8 set 2007

Intervista ad Antonio Valicenti e Gaetano Dimatteo

Valicenti e Dimatteo: un ticket per la cultura lucana
Valicenti e il suo Dante in dialetto.
Dimatteo e la previsione su Mariolina Venezia

di PINO SURIANO

NOVA SIRI – L’arte vera ricerca sempre i suoi simili. E come potevano non ritrovarsi, allora, due artisti del calibro di Antonio Valicenti e Gaetano Dimatteo?
Legati dalla prossimità delle origini (l’uno di Rotondella, l’altro di Nova Siri) ma soprattutto avvinti dal comune talento nell’esprimere “l’essenza del reale”. Sulla carta il primo (noto poeta e romanziere), sulla tela il secondo (pittore di fama).
I due si conobbero alla fine degli anni ’90 in occasione di una mostra di Dimatteo sull’Afghanistan, e subito nacque tra loro una collaborazione intensa e proficua. Ne scaturì la bellissima copertina del libro di Valicenti “Orazio Flacco: Satire, Epodi, Odi, Epistole”, traduzione in dialetto rotondellese. Un bellissimo “Paesaggio oraziano” di Dimatteo (evocativo più che mai) ne accendeva il gusto della lettura. Ora si ritrovano per un evento di alto profilo: la presentazione del primo romanzo di Valicenti “Il bacio della Sibilla”, che sarà curata a novembre dallo stesso Dimatteo in qualità di assessore alla cultura del comune di Nova Siri. L’iniziativa, peraltro, rientra in un quadro di eventi che ha già portato a Nova Siri autori del calibro di Raffaele Nigro e Mariolina Venezia, fresca vincitrice del Premio Campiello, del cui successo Dimatteo fu buon profeta. Già a settembre, inoltre, Dimatteo coinvolgerà Valicenti in un evento-tributo al grande poeta Dario Bellezza.
Li abbiamo incontrati insieme, e con loro abbiamo chiacchierato nella calura torrida di questo scorcio d’estate. Una conversazione serena, a tratti serrata, ma piacevole ad ogni istante.
E non si poteva tralasciare, in un momento come questo, il rapporto cultura-territorio. Quanto ha dato la Basilicata alla cultura?
Molto poco – incalza subito Dimatteo – Certamente ci sono stati momenti interessanti, come il Premio Letterario Basilicata (che esiste ormai dal 1972). Nel complesso, però, direi che ci sono stati più momenti interessanti nel potentino, in particolare a Potenza con l’amministrazione Santarsiero, che ha promosso eventi di altissima cultura, come le mostre di Chagall, Guttuso, Monet, etc. In provincia di Matera – al contrario – abbiamo avuto momenti di grigiore. Non vedo molto, infatti, al di là della mostra di Scultura nei Sassi, che travalica i confini nazionali grazie soprattutto a un circolo culturale che mi piace citare, La Scaletta”.
Punta altrove la criticità di Valicenti: “Mi stupisce la completa disattenzione alla mia opera dell’Università di Basilicata. Un’attività letteraria a cui ha guardato addirittura l’enciclopedia Utet - aggiunge - che mi ha inserito nella sezione dei poeti dialettali, e altre illustri accademie, come la Sapienza di Roma e l’Università degli Studi di Bari, che mi hanno dedicato specifiche tesi di laurea. Mi compiaccio, però, del fatto che questa disattenzione non sia coincisa con quella della stampa lucana, che mi ha sempre dedicato ampio spazio e giudizi lusinghieri”.
Progetti per il futuro? Valicenti sta pensando a una antologia di poeti classici tradotti in dialetto, e poi al grande progetto di una traduzione dialettale della Divina Commedia, a cui lo avrebbe incoraggiato anche l’illustre dialettologo Ugo Vignuzzi, accademico della Crusca.
Diverso il caso di Dimatteo. “Sono anni che non espongo – spiega il Maestro – penso a una mostra, ma per ora è soltanto scritto su un cartoncino affisso nel mio studio in mansarda: “Fare una mostra”. Lo devo innanzitutto al mio pubblico, che mi segue ormai da oltre trent’anni.”
Tanto diversi e tanto uguali, i due. Formatosi tra Pascoli e Ungaretti Valicenti, con l’occhio attento al dialetto di Sinisgalli e Pierro, di cui non pochi lo proclamano erede. Accostato alla cosiddetta Scuola Romana di pittura Dimatteo, che guarda, con disinvolta originalità, al tocco di Scipione, Mafai e Depisis, ma non dimentica la “superlativa” e “troppo presto dimenticata” genialità di Tano Festa.
Diversi nei modelli, diversi nello stile di vita. Più raccolte e accademiche le frequentazioni di Valicenti, forse più eccentriche quelle di Dimatteo, assiduo frequentatore, fino a pochi anni fa, del salotto romano di Marta Marzotto. Insomma, diversi in tutto, ma in una cosa uguali: il lustro che per anni hanno dato alla Lucania anche oltre confine. E che continueranno a dare.

Da Il Quotidiano della Basilicata

2 commenti:

Anonimo ha detto...

eh... amazing style!

Anonimo ha detto...

bello!