12 set 2007

Rotondella: a palazzo Ielpo un museo numismatico?

Nicola Ielpo, ex direttore della Zecca, donerebbe al pubblico il suo tesoro di medaglie e monete
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Ma serve anche il contributo delle istituzioni"

ROTONDELLA – Un preziosissimo museo numismatico a Rotondella? Sarebbe un pezzo più unico che raro, perché a dargli consistenza non sarebbe una qualsiasi collezione pubblica o privata, ma il tesoro personale di un uomo che per le monete ha dato la vita, ricevendone in cambio fama mondiale. E non si tratta, come potrebbe intuirsi, semplicemente di un collezionista. Il personaggio in questione è Nicola Ielpo, già Direttore Generale della Zecca di Stato dal 1978 al 2000.
E’ lui che ha “deciso” la forma, il peso e la dimensione dell’euro, animando dal 1991 un gruppo di lavoro internazionale (Mdwg - Mint Directors Working Group) con il compito di uno studio per definire la serie unica di monete europee.
Ma la fama mondiale era arrivata anni prima. Non tutti sanno, infatti, che fu italiano, nel 1982, il brevetto per la prima moneta bimetallica (utilizzata a suo tempo per le 500 lire e poi per 1 e 2 euro). E forse ancor meno noto, almeno da queste parti, è che ad inventarla fu un lucano di Rotondella: Nicola Ielpo, appunto. Insomma, uno che nel settore ha raggiunto i vertici, fino all’incarico di Presidente “pro tempore” della Conferenza Mondiale dei Direttori di Zecca.
Circa 40 anni di onorata carriera, che gli hanno consentito di raccogliere riconoscimenti da ogni parte del mondo. E alla fine, quasi senza accorgersene, si è ritrovato in casa un tesoro di circa 5 mila medaglie e monete di ogni foggia e provenienza. Un tesoro di inestimabile valore, meritevole del più degno trattamento. Chiunque lo avrebbe gelosamente tenuto per sé, ma lui ha pensato ad altro. “Che cosa – ha spiegato al Quotidiano – potrebbe valorizzarlo più di una esposizione al pubblico nel paese delle mie origini?”.
Nicola Ielpo, infatti, è nato a Rotondella nel 1936. E’ lì che ha trascorso gli anni dell’infanzia, fino al trasferimento per motivi di studio. Prima la maturità classica, poi l’iscrizione al corso di laurea in Ingegneria Meccanica. Negli anni successivi la straordinaria carriera nella Zecca di Stato e ora, infine, la docenza presso l’università di Tor Vergata in Roma, dove tiene un corso in Tecnica Monetaria.
E ogni estate, puntualmente, il ritorno in Basilicata. E’ qui che risiedono alcuni tra i suoi ricordi più cari, è qui che ha sede il tanto amato palazzo Ielpo, elegante dimora nobiliare della sua famiglia. E proprio in questa fine cornice vorrebbe accogliere la collezione, “potenziale oggetto di attenzione per gli appassionati – spiega - ma anche validissimo strumento di studio per scuole ed università”.
Insomma, il suo desiderio c’è tutto, ora bisogna attendere quello delle istituzioni. L’iniziativa, infatti, richiede la collaborazione di più soggetti, anche per la realizzazione di una serie di sistemi (allarmistica, vetrine blindate, etc.) indispensabili per la protezione. Ielpo ha aperto le porte del suo palazzo. Saranno pronti gli enti (comune, regione, provincia, Cosvel, etc.) ad entrarvi con solerzia? Non farlo, a questo punto, sarebbe atto di miopia politica. Perché poche sono le opportunità per rendere unico un territorio …e questa, con ogni probabilità, è una di quelle.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ielpo ha aperto le porte del suo palazzo. Saranno pronti gli enti (comune, regione, provincia, Cosvel, etc.) ad entrarvi con solerzia? Non farlo, a questo punto, sarebbe atto di miopia politica. Perché poche sono le opportunità per rendere unico un territorio …e questa, con ogni probabilità, è una di quelle.

ma che capisci tu di miopia politica e di solerzia. tu non hai ne solerzia, ne miopia ne sei un politico. cronache non opinioni. cari giornalisti del quotidiano.

Anonimo ha detto...

Quest commento mi provoca... e la cosa mi piace! Allora, quelle tre righe le ho scritte perchè mi piacerebbe che il museo si facesse e magari anche perchè ho simpatia per la persona che lo ha proposto. Solo gli stolti non capiscono che è per questo che ho scritto tutto l'articolo (e non solo le righe riportate da te). Quindi tranquillo perchè non mi offendo... non faccio solo commenti, ma "favoreggiamenti"...
Perchè mio caro ...sappi che la stampa è un organo privato e non di stato...
QUindi le regole se le da da sè... (basta che non trasgredisca le leggi)... e non mi sembra che queste tre righe violino qualche legge dello stato...
E comunque, senza il desiderio di favorire qualcuno, qualcosa o una nosra idea, non esisterebbero i migliori giornali italiani: Libero, Riformista, Messaggero (e anche qualcuno dei peggiori...come Repubblica).

A scuola mi hanno insegnato che nulla vale la pena di essere raccontato, se non per sostenere qualcosa....
La cronaca pura e vera la lascio a chi non ha altri motivi per scrivere (eccetto soldi e fama)... N.B.: Nè si scrive con l'accento - provocare è bello ma col proprio nome(vedi il mio blog La Provocazione) - io in verità una grave miopia ce l'ho...
Pino Suriano

Anonimo ha detto...

Pino .... lascia stare. Non ne vale la pena. Sarà sicuramente un fedele lettore della Gazzetta ANSA del Mezzogiorno. Forza Milan

Anonimo ha detto...

Ma come è andata a finire sta storia del museo a distanza di ben 6 anni?!