nei pressi del distributore Q8. Ultima interrogazione su un concorso pubblico in svolgimento per il ruolo di Istruttore Contabile, in merito al quale si sollevano questioni di opportunità legati alla partecipazione di un amministratore, l’assessore Maria Cuccarese.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata 

Anche Sel attacca il sindaco Francomano

ROTONDELLA – “Questa volta è più soft, propositivo direi”. Antonio Pastore, ex assessore e militante di Sel (Sinistra Ecologia e Libertà), ci porge così il nuovo volantino del suo partito, dal titolo “Centrosinistra a Rotondella: ennesima chiamata”. Accanto a lui c’è il vice sindaco Walter Lobreglio, che annuisce. Lo leggiamo in fretta per coglierne il contenuto: propositivo lo è davvero,  ma definirlo “soft” appare un po’ difficile. Viene il dubbio che l’aggettivo sia stato usato con ironia. Leggere per credere. Magari cominciando dalla fine, perché è nella parte conclusiva che arrivano le bordate più potenti all’amministrazione comunale.
La sintesi della storia biennale di questa amministrazione è racchiusa in tre parole: “politica dell’emergenza”. “Troppe volte - secondo Sel - l’operato amministrativo è stato imposto più da scadenze di ordine burocratico che da scelte programmatiche”. Un’analisi che coincide, almeno in parte, con quella fatta nei giorni scorsi dall’Udc, partito di minoranza, che aveva denunciato proprio la mancanza di programmazione della squadra amministrativa.
Ma il volantino di Sel è ancora più duro quando si solleva la questione morale. Il riferimento è al concorso di Istruttore Contabile, al quale avrebbe preso parte, come candidato, un assessore di maggioranza (si preferisce non citarlo poiché il concorso è in fase di svolgimento). Secondo Sel, l’assessore, per tutelare l’immagine del sindaco e dell’intera amministrazione, avrebbe dovuto dimettersi prima di prendere parte al concorso.
“Irresponsabile” viene definito il suo comportamento, che avrebbe causato “perdita di credibilità dell’intera amministrazione comunale”. “Inspiegabile” (anche qui la parola è forte) viene definito invece il comportamento del sindaco, Vincenzo Francomano, il quale, “pur avendo l’opportunità politica di revocare le deleghe fiduciarie all’assessore, ha ritenuto semplicemente di non farlo”.
Sel chiarisce più avanti la propria posizione: secondo il partito non sarebbe in discussione “il diritto di ognuno a partecipare ad un concorso pubblico”, quanto l’opportunità di farlo senza aver prima dato le dimissioni.
Non manca, come detto, la parte propositiva. Si parte dalle politiche sociali, in merito alle quali si segnala l’esigenza, dopo le dimissioni di Domenico Lacopo, di “nominare presto un assessore capace di avviare tali politiche anche in ragione della presenza sul territorio di persistenti sacche di esclusione sociale”.
Sulle politiche del lavoro, inoltre, si richiama “la necessità di trovare soluzioni alternative alle politiche di precarizzazione del lavoro messe in atto dalle agenzie interinali con il consenso dell’apparato amministrativo”. Segnalata anche la “mancanza di programmazione politica in materia di cultura”.
Insomma, ce n’è abbastanza per pensare che quell’”ennesima chiamata” del titolo  possa somigliare a un’”ultima chiamata”. Non è però quella di chi vuole abbandonare la nave (su questo il volantino è chiaro), ma di chi chiede un deciso cambio di rotta.
Nel Consiglio comunale di oggi, che si annuncia accesissimo, Vito Agresti e il suo gruppo di minoranza (che ha segnalato il problema in  un’interrogazione)potrebbero trovare sull’argomento un inatteso alleato.
Il dato politico c’è tutto. Questa volta non è un avversario a dire che “quei principi di etica pubblica che avevano guidato la nascita della coalizione”, in qualche caso o per qualche assessore, sono andati a farsi benedire. Ad esprimersi non è un’associazione culturale, la minoranza o la stampa creativa. E’il partito del suo vice sindaco.
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata