31 dic 2009

Balneari: in arrivo l'autorizzazione triennale

La proposta è di Nicola Rondinelli (Sib): "Una Dia di tre anni per accorciare i tempi della burocrazia"

NOVA SIRI - Buone nuove in arrivo per gli operatori turistici balneari, titolari di concessioni demaniali (provvisorie o definitive) ad uso balneare. Un nuovo iter amministrativo potrebbe semplificare le complicate odissee che sono costretti ad affrontare ogni anno per le autorizzazioni connesse all'avvio delle attività stagionali legate alla balneazione. Una trafila interminabile di attese e file tra uffici sanitari, comunali e regionali, con rilevante dispendio di tempo e denaro. Questa negativa tendenza, però, potrebbe presto finire. Un importante passo avanti, in questo senso, è stato compiuto nei giorni scorsi nell'ambito dell'incontro tenutosi negli uffici regionali tra l'assessore alle Attività Produttive, Gennaro Straziuso, i funzionari dell’Ufficio Demanio di Matera e i rappresentanti sindacali di Sib (Sindacato Italiano Balneari), Fiba (Federazione Italiana Imprese Balneari) e Faita (Federazione delle Associazioni delle Imprese Turistico Ricettive all'Aria Aperta). In quell'occasione Nicola Rondinelli, rappresentante del Sib, ha proposto una procedura alternativa per ovviare al problema e snellire le macchinose procedure autorizzative stagionali. Una soluzione ideale, secondo Rondinelli, potrebbe essere quella già attuata in un comune della Toscana: gli operatori potrebbero velocizzare le pratiche presentando una Dia (Denuncia di Inizio Attività) con valenza triennale, e non più stagionale. Le procedure, pur indispensabili, sarebbero perciò compiute solo una volta per l’intero triennio. Si tratta di un'ipotesi che molti accoglierebbero con favore. E' così che l'ha accolta anche l'assessore Straziuso, che ha già dato mandato agli uffici preposti di verificare la fattibilità dell’iter.

Superare i tempi lunghi della burocrazia, pur nel rispetto delle norme, è sempre un passo avanti per tutti. Almeno quando è possibile. Difficilmente, però, lo sarà per la variante del Piano dei Lidi, di cui si è discusso proprio nell’incontro citato. Le previsioni di chi sperava in una partenza già per l’estate prossima sono andate deluse. Solo in data 14 dicembre, infatti, l'Autorità Ambientale della Presidenza della Giunta ha trasmesso il rapporto ambientale preliminare relativo alla variante del piano lidi per avviare la Vas (Valutazione Ambientale Strategica) che comprende la concertazione tra le vari parti sociali, tra cui le rappresentanze sindacali, per discutere sia la variante che la regolamentazione attuativa dello stesso piano. Ciò significa, tradotto in soldoni, che per la prossima estate non sarà operativa nessuna variante. Non si potranno attivare, perciò, i numerosi progetti di sviluppo che tanti operatori, in particolare del metapontino, hanno già concepito da tempo. In questo quadro cupo la velocizzazione delle procedure rappresenta comunque una positiva boccata d’ossigeno. “Anche perché – spiega Rondinelli in una nota – molto spesso le autorizzazioni sono ottenute a stagione inoltrata, e tanti operatori sono anche costretti a pagare le relative sanzioni”. Insomma, oltre al danno anche la beffa. Ma non per molto, se gli uffici preposti daranno parere positivo alla nuova ipotesi.

Pino Suriano - pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata

15 dic 2009

Natale a Nova Siri: ecco gli eventi!

NOVA SIRI – C’è una novità positiva per la comunità di Nova Siri. E’ la realizzazione di un vero e proprio cartellone di eventi per le vacanze natalizie. Sono ben nove i momenti di animazione distribuiti tra l’8 dicembre e il 5 gennaio. Si tratta di un programma che, per completezza e varietà degli eventi, non sembra avere pari tra i comuni dell’area jonica. Sono eventi semplici e di facile organizzazione, diranno gli scettici. Sarà pure, ma di certo si offre al cittadino un’offerta ampia e differenziata, spalmata nel corso delle vacanze e con indubbia capacità di coinvolgimento delle risorse umane del territorio. Ciò che sorprende positivamente, infatti, è proprio la logica sinergica con cui il cartellone è stato messo in piedi. L’amministrazione comunale e la Pro Loco, principali “motori” degli eventi, si sono avvalsi della preziosa collaborazione di numerosi altri soggetti. Si va dai soggetti istituzionali, come il Cosvel, la Comunità Montana Basso Sinni, fino all’Istituto Comprensivo “Luigi Settembrini”. Non manca, inoltre, la collaborazione attiva dell’imprenditoria locale, rappresentata dalla Masseria Battifarano, né quella del mondo sindacale, rappresentato dalla Coldiretti.

Decisivo e ormai consolidato l’apporto delle numerose associazioni locali: Prociv Arci, associazione “Aquila di Mare”, associazione culturale “Incontriamoci”, associazione culturale Sud “Gigi Giannotti”, Avis di Nova Siri. E poi c’è la felice partecipazione delle Parrocchie di Santa Maria Assunta e Sant’Antonio di Padova, guidate da qualche settimana dai nuovi sacerdoti don Mario e don Serafino. Ci sarà tempo, naturalmente, per giudicare qualità e successo degli eventi. Di certo, per ora, si deve riconoscere ai promotori una buon lavoro in termini di coordinamento, anche al fine di evitare inutili sovrapposizioni e antagonismi, spesso frequenti in comuni non troppo popolosi.

La serie degli eventi prende avvio già questa sera. L’appuntamento è alle ore 18 presso la Masseria Battifarano, in Contrada Cerrolongo. In programma il “Gran Galà del vino”. Per l’occasione, insieme alla spillatura del vino nuovo, sarà inaugurata la mostra “Grafica d’Autore”, presso la sala seicentesca della Masseria, recentemente affrescata dal pittore Gaetano Dimatteo. La mostra, curata dal dottor Emilio Caputo, raffigura un’esposizione di incisioni francesi. Sempre questa sera si apre la mostra dei Presepi Natalizi, allestita nel centro storico, presso palazzo Nolfi, a cura di Antonietta Melidoro e Mario Affuso.

L’appuntamento successivo è previsto per il 13 dicembre, con degustazione del tradizionale “Grano di Santa Lucia”. Per il 20 dicembre è in programma l’atteso “Presepe vivente nel centro storico”, con sfilata degli Zampognari a Nova Siri Scalo e presentazione del libro “L’Amore oltre la vita” a Palazzo Costa, alle ore 19 nel centro storico. Per il 22 è programmato il “Concerto di Natale”, nella Chiesa Madre del centro storico, con l’orchestrina “L. Settembrini”. Un’asta di beneficienza, con concerto lirico, è in programma per il 27, alle ore 19.30, presso l’Hotel Imperiale a Marina di Nova Siri. Grande brindisi di Capodanno per il 31 dicembre, a cura dell’amministrazione comunale, che annuncia una Notte di San Lorenzo dell’anno con “serata a sorpresa”. Ultimo appuntamento il 5 gennaio, “Aspettando la Befana”, a Palazzo Costa nel centro storico. L’impegno per gli eventi natalizi porta con sé anche un messaggio di indirizzo politico, particolarmente interessante per un territorio a chiara vocazione turistica: Nova Siri non vuole essere solo estate, non vuole essere solo mare.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

11 dic 2009

Rotondella: Regolamento urbanistico in consiglio comunale

Sarà illustrato dall'urbanista di fama internazionale Amerigo Restucci

ROTONDELLA - Alle 16 di oggi pomeriggio, nella palestra delle scuole elementari, si riunisce il consiglio comunale per l'adozione del Regolamento urbanistico. Ad ospitare il consiglio non sarà il luogo solito, la sala consiliare Antonio Bianco. E' una scelta del sindaco, Vincenzo Francomano, che ha così voluto permettere una più agevole partecipazione ai cittadini e una migliore visione delle proiezioni multimediali utili all' illustrazione del Piano.
Di insolito ci sarà anche altro. A illustrare il Piano sarà, infatti, un esperto d'eccezione. Si tratta di Amerigo Restucci, urbanista di fama internazionale, da giugno Rettore dello Iuav (Istituto universitario di architettura di Venezia). E' lui che ha coordinato il Gruppo di lavoro impegnato nella redazione del Regolamento.
Il quale, come è noto, fa riferimento alla Legge regionale 23 del 2001 e rappresenta uno strumento per il controllo dello sviluppo territoriale.
Non sono previste grosse novità per il centro storico, rispetto all'ultimo Piano di Recupero del 2000, ad eccezione di qualche piccola modifica per l'area del cimitero, dove è previsto un ampliamento dell'area edificabile con la futura realizzazione di un'area parcheggio. Poche novità anche per Rione Mortella. Le modifiche principali riguardano Rotondella due. Due i principali ambiti di cambiamento. Da un lato è prevista una riduzione del perimetro edificabile, che sarà limitato all'area a destra (per chi giunge da Rotondella centro) della strada provinciale che attraversa il centro.
Non proseguirà da quella parte lo sviluppo del centro, nel quale rimarranno isolati gli unici due edifici presenti: quello che attualmente ospita la banca e quello che dovrebbe ospitare, a breve, l'ufficio della Polizia Municipale comprensoriale. La riduzione del perimetro abitativo sarà in parte compensata dall'ampliamento dell'area degli insediamenti produttivi. Previsto, infatti, un maggior numero di lotti per gli insediamenti.
Interessanti novità riguarderanno anche la tipologia abitativa. Il nuovo regolamento prevede, infatti, un maggior numero di villette monofamiliari e un minor numero di appartamenti condominiali.
E' una scelta che dovrebbe garantire un nuovo look, forse più appetibile, a un centro che non ha mai mantenuto le promesse di sviluppo urbano "sventolate" da almeno venti anni.
L'atto di domani è quello di adozione del Regolamento. Il deliberato dovrà essere pubblicato per 30 giorni e, successivamente, tutti i cittadini potranno presentare osservazioni che l'amministrazione dovrà valutare ed eventualmente recepire. Solo al termine di queste fasi si potrà procedere all'approvazione definitiva del Piano.
Il comune di Rotondella è tra i comuni lucani che più celermente si sono attivati per condurre a termine l'iter in questione.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

7 dic 2009

Il blog vuole ripartire... "come si deve"

Sono finalmente tornato ad aggiornare il blog. Lo faccio soprattutto per l'invito di molte persone, che mi hanno comunicato di "sentirne la mancanza". Ricomincio con buoni propositi, nella speranza di riuscire ad aggiornarlo nei tempi dovuti, anche se gli impegni lavorativi premono abbastanza.
P.S. Ho deciso di togliere la moderazione ai commenti. Adesso che le acque della politica sembrano essersi calmate, possiamo provare a rischiare di nuovo.
Un saluto a tutti. Pino

Angelo esce dal carcere, ma non come il padre vorrebbe. La protesta di Giovanni Falcone

ROTONDELLA - "Ma che Stato è questo? Spiegatemelo voi". Giovanni Falcone risponde al telefono alle 15,45. E' una furia. Alle 13 ha lasciato un messaggio sul suo blog: "Libertà: Angelo è fuori. Evviva". E' la sua esplosione di gioia per la notizia tanto attesa: suo figlio ha messo i piedi fuori dal carcere, dopo quasi tre anni di detenzione. Due ore dopo, però, è molto meno allegro. Suo figlio è fuori, ma non nel modo e nel luogo in cui lui avrebbe voluto. "Non come dovrebbe accadere per un cittadino innocente - dice urlando -se fosse tutelato dal suo Stato".
Giovanni Falcone aveva chiesto che i due ex detenuti fossero prelevati dall'Ambasciata e trasportati nella sede consolare di Nuova Delhy non appena usciti dal carcere.
Non è andata così. Angelo e Simone si sono ritrovati fuori quasi all'improvviso. Una guardia carceraria li ha accompagnati in un albergo non meglio precisato, dove hanno potuto pranzare.
Pochi minuti più tardi Angelo ha contattato a Bobbio la mamma e la sorella Denise. Ha detto di essere libero, ma senza fornire precise indicazioni sul luogo in cui si trovava.
Denise ha allora chiamato subito papà Giovanni, in attesa di notizie nella sua casa di Rotondella. Una chiamata che ha subito acceso in lui due sentimenti contrapposti: da un lato la gioia per la liberazione, dall'altro la preoccupazione per la condizione incerta del figlio. Angelo e Simone Nobili, infatti, si sono ritrovati in un albergo di Nahan, la città del carcere in cui erano rinchiusi, senza molti soldi e senza documenti. Completamente soli, senza che nessuno fosse lì fuori ad attenderli.
E senza che l'Ambasciata italiana conoscesse, in quel momento, le loro coordinate geografiche. Una situazione sfuggita di mano o inevitabile?
Quel che è certo è che un arrabbiatissimo Giovanni Falcone ha subito informato della cosa la Farnesina, anche con una mail personale al Ministro Frattini. "Io ho subito contattato l'Ambasciata per avere notizie su Angelo - ha detto - e invece loro volevano conoscerle da me. E' incredibile. Due italiani innocenti sono appena usciti dall'Inferno in cui erano rinchiusi ingiustamente e adesso si ritrovano soli e senza documenti. Qualunque poliziotto, a questo punto, può tentare di incastrarli ancora o di fermarli per i documenti".
Soltanto intorno alle 17 la furia di Giovanni può placarsi. Arriva a quell'ora la prima chiamata di suo figlio, la prima da "uomo libero". Angelo parla in modo sereno e tranquillizza il padre. L'albergo in cui si trova è vicino ai luoghi in cui Giovanni stesso aveva alloggiato nel suo ultimo viaggio in India. Può collocarlo in un luogo noto e questo lo tranquillizza.
Il ragazzo scherza. "Abbiamo fatto una bella mangiata, adesso non vedo l'ora di sdraiarmi, finalmente, su un letto decente". Dopo poco tempo arriva anche il contatto, rassicurante, con l'Ambasciata: manderanno a breve una funzionaria per risolvere il problema dei documenti. Più lungo dovrebbe essere, invece, l'iter burocratico per portarli via da Nahan. Si tratta di ottenere una serie di permessi, utili in India per passare da uno Stato all'altro. A questo aspetto dovranno pensare, nei prossimi giorni, gli avvocati difensori dei due italiani. " E anche a caro prezzo" commenta Giovanni Falcone, che non dormirà sonni tranquilli prima di sapere suo figlio sotto la protezione dell'Ambasciata. Forse più tranquillo, e di certo più "comodo", sarà stanotte il sonno di Angelo. E' il minimo, dopo 985 notti consecutive trascorse in cella.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

OPINIONE SUL CASO FALCONE/ "Quei segni umani del nostro vecchio Sud

Ieri mattina Giovanni Falcone ha detto una frase che mi ha fatto riflettere in modo particolare. “Abbiamo dato al nord una lezione di civiltà. Siamo diversi e lo abbiamo dimostrato ancora una volta”. Non mi sembra opportuno farne una questione di campanili e antagonismi. Né di fare, come si dice, “di tutta l’erba un fascio”. Più di qualcuno, anche al Nord, ha seguito il caso con dedizione e passione.

C’è, però, un dato che merita rilievo: quasi tutta la battaglia mediatica e politica per Angelo Falcone e Simone Nobili si è combattuta al sud, in particolare in Basilicata. La cosa non era affatto scontata. E’ vero, il principale protagonista della battaglia è stato Giovanni Falcone, che da anni risiede a Rotondella, in provincia di Matera. Ma Angelo Falcone (la cosa non si è detta e scritta spesso) con la Basilicata non ha mai avuto troppo a che fare. Tanto meno l’amico Simone Nobili, anch’egli piacentino di Bobbio. E’ lì che i due vivevano da sempre. Lì vivono i loro amici, lì gli uomini politici e le associazioni che principalmente avrebbero dovuto difenderli e portare alla ribalta il loro caso. E invece, paradossalmente, la battaglia per Angelo è stata soprattutto una battaglia lucana. Anzitutto sul piano politico. Non sono mancate, naturalmente, le tante azioni di facciata, i tanti comunicati e interrogazioni parlamentari che lo stesso Falcone ha definito “più utili ai politici stessi che ad Angelo e Simone”.

Ma non sono mancate neppure tante azioni concrete. Quelle della base, del territorio, del “vicinato”. Quella del politico della vicina Policoro, il consigliere regionale Antonio Di Sanza, che per due anni non ha smesso di interessarsi della vicenda. O dell’ambasciatore italiano in Romania, Cospito, anch’egli lucano di Policoro, che ha saputo dare a Giovanni ottimi consigli su come affrontare i rapporti consolari. O del presidente della Provincia, Franco Stella, che è arrivato addirittura a pagargli un viaggio in India con sostanze personali. E ancora tanti altri giovani di Rotondella, quelli che per lui hanno organizzato manifestazioni e quelli che lo hanno aiutato a mettere in piedi il blog con cui ha condotto in rete la sua battaglia. E poi, soprattutto, la gente. Quella semplice, del paese. Quella che a Rotondella non ha fatto passare giorno senza chiedergli novità su quel figlio che molti non avevano neppure mai visto. Quella gente che ieri, nel rione Convento, ha condiviso per prima il suo irrefrenabile entusiasmo. Non è esagerato dire che Angelo, mai come in questi anni di detenzione, a migliaia di chilometri di distanza, è diventato davvero “lucano”.

Giovanni ha ragione: abbiamo dato un esempio di civiltà, di percezione diversa dei rapporti umani. Io direi, in due parole, di “partecipazione umana”. Forse, ogni tanto, più che “martellarci” inutilmente per il mancato sviluppo e per i nostri atavici mali, faremmo bene a guardare anche ciò che di bello e umano ancora conserviamo. E’ una storia millenaria, fatta forse di arretratezza, ma anche di cristianesimo e di una cultura dell’umano che ancora, forse inconsciamente, resiste più che altrove. Non perdiamola.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

L'intervista a papà Giovanni. "La mia battaglia per i detenuti italiani all'esterocontinua"

ROTONDELLA – Quella di ieri è stata una “chiacchierata” diversa da tutte le altre. Nelle prime interviste con Giovanni Falcone regnavano sempre calma e silenzio, nella sua abitazione all’entrata di Rotondella. E non mancava mai, nella sua voce, una vena di tristezza. Era quella di un padre disperato per una vicenda drammatica in cui, a un certo punto, aveva smesso di vedere spiragli di luce. Ieri mattina, però, è stato tutto diverso. Una telefonata complicata e spesso interrotta da tantissime altre telefonate sull’altra linea: amici, parenti, autorità politiche e istituzionali. La voce di Giovanni sempre uguale, fiera e orgogliosa, ma evidentemente piena di entusiasmo di commozione. Sentimenti ininterrotti e identici da almeno quattro ore, precisamente dall’istante in cui, alzando la cornetta, aveva appreso dalla Farnesina la splendida notizia. “Non sapevo se ridere o piangere”.

E alla fine cosa hai fatto?

Né una cosa né l’altra. Non so come e perché, ma dopo qualche minuto di commozione ho ripreso in mano la cornetta e ho cominciato a fare chiamate in continuazione.

A chi le prime chiamate?

Anzitutto mia moglie e mia figlia, che vivono a Bobbio, in provincia di Piacenza. E poi amici, conoscenti. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato un contributo in questa lotta.

Nei giorni felici si può smettere di essere diplomatici... Qualche ringraziamento particolare?

Allora faccio qualche nome preciso. In primo luogo l’onorevole Elisabetta Zamparutti, che è anche stata in India per far visita a Angelo e altri detenuti in Italia. E poi Franco Stella, presidente della Provincia di Matera, che è arrivato a pagare a me e alla mia famiglia un viaggio in India, con proprie sostanze. E ancora il consigliere regionale del Pd, Antonio Di Sanza, che ha seguito il caso dall’inizio e non ha mai smesso di essermi vicino. Poi, ancora, il consiglio regionale e le due amministrazione comunali che si sono succedute a Rotondella in questi anni. Naturalmente si sono impegnati anche altri politici, ma un conto è limitarsi a fare un’interrogazione parlamentare, che non costa più di tanto, altro conto è essere vicini concretamente a un uomo e alle sue richieste.

Anche la stampa ti è stata vicina…

E’ vero. Anche se ho dovuto faticare non poco per portare il caso alla ribalta nazionale, molti giornali locali hanno seguito il caso con attenzione e scrupolo. Una menzione speciale va alla radio Bierre Due si Santarcangelo, che in questi mesi mi ha dato sempre la possibilità di esprimermi.

Qualcuno che ha fatto meno del dovuto?

La Chiesa. E ci tengo che sia scritto.

La battaglia di Giovanni Falcone non finisce qui….

L’ho sempre e lo ripeto, la mia battaglia per i tremila italiani detenuti all’estero continua. Da oggi, anzi, riprende con maggiore entusiasmo e ottimismo”.

Il telefono riprende a squillare. Lo farà per tutta la giornata. Tra le tante voci amiche Giovanni spera di sentire, al più presto, anche quella di suo figlio.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

Appello ribalta il primo grado: Angelo Falcone e Simone Nobili assolti

ROTONDELLA – Alle 7,45 il telefono di casa Falcone ha cominciato a squillare. “Mi scusi se disturbo a quest’ora” ha esordito una voce femminile dall’altro capo della cornetta. Non disturbava affatto quello squillo. Anzi, Giovanni Falcone lo attendeva con trepidazione da troppo tempo. 982 giorni per la precisione. Tanti ne erano passati dalla fatidica notte del 9 novembre 2007, quella in cui suo figlio fu arrestato per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti nello stato indiano dell’Himachal Pradesh. La voce femminile era quella della dottoressa Carla Zuppetti, Direttrice Generale del Dipartimento per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie. La notizia era quella più attesa e sperata: l’assoluzione di Angelo.

Non più solo una speranza, ma finalmente una realtà, una certezza. Confermata dalla più autorevole delle fonti: il Ministero degli Esteri. Eppure, nonostante questo, Giovanni Falcone è rimasto incredulo per qualche minuto. Troppo bello per essere vero. A “svegliarlo” e convincerlo che non era un sogno sono arrivate altre due conferme. Prima quella degli avvocati di Angelo, poi quella della segreteria personale del ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, impegnato in quel momento in un vertice con la Russia. E’ partito, a quel punto, il suo giro di telefonate. La prima, naturalmente, alla sua ex moglie, la madre di Angelo. Poi a tutti gli altri amici. Nel giro di pochi minuti l’assoluzione di Angelo era diventata una notizia. Prima per le strade del rione Convento di Rotondella, dove Giovanni vive da qualche anno. Poi sulle agenzie di stampa e sui siti internet. I primi a parlarne sono stati i Radicali Italiani, poi la Farnesina, per bocca del portavoce Maurizio Massari. Infine, dopo le 13, sono arrivate le parole di soddisfazione del ministro Franco Frattini: ''Sono molto felice per i ragazzi Angelo Falcone e Simone Nobili, per i loro familiari, per la Farnesina. Un grazie anche alla sensibilità dimostrata dalle autorità indiane”.

La battaglia è vinta. L’Alta Corte di Shimla ha assolto Angelo Falcone, Simone Nobili (l’amico piacentino arrestato con lui) e tutti gli altri imputati indiani coinvolti nella vicenda. Il giudice avrebbe dato ragione, a quanto pare, alla tesi della difesa, secondo cui il tutto sarebbe stato ordito dalla polizia per estorcere denaro agli imputati. Totalmente ribaltata, perciò, la sentenza che nell’agosto del 2008 li aveva condannati a dieci anni di prigione. Erano state delicate e accese le ultime fasi del processo di appello, in cui la difesa era arrivata a contestare alla polizia la manomissione dei sacchetti in cui la droga sarebbe stata rinvenuta. Resta da chiarire, a questo punto, se l’assoluzione porterà a una conseguente imputazione dei poliziotti che avrebbero mentito per estorcere denaro. Su questo aspetto, però, Giovanni Falcone non ha saputo fornire dettagli più certi. Adesso cosa succederà ad Angelo e Simone? Secondo quanto ha comunicato papà Giovanni, non potranno tornare immediatamente in Italia. Dovranno passare almeno due giorni prima che possano mettere i piedi fuori dal carcere. Altre fasi burocratiche, in seguito, dovrebbero trattenerli sul suolo indiano per un paio di settimane.

Insomma, sono pochi i giorni che Angelo dovrà trascorrere in quell’India che aveva più volte definito un “inferno”. Un luogo in cui aveva sofferto per due anni una pena ingiusta, un luogo in cui, però, come lui stesso ha dichiarato, ha riscoperto la fede ed è diventato più uomo. “Prima non davo valore alle cose. Adesso ho capito quelle che contano davvero, adesso sono diverso” ha detto in una recente intervista a una reporter dell’AdnKronos. Tutta l’Italia, e la Basilicata in particolare, saranno felice di riabbracciare il “nuovo” Angelo Falcone.

Pino Suriano - articolo pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata

Falcone: concluso il processo di appello. Adesso si attende il verdetto

ROTONDELLA – Quindici o venti giorni al massimo. Tanti sono i giorni che dovranno passare prima che Angelo Falcone conosca la sua sorte. Quella di assoluzione o quella, spaventosa, di una condanna a 20 anni di prigione, richiesta dalla pubblica accusa indiana. Si è concluso l'altro ieri il Processo di Appello che vede coinvolto il 29enne piacentino di origini lucane, già condannato in primo grado a dieci anni per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti.

Per il processo sono bastati appena due giorni. Nulla a che vedere con i tempi biblici della giustizia italiana. Tutto risolto in un paio di incontri tra il giudice e gli avvocati delle due parti, senza neppure la presenza degli imputati. “In India funziona così” spiega Giovanni Falcone, padre di Angelo.
Eppure, in quegli incontri messi in calendario per il 26 e il 27 novembre scorso, le parti si sono sfidate apertamente, con accuse reciproche e veementi botta e risposta. La difesa ha messo in campo tutte le sue tesi, atte a dimostrare l’irregolarità dell’azione di polizia che, nella notte del 9 marzo 2007, condusse in cella Angelo, il suo amico Simone Nobili e altri presunti complici di nazionalità indiana.

L’arresto di Angelo sarebbe stato un vero e proprio complotto per estorcere soldi a cittadini stranieri. A dimostrarlo, sempre secondo la difesa, l’evidente manomissione dei sacchetti in cui i poliziotti dichiararono di aver rinvenuto gli stupefacenti. Portati in aula su richiesta del giudice, i sacchetti sono stati controllati da un perito del tribunale, che ha rilevato la presenza di cuciture artificiali e successive alla data dell’arresto. Un modo per evitare i danni prodotti dalle tarme, secondo l’accusa e i poliziotti. Un modo per contraffare i sacchetti e cambiarne il contenuto, secondo la difesa. La perizia, secondo il racconto di Giovanni Falcone, avrebbe rilevato su un lato la presenza di tarme, mentre dall’altro una scucitura più evidente e dubbia.

Nel corso delle sedute dei giorni scorsi si è discusso anche dell’altra grande questione controversa relativa all’arresto. I giovani sono stati arrestati nell’ambito di un posto di blocco stradale, come dichiarato dalla polizia, oppure in un appartamento privato che avevano fittato, come hanno sempre sostenuto gli imputati? A sostegno di quest’ultima tesi, la difesa ha portato una prova interessante. Il passaggio dell’auto della polizia, che avrebbe dovuto oltrepassare un posto di blocco con obbligo di registrazione, non risulta registrato in nessun verbale o documento ufficiale. Quell’auto, insomma, formalmente non sarebbe mai passata da quelle parti. Tra gli argomenti della difesa anche quello, non privo di rilievo, relativo ai numerosi altri casi di denunce contraffatte da parte della polizia indiana. L’estorsione sarebbe un “vizietto” non proprio infrequente negli ambienti delle forze dell’ordine, come dimostrerebbero anche altre sentenze indiane, con non poche analogie rispetto al caso in questione. Cosa deciderà il giudice indiano? A questo punto non resta che attendere.

Pino Suriano - articolo pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata

2 dic 2009

Tarsu a Nova Siri: l'aumento diminuisce

L'aumento passa dal 27 al 16%. La minoranza protesta: "è un atto illegittimo"

NOVA SIRI – “Rewind”: l'amministrazione riavvolge il nastro. Il 16 novembre il consiglio comunale aveva deliberato un aumento del 27% sulla tariffa Tarsu. Neppure quindici giorni più tardi l’assise è tornata a riunirsi per votare un assestamento di bilancio che contiene un’importante modifica a quel deliberato: l’aumento sulla Tarsu non sarà più del 27%, ma del 13%. L’aumento rimane, ma diminuisce in rapporto alle previsioni iniziali. Si tratta di una positiva boccata d’ossigeno per le tasche dei cittadini, di certo poco felici per l’indesiderata “sorpresa” di Natale, causata da un disavanzo di bilancio non rilevato per tempo dagli uffici comunali preposti.
Ma cosa ha reso possibile la modifica di una soluzione che il sindaco, neppure quindici giorni fa, aveva definito “inevitabile”? Una nuova e non prevista situazione. Il 25 novembre, infatti, l’Ufficio di Polizia Municipale ha comunicato l’esistenza di maggiori entrate, pari a circa 350 mila euro, dalle multe dell’autovelox sulla ss 106. Una cifra sufficiente per alleviare i "dolori" e assestare con maggiore tranquillità un bilancio altrimenti molto complesso e certamente più impopolare.
Si è trattato di una “vergognosa retromarcia”, come l’ha definita la minoranza del Pd? O di una semplice e opportuna modifica tecnica, come hanno lasciato intendere dalla maggioranza? Ciascun cittadino potrà farsi la propria idea in merito.
Era prevedibile, del resto, che l’amministrazione presentasse la scelta come un atto di buon senso, e che l’opposizione ricordasse l’invito, fatto quindici giorni fa in consiglio e non accolto dalla maggioranza, a cercare nuove soluzioni prima di deliberare l’aumento.
Gli animi, nel corso della discussione, si sono riscaldati tantissimo. Cosimo Pancaro, presidente del Consiglio, ha dovuto addirittura interrompere la seduta per placarli. Tra i più accesi, con affermazioni vicine all’offesa personale, il consigliere di minoranza, Massimo Varasano, e l’assessore all’Urbanistica, Vincenzo Pavese.
Più interessante, al di là del quasi fisiologico “gioco delle parti”, è invece il dubbio, richiamato dalla minoranza, sulla legittimità del provvedimento. L’amministrazione, secondo quanto affermato dal consigliere Varasano, non avrebbe potuto operare “l'aumento e il successivo ridimensionamento (sempre in aumento) della tariffa Tarsu”. Si tratterebbe di un atto illegittimo, sulla base di un parere della Corte dei Conti di Toscana del 5 febbraio 2009, che ha ritenuto inattuabile “la variazione in corso di esercizio delle tariffe Tarsu".
Per tali ragioni Pasquale Favale, capogruppo della minoranza, ha annunciato l’invio delle delibere “incriminate” alla sezione regionale della Corte dei Conti di Basilicata, per un parere sulla legittimità dei provvedimenti.
Nulla di illegittimo vi sarebbe, invece, secondo il sindaco Giuseppe Santarcangelo. “ Il nostro iter è corretto, avallato da un parere positivo dell’organo di revisione del comune. Inoltre, ad attestare la legittimità della strada percorsa – ha continuato Santarcangelo – c’è addirittura una sentenza del Consiglio di Stato. La stessa Legge Finanziaria, peraltro, non impedisce simili provvedimenti”. Il sindaco si è detto inoltre dispiaciuto per il clima instauratosi nel corso della discussione. “Credo che una restrizione dell’aumento dovrebbe far gioire tutti. Qui sembra, invece, che la cosa dispiaccia a qualcuno”.
C'è, infine, un'altra notizia interessante. L’aumento della Tarsu, come è noto, era stato indirettamente causato da un disavanzo di bilancio, cresciuto nei mesi perché non comunicato per tempo all’organo politico dagli uffici preposti. L’ente comunale, secondo quanto accennato da molti membri della maggioranza nel corso del consiglio, avrebbe per questo avviato un’indagine interna al fine di accertare le responsabilità della mancata comunicazione. Presto si farà chiarezza.