23 mar 2009

Il "saccheggio" della Trisaia

Inchiesta sul centro Enea. Tanti giovani assunti in Trisaia e trasferiti nel Lazio. Anche espropri di macchinari denunciati dalla Cgil.

ASSUNZIONI E TRASFERIMENTI

48 assunzioni, 48 trasferimenti. E’ il numero dei ricercatori e tecnici assunti in Trisaia e di quelli trasferiti in altre sedi Enea nel decennio 1997-2007, se si eccettuano le unità integrate a seguito dei corsi di Formazione e Lavoro attivati con fondi della Regione Basilicata. Il rapporto è perfetto: uno a uno. Una coincidenza del tutto casuale, ma che sembra fatta apposta per evidenziare un dato di fatto: il centro della Trisaia assume tanti giovani ricercatori, ma poi molti di questi chiedono il trasferimento e vanno presto a lavorare altrove. Quasi la metà (22 su 48) va a finire presso il centro di Casaccia presso Roma, sede Enea evidentemente più comoda per tanti.

Sin qui nulla di strano, se per molti di queste assunzioni non si fosse attinto ai fondi della legge 64/86 per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno. Quei fondi, per intenderci, che sulla base degli impegni sottoscritti a suo tempo dall’Enea, sarebbero dovuti servire, tra le altre cose, a potenziare le infrastrutture per la ricerca scientifica e tecnologica del Mezzogiorno, anche in relazione “al rilevante divario tra questa parte del Paese e il Centro-Nord” e per colmare “il gap nord-sud nel numero di ricercatori operanti nel Mezzogiorno”.

E non si parla certo di spiccioli. Da una nota sindacale del settembre 2008, si apprende che sui 285 miliardi di vecchie di lire entrati nelle casse dell’Enea per i progetti finanziati dopo la chiusura al nucleare, ben 161 sono arrivati dalla legge 64/86, e “appena” 124 (meno della metà) dall’ex Murst. E’ facile intuire quanto sia stato utile, per le finanze dell’Enea, il suo proclamarsi strumento per lo sviluppo del sud Italia.

Ma il dato stride fortemente con quello di sopra sulle assunzioni e i trasferimenti. Contro i 22 trasferiti nel Lazio, infatti, solo 19 sono trasferiti negli altri centri del Mezzogiorno di Brindisi, Palermo e Portici. La logica conduce a una conclusione amara: tanti ricercatori sono assunti con i fondi per il sud, ma poi finiscono per operare nel centro del Paese. E così, nei centri del sud (nel centro Enea di Trisaia in particolare) le unità lavorative diminuiscono e così, a fronte della coincidenza tra assunzioni e trasferimenti, le cessazioni continuano a crescere (ben 25 nel biennio 2007-2009) e i vuoti occupazionali non si colmano.

In tal modo, anziché ridurre il divario del sud, si contribuisce a incrementarlo. E questo, paradossalmente, anche grazie ai fondi della legge 64!

IL SACCHEGGIO DEI MACCHINARI

Ma il “saccheggio” dell’Enea di Trisaia non finisce qui. E insieme al personale colpisce anche le strutture del centro. Già nel 2001, infatti, le organizzazioni sindacali dell’Enea protestarono per la presenza nel centro di Casaccia di un impianto acquistato con i finanziamenti concessi alla Basilicata come regione inserita allora nell’Obiettivo 1 dell’Ue. Solo dopo l’azione sindacale il macchinario fu riportato presso il centro di Rotondella, luogo in cui sarebbe dovuto rimanere “per almeno 5 anni”, come previsto dal regolamento per la concessione dei fondi.

Ma la cosa, a quanto pare, non sarebbe finita lì. E gli espropri si sarebbero protratti fino all’anno scorso, almeno secondo le affermazioni del sindacato Flc-Cgil, che con una nota del 10 settembre 2008 ha denunciato il “trasferimento in altro luogo di apparecchiature e parti dell’impianto”.

L’Enea di Trisaia, così, più che un avamposto su cui puntare per lo sviluppo del Mezzogiorno, pare essere diventato il “pozzo” per le finanze dell’Enea nazionale e i suoi investimenti negli altri centri. Inutile dire che tutto ciò influisce anche sulle ricadute occupazionali del territorio.

LE NUOVE ASSUNZIONI E BORSE DI STUDIO

In questi giorni, però, sembra aprirsi uno spiraglio. L’occasione per una nuova e più forte rivendicazione arriva dalla recente riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Enea, che lo scorso 26 febbraio ha deliberato “una pianificazione delle nuove assunzioni che consentirà di mantenere costante la dotazione organica dell’ente intorno alle 3 mila unità”. Tradotto in soldoni, significa che l’Enea assumerà a breve 182 unità in tutta Italia. Non solo, nell’ambito della programmazione triennale per l’offerta di Formazione dell’Enea, è previsto un contingente di 170 assegni di ricerca, con durata massima di tre anni, e 90 borse di studio. Ma quanti di questi arriveranno veramente in Trisaia?

Da Dimatteo (Idv) una piattaforma di proposte

“Il mancato decollo dell’Enea e il suo sistematico saccheggio hanno stancato le comunità locali”. Il richiamo arriva a gran voce dalla sezione di Rotondella dell’Italia dei Valori, per bocca dell’assessore comunale Antonio Dimatteo. In relazione ai nuovi obiettivi dell’ente e al nuovo piano di assunzioni deliberato a fine febbraio, Dimatteo rilancia una piattaforma di richieste. Sono semplici ma concrete: chiarezza negli obiettivi; unità operative e capi-progetto che risiedano nel territorio, per poter avere con esso un più proficuo rapporto di interfaccia; utilizzo delle nuove assunzioni e dei nuovi assegni di ricerca per colmare i vuoti di organico, che negli ultimi anni sono cresciuti per le numerose cessazioni; programmazione celere e valorizzazione del centro Enea di Trisaia attraverso il pieno utilizzo delle infrastrutture esistenti e l’implementazione di professionalità che assicurino anche per il futuro la capacità programmatica e progettuale”.

Dimatteo, inoltre, sottolinea il positivo lavoro della direzione locale dell’Enea che, con l’impegno particolare del direttore Donato Viggiano, si è resa capace di intercettare diversi finanziamenti anche a livello regionale.

“Ma tutto questo non basta – spiega l’assessore - c’è bisogno di una piena valorizzazione della Trisaia da parte dell’ente nazionale”. E poi c’è il capitolo della formazione. “Sono positivi – ha spiegato Dimatteo – i Master di Alta Formazione già realizzati in collaborazione con la Regione Basilicata. Ma bisogna meglio utilizzare le risorse del territorio. Una parziale ma significativa valorizzazione – continua Dimatteo - potrebbe essere quella prospettata recentemente dall’assessore regionale Autilio, che ha evidenziato la stretta sintonia dei programmi per lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica ed alta formazione in campo energetico di vari enti ed istituti. A questo proposito ben venga l’idea della scuola di alta formazione tra la fondazione Mattei, l’ Enea, l’ Università degli studi della Basilicata ed altri enti presenti sul territorio. Questo tipo di attività sarebbe, peraltro, in linea con i principi dell’ Ente sulla ricerca di energie alternative, lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione di risorse umane e professionali locali, da trattenere nel metapontino per evitare penose migrazioni”. Alla fine della chiacchierata l’assessore mostra una foto. E’ datata 1987. C’è un manifesto con su scritto: “Quale energia per il futuro?” Si parlava del futuro dell’Enea. “Lo stiamo ancora aspettando”.

pi.su.

E intanto il direttore generale Urbani si dimette e sbatte la porta…

Anche a livello nazionale l’Enea non se la passa troppo bene. Anzi, la discussione interna sull’utilizzo delle risorse umane e delle linee di sviluppo è arrivata a procurare clamorose rotture. Lo dimostrano le recenti dimissioni di Maurizio Urbani, ex Direttore Generale dell’Enea. Il quale se n’è andato, come si suol dire, sbattendo la porta. Durissima e ironica la sua lettera di dimissioni, che si apre con una frase che è tutta un programma: “Non venga fatto al mio successore quello che è stato fatto a me”. Parole forti, che dicono di rapporti difficili e divergenze sugli indirizzi. Poi una citazione da Primo Levi: “E’ malinconicamente vero che molti lavori non sono amabili, ma è nocivo scendere in campo carichi di odio preconcetto: chi lo fa, si condanna per la vita a odiare non solo il lavoro, ma sé stesso e il mondo. Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa, e perché il lavoro stesso non sia una pena, ma l’amore o rispettivamente l’odio per l’opera sono un dato interno, originario, che dipende molto dalla storia dell’individuo, e meno di quanto si creda dalle strutture produttive entro cui il lavoro si svolge” . L’Enea ha risposto con un comunicato secco a firma del direttore Luigi Paganetto. Il Cda ha ringraziato Urbani per “l’attività svolta al servizio dell’ente, nell’ambito di un rapporto fiduciario che si è mantenuto per tutta la durata dell’incarico”. Ma, considerate le esigenze impellenti, l’ente ha già provveduto a nominare un nuovo funzionario facente funzioni per la durata di sei mesi. Si tratta dell’ex responsabile della Direzione Risorse Umane, Giuseppe Tedesco, che dal 12 marzo è il nuovo Direttore Generale.

pi.su.

I lavoratori tremano per i tagli alla Vigilanza

Sono state aperte nei giorni scorsi le buste per l’affidamento servizio di vigilanza presso il centro Enea. Stando ad alcune indiscrezioni (ndr. le procedure di affidamento sono ancora in corso) la gestione dovrebbe essere affidata a una ditta della zona che già svolge il servizio per l’ospedale di Policoro.

La nuova gara sta tenendo in allarme i 42 vigilanti impiegati nel centro, che temono per l’annunciata riduzione del monte ore del servizio, introdotta nell’ambito del Piano di Protezione Fisica, di competenza della Sogin, che ha declassificato il perimetro esterno del centro rendendo non più obbligatoria la perlustrazione continua dello stesso.

Il nuovo contesto potrebbe così comportare eventuali tagli sul numero dei lavoratori assunti o, nel migliore dei casi, una riduzione solidale delle ore di ciascuno. Va ricordato, però, che già da anni i vigilanti Enea lavorano in regime di solidarietà, che ha permesso di evitare licenziamenti a seguito della progressiva riduzione delle ore di servizio richieste dall’Enea. Erano partiti in 42, perché tanti ne aveva richiesti il centro. Quando, poi, la richiesta è scesa gradualmente a 33 unità, hanno scelto di solidarizzare: nessun licenziato, ma tutti a riposo per tre giorni al mese con conseguente riduzione dello stipendio di circa 150 euro.

La situazione, con il nuovo taglio, potrebbe aggravarsi ulteriormente. I giorni di “riposo forzato”, infatti, potrebbero arrivare addirittura a sei, con riduzione complessiva di circa 300 euro al mese. Il risultato? Stipendi quasi da fame.

Nelle scorse settimane, sia il senatore del Pdl Cosimo Latronico che i senatori del Pd Antezza, Chiurazzi e Bubbico, hanno interrogato il Ministro dello Sviluppo Economico per sapere cosa intenda fare per garantire i livelli occupazionali. I senatori del Pd hanno inoltre sottolineato come “il previsto ridimensionamento possa determinare un pericoloso abbassamento dei livelli di sicurezza delle aree circostanti”.

pi.su.


www.ilquotidianodellabasilicata.it

3 commenti:

Anonimo ha detto...

In questo blog si parla tanto del futuro di Rotondella, ma alla fine i commenti si fanno solo sugli articoli che riguardano le prossime elezioni comunali, come se il futuro fosse solo questo... Invece quando c'è un'inchiesta così importante sull'Enea (complimenti a pino suriano) e sugli sviluppi futuri, anche in termini occupazionali e formativi, che si potranno avere... i rotondellesi tacciono!
Delusione....
Sherlock Holmes

pinosuriano ha detto...

Grazie sherlock. Era proprio quello che volevo sentir dire.

Anonimo ha detto...

Ogni tanto mi affaccio qui per vedere se qualche rotondellese si è svegliato dal letargo... e invece niente! son tutti presi dalla revoca della delega all'ormai ex assessore Dimatteo..
Ri-delusione...
Sherlock Holmes