30 ott 2007

Angelo Falcone rinviato a giudizio

I testimoni dell'accusa ora sono diventati 24
Saranno sentiti il 26, 27 e 28 dicembre prossimo

ROTONDELLA – Rinviati a giudizio Angelo Falcone e Simone Nobili. Per i due italiani, detenuti in India dal marzo scorso, si è conclusa la fase dibattimentale. E tra poco comincia il processo vero e proprio. Prime date programmate sono quelle del 26, 27 e 28 dicembre prossimo. In quella occasione saranno sentiti i primi nove dei ventiquattro testimoni (tra civili e forze dell’ordine) chiamati in causa dall’accusa. Intanto Falcone e Nobili si sono dichiarati del tutto estranei ai fatti. Nessun patteggiamento, ma una decisa dichiarazione d’innocenza per i due, attesi ora da un’odissea di cui è difficile prevedere i tempi.
Gli avvocati difensori stanno inoltre valutando la possibilità di una libertà provvisoria su cauzione. E’ questa un’ipotesi che però, a quanto pare, Angelo Falcone escluderebbe a priori. Il giovane, forse anche per lo stato psicologico in cui si trova a vivere, avrebbe confessato al padre la sua volontà contraria: “Voglio tornare il libertà solo quando potrò stare in Italia. La mia vita, in India, continuerebbe a essere un inferno anche se in stato libero”.
La notizia del rinvio a giudizio ha riempito di sconforto Giovanni Falcone, padre di Angelo: “Non nascondo – ha detto al Quotidiano – di aver sperato in una liberazione in fase dibattimentale. La storia dei poliziotti non regge. Fino a qualche giorno fa – ha commentato – sembrava che non ci fossero testimoni, e adesso ne vengono fuori addirittura ventiquattro: è incredibile! Credo che la dichiarazione di innocenza di Angelo e Simone abbia spiazzato l’accusa, che ora è costretta a correre ai ripari con tutti i mezzi”.
Le novità dall’India, comunicate ufficialmente dall’ambasciata italiana, arrivano come una mazzata sulle spalle di Falcone e lo scoraggiano dopo una settimana fitta di appuntamenti e nuove speranze. Proprio nei giorni scorsi l’ex carabiniere era riuscito a portare la vicenda del figlio sugli schermi di Rai1 e presso la camera dei deputati, dove aveva partecipato a una conferenza stampa organizzata dal deputato di An Marco Zacchera. Proprio in seguito alla trasmissione di Rai 1 (ben 9 minuti dedicati al racconto di Falcone) il genitore è stato contattato dalla madre di un ragazzo milanese detenuto da marzo a Barcellona.
Nella mente di Giovanni Falcone, infine, balena anche l’idea di andare in India a trovare il figlio. “Se venisse concessa la libertà provvisoria potrei trasferirmi lì e cercare con lui una casa in affitto. Almeno lo aiuterei a trascorrere meglio questi mesi durissimo. Ma è un’idea che Angelo non sembra condividere”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Partono i lavori di Corso Garibaldi

E qualcuno ha allarmato la Prefettura per eventuali proteste

ROTONDELLA – Transenne e cartelli sono un segno che non lascia equivoci: partono oggi i lavori di Corso Garibaldi. Ma ieri, in paese, circolava anche un’altra voce: l’ipotesi di una protesta, con cui si cercherà di impedire i lavori ricorrendo a gesti eclatanti. E trattandosi di abbattimento di alberi, non è escluso che qualcuno possa pensare di legarsi ai tronchi, come già è accaduto altrove.
Questo progetto, in verità, non è mai piaciuto troppo. Bocciato in un primo tempo a livello regionale e riabilitato solo in seguito ad alcune modifiche, non ha trovato grossi consensi neppure tra i cittadini. Prima l’associazione Community, che ha raccolto più di cento firme per contrastare l’iniziativa. Poi Riccardo Paternostro, segretario regionale del Fronte Sociale Nazionale, che sulla vicenda ha addirittura messo su un partecipato comizio nei primi di settembre.
Ciò che anzitutto si contesta è l’impatto ambientale del progetto. Un impatto che costerà l’abbattimento di alcuni alberi di vecchia data e una maggiore cementificazione della “balconata” naturale su cui il corso si affaccia. Il tutto per un fine senz’altro utile: permettere il doppio senso di circolazione nella via più centrale e trafficata del paese. Ma per raggiungere questo fine, secondo gli oppositori, c’erano altre soluzioni meno invasive. Prima tra tutte quella di una diversa dislocazione dei parcheggi già presenti, che impediscono ad oggi la possibilità del doppio senso di marcia.
A tutto ciò si aggiunge un punto interrogativo, già ventilato da Paternostro: “l’amministrazione ha solo la metà dei finanziamenti per il progetto e qualora non si riuscisse a reperire la seconda parte, cosa succederà? Rimarremo forse con i lavori a metà?”.
Anche per lui, come per Community, lo stesso fine poteva raggiungersi con altri mezzi. Ma per questa alternativa (e per ogni altra) da oggi non c’è più speranza. Speriamo che i lavori (e gli intralci alla strada) durino il minimo e indispensabile. Bloccare Corso Garibaldi vuol dire bloccare buona parte della vita sociale di Rotondella.

22 ott 2007

I cento anni di Antonio Lapergola

Grande festa per il "nonno di Rotondella" tra targhe ricordo e poesie
Per una bella foto di ieri cliccate qui

ROTONDELLA – Non è stata una cerimonia o una manifestazione, è stata un vera festa di compleanno. E a questa festa c’erano davvero tutti: dai parenti, alle autorità, ai cittadini. Perché per un centenario una piccola comunità non può rimanere indifferente. Tanto più se quel centenario si chiama Antonio Lapergola.
Il “nonno”, infatti, non è mai stato un cittadino anonimo. Nato nel 1907, era già un maturo cinquantenne nel gennaio 1956. Fu in quei giorni che il suo nome si legò a un episodio destinato a permanere nella memoria collettiva.
Un gruppo di operai e famiglie povere organizzò una protesta pacifica contro le istituzioni, un corteo non armato che gridava “pane e lavoro”. Dopo pochi giorni molti di quei manifestanti furono arrestati, poi processati e assolti solo dopo numerosi peregrinazioni giudiziarie e molti giorni di ingiusta detenzione. Antonio Lapergola, operaio, era uno di loro. Anzi, forse era uno di quelli che più comprendevano la coscienza di classe insita in quel gesto.
Erano anni particolari, di lotte e contrapposizioni ideologiche. Anni in cui i manifestanti infreddoliti rifiutavano – come lui stesso ha raccontato - anche l’aiuto del parroco don Felice, pronto a offrire la Chiesa per farli riparare.
Sarà difficile offrire una valutazione obiettiva di quei fatti e delle effettive responsabilità, ma l’orgogliosa memoria con cui Lapergola esprime i ricordi colpisce ancora gli ascoltatori. E così è accaduto ieri, davanti ai microfoni delle emittenti locali.
Ma quella di ieri non è stata solamente la festa di un uomo dal colore politico. E’stata anzitutto la festa di un uomo. Celebrato per il suo passato, ma anche e soprattutto per il suo presente. Un presente che ieri aveva il volto di decine di giovani e meno giovani festanti, orgogliosi di colui che alla loro stirpe ha dato vita. Era la sua grande famiglia (9 figli, 20 nipoti e 20 pronipoti), composta anche da persone giunte da Milano, Piacenza e Torino.
Forse è questo popolo festante, ancor più delle sue battaglie, la cosa più grande che ha costruito. Anche perché quest’uomo, nei suoi cento anni, ha dovuto sopportare un’esperienza che è forse più dura del carcere: la morte della moglie e quella (recente) di un figlio. E’questa, in fondo, la sorte obbligata (bella e terribile allo stesso tempo) di chi ha la fortuna di vivere a lungo.
E’ forse per questo che ieri, più della gradita targa del sindaco e delle belle parole sul suo passato politico, deve averlo gratificato la poesia che i suoi figli gli hanno dedicato in pubblico, ricordando il suo regalo più grande: l’educazione. E questa passione educativa è emersa anche ieri, nei suoi racconti di vita, pronunciati con tono flebile ma con ragionamenti sempre sensati. Anche il suo centesimo anno non è stato inutile.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

17 ott 2007

Il Rotondella torna a vincere

Battuta la Tramutolese con una punizione di Tarantino entrato dalla panchina

ROTONDELLA: Manolio R; Dimatteo A.; Salerno A; Iannuzzi; Santarcangelo; Rubolino; Ripa; Manolio F.; Trupo; Manolio G.M.; Acciardi. A disp. Salerno G; Mele; Giovinazzo; Tarantino; Spina S; Scaiella, Suriano.
TRAMUTOLESE: Del pomo; Pisani; Devita; Forienza; Bove; Simone; Lasalvia; Zito; Aulicino; Molletta; Favella; Resechi; Abelardo; Favella; Sico; Schettini.
Arbitro: Manicone Fedele sez. Matera
Rete: 72’ Tarantino (R)

ROTONDELLA – Il Rotondella torna a vincere. Dopo il doppio stop con Scanzano e Lagonegro la squadra di mister Martino guadagna i tre punti pur senza convincere troppo. Il risultato fotografa bene il match, piuttosto equilibrato ma con una leggera superiorità dei locali, espressa in particolare nel secondo tempo.
Il primo tempo, infatti, è un sussiego di tentativi da una parte e dall’altra. Ma nessuna delle compagini riesce a impensierire troppo il portiere ospite. Nel secondo tempo entra in campo un Rotondella più determinato. Ma la sensazione è che solo un episodio potrà sbloccare la partita. E così accade al 72’. A confezionare il gol sono due giocatori partiti dalla panchina, Suriano e Tarantino. Il primo, pescato con un lungo lancio, scavalca il portiere ospite con un pallonetto in anticipo, ma questi interviene fuori area con un fallo di mano: espulsione e calcio di punizione dal limite. Si incarica di batterlo Vincenzo Tarantino, che con un sinistro chirurgico trafigge l’incolpevole Del Pomo.
Dopo il gol il Rotondella continua ad insistere, ma senza portare pericoli gravi alla porta avversaria. Anzi, negli ultimi minuti torna a farsi viva la Tramutolese, con un bel calcio di punizione neutralizzato dall’ottimo portiere Manolio. Da segnalare, tra le altre cose, il ritorno in squadra del capitano Antonio Salerno dopo tante settimane di assenza. Un pezzo pregiato della compagine di mister Martino, che darà sicurezza a un reparto (la difesa) che nelle ultime partite aveva mostrato non poche incertezze. “La squadra deve dare un supplemento di abnegazione – ha spiegato il dirigente Antonio Divincenzo – c’è bisogno di quella cattiveria che sola può consentirci il salto di qualità. Senza questa componenti anche gli indiscutibili valori tecnici perdono vigore”.

Pino Suriano

Amianto: c'è anche a Rotondella

La denuncia di un cittadino ripropone il problema all'attenzione pubblica

ROTONDELLA – La “questione amianto” esiste anche a Rotondella. La presenza di edifici contaminati, del resto, non è mai stata un mistero. Il problema è noto da anni, ma sono finora mancate le adeguate misure per demolire i manufatti interessati. E neppure è stato avviato mai un censimento degli edifici privati interessati da amianto, previsto dalla legge 257 del marzo 1992, che rinviava alle Regioni l’adozione di “piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti di amianto”. “Solo di recente – ha fatto sapere nei mesi scorsi il vicesindaco Gianluca Palazzo - è in fase di ultimazione un censimento delle abitazioni insalubri del centro storico, ivi comprese quelle che presentano contaminazione da amianto e suoi derivati”.
A riproporre il problema è oggi Andrea Mazziotta, assicuratore di Rotondella residente a Roma. Le ragioni della sua denuncia, è bene precisarlo, sono di carattere personale. Perché ad essere interessata è proprio l’abitazione del suo vicino: si tratta di un vecchio palazzo privato, un tempo adibito a caserma dei carabinieri, notoriamente caratterizzato da manufatti in amianto.
Non solo. Secondo Mazziotta tale edificio sarebbe interessato anche da un grave stato di fatiscenza (intonaco in rovina, pezzi di cornicione cadenti, etc.) che gli avrebbe causato, nel corso degli anni, anche due infortuni non gravi.
Molto più grave, però, è il tumore al colon che lo ha colpito in seguito e per il quale si è reso necessario un difficile intervento chirurgico. “Non si può provare che sia dipeso dalla vicinanza all’amianto – spiega – ma non si può neppure affermare il contrario. Più di una volta, infatti, la comunità scientifica ne ha sottolineato le potenzialità cancerogene”.
La denuncia di Mazziotta, peraltro, non è cosa nuova. Pochi anni dopo l’acquisto dell’abitazione (nel 1993), il cittadino si rivolse al comune per tutelare i suoi diritti. E già nel 1997 l’allora sindaco Mario Cucari dichiarava di aver “diffidato il proprietario dell’immobile”. Un anno dopo, il 16 marzo 1998, erano gli ispettori dell’Asl a certificare lo “stato di scarsa manutenzione” dell’edificio. Insomma, il caso è stato da subito a conoscenza delle istituzioni preposte.
Di anni, perciò, ne sono passati troppi. Eppure il manufatto è ancora in piedi, come altri sparsi qua e là in varie zone del paese. A ricordare, forse, un intervento che poteva attuarsi con maggior solerzia negli anni scorsi, quando la questione era “calda” anche sul piano mediatico. Ora l’attenzione sull’amianto sembra un po’ calata, eppure quei “monumenti” sono ancora visibili e dannosi. Per quanto tempo ancora?

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Caso Falcone: il 24 ottobre conferenza stampa alla camera

COMUNICATO STAMPA

Il caso di Angelo Falcone e Simone Nobili, italiani detenuti all’estero, sarà oggetto di una conferenza stampa prevista alla Camera dei Deputati per il prossimo 24 ottobre. La conferenza, organizzata dall’onorevole di An Marco Zacchera, tratterà il caso di Carlo Parlanti e di Nobili e Falcone, tutti detenuti all’estero per ragioni sospette e in condizioni non confortevoli.
Alla conferenza interverrà anche Giovanni Falcone, padre di Angelo, che da mesi combatte la sua battaglia per portare alla ribalta mediatica il caso del figlio.

6 ott 2007

Nova Siri ha scelto i suoi padrini

Cittadinanze onorarie per il sindaco di Gela e due storici giornalisti
Crocetto, Rina e Rivelli accompagneranno il futuro di Nova Siri

NOVA SIRI – La comunità di Nova Siri ha scelto i suoi “tre padrini”. Tre nuovi custodi che di lei si prenderanno cura per indirizzarla, nel tempo, sulla giusta strada. E’ la metafora con cui Giuseppe Santarcangelo, sindaco del comune jonico, ha introdotto ieri la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Rosario Crocetto (sindaco di Gela), Mario Rivelli (presidente dell’Aci di Matera) e Franco Rina (giornalista e produttore cinematografico).
Consiglio comunale breve ma intenso, quello tenutosi nel municipio del centro storico. C’erano i cittadini, ma non molti. C’era il consiglio, ma non al completo. Anche perché, come prevedibile, Michele Laddomata ha dato forfait, inviando una dichiarazione (non letta pubblicamente) di cui immaginiamo i toni polemici.
C’erano, fianco a fianco, anche Carlo Chiurazzi e Cosimo Latronico, i due “padrini” politici (è proprio il caso di dirlo) della comunità di Nova Siri. E c’era, in posizione volutamente defilata, quell’assessore-artista Gaetano Dimatteo che ha messo in piedi l’idea (né la prima né l’ultima per lui) del registro delle cittadinanze.
E il primo “onore” è toccato a Rosario Crocetta. Il sindaco di Gela, giunto in sala con tanto di scorta e auto blindata, ha ricordato le numerose visite turistiche a Nova Siri e la sua assidua permanenza in Basilicata, per motivi di lavoro, dal ’78 all’81. “Ho sempre amato – ha detto salutando i presenti – la freschezza e la poesia di voi lucani”. “La predilezione per la terra lucana e l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata” le motivazioni del conferimento.
Dopo di lui spazio a Mario Rivelli, 77enne giornalista, ex caporedattore della Gazzetta del Mezzogiorno di Matera. Correva l’anno 1971 quando Rivelli cominciò a frequentare il posto e a documentarne le vicende e lo sviluppo, una volta “addirittura in compagnia di Enrico Mattei”. Motivazione del conferimento “aver saputo promuovere e raccontare il turismo del metapontino e di Nova Siri in particolare”.
“Ultimo non ultimo” Franco Rina. Anche il produttore si è lanciato sull’onda dei ricordi, ritornando a quando, appena 17enne, cominciò a narrare le vicende del suo paese dai microfoni di una radio locale. E poi a quando, nel 1980, prese a raccontarlo dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno, proprio per il tramite di Gaetano Dimatteo che lo indicò (quando si dice il caso!) all’allora redattore Mario Rivelli. Da quel momento ne ha fatta di strada, dopo il trasferimento a Roma nel 1988. E dei suoi successi Nova Siri ha tratto beneficio d’immagine, forse più di tutti gli altri comuni che accolgono, ogni estate, la collaudatissima carovana di Cinemadamare. Un beneficio riconosciuto dalla comunità, che gli ha conferito la cittadinanza per “aver fatto di Nova Siri una location esclusiva del turismo di elite”. In conclusione applausi, champagne e foto di rito. Col registro pronto a riaprirsi presto. Forse quando Mariolina Venezia darà fama a Nova Siri con un romanzo?

Pino Suriano da Il Quotidiano della Basilicata

2 ott 2007

Calcio: lo Scanzano riporta a terra il Rotondella

Nel derby ionico la spuntano gli ospiti con doppietta di Bavaro
Difesa ballerina e imprecisioni condannano il Rotondella

ROTONDELLA: Salerno G., Iannuzzi, Acciardi, Manolio F., Scaiella P., Rubolino,Visaggi (80' Santarcangelo), Trupo (46'Suriano), Iacovino, Manolio M., Tarantino, (46' Dimatteo A.). A disp. Dimatteo P., Mele, Giovinazzo, Guida. All. MartinoA.
SCANZANO: Lobasso, Castellucci (85' Mastropierro), Lanzara, Frabetti L., Romano, Mastrodomenico, Fabretti R., Bavaro, Prezioso (70' Nardiello), De Vito (55' Frammartino). A disp. Francolino, Parisi, Salerno. All. Calone.
ARBITRO: Amendola di Moliterno
RETI: 28' Bavaro (S), 68' Manolio F. (R) 75' Bavaro (S)

ROTONDELLA - Il Rotondella è di nuovo coi piedi per terra. A riportarlo nella dimensione reale è stato ieri pomeriggio uno Scanzano spietato, che ha finalizzato con Bavaro le uniche due occasioni regalate da una difesa distratta. Padroni di casa lontani parenti di quelli che domenica scorsa avevano sbaragliato a Potenza il Parco Tre Fontane. Già al 16' Bavaro può fare le prove generali con un tiraccio alto su assist di Frabetti. Ma dopo lo spavento il Rotondella si fa sotto, sprecando due volte con Iacovino, lanciato ottimamente prima da Manolio e poi da Visaggi. Chi non sbaglia, invece, è Bavaro, che al 28' spara al volo in rete un perfetto cross confezionato da sinistra. Il Rotondella però non si da per vinto e sfiora subito il pari con un colpo di testa di Iannuzzi, che trova l'opposizione di un attento Lobasso. Si va al riposo con gli ospiti in vantaggio. Mister Martino decide allora di cambiare le carte, lanciando nella mischia Suriano e Dimatteo. La pressione dei locali aumenta progressivamente fino al pareggio di Francesco Manolio, che sfrutta una respinta corta e trafigge Lobasso con un siluro da fuori. A questo punto il vento sembra spirare dalla loro parte. Ma proprio nel momento migliore sul piano mentale arriva inaspettato il vantaggio dello Scanzano, ancora a firma di Bavaro, che sfrutta un liscio della difesa locale trafiggendo Salerno. Il Rotondella, a questo punto, non sa più reagire, e l'espulsione di Iannuzzi, al 74', mette in ginocchio le ultime speranze dei locali. Nel finale lo Scanzano ha il merito di gestire senza troppi patemi, mostrando quella maturità che la candida prepotentemente alla vittoria del titolo.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata