26 set 2007

Caso Falcone: il reporter D'Errico non entra più nel carcere

Divieto a sorpresa delle autorità carcerarie
Giovanni Falcone: "Se nessuno si muove mi lascio morire di fame"

Filippo D’Errico non potrà più incontrare Angelo Falcone e Simone Nobili. E’ quanto hanno disposto a sorpresa le autorità carcerarie indiane, che avevano concesso al fotografo free-lance una serie di brevi incontri con i detenuti italiani per documentarne le condizioni carcerarie.
La sua missione, però, è fallita. Perché anche negli incontri precedenti mai gli era stato concesso di entrare negli spazi carcerari interni, proprio quelli a cui era principalmente interessato come reporter. “Con insuccesso - ha comunicato con amarezza - non sono riuscito ad oltrepassare il corridoio che separa l’ingresso dalla prigione vera e propria. Sono stati diversi i tentativi per ottenere quello che speravo però il tutto si é concluso con un nulla di fatto. Una sconfitta. Nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani c’è scritto che ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. E’ chiaro che ancora una volta il diritto all’informazione non é stato tutelato: quello che succede nel carcere di Mandi non si deve sapere. I motivi non vengono specificati e probabilmente mai lo saranno. Un forte augurio da parte mia ad Angelo e Simone”.
Anche per questa ragione Giovanni Falcone, padre di Angelo, ha annunciato sul suo blog uno sciopero della fame ad oltranza.
A puntare il dito contro l’Ambasciata Italiana è anche l’associazione di diritto internazionale Secondo Protocollo, che ne sottolinea l’inerzia sin dai primi mesi dell’arresto. Ecco come Elisa Arduini racconti i fatti di D’Errico nel sito web dell’associazione, esprimendo pesanti giudizi sull’operato dell’ambasciata: “Dopo aver saputo della sua disponibilità (ndr. di D’Errico) ad entrare nel carcere per un servizio, immediatamente ci attiviamo sia con l’ambasciata italiana che con le autorità indiane, chiedendo alla prima se potevano aiutarci a fornire a Filippo il permesso per l’ingresso nel carcere di Mandi mentre con le seconde provvedevamo ad accreditarci onde dare a Filippo la giusta copertura giuridica. Stranamente le autorità indiane ci accreditavano tempestivamente, mentre dalla ambasciata italiana ricevevamo solo la richiesta di fornire i dati di Filippo, cosa che facevamo immediatamente, dopo di che nessuno ha saputo più niente. Non che la cosa ci meravigli, se si considera che da marzo non si sono degnati di fare, presso il carcere di Mandi, una visita consolare degna di questo nome, non c’è certo da meravigliarsi se non ci degnano”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

24 set 2007

Enea e comune: una convenzione per far crescere il territorio

Tra i progetti in cooperazione anche un "Museo del vento" e un sentiero ciclabile nel bosco
Nessun commento su un eventuale campus universitario nel centro

Cosa offre il centro Enea al territorio? La domanda è sentita. Perché raramente, nel corso degli anni, si erano percepite effettive incidenze: l’Enea è parte integrante del territorio, ma poco evidenti appaiono i suoi vantaggi, se non in termini di posti di lavoro.
Si muove in questo senso la stipula di una nuova convenzione tra il centro Enea e il comune di Rotondella, che arriva con ritardo rispetto alla precedente, già scaduta lo scorso anno. Ieri mattina sono state discusse e presentate le linee essenziali del documento che sarà sottoscritto dai due enti tra non più di 60 giorni. Erano presenti il Responsabile dell’Ufficio di Presidenza Enea Mauro Basili, il direttore del Centro Enea di Trisaia Donato Viggiano e il sindaco di Rotondella Vito Agresti.
E allora, cosa offrirà l’Enea al territorio? Sicuramente nessun contributo economico. Perché un ente “costretto” a finanziare le sue ricerche partecipando ai bandi regionali, non ha certo modo di finanziare iniziative di altri enti. “Ma il centro – assicurano - non farà mancare le sue competenze e le sue strutture”. Per cosa? Per ciò che gli sarà chiesto.
“Il nostro ente – ha detto Mauro Basili – seguendo la sua politica nazionale, vuole partire dalla domanda reale del territorio, partecipando con la propria esperienza nei campi dell’energia, dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica ai progetti che il territorio stesso ritiene più congruenti con le esigenze e le peculiarità del territorio”.
E il comune chiederà un intervento su tre direttrici: mare, Rotondella due e centro storico. In che senso? Per il mare è previsto un sostegno al nuovo progetto di sviluppo (circa 200 milioni di euro di investimento) in termini di bio-edilizia; per il centro storico un rapporto di ospitalità nelle strutture ricettive in occasione di eventi promossi dall’Enea; per Rotondella due un piano di efficienza energetica con cui avvantaggiare le realtà produttive del territorio.
E poi tanto altro: sostegno all’agricoltura, alla silvicoltura, recupero rifiuti di potatura e progetti di sviluppo del territorio, che vedrebbero coinvolti anche i circa 400 ettari di bosco presenti sul territorio comunale. Tra i più interessanti la creazione di un “Museo del vento”, per mostrare alle scolaresche possibilità alternative di produzione energetica e un originalissimo sentiero ciclistico da sfruttare per gare di Mountain Bike, con modernissimi sistemi Gps, in grado di controllare il posizionamento dei corridori all’interno del percorso e una serie di case in legno ecologiche per ospitare i turisti.
Sulla possibile localizzazione di una facoltà universitaria nel centro Enea (ipotesi a suo tempo sostenuta dallo stesso sindaco) non si è proferita parola. Ipotesi accantonata? Chissà. Certo l’Enea non accantona la formazione. E’ di questi giorni, infatti, la notizia di una nuova Scuola di alta formazione internazionale sulle Energie Rinnovabili, promossa dal centro per esperti-laureati di tutto il mediterraneo. Il bando per l’iscrizione è in scadenza per il 10 ottobre, l’inizio dei corsi è previsto per il gennaio 2008. “Ma questo è solo un punto di partenza – ha spiegato Viggiano - perché l’ipotesi è quella di trasformare l’Enea in un centro di formazione stabile: una possibilità che avvantaggerebbe enormemente il territorio”. Staremo a vedere.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

"Pavarotti city? Tutto il mondo ride di noi"

Michele Laddomata critica l'iniziativa dell'assessore Dimatteo

“Tutto il mondo ride per la Pavarotti city di Gaetano Dimatteo”. E’ il giudizio di Michele Laddomata, leader del gruppo di opposizione “Insieme per Nova Siri”. Che l’idea dell’assessore alla Cultura (quindici strade dedicate a Pavarotti) facesse discutere, era a dir poco prevedibile. E la prima critica non si è fatta attendere, con Laddomata che annuncia voto contrario all’iniziativa.
Secondo lui la notizia, di cui si è parlato tanto anche sui media nazionali, non avrebbe offerto un buon servizio all’immagine del territorio. “Sul portale yahoo.it – spiega il consigliere in una nota - non è stata riportata come notizia di cronaca, di attualità o cultura, bensì tra le notizie curiose. Il che è tutto dire”. Insieme Per Nova Siri contesta con fermezza la “trovata scenografica”, concepita come iniziativa di richiamo turistico e per promuovere il territorio.
“Nova Siri, purtroppo, non è nuova a simili trovate. La morte di una persona - prosegue la nota - non può e non deve essere strumentale al raggiungimento della propria bizzarria, al solo fine di far parlare di sé e indirettamente di Nova Siri. Finiamola di mortificare tali personaggi con questi mezzi imbarazzanti e inopportuni. Piuttosto – prosegue il comunicato – servono impegno e concertazione con tutte le componenti della collettività, per risolvere i noti problemi sul fronte dei servizi, delle infrastrutture, del commercio e della comunicazione, anziché inveire contro coloro che gratuitamente cercano di capire, attraverso un’indagine conoscitiva, quali sono i malesseri della decadenza turistica del territorio”.
“Potremmo anche concordare – conclude il comunicato – per una sola strada dedicata a Pavarotti, ma ci scandalizziamo dei Fellini, dei Pasolini, dei Bellezza che continuano ad aleggiare e dell’annunciata cittadinanza onoraria a Rivelli. Noi, semmai, avremmo ricordato i Falcone, i Borsellino e i caduti di Nassirya, che sicuramente, in quanto eroi della patria, meritano più rispetto di tali personaggi”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

23 set 2007

L'Italia parla di Pavarotti e Nova Siri

L'idea di Gaetano Dimatteo finisce su Il Giornale e RadioRai
Ma non manca qualche critica allo sviluppo del comune

La promessa di Gaetano Dimatteo è mantenuta. “Ancora una volta, come per Fellini, si parlerà di Nova Siri sulla stampa nazionale”. Sono le parole che l’assessore aveva pronunciato nei giorni scorsi, dopo l’annuncio dell’intitolazione di 15 strade alle opere di Pavarotti.E così è stato. Dopo il lancio in anteprima sul Quotidiano, la notizia si è diffusa a macchia d’olio attraverso un comunicato Ansa. E dopo appena due giorni eccola approdare sul giornale radio della Rai e sulla stampa nazionale. E’ del 20 settembre articolo di Nino Materi, pubblicato a pagina 20 de Il Giornale. Il titolo è di quelli accattivanti: “Nasce Pavarotti-City. 15 strade dedicate alle opere di big Luciano”.Insomma, un bel lancio nazionale per la cittadina jonica. All’interno del pezzo non manca, però, qualche appunto critico. “Ma a Nova Siri - scrive Materi - non si vive solo di intestazioni stradali a questo o a quel personaggio famoso. Residenti e turisti vorrebbero dalle istituzioni un maggior impegno anche sul fronte dei servizi e delle infrastrutture, magari cercando di evitare sprechi e cattedrali nel deserto. Un esempio per tutti: il bellissimo stadio di fronte al complesso alberghiero Akiris, inaugurato e subito abbandonato a sé stesso ormai da anni. Un gioiello trasformato in rudere. Uno spreco di denaro pubblico – conclude ironicamente - che indignerebbe anche Fellini e Pavarotti”.La notizia, come prevedibile, ha avuto una forte eco anche nell’ambito di internet. Si va dai social news regionali e nazionali (PostaNotizie.it e Wikio.it) fino al più noto sito di informazione Ccsnews.it, che titola: “La morte del tenore sconvolge la toponomastica di un piccolo paese”. “Seguendo questo trend – ironizza l’autrice Cristiana Paone - si potrebbe suggerire di cambiare il nome della città di Modena in Lucianopoli”. Anche i grandi portali non hanno trascurato la notizia, di cui troviamo traccia su Yahoo e Tiscali. L’anticipo dell’Ansa, infine, non ha scoraggiato AdnKronos, che ha sottolineato “il richiamo turistico dell’iniziativa”. E il punto è proprio questo. Perché, nel bene o nel male, di Nova Siri si è parlato ancora. Era, in fondo, l’obiettivo principale di Gaetano Dimatteo.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Nasce la prima enciclopedia on line su Rotondella

Un'idea dei promotori di Rotundamaris.net

Nasce “RotoWiki”, la prima enciclopedia on line su Rotondella. Si tratta di un progetto innovativo di raccolta e organizzazione del sapere, proposto per la prima volta in ambito comunale. Il progetto nasce dallo staff di www.rotundamaris.net, il sito locale che fa della “interazione utente-sito” il proprio punto di forza.
Le informazioni sul territorio, infatti, potranno essere inserite direttamente dagli utenti del sito, e poi raccolte e valutate nella loro attendibilità da una apposita redazione. Sul modello di Wikipedia (la grande enciclopedia on line mondiale), dovrebbe venir fuori una utilissima banca dati (la più ricca prodotta fino ad oggi) in cui sarà possibile reperire termini dialettali, canzoni tipiche e tante altre curiosità su Rotondella.
Altro elemento di interattività del sito, inoltre, è il “ricettario rotondellese online”, uno spazio in cui tutti potranno inserire le proprie ricette, per rendere più fruibili “i segreti” delle delizie del posto. La novità più interessante, però, è quella legata alla possibilità di inviare cartoline virtuali con immagini del territorio.
“E’ un modo che permette ai turisti di far vedere il posto delle proprie vacanze – spiegano dallo staff - ma è anche una possibilità, per i rotondellesi, di far conoscere il proprio paese”.
Idee innovative e sfiziose, dunque, che potrebbero offrire nuove linee di sviluppo al portale regionale “basilicatanet”.

21 set 2007

Caso Falcone: ecco la versione della Polizia

Per la prima volta sulla stampa la dichiarazione del commissario che arrestò Angelo e Simone
Intanto la famiglia di Simone prende le distanze da Giovanni Falcone

di PINO SURIANO
I VERBALI DELLA POLIZIA
Caso Falcone: la versione della polizia. Per la prima volta sulla stampa i verbali redatti dagli agenti indiani che la notte del 10 marzo scorso arrestarono Angelo Falcone e Simone Nobili per possesso di stupefacenti. Una versione dettagliata, quella proposta dagli agenti, ma che contrasta fortemente con quella denunciata dai due giovani in un documento inviato all’ambasciata italiana pochi giorno dopo l’arresto.
Stupisce, più di ogni altra cosa, la diversa indicazione del luogo in cui l’arresto sarebbe stato effettuato: nella casa di un indiano, secondo i due giovani; in un posto di blocco stradale, secondo la polizia.
Tra gli altri aspetti che emergono dai verbali uno è senz’altro rilevante e potenzialmente favorevole ai due giovani: i poliziotti hanno agito senza testimoni indipendenti, sebbene ne abbiano cercati prima di compiere il fermo come da prassi indiana. E’ anche per questo che nei giorni scorsi la difesa ha chiesto di esaminare un campione del sigillo apposto dalla polizia sui pacchi sequestrati quella notte.
Inquietante, inoltre, appare il fatto che la conduzione delle indagini sia stata affidata al medesimo ispettore che in quella notte aveva operato l’arresto. Un caso di possibile incompatibilità, stando alle dichiarazioni dei giovani, secondo cui la polizia avrebbe tentato di estorcere loro cospicue somme di denaro.
Insomma, una serie di elementi che conferiscono al caso tutti i contorni di un giallo. Di cui, come sempre, è quasi impossibile prevedere il finale.
* Dal testo sono volutamente esclusi i dettagli identificativi (modelli di auto, numeri di targa, strade, nomi degli agenti, etc.), quelli relativi all’analisi chimica dei campioni sequestrati e alle procedure burocratiche di registrazione del caso. L’intera trascrizione è consultabile sul sito www.secondoprotocollo.org

In data 09.03.2007 io, Ispettore Capo dell’ ufficio di Polizia, insieme con gli agenti […] mi trovavo con l’auto governativa a una certa distanza da Kamand, alle ore 23.30 circa, per effettuare controlli ad un posto di blocco.
Quindi abbiamo ricevuto un’informazione da un informatore speciale, in merito ad un’auto, in arrivo da Datola, nella quale Deepak Sharma, alias Deepa, era accompagnato da tre persone di cui due stranieri e che gli occupanti dell’auto erano in possesso di hashish. Con una torcia ispezionavamo l’auto […] e trovavamo che Deepa era seduto accanto al conducente e la persona alla guida si identificava come Gopal Das, e che c’erano due stranieri seduti sui sedili posteriori dell’auto, identificati come Angelo Falcone e Simone Nobili. Le persone sul sedile posteriore avevano posto tra di loro una borsa di colore nero; mentre Deepa, sul sedile anteriore, portava con sé una borsa di colore rosso.
Sulla base delle informazioni ricevute c’erano buone ragioni per ritenere che queste persone portassero dell’hashish. Non c’erano testimoni indipendenti (ndr. che non fossero poliziotti) presenti sul posto, in quanto gli eventi si verificarono in tarda ora e in luogo isolato.
L’agente H.R. fu mandato dal posto di blocco a cercare testimoni indipendenti affinché cooperassero nelle investigazioni, ma non fu trovato nessuno nei dintorni.
Nella borsa di Deepu si trovavano […] venti piccoli pacchi da cui emanava odore di hashish, e una volta aperti i pacchi si trovava tale sostanza stupefacente in forma cilindrica e in forma di tavolette.
Similmente, quando veniva ispezionata la borsa che si trovava tra Falcone e Nobili, tra gli abiti e gli effetti personali venivano trovati sedici pacchi contenenti hashish in forma cilindrica e di tavolette.
[…] Dopo ciò la sostanza stupefacente veniva unita e pesata con bilancia, e si stabiliva che il peso complessivo era di 18 kg. Due campioni da 25 gr. venivano estratti per l’analisi chimica e conservati in due pacchetti vuoti di sigarette coperti con stoffa e il sigillo H veniva apposto quattro volte su ogni pacchetto. I restanti 17,950 kg di hashish venivano sigillati separatamente. L’auto, insieme con le chiavi, veniva confiscata con ricevuta.
[…] La richiesta di fermo veniva preparata e inviata all’ufficio di Polizia per la registrazione del caso. Il caso fu registrato e le immagini furono affidate a me, Ispettore e Capo dell’Ufficio di Polizia.
Dopo la perquisizione personale, gli imputati vennero fermati tra le 5 e le 5,30 del mattino e informati per iscritto, tramite promemoria individuali, in merito al crimine commesso, alla punizione e all’arresto. Informazione in merito all’arresto fu fornita telefonicamente, come richiesto dagli imputati.
[…] In data 10 marzo 2007 gli imputati venivano condotti di fronte a un magistrato della corte e furono ottenuti tre giorni di fermo nell’ufficio di Polizia fino al 13 maggio 2007. Durante le indagini si registrò che contro l’accusato Gopal Das e Deepak Kumar erano stati registrati casi ai sensi del Ndps Act (Narcotics Drugs and Psychotropic Substances) rispettivamente nel 2003 e 1996. In data 14 marzo 2007 tutti gli imputati venivano prodotti davanti al Magistrato della Corte No. 1 e veniva ottenuto per loro l’arresto in attesa di giudizio. Tutti e quattro si trovano ora nel carcere di Mandi.

Il Funzionario Incaricato
Ufficio di Polizia di Sadar Mandi, distretto di Mandi
28 giugno 2007

LA FAMIGLIA DI SIMONE NOBILI HA PRESO LE DISTANZE DA FALCONE
Giovanni Falcone, da qualche giorno, è ancora più solo nella sua battaglia. E’ del 16 settembre, infatti, il comunicato stampa con cui la famiglia di Simone ha preso le distanze da ogni sua posizione. E’ stata la sorella di Simone, Cristina Nobili, a scendere in campo senza mezzi termini. “Prendiamo le distanze dalle parole attuali e future di Giovanni Falcone. Non c’è stato alcun tentativo di estorsione (ndr. si era parlato di un tentativo di estorsione operato dalla polizia subito dopo il fermo) e non è vero che i detenuti sono trattati come animali. Smentiamo anche che gli avvocati abbiamo presentato una parcella tanto esosa (ndr. Falcone aveva parlato di circa 60 mila euro). Il conto non è ancora stato presentato, visto che la prossima udienza è prevista per ottobre”.
Falcone, ad onor del vero, aveva già precisato in precedenza che il preventivo spese da lui dichiarato non faceva riferimento a una parcella già formalmente presentata dagli avvocati, ma a una sua personale richiesta di informazioni.
“Forse è il desiderio di non fare clamore – ha ribattuto Giovanni Falcone – a condurre la famiglia di Simone a un simile atteggiamento. Io però non mi do per vinto e continuo a credere nell’innocenza di mio figlio. Continuerò a lottare per lui e anche per Simone”.
Al di là di ciò, non si comprendono le ragioni del comportamento della famiglia di Nobili. E’ possibile, forse, che i genitori di Simone temano di compromettere ulteriormente la posizione del detenuto con una campagna mediatica troppo decisa e potenzialmente offensiva per le istituzioni chiamate a giudicare il caso?

LE NOVITA’ DELLA BATTAGLIA DI GIOVANNI FALCONE
Non conosce pause la battaglia mediatica e politica di Giovanni Falcone, che ha portato novità dall’ennesima trasferta a Bobbio, città di residenza di suoi figlio.
Per Angelo e Simone, infatti, si sono attivate anche le autorità piacentine. E’ dell’altro ieri la mozione votata all’unanimità dal consiglio provinciale di Piacenza, presieduto da Gabriele Gualazzini. Nel documento si chiede alle autorità preposte di attivare ogni mezzo possibile per una celere risoluzione del caso e si chiede, in particolare all’ambasciata, di offrire un contributo di solidarietà alle famiglie per i costi esosi sostenuti per la difesa (circa 60 mila euro per entrambi, sebbene tale contributo non sia previsto dalla legge). Nonostante il voto unanime, però, non è mancata qualche proposta di emendamento. Come quella del consigliere Raimondo Magnani, che ha chiesto di emendare il documento eliminandone la parte che contiene un giudizio di merito sulla nazione indiana (“in cui il rispetto dei diritti umani deve ancora raggiungere livelli accettabili”). E l’idea non è certo balzana, poiché non è utile, in questo momento, urtare la suscettibilità della nazione che dovrà giudicare i due connazionali.
Alla mozione del consiglio provinciale di Piacenza si affianca quella, proposta nei giorni scorsi, del consiglio regionale dell’Emilia Romagna già pubblicata integralmente sul sito dell’associazione di diritto internazionale http://www.secondoprotocollo.org/. Del caso si è occupato anche il consiglio comunale di Bobbio, la cittadina in cui risiedono i due detenuti. Si tratta di iniziative importanti e potenzialmente utili per il caso, ma che giungono con un ritardo rilevante rispetto a quelle avviate, ormai da qualche mese, dalle istituzioni lucane.
Il caso di Angelo e Simone è stato ancora una volta oggetto di interrogazione a risposta scritta al Ministero degli Affari Esteri. A farsene promotore, questa volta, il deputato de L’Italia dei Valori Pino Pisicchio. L’onorevole, che racconta con dovizia di particolari la drammatica versione dei fatti proposta dai due giovani, pone come prioritario “il concreto e attuale problema delle scarsissime garanzia processuali riconosciute ai due connazionali e della loro precaria situazione di salute”.
Sempre nei giorni scorsi, a Piacenza, Falcone ha incontrato l’eurodeputato Gianni Pittella, giunto nella città emiliana per la convention del candidato al Pd Enrico Letta. In quella occasione, alla presenza di Antonio Disanza e del presidente della Regione Vito De Filippo, avrebbe ottenuto importanti rassicurazioni da Pittella circa una divulgazione internazionale del caso. E giunge quasi a pennello, il prossimo 30 novembre, il summit Ue-India per la negoziazione di rapporti bilaterali. “In quel contesto – ha assicurato Pittella – si troverà l’occasione per far presente il caso alle autorità indiane”. Un’occasione da non perdere.


L’ARRIVO A MANDI DEL FOTOGRAFO FILIPPO D’ERRICO
Finalmente un volto amico per Angelo e Simone. E’ quello di Filippo D’Errico, fotografo italiano iche ha chiesto alle autorità indiane di effettuare un reportage fotografico sulle condizioni del carcere in cui sono rinchiusi. D’Errico si trovava già nel sud dell’India, quando venne a conoscenza del caso attraverso il blog di Giovanni Falcone. E dopo avere ottenuto il suo consenso, si è rivolto alle autorità per avere il permesso di far visita ai due. Consenso presto ottenuto, anche grazie all’interessamento dell’associazione di diritto internazionale Secondo Protocollo, ente con cui Giovanni Falcone ha stretto di recente un intenso rapporto di collaborazione. D’Errico è partito l’altro ieri da Goa (città del sud dell’India in cui si trovava) per raggiungere in volo Mandi. E proprio ieri mattina Falcone ha ricevuto la prima mail del reporter, incentrata sul suo primo incontro con i detenuti.
“Li ho visti pallidi – ha scritto F.D. – ma mi hanno detto che è per l’epatite da cui sono stati effetti. Hanno buoni rapporti con gli altri detenuti, eccetto che con uno, il quale, però, è già stato trasferito”. Rilevante, infine, un suo appunto sulle condizioni di vigilanza all’interno del carcere. “Questo è un carcere autogestito” avrebbe rivelato Angelo con un pizzico di ironia.“Quando gli ho detto che tra non molto lo andrai a trovare – ha concluso - mi ha risposto che sarebbe meglio se restassi a casa, però nei suoi occhi ho letto il contrario”
Ieri mattina, inoltre, il reporter ha avuto modo di incontrare anche l’avvocato Kapoor, uno dei due difensori di Angelo e Simone. Un colloquio di circa due ore in tribunale – ha raccontato D’Errico – nel quale l’avvocato gli avrebbe confessato le oggettive difficoltà nel provare l’innocenza dei due, della quale egli stesso sarebbe convinto”.

18 set 2007

Articoli in bianco e nero


Da oggi saranno postati anche alcuni articoli pubblicati nei miei cinque anni di collaborazione con Il Quotidiano. Con la certezza che un occhio al passato (pur recente) aiuterà a comprendere meglio alcuni fatti. Questa è un'intervista del 19 dicembre 2004, con cui Mario Cucari, da poco assessore provinciale, mi chiariva quello che sarebbe stato l'iter del progetto di collegamento con la Sinnica, che prevedeva, tra le altre cose, tutta una serie di interventi legati all'isolamento del territorio.


Viabilità Rotondella: "L'iter è in avvio seppur con passo lento"
Parla l'ex sindaco di Rotondella e attuale assossore provinciale ai Trasporti

ROTONDELLA - Dove saranno andati a finire gli undici miliardi di vecchie lire stanziati per il miglioramento della viabilità extraurbana di Rotondella? E’ una domanda che si saranno fatti in molti, (considerando che dalla notizia del finanziamento sono passati quasi due anni) magari ipotizzando un qualche intoppo politico o burocratico intervenuto a bloccarne l’erogazione. Niente paura, l’iter è in avvio, seppur con passo lento. Proprio in settimana la Giunta Provinciale ha approvato il progetto preliminare di facilitazione viaria del collegamento tra il centro collinare e la Sinnica. Lo ha annunciato Mario Cucari, Assessore Provinciale ai Trasporti, Protezione Civile e Patrimonio. A suo parere, se le linee del progetto preliminare dovessero essere seguite totalmente, il collegamento con la Sinnica si accorcerebbe di circa sette minuti. Non poco, per un centro fortemente penalizzato dalle tortuosità viarie. Ma affinché il progetto diventi realtà bisognerà attendere non poco. Stando all’accordo quadro siglato dalla Regione, il lavoro dovrebbe essere “cantierizzato” entro il dicembre 2005, ma non è difficile che la data possa slittare. Dopo l’approvazione della giunta il progetto preliminare passerà al vaglio della Regione che, dopo eventuali modifiche, lo ripasserà alla Giunta Provinciale incaricata di valutare se affidarlo o meno a professionalità esterne. Tre sono i punti del tragitto in cui verranno effettuati gli interventi più cospicui. Anzitutto, scartata l’ipotesi di un viadotto per l’eccessiva pendenza, si provvederà alla sistemazione del cosiddetto “fosso di San Giovannone” (nei pressi di Rotondella due), che probabilmente sarà raddrizzato attraverso una sopraelevazione della superficie stradale. Molto efficace, dal punto di vista dell’accorciamento dei tempi di viaggio, sarà poi l’allargamento dell’attuale senso unico nei pressi di contrada Macchiarella. Il tratto, dopo un consistente allargamento, sarà percorribile a doppio senso, consentendo un’immissione più agevole nella S.p. 104. Da quel punto fino al rione Mortella, inoltre, alcune curve saranno rese meno tortuose con interventi aggiustativi. Interventi di consolidamento saranno effettuati, infine, nella traversa del fiume Sinni. Il famoso ponte di collegamento con la Sinnica, attualmente bloccato al doppio senso da due blocchi di cemento, sarà reso scorrevole. Sui tempi di realizzazione Cucari è realista, ma ci tiene a sottolineare il “poderoso impegno della Regione Basilicata affinché tutti i lavori siano avviati nei tempi previsti”.


17 set 2007

Collegamento Rotondella-Sinnica: entra in gioco l'opposizione

"Spiegate ai cittadini ciò che avete deciso"
Un'interrogazione di Francomano per il prossimo consigl
io

ROTONDELLA – Collegamento Rotondella-Sinnica: scende in campo l’opposizione. Dopo le anticipazioni del Quotidiano sulle scelte di comune e provincia, arriva un’interrogazione a risposta orale di Vincenzo Francomano, capogruppo del Centrosinistra per Rotondella.
La richiesta di Francomano verte sulla conferenza di servizi tenutasi lo scorso 27 agosto presso la provincia di Matera per discutere sulla destinazione dei sei milioni di euro per le strade extraurbane del territorio di Rotondella, erogati nell'ambito del Piano provinciale per la viabilità. “Un finanziamento – ricorda Francomano – ottenuto quando a Rotondella amministrava il centrosinistra”.
Dell’esito di quella conferenza, tenutasi lo scorso 27 agosto, nulla è ancora noto, se non l’intenzione di spendere quei fondi unicamente per la riqualificazione del ponte Traversa Sinni e non anche per qualche intervento di contrasto all’isolamento del territorio.
“Proprio in questo modo – ha ricordato l’ex sindaco Mario Cucari – si articolava il progetto preliminare che inizialmente ottenne il finanziamento. Erano segnati alcuni punti specifici di intervento che avrebbero contribuito a togliere Rotondella dall’isolamento”. Ma questi interventi, probabilmente, non si faranno. Anche per una recente riduzione di quel finanziamento, passato da 7,2 milioni di euro a 6 milioni. Le ragioni di questa riduzione, però, rimangono un mistero, poiché nessuno, né dal comune né dalla provincia, si è ancora espresso pubblicamente per chiarire i contorni della questione.
Ed è proprio ciò che auspica Francomano, chiedendo di conoscere “lo stato di attuazione del progetto; le posizioni sostenute dall’amministrazione in seno alla suddetta Conferenza di Servizi; le determinazioni assunte alla fine della Conferenza; l’orientamento dell’amministrazione in riferimento alle priorità di intervento e alle modalità di realizzazione del progetto”.
Si attende perciò la prossima assise comunale, prevista entro la fine del mese, che dovrebbe chiarire tanti punti oscuri. Tra cui: perché quel finanziamento è stato ridotto? Perché l’amministrazione avrebbe offerto il beneplacito a un intervento non determinante per risolvere i gravissimi problemi di collegamento del territorio? Perché nessuno degli amministratori si è mai pubblicamente espresso in merito alla questione?
E a tutto questo Francomano aggiunge un dubbio: “Perché non ha mai organizzato un incontro per sentire il parere dei cittadini sulla questione? Questa amministrazione - conclude - ha abusato in campagna elettorale del concetto di democrazia partecipata, ma vorrei ricordare che l'amministrazione di centrosinistra Cucari-Francomano (dipinta come anti-democratica), non appena aveva ottenuto la notizia dell'inserimento dell'opera nel piano di viabilità regionale 2000-2006, promosse (era il 10 maggio 2003) un incontro pubblico, con Amministratori locali, provinciali e regionali, in cui i cittadini presenti espressero la loro opinione”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Paternostro contro i parcheggi nel corso

Fronte Sociale Nazionale: "Un inutile scempio"

ROTONDELLA - Anche il Fronte Sociale Nazionale si oppone ai nuovi parcheggi di corso Garibaldi a Rotondella. E' stato divulgato nei giorni scorsi un volantino di protesta a firma di Riccardo Valentino Paternostro, segretario regionale del Fsn, che ha ribadito le sue posizioni di dissenso nei confronti dell'Amministrazione. «Il nuovo parcheggio nessuno lo vuole - recita il volantino - avrà costi astronomici e rovinerà l'ambiente (alberi e passeggiata). Le soluzioni alternative sono tante - aggiunge Paternostro - e soprattutto il Comune ha solo la metà dei finanziamenti. Come farà per l'altra metà?». Concludono il volantino tre versi di poesia come sintesi del contenuto: “Sincroni e dissonanti/ il tonfo degli alberi/ il riso idiota dei mostri”.
Quella di Paternostro non è la prima iniziativa di dissenso nei confronti dell'opera di riqualificazione di Corso Garibaldi. Già nei mesi scorsi, infatti, l'associazione culturale Community aveva avviato una petizione per fermare i lavori, giudicandoli inutili e dannosi all'ambiente, ma la protesta, fino ad ora, non ha ottenuto risposte. A giorni, infatti, dovrebbe essere previsto l'inizio dei lavori.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

14 set 2007

Nova Siri: Dopo le vie di Fellini ecco quelle di Pavarotti!

L'ultima trovata dell'assessore Dimatteo
Quindici vie intitolate in una nuova zona residenziale

NOVA SIRI – Gaetano Dimatteo, assessore alla cultura e spettacoli, ha trovato un’altra delle sue. Dopo le vie di Fellini, ecco quelle di Pavarotti! Non una, ma circa quindici nuove strade di Nova Siri scalo saranno dedicate al tenore scomparso lo scorso 6 settembre. O meglio, a lui e alle opere che ha cantato.
“Voglio essere ricordato come cantante d’opera” aveva detto Pavarotti prima di morire. E Dimatteo è già pronto ad accontentarlo. Nella nascente zona residenziale alle spalle di via della Libertà, infatti, le nuove vie porteranno sì il nome del tenore, ma per ognuna sarà specificato il titolo di un’opera da lui interpretata. Si avrà perciò una simile toponomastica: “via Luciano Pavarotti Aida”; “via Luciano Pavarotti Boheme” e così di seguito.
La trovata, come detto, ha un precedente illustre, risalente alla metà degli anni ’90. Dimatteo, allora al primo mandato assessorile, partorì l’idea: tutte le nuove vie del lido dedicate ai più bei film di Fellini. Strade come “Amarcord” o “Tre passi nel delirio” non si erano mai viste da nessuna parte. E provocarono giudizi discordanti: stupore, ammirazione e anche qualche critica. Ma una cosa è certa: di quell’iniziativa si parlò tanto, anche sulla stampa nazionale. “Hai fatto una cosa sognante”, commentò, tra gli altri, l’allora sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi.
Ma perché Pavarotti? Nel rispondere, Dimatteo non nasconde una ragione personale: la sua passione per il canto e il tenore. “L’ho amato da sempre – racconta – seguendo ogni passo della sua carriera. Questa mia passione crebbe tanto durante una parentesi di studio a Modena, negli anni ’70, dove mi capitò di incontrarlo in via Emilia. Lui era attorniato dalla folla e non poté darmi retta. Quell’incontro resta in me come una cartolina sbiadita, ma ricordo che comunque non frenò la mia passione”.
L’idea, balzata alla mente dell’assessore subito dopo la morte del tenore, ha già ottenuto il consenso informale della giunta e il beneplacito del sindaco. L’iter, naturalmente, è ancora lungo. Dimatteo dovrà produrre una relazione da approvare in giunta e successivamente in consiglio comunale. E a quel punto, senza dubbio, Nova Siri sarà il paese con il maggior numero di vie dedicate a Pavarotti. “Un originale primato – spiega Dimatteo – che farà parlare di noi, come era accaduto per Fellini”. Anche così, secondo l’assessore, si promuove un territorio.

Pino Suriano - per Il Quotidiano della Basilicata

12 set 2007

Rotondella: a palazzo Ielpo un museo numismatico?

Nicola Ielpo, ex direttore della Zecca, donerebbe al pubblico il suo tesoro di medaglie e monete
"
Ma serve anche il contributo delle istituzioni"

ROTONDELLA – Un preziosissimo museo numismatico a Rotondella? Sarebbe un pezzo più unico che raro, perché a dargli consistenza non sarebbe una qualsiasi collezione pubblica o privata, ma il tesoro personale di un uomo che per le monete ha dato la vita, ricevendone in cambio fama mondiale. E non si tratta, come potrebbe intuirsi, semplicemente di un collezionista. Il personaggio in questione è Nicola Ielpo, già Direttore Generale della Zecca di Stato dal 1978 al 2000.
E’ lui che ha “deciso” la forma, il peso e la dimensione dell’euro, animando dal 1991 un gruppo di lavoro internazionale (Mdwg - Mint Directors Working Group) con il compito di uno studio per definire la serie unica di monete europee.
Ma la fama mondiale era arrivata anni prima. Non tutti sanno, infatti, che fu italiano, nel 1982, il brevetto per la prima moneta bimetallica (utilizzata a suo tempo per le 500 lire e poi per 1 e 2 euro). E forse ancor meno noto, almeno da queste parti, è che ad inventarla fu un lucano di Rotondella: Nicola Ielpo, appunto. Insomma, uno che nel settore ha raggiunto i vertici, fino all’incarico di Presidente “pro tempore” della Conferenza Mondiale dei Direttori di Zecca.
Circa 40 anni di onorata carriera, che gli hanno consentito di raccogliere riconoscimenti da ogni parte del mondo. E alla fine, quasi senza accorgersene, si è ritrovato in casa un tesoro di circa 5 mila medaglie e monete di ogni foggia e provenienza. Un tesoro di inestimabile valore, meritevole del più degno trattamento. Chiunque lo avrebbe gelosamente tenuto per sé, ma lui ha pensato ad altro. “Che cosa – ha spiegato al Quotidiano – potrebbe valorizzarlo più di una esposizione al pubblico nel paese delle mie origini?”.
Nicola Ielpo, infatti, è nato a Rotondella nel 1936. E’ lì che ha trascorso gli anni dell’infanzia, fino al trasferimento per motivi di studio. Prima la maturità classica, poi l’iscrizione al corso di laurea in Ingegneria Meccanica. Negli anni successivi la straordinaria carriera nella Zecca di Stato e ora, infine, la docenza presso l’università di Tor Vergata in Roma, dove tiene un corso in Tecnica Monetaria.
E ogni estate, puntualmente, il ritorno in Basilicata. E’ qui che risiedono alcuni tra i suoi ricordi più cari, è qui che ha sede il tanto amato palazzo Ielpo, elegante dimora nobiliare della sua famiglia. E proprio in questa fine cornice vorrebbe accogliere la collezione, “potenziale oggetto di attenzione per gli appassionati – spiega - ma anche validissimo strumento di studio per scuole ed università”.
Insomma, il suo desiderio c’è tutto, ora bisogna attendere quello delle istituzioni. L’iniziativa, infatti, richiede la collaborazione di più soggetti, anche per la realizzazione di una serie di sistemi (allarmistica, vetrine blindate, etc.) indispensabili per la protezione. Ielpo ha aperto le porte del suo palazzo. Saranno pronti gli enti (comune, regione, provincia, Cosvel, etc.) ad entrarvi con solerzia? Non farlo, a questo punto, sarebbe atto di miopia politica. Perché poche sono le opportunità per rendere unico un territorio …e questa, con ogni probabilità, è una di quelle.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Nova Siri: Gaetano Dimatteo replica a Cittadinanzattiva

"Loro? Anzitutto un gruppo politico" L'assessore difende il suo cartello di grandi eventi

NOVA SIRI – Ha letto, ha incassato, ha riflettuto. E ora risponde alle accuse, punto per punto. Gaetano Dimatteo era salito sul banco degli imputati nell’ambito di una conferenza di Cittadinanzattiva. Il sodalizio, presentando alla stampa i dati di un sondaggio sul turismo, non aveva risparmiato pesanti strali all’assessore alla cultura. “Non capisce nulla di turismo” aveva detto il referente locale Rocco Montagna, commentando alcune dichiarazioni ottimistiche di Dimatteo sulla stagione turistica. “Non ha i piedi per terra” aveva aggiunto Nicola Vassallo di Confesercenti.
Lui non si scompone e ribatte con ironia. “Se avessi i piedi per terra – scherza - non sarei certo un artista”. E sulle ragioni di quella conferenza aggiunge: “Volete la mia? Io penso proprio che alcuni di questi signori saranno i prossimi candidati ad amministrare il comune di Nova Siri. E’ una personale ipotesi, ma tanto astio politico non si spiega altrimenti”.
Sul sondaggio in questione taglia subito corto. “Non ha rigore scientifico – spiega – solo uno studio con parametri più chiari, condotto dall’inizio dell’estate, avrebbe potuto offrire riscontri considerevoli”.

L’estate che ha visto Lei, dunque, è ben altra cosa?
“Un’estate feconda, direi. Ho visto finalmente tanti giovani uscire dai villaggi e partecipare attivamente ai nostri eventi, anche nel centro storico. Ho visto una Nova Siri molto viva, capace di mettere in piedi ben 31 eventi, tra cui menziono solo alcuni: un grande concerto di Eugenio Bennato, le riuscite sagre del pesce e delle orecchiette (quest’ultima organizzata dalla parrocchia di Sant’Antonio), gli eventi della Pro Loco e il teatro, animato da due associazioni locali che ho voluto valorizzare con ottimi risultati (ndr. Castro Boleto e I Fuochi Fatui)”.

Un’estate ricca, dunque, ma secondo il sondaggio sarebbe rimasta ignota ai turisti: il 71% degli intervistati non avrebbe ricevuto il programma delle manifestazioni. Una pessima distribuzione?
“Macché – replica – il volantino ha avuto ampia diffusione. Lo hanno distribuito la Pro Loco, la biblioteca comunale e l’ufficio informazioni del comune”.

Insomma, coscienza a posto?
“Naturalmente! Io sono sereno e non nutro astio verso nessuno, perché sono certo di aver fatto al meglio il mio lavoro. E poi – conclude con riferimento al noto “Sanremo bidone” degli anni scorsi - non avrò fatto il grande turismo, ma non ho mai detto che a Nova Siri c’erano Gianni Morandi e Ligabue mentre si trovavano in Emilia. Io ho detto che c’era Eugenio Bennato, e lui è venuto per davvero”.
Ma la politica culturale di Dimatteo guarda anche altrove. Il suo fiore all’occhiello, infatti, sono i grandi eventi e le intuizioni che “promuovono il territorio, lanciandone l’immagine oltre confine”.
E qui la lista è lunga. Si va dalle vie intitolate ai film di Fellini (di cui diede notizia anche la stampa nazionale), passando per Cinemadamare e il Siris Festival, fino alla rassegna “La luna e gli scrittori”, che ha portato sulle rive dello jonio autori di alto livello, non ultima Mariolina Venezia, salita alla ribalta di recente per la vittoria al super Campiello. “La vincitrice del Campiello scriverà un romanzo ambientato a Nova Siri, edito da Einaudi. Quale migliore promozione – si chiede l’assessore - per l’immagine del territorio?”. Era sembrato un “paragone pesante”, quello proposto da Dimatteo tra la Venezia ed Elsa Morante. Pochi mesi dopo si rivela una valida intuizione, a metà strada tra buon auspicio e profezia.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

11 set 2007

Un'opinione sulla festa di Sg e la fine delle ideologie

Questa mattina il Quotidiano ha pubblicato un editoriale a mia firma sulla festa Eurogeneration della Sinistra Giovanile Lucana svoltasi pochi giorni fa a Metaponto. La questione, perciò, non riguarda direttamente Rotondella. Ma per gli interessati al mio pensiero basta un click qui. Se non siete d'accordo ditelo con franchezza nella sezione commenti. Pino

Calcio: il Rotondella è già competitivo

Il Dt Divincenzo carica i suoi: "Un mercato oculato di giovani promesse"
E intanto la stagione comincia senza il campo sportivo

ROTONDELLA – Il Rotondella si sente già competitivo. Si apre con ottimismo la nuova stagione in Prima Categoria per la squadra di mister Antonio Martino, riconfermato dopo i buoni risultati degli anni scorsi. La compagine jonica non ha fatto follie sul mercato, ma si è assicurata le prestazioni di alcuni giovani talenti già in evidenza sul territorio. Si tratta di Francesco Manolio, prelevato dal Francavilla, Angelo Ripa, del Policoro 2000, e Roberto Manolio dello Scanzano. Avranno al loro fianco altre giovani leve, provenienti dal Basso Sinni: Marco Mele, Antonio Dimatteo e Vincenzo Giovinazzo. Ma l’acquisto per eccellenza, secondo i dirigenti, sarebbe l’inserimento in rosa del talento locale Mario Manolio, di rientro dopo una stagione non felicissima al Montalbano Jonico. Nessuna cessione importante, inoltre, ad eccezione di Gaetano Galati, promettente bomber di 17 anni, passato quest’anno al Policoro.
“A mister Martino abbiamo affidato una rosa completa in ogni reparto – spiega il direttore tecnico Antonio Divincenzo – composta da 22 elementi, tutti in grado di competere per un posto da titolare. I risultati della preparazione si sono già visti: le amichevoli estive contro squadre di categoria superiore hanno dimostrato che siamo pronti a disputare un campionato di vertice.”
In mezzo a tanto entusiasmo non manca, però, una nota negativa. Si tratta del campo sportivo di rione Mortella, non ancora adeguato ai nuovi standard normativi. “Quasi certamente – spiegano i dirigenti in una nota – le prime partite saranno giocate a porte chiuse, con grande delusione per il nostro pubblico che ci segue con entusiasmo. Ciò è causato dalla lentezza con cui sono stati assegnati i lavori di ristrutturazione, che hanno avuto inizio solo grazie all’interessamento dell’assessore Antonio Dimatteo. Meno male – prosegue la nota – altrimenti avremmo avuto la necessità di emigrare, nonostante avessimo sollecitato il problema sin dal mese di febbraio”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

10 set 2007

Consiglio comunale di Colobraro: via le barre di Elk River

No Scorie Trisaia: "La Regione si è scordata del problema"
L'assise riprende una richiesta di ambientalisti e agricoltori

COLOBRARO – Il consiglio comunale di Colobraro ha deliberato una richiesta al governo per la restituzione agli Usa delle barre di Elk River, presenti nel centro Itrec della Trisaia di Rotondella. L’assise di Colobraro è la prima, in ordine di tempo, ad accogliere la richiesta dei movimenti “No Scorie” del Metapontino e delle associazioni di categoria degli agricoltori (Cia regionale e Coldiretti Scanzano), che già in luglio avevano sollecitato in tal senso le istituzioni lucane. “Tale richiesta – si legge nel documento prodotto a luglio dai movimenti - si rende necessaria alla luce degli accordi tra Italia e Francia per il trattamento dei rifiuti radioattivi presenti sul territorio italiano. Siccome tale accordo non riguarda il sito della Trisaia di Rotondella, è facile arguire che, una volta effettuata la vetrificazione, i rifiuti rientreranno in Italia in quel famigerato Deposito Unico Nazionale, ancora da individuare, che potrebbe facilmente coincidere con l’unico sito italiano che possiede ancora barre di un reattore nucleare, e cioè Rotondella”.
A dare notizia della delibera è l’associazione No Scorie Trisaia, che nella stessa nota sottolinea una certa disattenzione della Regione Basilicata al problema delle scorie. “La Regione Basilicata e il suo assessore all’ambiente Vincenzo Santochirico - si legge nel comunicato - sembrano aver dimenticato i gravi problemi legati alla questione nucleare e in particolare all’emergenza della contaminazione della fossa irreversibile del centro nucleare di Trisaia e alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Non si riunisce da circa 9 mesi il tavolo della trasparenza, la parola radioattività è sparita dal sito Arpab, gli ultimi documenti dei tavoli della trasparenza non esistono più sul sito di Basilicatanet (stranamente proprio quelli in cui si muovono accuse precise da parte delle associazioni e dei movimenti alla gestione regionale) e non si parla più di piano di emergenza esterno per le popolazioni previsto dalla Prefettura di Matera”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

9 set 2007

Inchiesta sui primi popolamenti della costa jonico-lucana

Quando il mare era una tavola e i villaggi un'utopia
Amarcord dei primi insediamenti della costa jonica
(Le foto delle baracche sono concesse da Mimmo Stigliano dall'archivio rotundamaris)

di PINO SURIANO

“Quando eravamo giovani”. Quando i villaggi turistici si vedevano al massimo sulle riviste, Enea era solo il nome di un eroe mitico e il depuratore un problema incalcolabile. Quando il mare, nell’ultimo lembo di costa jonico-lucana, era ancora “una tavola blu”.
Partono da lì, nel tratto di spiaggia tra Rotondella e Nova Siri, i ricordi di una generazione che seppe rinunciare ai comfort del nascente boom tecnologico per trascorrere le prime e intense “estati al mare”. Sfidando tutto e tutti. Il Quotidiano ha voluto stimolare un lungo e gustoso viaggio nei ricordi dei primi protagonisti di quella che appariva, allora, un’autentica avventura.

GLI INIZI

Mario Oriolo era un giovane e robusto padre di famiglia verso la fine degli anni ’50. Sua moglie Rosa Manolio una fine ragazza nata a Buenos Aires, figlia di italiani emigrati. Insieme avevano fatto famiglia a Nova Siri. La spiaggia era a pochi passi, ma non avevano certo l’intenzione e il tempo di frequentarla. Allora non si usava: il mare non era ancora un gusto, almeno da queste parti.
Eppure una circostanza causale diede inizio alle loro storie estive. Il loro bimbo soffriva di un piccolo difetto alle gambe. “Nulla di grave – disse un primo medico interpellato – gli basterà camminare sulla spiaggia”. Ma i genitori, forse perplessi, si rivolsero altrove. E la risposta fu la stessa: “Un po’ di spiaggia gli farà bene”. Fu così, per la sanità del piccolo, che l’avventura prese il via.

LE “BARRACCHE”

A quel tempo non c’erano ancora i camper, le roulottes e le verande. Nè c’erano, naturalmente, i più moderni bungalow, ma qualcosa che a questi ultimi somigliava tanto. Si chiamavano genericamente baracche, ma da subito, con il consueto raddoppiamento dialettale della erre, cominciarono a dirsi “barracche”. Si trattava di semplici strutture artigianali in legno, in genere con doppie porte e finestre per arieggiare, per le quali tanti falegnami cominciavano a specializzarsi. Gli spazi non erano ampi (in quella di Mario Oriolo vivevano due famiglie per un totale di nove persone), ma l’esigenza del mare tirava più del comfort.

QUELLA STRANA TOILETTE

Non c’erano ancora i problemi del depuratore di Nova Siri, ma non c’era neppure un impianto fognario. E comunque bisognava ingegnarsi, nel modo più semplice e veloce, per i propri bisogni. E cosa c’era di più semplice, nell’immenso arenile, di una buca profonda? Si faceva proprio così: circa 1 metro e mezzo di profondità, quattro assi in legno a delimitarne il perimetro, e una ridicola (ma utile e comoda a quel tempo) sedia in paglia bucata al centro. I più pratici coprivano con tende, gli scrupolosi con una struttura quadrangolare in legno. Naturalmente il soffitto era aperto per far uscire i cattivi odori. E in caso di pioggia? Generalmente si evitava. Per sostituire lo scarico, infine, una palata di sabbia era più che sufficiente.

…ALLA SERA INTORNO A UN FUOCO

Dopo il tramonto, naturalmente, non c’era elettricità. Eppure non si desiderava presto il sonno. Nasceva, come per incanto, un desiderio profondo di legame e aggregazione tra le varie famiglie. E così ci si sedeva intorno a un fuoco, che assolveva ad almeno tre funzioni: illuminare, riscaldare e soprattutto allontanare le zanzare, presenti massicciamente in quell’area paludosa. Per l’illuminazione, oltre al fuoco, erano di aiuto le lampade ad acetilene.
La televisione non era ancora in tutte le case, figuriamoci al mare. Ma la serata passava comunque, forse con un gusto maggiore, mentre a turno si intonavano i famosi “cos cusedd”, simpatici indovinelli con rima che sfidavano le capacità intuitive dei presenti. Rompicapo che duravano ore e facevano il paio con i racconti di fatti vecchi e nuovi (palmurje) e le intramontabili barzellette.

TRA SCHERZO E DEVOZIONE

Da quel senso di aggregazione, quasi impalpabile e invisibile al mondo, scaturivano altre intuizioni geniali per trascorrere il tempo. E tra le tante cose si pensò un giorno a una simpatica quanto strana “messinscena”. Una processione senza il prete, con due pezzi di legno (“ramagghie”) a rappresentare la croce. Una passeggiata quasi surreale (per alcuni scherzosa, per altri pregna di devozione) attraverso le baracche del lido.

IN ACQUA LEGATI AL CARRO

I bimbi in spiaggia andavano tenuti d’occhio. Potevano perdersi, finire in acqua, nella peggiore delle ipotesi addirittura annegare. Perciò bisognava guardarli con attenzione, non perderli di vista. E cosa c’era di più sicuro che tenerli legati? “E così facevano in molti: – ricorda vivamente Nino Conte, nipote di Mario ora residente a Taranto – venivano in spiaggia con il carro e legavano i bimbi con corde nere alla vite”. Quasi a dire: “il fine giustifica i mezzi”.

QUANDO IL CAVALLO FINI’ SOTTO IL TRENO…

Nelle baracche non c’era il frigorifero, non c’erano i cibi fresche e per fare il pane si tornava a casa in paese. Non prima, però, di aver preso per l’impasto l’acqua marina che conteneva il sale e consentiva perciò di risparmiarlo.
E senza il frigo, naturalmente, la carne non c’era. Ma anche per quello una strana provvidenza fece la sua parte. A pochi passi dalla spiaggia i bagnanti sentivano assordante il rombo dei treni che passavano per la stazione Nova Siri - Rotondella. Le ferrovie erano vicine al mare, e un giorno un treno fece “il miracolo”: un robusto cavallo finì sotto le rotaie e morì di schianto. Di sera fu festa, con tutti i campeggianti si riunirono davanti al fuoco per l’arrosto. Ce ne fu per tutti, e per una sera la carne smise di essere un lusso.

…. E IL SINDACO DEL PCI MISE IL DIVIETO

Ma intorno alla metà degli anni ‘70 l’avventura di Mario e Rosa finì per cause di forza maggiore. Correva l’anno 1975 quando a Nova Siri si insediò la prima amministrazione comunale di stampo social-comunista dopo decenni di potere democristiano. Primo cittadino era il dottor Giuseppe Caldarulo, che fece votare dal suo consiglio comunale un divieto di popolamento della spiaggia: montare le baracche divenne illegale. “L’iniziativa fu impopolare ma necessaria” ricorda oggi Vincenzo Valicenti, che a quella amministrazione prese parte in qualità di consigliere.
Il comune di Nova Siri, infatti, non faceva altro che richiamare un divieto già emesso dalla Capitaneria di Porto. Si prendeva atto, allora, delle difficili e pericolose condizioni igienico sanitarie in cui si svolgeva la vita sulla spiaggia: costruzioni in legno nelle quali talvolta venivano a convivere, in spazi angusti, bambini galline e maiali.
Per ragioni e modalità quel provvedimento non fu dissimile - ricordano in molti - a quello di evacuazione dei Sassi proposto da Alcide Degasperi all’inizio degli anni ’50, dopo una visita ufficiale alla città di Matera.

LA CONVIVENZA CON ROTONDELLA

Alla spiaggia di Nova Siri c’erano anche i rotondellesi. “Ma verso Rocca Imperiale – ricorda Attilio Varasano, ex presidente della Pro Loco di Nova Siri – sul versante opposto a quello in cui sono stanziate ore le strutture di Rotondella”.
Una convivenza che fu pacifica, dunque, forse reciprocamente indifferente. “Le scazzottate tra Rotondella e Nova Siri non mancarono – ricorda simpaticamente Alberto Violante – ma non ne ricordo sulla spiaggia”.
A un certo punto, però, sotto la guida del compianto sindaco Tonino Bianco, i rotondellesi si appropriarono con decisione di un “proprio” tratto di spiaggia, quel lido Rivolta dove ancora permangono le sue strutture.

FASCISTI E COMUNISTI IN LOTTA AL LIDO RIVOLTA

Della “svolta-rivolta” dei rotondellesi fa menzione Giovanni Viola, tra i primi a frequentare la nuova spiaggia di Rotondella. “E tra i primi – ricorda con orgoglio e simpatia – ad acquistare un frigorifero trivalente per il mare”.
Ma in quegli anni ’70, a pochi passi dal mare, passava anche un filo della macro-storia italiana. Erano gli anni di piombo, delle ideologie e dei movimenti giovanili di lotta politica. E anche il lido di Rotondella ne seppe qualcosa.
Si accamparono allora, a poche centinaia di metri di distanze, due diversi gruppi di giovani militanti politici: sul versante di Nova Siri i comunisti (forse una frangia di Lotta Continua), su quello di Policoro i post-fascisti. Ne scaturì, immancabile, un accenno di rissa piuttosto pericoloso, per il quale, addirittura, dovettero intervenire da Matera circa trenta unità della Digos.
Ma di quei giorni resta anche un ricordo positivo. Si era infatti sviluppato sul versante nord della costa un grosso incendio che le forze dell’ordine non riuscivano a domare. A intervenire in maniera provvidenziale, secondo la tradizione paramilitare delle squadre fasciste, furono i giovani di destra. Uno di loro, addirittura, svenne per soffocamento.

OGGI

Oggi le spiagge di Nova Siri e Rotondella hanno un nuovo volto. Le caratterizzano campeggi e villaggi sorti negli anni. Tanti altri stanno ancora per sorgere. Il turismo, specie a Nova Siri, ha avuto un suo boom che oggi sembra arrestarsi. Ora tutto è cambiato, c’è tanto cemento… e non sempre fa rima con benessere.
C’è la musica assordante dei villaggi e alla sera non c’è più, come una volta, il brusio silenzioso e attraente nel quale si intonavano gli attesi “cos cusedd” davanti al fuoco. E soprattutto – ricordano i nostri amici - non c’è più il mare di una volta.

Da Il Quotidiano della Basilicata

8 set 2007

Intervista ad Antonio Valicenti e Gaetano Dimatteo

Valicenti e Dimatteo: un ticket per la cultura lucana
Valicenti e il suo Dante in dialetto.
Dimatteo e la previsione su Mariolina Venezia

di PINO SURIANO

NOVA SIRI – L’arte vera ricerca sempre i suoi simili. E come potevano non ritrovarsi, allora, due artisti del calibro di Antonio Valicenti e Gaetano Dimatteo?
Legati dalla prossimità delle origini (l’uno di Rotondella, l’altro di Nova Siri) ma soprattutto avvinti dal comune talento nell’esprimere “l’essenza del reale”. Sulla carta il primo (noto poeta e romanziere), sulla tela il secondo (pittore di fama).
I due si conobbero alla fine degli anni ’90 in occasione di una mostra di Dimatteo sull’Afghanistan, e subito nacque tra loro una collaborazione intensa e proficua. Ne scaturì la bellissima copertina del libro di Valicenti “Orazio Flacco: Satire, Epodi, Odi, Epistole”, traduzione in dialetto rotondellese. Un bellissimo “Paesaggio oraziano” di Dimatteo (evocativo più che mai) ne accendeva il gusto della lettura. Ora si ritrovano per un evento di alto profilo: la presentazione del primo romanzo di Valicenti “Il bacio della Sibilla”, che sarà curata a novembre dallo stesso Dimatteo in qualità di assessore alla cultura del comune di Nova Siri. L’iniziativa, peraltro, rientra in un quadro di eventi che ha già portato a Nova Siri autori del calibro di Raffaele Nigro e Mariolina Venezia, fresca vincitrice del Premio Campiello, del cui successo Dimatteo fu buon profeta. Già a settembre, inoltre, Dimatteo coinvolgerà Valicenti in un evento-tributo al grande poeta Dario Bellezza.
Li abbiamo incontrati insieme, e con loro abbiamo chiacchierato nella calura torrida di questo scorcio d’estate. Una conversazione serena, a tratti serrata, ma piacevole ad ogni istante.
E non si poteva tralasciare, in un momento come questo, il rapporto cultura-territorio. Quanto ha dato la Basilicata alla cultura?
Molto poco – incalza subito Dimatteo – Certamente ci sono stati momenti interessanti, come il Premio Letterario Basilicata (che esiste ormai dal 1972). Nel complesso, però, direi che ci sono stati più momenti interessanti nel potentino, in particolare a Potenza con l’amministrazione Santarsiero, che ha promosso eventi di altissima cultura, come le mostre di Chagall, Guttuso, Monet, etc. In provincia di Matera – al contrario – abbiamo avuto momenti di grigiore. Non vedo molto, infatti, al di là della mostra di Scultura nei Sassi, che travalica i confini nazionali grazie soprattutto a un circolo culturale che mi piace citare, La Scaletta”.
Punta altrove la criticità di Valicenti: “Mi stupisce la completa disattenzione alla mia opera dell’Università di Basilicata. Un’attività letteraria a cui ha guardato addirittura l’enciclopedia Utet - aggiunge - che mi ha inserito nella sezione dei poeti dialettali, e altre illustri accademie, come la Sapienza di Roma e l’Università degli Studi di Bari, che mi hanno dedicato specifiche tesi di laurea. Mi compiaccio, però, del fatto che questa disattenzione non sia coincisa con quella della stampa lucana, che mi ha sempre dedicato ampio spazio e giudizi lusinghieri”.
Progetti per il futuro? Valicenti sta pensando a una antologia di poeti classici tradotti in dialetto, e poi al grande progetto di una traduzione dialettale della Divina Commedia, a cui lo avrebbe incoraggiato anche l’illustre dialettologo Ugo Vignuzzi, accademico della Crusca.
Diverso il caso di Dimatteo. “Sono anni che non espongo – spiega il Maestro – penso a una mostra, ma per ora è soltanto scritto su un cartoncino affisso nel mio studio in mansarda: “Fare una mostra”. Lo devo innanzitutto al mio pubblico, che mi segue ormai da oltre trent’anni.”
Tanto diversi e tanto uguali, i due. Formatosi tra Pascoli e Ungaretti Valicenti, con l’occhio attento al dialetto di Sinisgalli e Pierro, di cui non pochi lo proclamano erede. Accostato alla cosiddetta Scuola Romana di pittura Dimatteo, che guarda, con disinvolta originalità, al tocco di Scipione, Mafai e Depisis, ma non dimentica la “superlativa” e “troppo presto dimenticata” genialità di Tano Festa.
Diversi nei modelli, diversi nello stile di vita. Più raccolte e accademiche le frequentazioni di Valicenti, forse più eccentriche quelle di Dimatteo, assiduo frequentatore, fino a pochi anni fa, del salotto romano di Marta Marzotto. Insomma, diversi in tutto, ma in una cosa uguali: il lustro che per anni hanno dato alla Lucania anche oltre confine. E che continueranno a dare.

Da Il Quotidiano della Basilicata

7 set 2007

Metapontino Tricolore: i big assenti non rovinano la festa

Dalla festa di Azione Giovani attacco alla giunta De Filippo
Gior
dano e LabriolA: "Su formazione e università siamo allo sfacelo"

ROTONDELLA – Si è aperta senza i grandi nomi la festa “Metapontino Tricolore”, iniziativa itinerante di Azione Giovani, vivaio politico di Alleanza Nazionale. Trattenuti dalla crisi di Matera il sindaco Buccico e il consigliere regionale Dilorenzo, bloccato da problemi familiari Paolo Di Caro, vice presidente nazionale di Ag. Le “assenze di lusso”, però, non hanno sminuito l’interesse per la manifestazione, che rilancia i giovani di An come presenza costruttiva sul territorio.
Quella di Rotondella, peraltro, è solo la prima tappa di un tour che ha toccato anche Tursi e che si concluderà con l’intervento finale dell’ex ministro Gianni Alemanno, in programma questa sera a Montalbano Jonico.
“Non è certo casuale – ha spiegato Gabriele Propati, vice presidente provinciale di Ag – la scelta del metapontino per lanciare il movimento. Qui la destra è particolarmente viva, come dimostrano la vittoria di Matera, il plebiscito al comune di Pisticci, la riconferma di Venezia a Montescaglioso, la presenza a Montalbano e nelle coalizioni civiche di altri comuni. Se otteniamo questi risultati – ha concluso – significa che sappiamo essere attenti ai problemi reali”.
L’evento, strutturato in tre tappe con eventi musicali e dibattiti tematici, ha messo a tema a Rotondella la questione delle politiche giovanili. Sul tavolo i problemi già noti: emigrazione intellettuale, emigrazione sanitaria e precariato. Sul banco degli imputati, come prevedibile, il governo De Filippo e il suo “tanto decantato” Patto con i Giovani.
“Non è servito praticamente a nulla – ha attaccato Leonardo Giordano, sindaco di Montalbano Jonico – anche perché sul piano sono state stanziate poche risorse, come hanno dimostrato i Piccoli Sussidi. Bisognerebbe puntare su interventi strutturali, valorizzando le risorse già presenti e puntando con decisione su università e formazione professionale. Ma proprio su questi aspetti siamo allo sfacelo: non si sa dove ospitare la Facoltà di Archiettura, si trovano difficoltà per la Ssis e la formazione professionale si usa solo per fare clientelismo”.
Sulla stessa linea Giuseppe Labriola, presidente provinciale di An: “Il fallimento della politica regionale si evidenzia proprio nelle politiche giovanili. Se con tutte le risorse del territorio e con una popolazione così ridotta non riusciamo a garantire un futuro certo ai giovani, vuol dire che stiamo proprio sbagliando rotta. Non dico – ha aggiunto – che bisogna cacciar via subito questi soggetti, ma devono almeno cominciare a prendere coscienza del proprio fallimento”.
Le alternative? “Anzitutto bisogna smettere di gettare via denaro pubblico con la formazione, usata solo per fare clientelismo, e poi cominciare a chiedere riscontri a chi si avvale del nostro territorio, a partire dalle royalties del petrolio”.
Numerosi sono stati, infine, gli interventi dei giovani rappresentanti del partito, tanto vivi e ricchi di proposte da non far sentire le assenze dei big. Eppure un’altra assenza era nell’aria, prevista ma senz’altro percepita da tutti. Quella di Antonino Monteleone, ex senatore di An, oggi passato a “La Destra” di Storace. Era lui, fino a poco tempo fa, l’autentico “padrone di casa” di tutte le kermesse di An sul territorio. Ma neppure questa assenza ha rovinato la festa.

Commento di Labriola (An) sulla crisi di Matera

“Bisogna ritornare ai partiti”.
L’opinione di Giuseppe Labriola, presidente provinciale di An

Non ha rinunciato a dire la sua sulla “crisi di Matera” Giuseppe Labriola, presidente provinciale di An, intervenuto a Rotondella nell’ambito della festa itinerante “Metapontino Tricolore”. “Quello di Matera è un fatto che ci lascia con l’amaro in bocca – ha detto - perché non è un problema legato agli interessi della città, ma a mere questioni personali. Mi sembra comunque eccessivo – ha aggiunto – parlare di crisi per una amministrazione allo stato embrionale, nella quale è stata data una impostazione totalmente diversa rispetto al passato. Io direi che si tratta più che altro di un momenti fisiologico che il sindaco saprà presto superare”.
Alla moderazione del giudizio si affianca però anche una frecciata alle liste civiche: “La politica deve appartenere ai partiti, perché solo i partiti sanno gestire al meglio certe situazioni”. Il problema allora sono le civiche? “Bè…se nel contesto in cui abbiamo messo il nostro uomo migliore, sconfiggendo un muro bulgaro della sinistra, nascono questi problemi da soggetti appartenenti alle liste civiche (che fanno della politica una questione di postazioni nella giunta e nelle commissioni) la cosa mi sconforta parecchio e mi fa ribadire la necessità di un ritorno ai partiti”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

6 set 2007

Rotondella: ok traffico chiuso nel centro storico


Isola pedonale: funziona l'esperimento
Chiusura dalle 21.30 alle 00.30 per tutto il mese di agosto

ROTONDELLA – Isola pedonale a Rotondella: scommessa vinta. Sono positivi i riscontri del primo esperimento di chiusura del traffico nel centro storico della collina jonica, disposto quest’estate per il mese di agosto dalle nove di sera fino a mezzanotte inoltrata.
E l’esito non era certo scontato. L’anno scorso, infatti, un simile esperimento interessò il corso centrale di Nova Siri Scalo e subito si scatenarono le furie dei commercianti, che parlarono addirittura di “incassi dimezzati”. Minori i disagi per i residenti, che potevano comunque raggiungere le abitazioni da strade parallele.
A Rotondella, paradossalmente, è successo il contrario: entusiasti i commercianti, arrabbiati alcuni residenti. Perché il tratto interessato (da Piazza della Repubblica a Piazza Albisinni presso la Chiesa Madre), non può essere raggiunto in altro modo. E’ per questo che qualche residente (tra cui, pare, anche un assessore comunale) ha manifestato al comune le sue difficoltà nel raggiungere l’abitazione nelle ore di chiusura del traffico.
La protesta, però, non ha dissuaso l’amministrazione, che aveva pensato alla chiusura per una migliore qualificazione del centro storico. “Un centro storico non è tale senza un’isola pedonale – ha dichiarato con forza l’assessore alla cultura Antonio Pastore, tra i promotori dell’esperimento - I bimbi devono essere liberi di giocare e il passeggio deve essere gradevole e libero da interferenze, soprattutto nelle strettoie. L’esperimento sarà ripetuto anche per la prossima estate”.
Una conferma decisa, dunque, che la dice lunga sul successo riscosso dalla soluzione. E anche i commercianti promuovono a pieni voti. “ Con la nuova soluzione abbiamo maggiore facilità nella sistemazione di sedie e tavolini all’esterno – spiega Carmine Manolio del bar Rosa – e anche la clientela ha sempre espresso gradimento”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Rodolfo Cuccarese, proprietario di un bar nei pressi della Chiesa Madre: “Clienti persi? Assolutamente no! – spiega – Qui da noi quasi nessuno arriva con l’auto, anche perché non ci sono parcheggi. Il problema, semmai, sussiste per i residenti, ma con un po’ di flessibilità si può risolvere offrendo loro qualche permesso speciale”.
E non poteva mancare, difatti, un certo margine di flessibilità. “Naturalmente – spiega Nicola Suriano, comandante della Polizia Municipale – per ogni situazione di emergenza i residenti sarebbero potuti transitare con facilità chiedendo a chi vigilava. Anche l’occupazione di suolo pubblico, del resto, era predisposta per permettere il traffico veicolare in situazioni di emergenza”.
Ma non tutti i cittadini, a quanto pare, hanno rispettato il divieto, specie nelle ore più tarde, quando la vigilanza diminuiva. Il provvedimento ha potuto però frenare, almeno per un mese e nelle ore più trafficate, i tanti giovani che girano in auto facendo continuamente “su e giù” per le vie già strette di Rotondella: la cosa non è vietata, ma non certo salutare per la valorizzazione di un centro storico.

da Il Quotidiano della Basilicata