6 apr 2009

Padre Ricardo lascia Nova Siri

Monsignor Nolè prenderà ora in prima persona il peso della parrocchia

NOVA SIRI – E Nova Siri rimase senza prete. Si conclude con l’epilogo più paradossale la vicenda infinita della parrocchia di Santa Maria Assunta, nel centro storico di Nova Siri. Ha voluto così Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, a seguito del vespaio mediatico sollevato dalla vicenda di Padre Ricardo Gonzales, il missionario guatemalteco che aveva chiesto oralmente, senza ottenerla, l’incardinazione nella diocesi di Tursi-Lagonegro. Una richiesta impossibile da accogliere per ragioni legate alla cittadinanza del missionario (secondo quanto aveva fatto sapere il vescovo in una lettera pubblica del 19 marzo scorso), ma che aveva agitato una serie di polemiche da parte di alcuni fedeli, amplificate nel corso delle trasmissioni radiofoniche di un’emittente locale che ne difendeva la permanenza. Polemiche che erano arrivate a coinvolgere anche gli altri sacerdoti di Nova Siri, offesi sul piano personale da accuse infamanti e infondate, diffuse in paese attraverso un volantino anonimo.
La storia, in verità, aveva un più ampio retroterra. Già nei mesi scorsi, prima che le cose precipitassero, Padre Ricardo era stato affiancato nella gestione della parrocchia da altri due sacerdoti, don Vincenzo Tassitani e don Antonio Mauri. Entrambi, però, dopo una serie di difficoltà non del tutto chiare, avevano preferito “gettare la spugna”, chiedendo di essere sollevati dall’incarico.
E’ arrivata allora la decisione del vescovo, più forzata che voluta, come egli stesso ha spiegato nell’omelia della Domenica delle Palme, prima celebrazione liturgica dopo la partenza di padre Ricardo. “Non posso fare diversamente, non ho più sacerdoti da mandarvi”. Il pastore della diocesi prenderà ora il peso della parrocchia in prima persona, anche in qualità di celebrante, e già per la prossima settimana ha stabilito un calendario di celebrazioni e incontri con i fedeli di Nova Siri, secondo orari che gli consentiranno di conciliare gli impegni parrocchiali con quella della Cattedrale di Tursi. Non tutti i giorni, però, la celebrazione potrà essere garantita, come già oggi dovrebbe accadere.
L’epilogo della vicenda era diventato prevedibile sin da martedì sera. Nel pomeriggio, infatti, dopo un incontro tra il vescovo e padre Ricardo, Nolè aveva ritenuto inopportuna la permanenza del missionario a Nova Siri o all’interno della diocesi, che quest’ultimo aveva richiesto come ultima soluzione, dicendosi anche disposto a lasciare Nova Siri pur di rimanere in zona.
E così il missionario, sabato sera, ha dovuto lasciare Nova Siri per una meta non ancora accertata. Si tratterebbe, secondo quanto appreso da voci di paese, di una diocesi della Calabria (Da fonti più recenti si apprende che sarebeb a Maratea, ndr.).
Si conclude così una vicenda difficile. Il vescovo ha dovuto chiuderla con autorità, ma non è difficile immaginare quanto egli stesso ne abbia sofferto accanto alla comunità. “Un padre – ha detto Nolè nell’omelia di ieri – sta sempre con i figli che soffrono. Per questo ho scelto di esservi vicino”. E infine un accorato insegnamento: “Non parlate mai male di nessuno – ha detto ieri ai fedeli – e se anche non potete parlare bene di qualcuno, tacete”.
La gente non ha commentato le parole del vescovo, ma la viva partecipazione alla celebrazione ha confermato la vicinanza della comunità alla sua scelta sofferta, pur nel dispiacere per l’addio di padre Ricardo, sempre disponibile e ben voluto all’interno del piccolo paese. Non ci sono state, per fortuna, le “barricate” che qualcuno aveva minacciato nei giorni scorsi in caso di partenza del missionario.
Rimane lo sconforto per una situazione precipitata oltre il previsto, in cui “molti” hanno ora la percezione di aver dovuto pagare per il rumore di “pochi”. E’ bello, però, poter sperare nelle parole con cui il vescovo ha concluso la celebrazione di ieri: “Il Signore permette le sofferenze, ma dà anche la forza per sopportarle”.

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