19 feb 2015

Nova Siri. Acinapura denuncia: "La differenziata nelle campagne ancora non c'è. L'isola ecologica è una discarica a cielo aperto"

Antonio Acinapura
NOVA SIRI - "Hanno preso il merito di averla avviata e va bene, anche se il lavoro duro era stato fatto dalla precedente amministrazione, ma adesso vogliono decidersi a farla funzionare concretamente?”.
Quella della raccolta differenziata è una questione che ai consiglieri di “Progetto Nova Siri”, Antonio Acinapura e Pina Pugliese, sta particolarmente a cuore. Per questo, con documenti alla mano, nei giorni scorsi hanno presentato un’interrogazione sul tema al sindaco Eugenio Stigliano. Il capogruppo Acinapura non usa mezzi termini sulla vicenda: "Ci sono gravi inadempienze contrattuali in merito al servizio".

Si spieghi meglio: la differenziata non funziona?
Dire non funziona è già tanto! Si faccia un giro per le campagne e chieda a quelle persone se sanno anche solo di cosa si tratta".

Cioè non è partita?
Nella maniera più assoluta! Nei centri abitati è attiva dallo scorso mese di giugno, quelli delle campagne non hanno ancora avuto il piacere di cimentarsi con l’umido, il secco, la plastica… Come fossero cittadini di serie B”.

Cosa non è stato fatto?
Per le campagne, la ditta appaltatrice si impegnava, come da offerta tecnica, a realizzare settanta isole ecologiche di prossimità per le campagne. Qualcuno le ha viste? E infatti il servizio ancora non c'è .

Cos'altro manca?
Ci doveva essere un'isola ecologica. Un centro in cui i cittadini dovevano poter conferire direttamente alcune categorie di rifiuti con conseguente vantaggio economico (un risparmio sino al 20% di quanto dovuto sulla bolletta). Non c’è neppure quella.

E quella nei pressi del campo sportivo?
L'isola ecologica nei pressi del campo sportivo
Una discarica a cielo aperto! Si tratta di un'area non recintata, senza bacino di contenimento, in prossimità di campi coltivati; assolutamente non idonea sia sul piano ambientale che sul piano igienico-sanitario. Da soluzione di emergenza, per poche settimane, è diventata  una soluzione definitiva.

E a questo punto?
A questo punto il Comune deve svolgere l’attività di controllo sul servizio, verificare le inadempienze ed accertare le responsabilità. Bisogna ridare a Nova Siri l’immagine che merita e ai cittadini i servizi per cui pagano. Se il servizio non esiste perché dovrebbero pagare?

Chiedere i danni, dunque?

E perché no, se verranno accertati non è giusto che a rimetterci siano i cittadini? La differenziata è partita a giugno. Agli amministratori, in particolare, toccava vigilare affinché si svolgesse al meglio, come da contratto. I cittadini giudichino da sé se ciò sta avvenendo. A quelli delle campagne non chiedetelo proprio e soprattutto non chiedetegli se pagheranno sulla base della differenziata o meno, qualcuno potrebbe non capire la domanda o, forse, potrebbe arrabbiarsi. A rispondere, per ora, dovranno essere gli amministratori. 

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

17 feb 2015

Nuova Chiesa a Nova Siri. C'è l'accordo col Comune, ma è ancora tutto da verificare

NOVA SIRI – “Quando sono arrivato a Nova Siri – ha raccontato il parroco don Mario La Colla - la prima esigenza è stata quella di realizzare la chiesa, ancor prima dell'oratorio”.

Eppure l'oratorio, finanziato quasi interamente con fondi pubblici, è un’opera che si vede e si tocca. La chiesa, che sarebbe finanziata con fondi della Conferenza Episcopale Italiana e della Diocesi di Tursi-Lagonegro, ancora non c'è. E non è scontato che si possa vederla realizzata a breve.
Il problema è rappresentato da una parte dell’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo edificio  (accanto all’attuale chiesa), in parte di proprietà del Demanio, in parte di proprietà del Comune. Il Comune dovrebbe donarlo o venderlo alla Diocesi, ma sul quando, sul quanto e soprattutto sul come, sorgono i problemi.

Alcuni di questi sono emersi giovedì sera in un incontro pubblico di presentazione del progetto, alla presenza del Vescovo, Francesco Nolè, e del Sindaco di Nova Siri, Eugenio Stigliano. E’ stato un momento organizzato dalla parrocchia per rendere pubblico ciò che si intende realizzare. Innanzitutto una nuova chiesa, accanto a quella già esistente, con una nuova piazza che permetterebbe di riqualificare l’area, per nulla decorosa allo stato attuale. “Andrebbero abbattuti tutti gli edifici comunali esistenti, tranne l’edificio dell’attuale chiesa, perché in buone condizioni e per il suo valore storico”, ha spiegato l’Architetto Sergio Stigliano, illustrando il progetto.

Su questo, però, non c’è un’opinione unanime tra la popolazione. Non manca chi, come l’ingegnere Carlo Oriolo, preferirebbe un’ipotesi di delocalizzazione, ovvero la realizzazione di una seconda chiesa che permetterebbe di salvare quella attuale (che con il nuovo progetto verrebbe sì lasciata in piedi ma “sconsacrata”).

La linea della Diocesi sarebbe però quella del progetto presentato, poiché, secondo il Vescovo, sarebbe difficile acquisire altre aree con minore esborso. E anche perché, per ottenere i fondi dalla Cei (il tutto costerebbe intorno ai 2 milioni di euro, con il 25% a carico della Diocesi) bisogna essere pronti con il progetto per il prossimo 12 aprile.

E dunque, cosa c’è da fare? Il Vescovo l’ha spiegato in modo chiaro. Il bene del terreno, che è per buona parte di proprietà del Demanio dello Stato, passerà al Comune e dal Comune alla parrocchia. Si farà una stima del valore e poi, anziché acquisire il corrispettivo economico, ci sarà l’accordo per una permuta: ovvero la Diocesi, anziché pagare il terreno, si impegnerà a realizzare a sue spese la piazza antistante l’edificio di culto.

C’è però un problema. Basterà una soluzione di questo tipo a scavalcare le prescrizioni di legge, che impongono agli enti pubblici che dismettono il patrimonio immobiliare (art. 56 Bis del cosiddetto “Decreto del Fare”) di destinare gli introiti derivanti da vendite del patrimonio pubblico per il 75% alla riduzione del debito dell’ Ente e per il 25% alla riduzione del debito dello Stato? Nessuno ne è certo.

Sarà molto difficile, secondo Pino Santarcangelo, ex sindaco di Nova Siri, intervenuto all’incontro. Maggiore ottimismo ha mostrato Laura Montemurro dell’Ufficio Tecnico della Diocesi, sulla base di alcune interlocuzioni già avviate presso il Demanio.

Si potrà fare davvero? A norma di legge? E la Chiesa, come potrà gestire, a quel punto, l’affidamento dei lavori della piazza? Con logiche pubbliche o privatistiche? Le domande sono tante.
Da qui l’intervento dell’imprenditore locale Vincenzo Stigliano, già vice-presidente di Confindustria Basilicata, che ha consigliato le vie brevi: “Forse, visti i dubbi, sarebbe opportuno vendere il terreno alla Diocesi, permettere la realizzazione della chiesa e successivamente organizzarsi per la piazza. Altrimenti si corre il rischio di non avere né l’una né l’altra cosa”.

E’ un’ipotesi che l’amministrazione comunale non  intende accettare. “Noi non lasciamo la casa senza aver finito il pavimento e senza avere la certezza di avere i soldi per farlo” ha spiegato l’Assessore Comunale ai Lavori Pubblici, Ambiente e Territorio, Nicola Melidoro. Sulla stessa linea il sindaco Eugenio Stigliano: “Una bella chiesa deve avere accanto una piazza altrettanto bella”.


E allora? E allora non resta che verificare la fattibilità dell’ipotesi della “permuta”. Se sarà possibile si farà, altrimenti “pace”: si attenderanno altri tre anni nella speranza che si possa arrivare alla presentazione del progetto in un clima più favorevole. Del resto, come ha detto il parroco don Mario La Colla: “La chiesa non deve realizzarsi per forza, ha senso solo se nasce in un clima di unità e fraternità”. E all’incontro di giovedì, per la verità, il clima non sembrava propriamente quello.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

14 feb 2015

Rotondella: Pasquale Dimatteo e il Pd che si rinnova

ROTONDELLA - Durante le famose primarie “interne” tra Mario Cucari e Vincenzo Francomano, il Pd di Rotondella sembrava aver toccato il fondo, almeno in termini di lacerazioni interne.
Eppure il fondo non era ancora quello. Si capì all’indomani della sconfitta elettorale di Mario Cucari, in apparenza favorito, e, secondo malevole voci, tradito dall’interno del suo stesso partito. Dal fondo, però, si può solo risalire, e ciò è avvenuto anche grazie a un atto di maturità politica di entrambi gli attori. Di Francomano prima, che mai ha reagito pubblicamente schierandosi contro il suo stesso partito, e di Cucari poi, che con intelligenza ha saputo metter da parte personalismi e cominciato a costruire puntando sui giovani.
Un segnale chiarissimo, in questo senso, è stata la nomina a Capogruppo in Consiglio Comunale di Pasquale Dimatteo, incarico reso possibile dalla disponibilità dello stesso Cucari (candidato Sindaco sconfitto) e Salvatore Tufaro (primo eletto per numero di preferenze).
Ne abbiamo parlato con lo stesso Dimatteo, centosettanta (170) voti di preferenza alle ultime Comunali: non proprio noccioline, per un giovane alla prima candidatura. "Il mio grazie per la nomina va al Partito Democratico, sezione “Carlo Stigliano”, e in particolar modo a Mario Cucari e Salvatore Tufaro. Credo che sia un’investitura non solo per me, ma per tutto il gruppo di giovani presenti in sezione. Si è colto il bisogno di una nuova linfa, di tanta nuova energia e passione”.
Sul passato ha parole chiare. "Per le Primarie e le Amministrative credo che ogni tesserato debba fare un minimo di esame di coscienza. Sono convinto che i neo iscritti non vogliono ereditare avversioni e risentimenti, bensì la determinazione, le competenze, la stima, la passione e il lavoro fatto da politici locali autentici come Cucari e Francomano. Spero che il prossimo Congresso cittadino possa rappresentare la “damnatio memoriae” della vicenda Primarie".
Ma oltre al partito c’è il lavoro di opposizione in Consiglio. Dimatteo individua tre grandi limiti. “La totale inerzia amministrativa, la mancanza di una visione politico-programmatica, il ripudio totale di un sano principio di continuità amministrativa”.
Poi entra nel merito delle questioni. "In merito all’approvazione del bilancio previsionale 2014, la maggioranza non ha redatto la relazione previsionale e programmatica di tipo politico, ovvero il documento politico che illustra in modo schematico e sotto forma tabellare gli obiettivi. Così come sono ancora bloccati i tanti lavori ereditati e già appaltati dalla precedente amministrazione Francomano. A mio parere l’amministrazione sta trascurando le varie opportunità offerte dall’Unione Europea e dalla Regione Basilicata e mi riferisco, in particolar modo, alla mancata adesione come Ente al programma europeo Garanzia Giovani. Il comune di Rotondella poteva, ad esempio, attuare progetti di “Servizio Civile Nazionale” per offrire servizi alla comunità e contemporaneamente alleviare la disoccupazione giovanile".
C'è però la volontà di condividere alcune responsabilità politiche: "Per i grandi temi come i fondi della compensazione ambientale, il rapporto con Sogin, le politiche sociali c’è bisogno di un impegno unanime e unitario, per il bene comune e non per pochi (e qui Dimatteo alza la voce, fa capire che tiene alla questione ndr.)”.

"Mi fa male – aggiunge però - sentire i miei coetanei ambire a lavorare esclusivamente presso la Sogin. Dobbiamo ricordarci di essere in una Regione d’Europa e che la nuova programmazione 14-20 offre tante esperienze e opportunità di lavoro. D’altre parte anche Sogin dovrebbe e potrebbe mettere in campo criteri più oggettivi e meno discrezionali per la selezione del personale. E magari organizzare, in collaborazione con la Scuola Italiana di Radioprotezione, Sicurezza e Ambiente corsi di formazione in materia di sicurezza convenzionale e della compatibilità ambientale". Idee concrete, idee nuove.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

12 feb 2015

La ss 106 è un'incompiuta. Protestano politici e cittadini

NOVA SIRI -  Non sono mancati i politici, al corteo di protesta per il mancato completamento dei lavori della ss 106, ma soprattutto non sono mancati i cittadini. Quelli che stanno vivendo sulla propria pelle i danni di una grande opera tanto attesa ma incompiuta. C’è il proprietario di un distributore di benzina ora tagliato fuori dal mondo (nel senso letterale del termine: la strada di  accesso alla sua struttura è ora un vicolo cieco). C’è la signora che per mesi si è disperata, perché costretta a convivere con un cantiere stradale a un passo dalla sua cucina. C’è il ristoratore che mette il suo logo su uno striscione che dice tutto: “Non uccidete il nostro futuro”.
“E se ci avessero coinvolti prima - spiega l’imprenditrice Antonella Latronico, animatrice del corteo e del Comitato che lo ha organizzato - forse non saremmo arrivati a questo punto".
In effetti la sensazione è proprio quella di essere arrivati troppo tardi. Tra un po’ il cantiere principale chiuderà, e il timore è che ciò accada prima che possano vedere la luce le tante opere accessorie decisive per il territorio, come quella dell’ex 106 ora ridotta a un vicolo cieco, o il ponte sul Torrente San Nicola, o gli accessi diretti ai lidi di Rotondella e Nova Siri, che renderebbero il centro di Nova Siri unico accesso al mare (praticamente un caos, in estate).
Tante le cose sul piatto, tante le risposte attese dall’Anas. Non solo da parte del Comune di Nova Siri, ma anche di Rotondella e Rocca Imperiale. E se c'è una cosa positiva che salta agli subito agli occhi, in questa manifestazione, è l’unità che si è venuta a creare. Tra i diversi Comuni, innanzitutto, ma anche tra le parti politiche.  Hanno preso la parola, con unità di intenti, anche il Senatore Carlo Chiurazzi (Pd) e l’Onorevole Cosimo Latronico (Fi), entrambi di Nova Siri. Dopo il richiamo all’unità del sindaco di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranù, ha preso la parola Vito Agresti, sindaco di Rotondella, richiamando “l’esigenza di aprire subito un tavolo romano, poiché la questione riguarda più Regioni”.
“Chiediamo che siano rispettate le realizzazioni indicate in sede di progetto – ha detto il Senatore Chiurazzi - anche laddove non c’era una prescrizione finanziaria. Ma quello che è scritto deve essere realizzato perché c’era un impegno. Non vogliamo chiudere qui la partita”.
L’onorevole Cosimo Latronico ha richiamato l’esigenza di garantire gli accessi al mare e far rivivere la ex 106 (attuale complanare), invitando i primi cittadini a concepire il tutto come una positiva occasione per valorizzare le aree. Come quella della complanare, “dal torrente San Nicola al Toccacielo, che ora potrà riqualificarsi come area archeologica e ambientale, liberata dal fardello della statale. E sarebbe bello inserire in contrattazione anche la possibilità di realizzare un unico grande lungomare tra i tre Comuni”.
Ha concluso Eugenio Stigliano, sindaco di Nova Siri, che ha sottolineato come le situazioni di oggi siano conseguenze di errori del passato, in particolare della fase di contrattazione dei fondi di compensazione. “Per soli 650 mila euro hanno sventrato una collina e cambiato la sorte di tante nostre attività commerciali. C’è chi, altrove, si è fatto compensare con opere concrete e molto utili ai territori, non con piccole somme che non possono ripagarci”.

La posizione è in parte affine a quella che ha voluto esprimere al Quotidiano il Consigliere Provinciale Pino Ferrara. “Si pagano gli errori della politica. Bisogna lottare per la soluzione più positiva, e per questo io sono al fianco di cittadini e operatori, ma la soluzione ottimale non si potrà più avere. Bisognava agire meglio nei tempi opportuni: toccava alla politica ma anche alle associazioni di categoria, che forse avrebbero dovuto giocare un ruolo più attivo”. A non generare troppo ottimismo è la vicenda della vicina Policoro, “a cui da vent’anni manca uno svincolo per la zona artigianale. Oggi Nova Siri paga quello che ieri ha pagato Policoro e che, invece, non ha pagato Scanzano. Lì, evidentemente, sono stati più abili nel far pesare le esigenze del territorio”.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

Nova Siri, si presenta il progetto per la nuova chiesa


NOVA SIRI - Si presenta al pubblico il progetto della nuova chiesa di Nova Siri. L'appuntamento, già previsto per le 19.30 di giovedì 29 gennaio, è slittato al 12 febbraio, sempre di giovedì. Lo spostamento è avvenuto per ragioni legate ad impegni del vescovo, Francesco Nolé, che sarà presente all’incontro.
Il progetto della chiesa
Nel manifesto di presentazione dell'evento già si possono apprezzare le immagini progettuali di quella che è (o potrebbe diventare) la nuova chiesa, attorno alla quale sorgerà una piazza riqualificata e di pubblico uso. Spariranno le brutture rappresentate dagli attuali edifici comunali antistanti la chiesa (quello della Polizia Municipale e quello dell'ex Delegazione comunale), ci saranno nuovi spazi pubblici e, soprattutto, la chiesa sarà finalmente allargata.
E', quest'ultima, un'esigenza della comunità che si palesa da tempo. L'edificio di culto, di fatto, non riesce più a contenere l'incremento di popolazione registratosi a Nova Siri negli scorsi anni (ora per la verità un po' frenato), spesso mancano i posti a sedere e non è raro trovare persone in piedi o addirittura all'esterno della chiesa, costretto a seguire la Santa Messa attraverso gli altoparlanti.
Di recente, poi, si è verificata la positiva circostanza dell'attribuzione a Nova Siri di un fondo di rotazione Cei. Insomma, la parrocchia ha già tutto: il progetto, i fondi, l'iter burocratico di permessi e autorizzazioni per costruire.
Cosa manca? La proprietà del suolo. Quella, si sa, è del Comune. La concessione non è ancora arrivata: il perché dipende dalla volontà degli amministratori di perseguire il massimo  interesse, anche economico, dell'ente pubblico, peraltro immerso in note difficoltà finanziarie (è in corso un procedimento giudiziario per l'approvazione del piano di riequilibrio). L'incontro potrebbe essere un'occasione di chiarezza. Sarebbe bello se qualcuno degli amministratori, magari proprio il sindaco Eugenio Stigliano, andasse a esprimere in modo chiaro ed esplicito la posizione dell'amministrazione comunale: le richieste, le condizioni dell’ente, una parola sull’effettiva volontà di realizzare l’opera e in che forma.

Il fatto che il progetto, avviatosi speditamente, sia parso arenato, ha suscitato le domande e le perplessità di molti cittadini. L’incontro potrebbe dare risposte importanti, anche perché i tempi stringono. Per il prossimo 12 aprile, infatti, è prevista la scadenza per la richiesta di accesso al fondo di rotazione Cei: i fondi sono già accantonati per Nova Siri, ma bisogna essere nelle condizioni di poterli richiedere.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata (www.ilquotidianodellabasilicata.it)