21 lug 2009

Sergio Caputo a Nova Siri

“Il più ricco dei jazzisti e il più povero degli artisti del pop”. Ama definirsi così, Sergio Caputo, per sfuggire a ogni possibile etichettatura del suo stile musicale. Catalogarlo, del resto, sarebbe impossibile.

Il re della “fusione” italiana sperimenta tutto e il contrario di tutto da anni. “La mia matrice – scrive sul suo sito web - è sempre stata prevalentemente jazzistica, anche se poi ho iniziato una ricerca in direzione più pop fino ad arrivare ad album decisamente rock per poi tornare, credo in modo alquanto definitivo, al jazz”.

Questa sera sarà di scena a Nova Siri, in piazza Troisi, alle ore 21. Il suo concerto apre la serie di grandi eventi musicali che in agosto porterà nel centro jonico i Tarantolati di Tricarico e tre tappe del Blues in Town.

Caputo, l’art director che diventò jazzista, ha iniziato la sua carriera musicale verso la fine degli anni 70 al Folk Studio, lo storico locale di Roma in cui si è formata buona parte della musica d'autore italiana. Mai, a quel tempo, avrebbe pensato di arrivare a suonare con un mostro sacro del jazz come Dizzy Gillespie (“Non mollava la sua mitica tromba neanche quando andava in bagno”).

E’ esploso nel 1983 con il disco “Sabato italiano”. Brani come “Bimba se sapessi”, “Il Garibaldi Innamorato” e “L’astronave che arriva” sono motivi ormai scolpiti nella memoria musicale del paese. Meno noto, ma straordinari per intensità melodica, è il bellissimo “Cimici e bromuro”. E’ datato 2006 il suo ultimo disco “A tu per tu”, prima raccolta di unplugged. La sua passione per la musica lo ha portato anche a sperimentare in fatto di ruoli. E’ risaputo, infatti, che sia lui stesso l’autore di testi e musica, l’arrangiatore, il fonico e anche il produttore dei suoi album. Tutto in casa, insomma.

Conosciuto per le sue rarissime apparizione in tv (“preferisco ancora la radio”), alla fine degli anni ’90 ha lasciato l’Italia per trasferirsi in California, dove ha vissuto fino al 2004 prima di tornare in Italia per un tour di grande successo.

Tante sono le curiosità, quasi leggendarie, legate alla sua carriera. Come quella per cui dovette cambiare il testo del brano “Bimba se sapessi”, nel quale indicava esplicitamente la “citrosodina”, per evitare di incorrere nelle norme antipubblicità per una casa farmaceutica. “Ci sono ancora in giro 5 mila copie con il testo originario. Erano già in commercio quando cambiai il testo”.

Leggendaria anche la sua verve comica. “Ben quattro mie ex fidanzate – racconta sul suo sito web ufficiale - si identificarono nel brano "Spicchio di luna", e a tutte e quattro dissi, mentendo, che effettivamente era dedicato a loro”.

Giuseppe D’Armento, assessore a Cultura e Spettacoli del Comune di Nova Siri, lo ha scelto proprio perché suo storico fan. “Uno di quei cantautori che hanno pagato a caro prezzo il non essersi schierati apertamente con una certa bandiera politica”. La sua canzone preferita? “Ma che amico sei? E’ una speciale preghiera al Padreterno, scritta nel 1990 in occasione della guerra dell’Iraq”.

Certi artisti riescono a essere impegnati anche senza sforzarsi di sembrarlo. Sergio Caputo è uno di quelli.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

19 lug 2009

A Nova Siri un'estate "frizzante"

Presentato il nuovo cartellone di eventi dagli assessori D'Armento e Mitidieri

NOVA SIRI – “E’ un cartellone frizzante”. Concordano anche sugli aggettivi Giuseppe D’Armento e Pino Mitidieri, i due assessori che in piena sintonia hanno messo in piedi la nuova stagione di eventi dell’estate novasirese.

Appena nominati in giunta, si sono rimboccati le maniche e in poche settimane hanno messo in piedi un cartellone di tutto rispetto. Spiccano tre grandi eventi: il concerto di Sergio Caputo, re del “fusion” italiano (20 luglio); una tappa delle selezioni di Miss Italia (28 luglio); l’esibizione dei Tarantolati di Tricarico, il gruppo lucano più famoso nel mondo (3 agosto).

“Abbiamo preferito concentrarci su grandi eventi – spiega Mitidieri, assessore al Turismo - che non fossero di nicchia, ma altisonanti in termini di richiamo mediatico”.

In questa scelta c’è una logica precisa. Programmare gli spettacoli, a Nova Siri, significa anche pensare al loro potenziale di attrattiva per le migliaia di turisti ospitati nei tanti camping e villaggi turistici presenti sul litorale.

“I villaggi devono essere un volano per lo sviluppo del territorio – aggiunge D’Armento, assessore a Cultura e Spettacolo – mentre finora sono sempre stati guardati come macromolecole chiuse, con un loro circuito socio-economico avulso dal paese. Con questi appuntamenti di un certo livello vogliamo manifestare ai gestori di queste strutture la volontà di interessare anche la loro utenza, in un’ottica di integrazione strutturale del centro abitato con l’area costiera, che possa favorire un prospero indotto per le attività commerciali del posto e per il terziario”.

I nuovi eventi, però, non manderanno in soffitta gli appuntamenti storici. Continua la lunga tradizione di Cinemadamare. E non si ferma quella, ancor più lunga e “tipica”, del Siris Festival, che si farà come sempre nel centro storico, assieme alla kermesse Medievalendo, manifestazione in costume che appare perfetta per valorizzare le antiche fattezze del borgo.

La volontà di attrarre i “numeri”, del resto, non toglierà spazio a qualche evento per “palati” fini. Nel nuovo cartellone c’è spazio per le esibizioni di un’Orchestra da Camera Bulgara, per un festival di musica elettrica e per l’approdo a Nova Siri di tre tappe del Blues in Town.

Il nuovo cartellone si chiamerà “Siri…comincia d’estate” e sostituirà lo storico “Bagarre a Nova Siri”. Un commento sul rammarico manifestato dall’ex assessore Gaetano Dimatteo per la sostituzione?

“Guardi – spiega Mitidieri – abbiamo cambiato il nome perché il cartellone necessitava di essere identificato in modo diverso, poiché diverso è il format che proponiamo. Ma questo non significa rompere con il lavoro di Dimatteo. Anzi, se siamo riusciti a fare tutto questo in poche settimane è perché ci ha lasciato degli uffici molto ben strutturati e un personale preparato.”

D’Armento risponde alla sollecitazione prendendo il mano il manifesto. “Ci tengo a mostrare questo” dice, e indica il logo ufficiale del nuovo cartellone degli eventi. Sullo sfondo campeggia la bellissima scultura realizzata dal maestro Dimatteo sul lungomare, la famosa Barca di Federico Fellini. Qualche mese fa Dimatteo aveva denunciato lo stato di abbandono dell’opera. Oggi D’Armento, con questa scelta, annuncia la volontà di farne l’immagine-simbolo di Nova Siri. Dimatteo non va in soffitta.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata


Battito del martelletto al Rotary di Policoro

Si rinnova il direttivo del club. Stigliano nuovo presidente

POLICORO – “C’è bisogno di una maggiore presenza sul territorio e uno sguardo più attento alle sue situazioni di difficoltà”.

Si muove su queste direttive il manifesto programmatico di Carlo Stigliano, neo eletto presidente del Rotary Club di Policoro. Stigliano, che subentra all’uscente Ciccio Mauri, sarà affiancato nella nuova avventura da Pietro Vitacca e Pierluigi Schirosa, rispettivamente nuovo segretario e nuovo prefetto del club per l’anno sociale 2009/2010.

La nomina ufficiale del nuovo gruppo dirigente è avvenuta giovedì sera nello splendido scenario del Castello di Policoro. Ripetuto il consueto rituale del “battito del martelletto”, con cui si sanciscono tradizionalmente i passaggi di consegne dell’universo rotariano.

A sancire l’ufficialità dell’evento è stata la presenza di Silvana Petruccelli, assistente personale del governatore del distretto 2120, cui appartiene il club di Policoro. Non è mancata, naturalmente, la presenza ufficiale dell’Inner Wheel Heraclea, storica “costola” femminile del sodalizio rotariano.

Tra i primi passi del nuovo presidente ci sarà un gemellaggio con il club rotariano di Campobasso. Riconfermato, inoltre, l’impegno del club territoriale per la campagna Polio Plus, l’iniziativa benefica del club per debellare la poliomelite nel mondo.

Il Rotary, come è noto, è un’associazione mondiale di imprenditori e professionisti, di entrambi i sessi, che prestano servizio umanitario, incoraggiano il rispetto di elevati principi etici nell'esercizio di ogni professione e si impegnano a costruire un mondo di amicizia e di pace. La base della organizzazione del Rotary è costituita dai Club i cui soci sono dei professionisti che credono nei valori umani più autentici ma che, soprattutto, vogliono mettere a disposizione della società la loro competenza con azioni di servizio e di generosità attiva.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata


Allarme furti al lido Rivolta di Rotondella

L'ultima vittima un 24enne del posto. Aveva lasciato l'auto per meno di trenta minuti

ROTONDELLA – Non hanno avuto paura di riprovarci. I ladri del lido di Rotondella avevano già colpito l’11 luglio. La loro malefatta aveva fatto rumore, abbastanza per scoraggiare un nuovo tentativo nello stesso luogo.

E invece, forse galvanizzati dal successo del primo furto, ci hanno riprovato anche ieri. Nello stesso luogo e alla stessa ora. All’ultima vittima, un ventiquattrenne del posto, è bastata una sosta di circa trenta minuti nel parcheggio del lungomare. Giusto il tempo per un bagno in mare e un po’ di sole. Al ritorno la sorpresa: la lamiera della sua Alfa 156 era stata praticamente perforata con uno strumento tagliente. I ladri avrebbero aperto di forza l’auto per sottrarre una refurtiva di circa 175 euro. E’ presumibile, in considerazione del modo brutale con cui l’atto è accaduto, che il malfattore si sia servito almeno di un “palo” per controllare l’eventuale rientro del proprietario.

Per lui oltre al danno anche la beffa. Paradossalmente, infatti, aveva acquistato l’auto il giorno prima, e già ieri è dovuto andare dal carrozziere per riparare lo sportello perforato all’altezza della maniglia.

Una circostanza particolare, che potrebbe anche far pensare a uno “sgarro” personale o all’atto fanatico di qualche invidioso. Ma la pista più attendibile, per ora, resta quella del furto. Anche perché, come detto, il fatto di ieri fa il paio con quello accaduto l’11 luglio. In quell’occasione un 28enne del posto aveva denunciato il furto di 100 euro in banconote e circa 1.500 euro in oggetti preziosi all’interno della sua Fiat Punto. E anche nei giorni seguenti, a quanto pare, alcuni turisti avrebbero segnalato altri furti di minore entità. “Furto riuscito non si cambia” avranno pensato i ladri. E chissà che non ci provino ancora. Anche se, dopo il bis, la guardia dei bagnanti e delle forze dell’ordine sarà presumibilmente più alta.

In questi giorni, peraltro, i furti sembrano essere “di casa” a Rotondella. Lascia pensare la vicinanza temporale tra i furti al mare e il doppio furto, in due appartamenti contigui, avvenuto nella mattinata di mercoledì a Rotondella due.

Non è possibile, per ora, ipotizzare un accostamento tra i diversi eventi, sui quali i carabinieri della sezione locale stanno già indagando. Quel che questi ladri hanno in comune, per ora, è solo la loro preferenza per la “rapina mattutina”. In pieno giorno, quando il furto sembra più difficile. Ma forse, proprio per questo, meno prevedibile.

18 lug 2009

I furbi rovinano il turismo

Siglato a Nova SIri un protocollo tra operatori turistici e associazioni di consumatori

NOVA SIRI – Acquistare una vacanza che sembra un affare e poi scoprire che quasi tutti i servizi non sono compresi nel prezzo. Pagare una mezza pensione con prodotti tipici e poi notare che a tavola di tipico c’è ben poco.

Sono situazioni più o meno gravi, ma piuttosto frequenti. Ancor più spesso nel Mezzogiorno d’Italia, dove primeggia quello che è forse il principale “cancro” del turismo: la furbizia degli operatori. Una furbizia che spesso li rende orgogliosi per un maggior guadagno immediato, ma che a lungo termine presenta il suo conto salato. Il turista, infatti, non sceglie mai di tornare nel luogo in cui ha avuto l’impressione di essere stato preso in giro. Sono emblematici, in tal senso, i dati pubblicati da Unioncamere nel Secondo Rapporto 2008: l’esperienza personale e il passaparola di amici incidono sulla scelta delle vacanze per il 78,2%, molto più di tanti spot televisivi e articoli su riviste specializzate.

Parte da queste premesse il nuovo Protocollo d’Intesa “Basilicata ok”, sottoscritto in sintonia da operatori turistici e associazioni di consumatori. Si tratta di uno dei primi accordi del genere in Italia, che impegnerà gli operatori a garantire al turista una serie di standard in termini di tutela della salute, sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi, adeguata informazione e corretta pubblicità, correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali.

Molteplici i soggetti firmatari dell’accordo, sottoscritto martedì pomeriggio nella sala convegni dell’hotel Imperiale di Nova Siri. Per la parte degli operatori, rappresentata dal presidente Francesco Garofalo, c’era l’Associazione Lucana Turismo Doc. Per la parte dei consumatori c’erano le associazioni Adiconsum, Adoc e Federconsumatori, rappresentate rispettivamente da Angelo Festa, Nino D’Andrea e Giuseppe Cotugno.

Al termine della sottoscrizione ha preso il via un’interessante tavola rotonda sui temi del turismo responsabile. Per l’occasione è giunto a Nova Siri un “ospite d’onore”, Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum, noto al grande pubblico per le sue frequenti apparizioni televisive.

Landi ha posto l’accento sui danni causati al turismo dalla “furbizia” degli operatori, in particolare nel Sud Italia: “Purtroppo i dati parlano chiaro, se confrontiamo il Trentino e della Calabria, c’è una differenza enorme per numero di raggiri segnalati. Nel sud Italia manca ancora una cultura dell’accoglienza, che invece al nord è cresciuta molto di più. Attenzione! Accoglienza non significa basso costo, significa trasparenza dell’offerta. Nel meridione, invece, spesso si attira il turista con il basso costo, ma poi lo si delude per il servizio. E questo a lungo termine è un danno per l’operatore stesso, perché quel turista non ritorna”.

All’incontro era presente anche Giampiero Perri, presidente dell’Apt Basilicata, che ha apprezzato lo sforzo di “creare sinergia anche senza il bisogno di un qualche assessorato che assuma il compito di aggregare”.

Uno sprone è arrivato da Angelo Festa, dell’Adiconsum Basilicata, “il Protocollo è un ottimo strumento, ma dobbiamo ancora lavorare per ampliarlo con nuove strategie”.

Giuseppe Cotugno, di Federconsumatori Basilicata, ha chiarito con un esempio interessante le difficoltà a far fronte comune con gli operatori: “Non sempre troviamo porte aperte con gli operatori. Per esempio, per quanto riguarda la Commissione sull’attribuzione del marchio di qualità, il Sincerto, abbiamo notato che le verifiche vengono fatte da una commissione della Camera di Commercio, senza la nostra presenza, che spesso è solo di facciata, ma non concreta”.

Una battuta sul Piano Turistico Regionale, in fase di approvazione, è arrivata da Nino D’Andrea, dell’Adoc Basilicata: “Ci sono sul piatto quasi 80 milioni di euro. Ci interessa poco se a spenderli sarà il pubblico o il privato, a noi interessa che siano spesi bene. Per questo bisogna verificare le spese con verifiche intermedie, annuali, e non solo a fine lavoro, per evitare che tante opere siano lasciate a metà”.

Il “padrone di casa” Giuseppe Mitidieri, assessore al Turismo del comune di Nova Siri, ha sottolineato “l’importanza simbolica del luogo in cui si è scelto di avviare questo percorso virtuoso”, non per caso uno dei “centri più vivi del turismo lucano”.

Pino Suriano pubblicato sul Quotidiano della Basilicata

11 lug 2009

L'albicocca è sempre più regina

Conclusa con un bilancio positivo la XIII edizione della sagra

ROTONDELLA – La sagra del 2009 è partita in un giorno speciale. Il 4 luglio è il giorno in cui Carlo Stigliano avrebbe compiuto cinquant’anni. Il compianto “Carletto”, scomparso negli anni scorsi, amava la politica, ma era anche manager di una importante azienda ortofrutticola, e amava perciò l’agricoltura e i suoi prodotti, che guardava sempre in un’ottica di sviluppo e innovazione.

La sagra, in fondo, riunisce gli stessi ingredienti: l’impegno promozionale e organizzativo del soggetto politico (l’amministrazione comunale) e l’entusiasmo operativo dei produttori agricoli del territorio.

L’evento, organizzato dall’assessorato alle Politiche Agricole, è riuscito bene. Buona la “prima” di Vincenzo Montesano, neo assessore al ramo, che ha caratterizzato questa XIII edizione con una novità, l’assegnazione del premio “Albicocca d’oro”, conferito ai primi produttori locali di albicocca negli anni ‘70: Tonino Bianco, Vincenzo Bianco e Cosimo Montesano.

Il “cuore” della sagra, come sempre, è stato il momento di degustazione, ma non sono mancati altri momenti interessanti. Primo tra tutti il convegno su “Albicocca e alimentazione”, che ha puntato l’attenzione sui temi della sicurezza alimentare e della qualità. L’intervento del dottor Pasquale Calbi (Asm Matera) ha sottolineato l’importanza di un’alimentazione equilibrata per la salute del corpo. Poi gli interventi di S. Martelli, A. Gatto e G. Dimatteo, membri del Distretto Agroalimentare, hanno richiamato l’importanza dell’Igp (Indicazione Geografica Protetta) per il potenziamento della qualità e della competitività dei prodotti. All’incontro erano presenti anche tanti big della politica lucana, in particolare del Pd, giunti a “onorare” la vittoria elettorale del nuovo sindaco e “compagno” di partito Vincenzo Francomano. Oltre all’atteso Vincenzo Viti, assessore regionale alle Politiche Agricole, si sono fatti vedere in sala i senatori Filippo Bubbico e Carlo Chiurazzi, l’assessore regionale Vincenzo Santochirico, il consigliere regionale Antonio Di Sanza, l’ex assessore provinciale Franco Labriola e il neo eletto consigliere provinciale Serafino Di Sanza. Non è mancato, inoltre, il saluto di Roberto Poli, sindaco di Casalfiumanese, centro emiliano gemellato con Rotondella in nome della comune importanza della produzione di albicocca.

Significativa la collaborazione attiva delle sigle sindacali del territorio, Cia, Coldiretti e Confagricoltura. La Cia, in particolare, ha commentato l’evento con una nota: “La XIII sagra chiude in positivo, tutti gli stand attrezzati per servire il pubblico hanno retto bene all’assalto. Un ringraziamento particolare va ai tanti associati presenti con gli stand, Donne in campo Cia Rotondella , La Masseria del Barone, Azienda Agricola Angeloni, Fior di Carne Bio, Ivan Guida produttore di mieli”.

Infine una curiosità non priva di significato. Nel corso dell’incontro il dottor Carmelo Mennone, dell’Alsia, ha presentato i dati di un “Consumer Test” somministrato ai passanti pochi minuti prima. Sul banco del test erano proposte tre diverse qualità di albicocca, denominate “A” “B” e “C”. Al consumatore spettava selezionare quella migliore al primo impatto. Le qualità proposte erano, rispettivamente, “Pellecchiella”, “Portici” e “Porta Elena”. Paradossali i risultati. Ha vinto, scelta da un maggior numero di consumatori, la “Porta Elena”, meno rinomata sul piano della qualità, ma, probabilmente, presentata meglio. Il vero paradosso, però, è un’altro: l’albicocca più apprezzata era l’unica non prodotta sul territorio. Insomma, a quanto pare, bisognerà crescere anche nella presentazione del prodotto. Altrimenti, per competere sui mercati, non ci sarà sagra o fiera che tenga.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

Il Lido Rivolta tra i rifiuti



Nota: le foto pubblicate risalgono ai giorni scorsi (venerdì scorso quelle dell'immondizia, 25 giugno quelle del lungomare sommerso dalla sabbia). Sono stato al mare oggi (sabato 11 luglio) e la spiaggia è stata ripulita.


ROTONDELLA – Un sospiro di sollievo nasce spontaneo, quando si arriva al lido di Rotondella e ci si accorge che i macchinari sono al lavoro. Il comune ha avviato gli interventi per rimuovere la sabbia e le erbacce dalla passeggiata lungomare, sommersa dalle mareggiate dell’inverno scorso e lasciato scandalosamente così fino ai giorni scorsi. Tra breve tutto sarà pronto.

Ma si percorre qualche metro e lo sconforto ritorna. Basta avvicinarsi al parcheggio semi-circolare che conduce ai due lidi presenti nel tratto di costa rotondellese. Lo spettacolo non è invidiabile. Le immagini pubblicate in pagina, del resto, parlano da sé. Il parcheggio, luogo privilegiato dalle coppiette nei mesi invernali, non è stato ancora ripulito. Cartacce, gomme d’auto e rifiuti di ogni genere lo inondano e lo rendono assolutamente poco frequentabile.

Si potrebbe soprassedere, in fondo è solo un parcheggio. Ma pochi passi più in là, a meno di venti metri dai lidi, è sorprendente lo spettacolo di un cassonetto ribaltato con scatole e rifiuti di ogni genere riversati per terra. Di sicuro è trascurato da un bel po’ di giorni. E non siamo in un parcheggio, ma sull’arenile.

A pochi metri di distanza, in perfetta contrapposizione, crescono gli splendidi gigli della zona tutelati dagli ambientalisti. Accanto c’è un immondezzaio a cielo aperto.

Camminando verso Nova Siri si giunge nei pressi del lungomare e del campeggio comunale. Anche lì la situazione non è delle migliori. I cassonetti sono pieni fino all’orlo, e mentre i macchinari sono al lavoro per ripulire la passeggiata dalla sabbia, si nota, tra le tante cose, un grosso oggetto arrugginito (forse una bombola del gas) per terra da chissà quanto tempo. Se per i lavori dell’arenile, come è giusto, è stato necessario attendere un cospicuo sostegno economico dalla Regione, per togliere un po’ di rifiuti, probabilmente, sarebbe bastato molto meno.

Non stiamo parlando della situazione di lieve degrado che può riscontrarsi nei mesi invernali o primaverili, in attesa dell’estate. Il nostro primo passaggio è datato giovedì 2 luglio. “Speriamo che per il week end si intervenga - abbiamo pensato quel giorno – quando ci saranno più bagnanti”. Siamo ritornati in spiaggia sabato e domenica: i bagnanti c’erano, l’immondizia pure.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

7 lug 2009

IL PERSONAGGIO/ NICOLA IELPO


“La fabbrica del denaro” Il libro di Nicola Ielpo, ex direttore della Zecca di Stato


“I soldi non cadono dal cielo”, recita un detto di saggezza popolare. Serve a chiarire che bisogna sudarseli giorno per giorno. Ma il detto, fuor di metafora, esprime anche un’altra verità.

E cioè che i soldi sono fabbricati da qualcuno. In un preciso luogo fisico, nel quale c’è gente al lavoro che progetta e realizza. Un po’ come in tutte le fabbriche.

Si occupa proprio di questo “La fabbrica del denaro”, libretto sintetico e maneggevole edito da Texmat. Il sottotitolo ne chiarisce il contenuto: “Dall’asse all’euro. Storia bimillenaria della Zecca di Roma e delle sue monete”. L’autore, Nicola Ielpo, nel settore è da tempo un’autorità. Il suo nome, probabilmente, non dirà molto ai “profani”. Ai quali, comunque, non possono essere sconosciute le sue “opere”. Ielpo, lucano originario di Rotondella, ha infatti contribuito a decidere forma, peso e dimensione dell’euro, animando dal 1991 un gruppo di lavoro internazionale (Mdwg - Mint Directors Working Group) con il compito di definire la serie unica di monete europee. Eppure l’ingegnere lucano era entrato già da tempo “nelle nostre tasche”, con la vecchia 500 lire. E’ suo, infatti, il brevetto per la moneta bimetallica, utilizzata per le 500 lire e, in seguito, per le monete da 1 e 2 euro.

Sono curiosità che fanno effetto, ma solo in parte rendono l’idea di una carriera quarantennale vissuta sempre ai vertici. Ielpo, nato a Rotondella nel 1936, si è laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Napoli. Dal 1979 al 1999 è stato Direttore della Zecca, dal 1990 al 1992 è stato Presidente della Conferenza Mondiale dei Direttori di Zecca (Mdc). Oggi insegna Tecnica Monetaria nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata.

“La fabbrica del denaro”, diviso in nove capitoli, è un ampio excursus sulla produzione di monete nella storia. Ielpo vi condensa le sue ampie conoscenze teoriche, che acquistano particolare gusto per quella chiarezza espressiva che può offrire solo chi ha “masticato” per decenni gli argomenti trattati.

Il lettore “profano” è colpito, in particolare, dai capitoli storici. Si parte dalla monetazione romana, con l’introduzione dell’uso, attribuito dalla tradizione all’antico re Servio Tullio, di riprodurre sulla moneta una determinata impronta (aes signatum) per fornire una garanzia del suo peso. L’excursus storico continua con il racconto della monetazione in età medievale e nell’età dei comuni, che espressero il proprio particolarismo politico anche attraverso la produzione di monete. Così, mentre Firenze dava vita al suo “fiorino”, a Genova nasceva il meno noto “genovino” e così via. Un’ampia trattazione, poi, è riservata all’Unificazione Monetaria del 1862 e alla monetazione dal 1900 agli anni ‘20. Un lungo paragrafo è dedicato al ventennio fascista, nel corso del quale le monete divennero strumento per la propaganda e gli slogan del regime. In una moneta da 20 lire di argento, illustrata nel testo, si legge il motto: “Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”. Si giunge, così, alle vicende “monetarie” dell’Italia repubblicana, con la famosa “crisi degli spiccioli” di fine anni ’70, quando lo stato si ritrovò incapace di sopperire alla necessità di scambi della vita quotidiana e il paese reagì con la trovata “magica” dei mini-assegno, messi in circolazione dalle banche in sostituzione delle monete.

Al termine dell’excursus sulla monetazione prende avvio quello sulla Zecca di Roma, rivisitata, come preannuncia il sottotitolo, nella sua storia bimillenaria. Nei capitoli conclusivi Ielpo, che è stato un “tecnico” prima di diventare dirigente, espone le competenze maturate negli anni, con capitoli sulle tecniche di fabbricazione delle monete e sui metalli monetari utilizzati nel corso della storia. Non è privo di curiosità l’ultimo capitolo, che tratta di “Falsificazione e alterazione di monete”. Un argomento che non smetterà mai di essere attuale.

Pino Suriano

“Il Feticista delle monete”

Dall’appendice del libro pubblichiamo un estratto di “Ach Europa”, testo edito nel 1987 dal grande scrittore e giornalista tedesco Hans Magnus Enzensberger. Il capitolo del libro dedicato all’Italia fu tradotto e pubblicato, nello stesso anno, dal settimanale L’Espresso.

Con la sua penna brillante Enzensberger riprende la famosa vicenda della “crisi degli spiccioli”, determinata negli anni ’70 dalla difficoltà di far fronte alla domanda di produzione da parte della Zecca. L’analisi dell’autore individua le cause nella difficoltà di liberare l’ente dai lacci dell’apparato amministrativo statale. La Zecca, a suo parere, cominciò a volare alto proprio quando cessò di dipendere direttamente dall’apparato statale e fu aggregata alla stamperia nazionale come sezione autonoma. “Era legata come Gulliver – scrive Enzensberger – perché i Lillipuziani della politica le impedivano qualunque movimento”. Ecco come descrive, con la sua colorita ironia, la figura di Nicola Ielpo.

Nicola Ielpo è un signore di età indefinita, riservato e cortese. Carnagione scura, grande testa romana, naso prominente, completo marrone; impeccabile dalla testa ai piedi. Parla piano, tranquillo, soppesando le parole. Il suo accentro denuncia l’origine dalla Basilicata. Il suo sguardo, prima malinconico, si anima non appena il tema della conversazione si incentra sulla sua passione. Perché il signor Ielpo è – non so descriverlo altrimenti – un feticista delle monete. Accarezza delicatamente un pezzo del museo proveniente dallo studio di Giuseppe Bianchi, e il suo sguardo riposa soddisfatto su una vecchia pressa dei tempi dello Stato Pontificio”.

“[…] Per risolvere il problema (della “crisi delle monete”, ndr.) non c’era bisogno di farsi dare una mano dalla tradizione austriaca e neppure dalle ben note virtù lombarde. Perché, in tutto e per tutto, l’ingegner Ielpo proviene dal Sud, da una cittadina della Lucania. […] Il signor Ielpo, che non appartiene alla nuova classe media rampante, che non è un individuo socializzato post-industriale, ma un gentiluomo piuttosto antiquato, grassoccio… che probabilmente vota per la Democrazia Cristiana, si dedicava tranquillamente alla sua occupazione prediletta, che consiste nel coniare monete. D’accordo, ci sono cose più importante delle monete che tintinnano nel portamonete. Però, finché c’è gente come Nicola Ielpo, l’Italia non è perduta”.

Pino Suriano - scritto per l'inserto domenicale Q del Quotidiano della Basilicata


6 lug 2009

La nuova regola del blog!!!

Oggi si cambia! Da questa mattina i commenti potranno essere lasciati solo in seguito all'iscrizione. La procedura è semplicissima: sulla pagina dei commenti basta cliccare su "Registrati qui" e seguire le istruzioni (tutto molto facile, basta un indirizzo mail!).
Chiarisco una cosa importante. Anche dopo la registrazione potete continuare a rimanere anonimi. Vi basterà mettere nella casella "Nome visualizzato" un nome di invenzione (sul blog di Nova Siri usano, per esempio, "PennaLibera", "Pericle", "Zorro", etc...) e nessuna informazione sulla vostra identità sarà visibile agli altri utenti.
Nessuno (neppure io) potrà, dunque, conoscere la vostra identità se non lanciate offese personali o diffamazioni tramite il blog. In quel caso, e solo in caso di eventuale querele, la polizia postale potrebbe individuarvi...
Quindi tranquilli.. Chi non offende, pur criticando anche aspramente, rimane anonimo al 100%...
La nuova regola serve solo a scaricarmi da responsabilità che non sono mie per eventuali offese personali, qualora si continuasse ad esagerare come è già capitato.
Lo faccio con grande rammarico. Avevo sperato che si potesse discutere civilmente anche da anonimi.. Questa, però, adesso diventa una sfida. Ora si vedrà se noi rotondellesi sappiamo dar valore alla discussione o sappiamo usare il blog solo per offendere da "anonimi".
Se nessuno si iscrive sarà vera la seconda!!
Chi trova problemi con l'scrizione può contattarmi sulla mail pinosuriano@yahoo.it

PINO

4 lug 2009

Rotondella: l'albicocca è ancora regina


Sabato 4 e domenica 5. Una due giorni si sagra.

ROTONDELLA – E siamo a tredici. Non si ferma la tradizione che ha trasformato il frutto-simbolo del territorio nell’evento più seguito del Balcone sullo Jonio. Anche quest’anno una “due giorni” di appuntamenti celebrerà le grazie del frutto arancione.

Non mancherà il solido connubio, ormai collaudato negli anni, tra eventi culinari, spettacolari e convegni di informazione. Si parte oggi alle ore 17, con l’apertura della mostra “Civiltà Contadina”, a cura dell’associazione Rotunda Maris. Alle ore 17,30 il “Consumer Test”, a cura dell’Alsia. Alle 18 il convegno dal titolo “Albicocca e Alimentazione”, per il quale sono attesi, tra gli altri, gli interventi di Franco Stella, presidente della Provincia di Matera, e Vincenzo Viti, Assessore Regionale all’Agricoltura. Conclusione della serata con il saggio di ballo a cura dell’associazione Arcobaleno.

Ma il pezzo forte arriva domani. Nel pomeriggio l’evento dedicato ai bambini, “Educare all’alimentazione giocando”, a cura delle associazioni Alsia, Arci, Coldiretti, Only Top Dance, Arcobaleno.

Poi, a partire dalle 20, l’evento più atteso: l’apertura degli stands gastronomici e la distribuzione gratuita di albicocche. Dalle 21 l’intrattenimento musicale con il gruppo Pelosofolk. Non mancherà, come nell’edizione del 2007, Roberto Poli, sindaco di Casalfiumanese, centro emiliano gemellato con Rotondella proprio in nome della comune tradizione dell’albicocca. Il primo cittadino ricambierà la visita ricevuta nei giorni scorsi da una rappresentanza del comune di Rotondella.

Pochi, alla metà degli anni ’90, avrebbero immaginato una tale crescita per l’evento, che ebbe come primo obiettivo quello di associare il territorio al suo frutto prodotto in maggiori quantità. Si cominciò con le degustazioni. Le gente arrivava e andava via con casse di albicocche, non molto di più. Negli anni l’evento fu reso più completo e si presentarono prodotti sempre più gradevoli e sfiziosi (marmellate all’albicocca, gelati all’albicocca, liquori all’albicocca). Poi venne il felice gemellaggio con Casalfiumanese, e si pensò all’arricchimento del momento con incontri scientifici e di marketing sulla produzione e la vendita del prodotto, e in questo contesto il comune divenne anche fondatore dell’Associazione Nazionale Città della Frutta. E poi le presenze, sempre in crescita nel corso degli anni. Insomma, la sagra dell’albicocca ha una sua piccola storia.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata


3 lug 2009

Sagra dell'albicocca

Domani, sull'inserto estate del Quotidiano, presentazione della XIII sagra dell'albicocca.
Durerà due giorni, sabato 4 e domenica 5.

In soffita la Bagarre di Dimatteo


L'ex assessore-artista si sfoga per la mancata riconferma della sua storica rassegna culturale

NOVA SIRI – Gaetano Dimatteo ha scelto Facebook per esprimere la sua amarezza. Un commento pubblico indirizzato personalmente al sindaco, Giuseppe Santarcangelo. La sua creatura, “Bagarre a Nova Siri”, non esiste più. Lo ha deciso la nuova amministrazione comunale, che manda così in soffitta il nome della rassegna di eventi culturali ideata dallo scenografo quando era assessore con lo stesso Santarcangelo.

Per Dimatteo suona come una condanna. Una bocciatura al suo modo estroso di concepire e comunicare le politiche culturali.

“Illustre sindaco – recita il commento ironico su Fb - peccato che dopo tantissimi anni sia stato velocemente cancellato un titolo bizzarro e stravagante come Bagarre a Nova siri. Bravo illustre sindaco, bravi i tuoi assessori. Doppio complimento per aver defenestrato un assessore e il titolo di un cartellone culturale”.

Il malessere di Dimatteo, del resto, era sentito da tempo. “Certe volte basterebbe un minimo di cortesia, quanto basta per un invito” ci aveva detto nelle scorse settimane. Aveva già deciso di non ricandidarsi alle ultime comunali, ma un invito a prendere parte alle consultazioni elettorali, lui che era stato per cinque anni assessore, se lo sarebbe aspettato. Si sentiva “mortificato” per il fatto che il suo gruppo avesse scelto di fare a meno di lui, nonostante la lunga esperienza politica come assessore con l’amministrazione di Rocco Bruno, poi come consigliere provinciale con Forza Italia e, in ultimo, come assessore con lo stesso Santarcangelo.

Una carriera chiusa con un bilancio amaro sull’ultimo quinquennio amministrativo: “Ho lavorato da 6, la sufficienza. Ogni volta che facevo una proposta mi si diceva che non c’erano mai soldi”.

Una vicenda,inoltre, lo aveva fatto soffrire in modo particolare. “In economato - aveva detto - ci sono 2.500 euro per il restauro della barca, che giace ad ammuffire e arrugginirsi. L’ho fatto presente più volte, perché non è stata ancora illuminata e messa in ordine?”

Insomma, si era sentito poco considerato. Era accaduto anche l’anno scorso, per un’altra vicenda. Si trattava di scegliere gli alberi per la piantumazione in via Siris. Chi più di lui avrebbe potuto fornire un parere estetico? “Avevo suggerito dei cipressi, come in un piccolo paese della Toscana. Non immagina le urla che sono state fatte contro questa mia affermazione. Alla fine hanno scelto i tigli, come nel primo lotto. Naturalmente senza ascoltarmi”.

E ora? “ Adesso ho chiuso con la politica, ma continuerò le mie lotte in difesa dell’ambiente. Si dice che l’artista si esibisce una sola volta. Io, in politica, l’ho fatto già tre volte. Ed è troppo”.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

"Rotondella in girotondo"

Edita da Palomar la miniguida realizzata dagli alunni delle medie e delle elementari

ROTONDELLA - E’ un oggettino pregevole la miniguida realizzata dagli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Basta prenderla in mano e sfogliarla. La forma è quella di un’agendina maneggevole, la grafica è lineare, i colori sono quelli vivi scelti dai ragazzi per le illustrazioni a mano.

Fin qui la forma. Ma quel che più sorprende, per una guida realizzata da ragazzi, è il contenuto. Piacevole e utile. Piacevole perché sintetico, semplice e non privo della vena ironica che da queste parti sovrabbonda. Utile perché, di fatto, va a colmare un diffuso vuoto di conoscenze sulla storia e le tradizioni del territorio.

Rotondella diventa così un luogo da visitare e raccontare attraverso percorsi. La miniguida ne propone quattro, che orientano il visitatore nei quartieri storici del centro collinare (dal Cervaro alla Limpidina, fino all’Annunziata), lo indirizzano a Mortella, sul Monte Coppolo e nel centro Enea di Trisaia. Non mancano, inoltre, simpatiche spiegazioni sulle antiche tradizioni, le feste, le fiere, i mestieri e i giochi di un tempo.

E poi c’è una chicca. La copertina posteriore nasconde una piccola tasca, dalla quale si estraggono due fogli che riservano una sorpresa. E’ una sorta di “gioco dell’oca”, ma sulle caselle non ci sono i suoi simboli consueti, bensì le immagini dei luoghi-immagine e delle principali tradizioni rotondellesi, dalle famose Lamie alle pietanze più tipiche. Per passare avanti c’è bisogno di rispondere a un quiz, che naturalmente riguarda Rotondella. Domande sui quartieri, sul convento e sul belvedere saggiano il grado di “rotondellesità” di ciascuno. E bisogna averne un bel po’ per arrivare alla fine, dove lo stemma di Rotondella accoglie il vincitore.

Insomma, l’idea è risultata vincente. Tutti promossi a pieni voti, dunque. Compreso l’editore Palomar, che ha inserito la miniguida nella sua collana “A piccoli passi. Giro d’Italia in centro miniguide” e ha garantito la collaborazione della redattrice Antonella Santarcangelo, originaria di Rotondella. Promosso anche l’Istituto Comprensivo, che ha collaborato fattivamente, dal dirigente Angelo Castronuovo alle insegnanti Carmela Bongiorno, Amelia Cuccarese, Maria Anna Salvaggio e Laura Laguardia, che hanno coordinato le attività con gli alunni. Promossa l’ex amministrazione comunale di Vito Agresti, che ha sposato e finanziato il progetto con una somma importante. Adesso si torna a settembre, magari con una nuova idea di realizzare. Intanto il turista, da questa estate, non sarà più sperduto a Rotondella.

1 lug 2009

Il nuovo look del Balcone sullo Jonio

Primi commenti sulle opere pubbliche appena concluse. Ancora incompiuto corso Garibaldi

ROTONDELLA – Chi tornasse oggi a Rotondella, dopo qualche mese di assenza, rimarrebbe sorpreso per le tante novità presenti. Proprio nelle scorse settimane, infatti, sono stati portati a termine molti dei lavori pubblici programmati e realizzati dalle precedenti amministrazioni. Sia quella di Mario Cucari, caduta nel 2003 per le dimissioni di nove consiglieri, che quella di Vito Agresti, in carica dal giugno del 2004 al giugno di quest’anno.

Il nuovo sindaco Vincenzo Francomano, eletto lo scorso 8 giugno, eredita un centro storico dal look rifatto. Almeno in parte. Anche perché, tra i tanti lavori in attesa di conclusione, è rimasto incompiuto proprio quello più atteso: il corso Garibaldi. La strada principale del paese, riaperta al traffico nelle scorse settimane, è ancora in attesa di pavimentazione e arredamento. Già concluse, invece, piazza Risorgimento e piazza Plebiscito.

Il nuovo volto di Rotondella piace e non piace. O meglio, a sentire in giro i commenti, ci sono giudizi diversi a seconda delle opere realizzate. Piace tanto il nuovo palco di piazza Risorgimento, che conclude la famosa “gradinata di Sant’Antonio” con una nuova struttura abbellita da una splendida fioriera e, nella parte sottostante, un comodo spogliatoio per gli artisti in esibizione.

Allo stesso modo, stando ai commenti, piacciono i nuovi lavori presso la Chiesa di Sant’Antonio in Piazza Plebiscito, con una scalinata di ingresso rimessa a nuovo in sostituzione di quella precedente, vecchia e malandata. Meno consenso riscuote, invece, la fontana di piazza Risorgimento, riqualificata con una struttura che, secondo alcuni, la renderebbe meno agevole per l’utilizzo.

Ancor più feroci sono i giudizi sul corso. Non piacciono per nulla le ringhiere, che a molti appaiono poco estetiche. A destare perplessità, inoltre, è la relativa difficoltà nell’effettuare i parcheggi affiancati tra gli alberi di nuova piantumazione. Non convince neppure la larghezza della strada, appena sufficiente per la circolazione in doppia senso, soprattutto in alcuni tratti di curva. E già più di qualcuno comincia a dire che, dopo tanto tempo senza corso, forse “non ne è valsa la pena”. Qualcun altro, invece, si chiede se una diversa scelta non avrebbe dato risultati migliori, magari con la rinuncia ad allargare troppo il tratto di passeggiata, per recuperare spazio alla circolazione dei veicoli. Sarà comunque opportuno, prima di esprimere giudizi azzardati, attendere la conclusione dell’opera con pavimentazione e arredi. Nella speranza che non passino ancora troppi mesi.


Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata