20 mar 2009

Prese le ladre delle vecchiette

Nei giorni scorsi avevano colpito anche a Rotondella.
Qui potete leggere il mio articolo sui furti a Rotondella, tra i primi a segnalare il caso. Un attestato di merito va al carabinieri e al vigile che per primi a Rotondella li hanno notati e fermati.

MATERA - Bussava alle abitazioni di persone anziane per chiedere un bicchier d'acqua o informazioni sulla vendita dei maiali. Aveva modi garbati, una faccia pulita, era gentilissima se ad aprirla erano donne (arrivava anche ad abbracciarle per dimostrare tutta la sua riconoscenza), quando invece aveva di fronte un uomo
non risparmiava avances.
La porta d'ingresso rimaneva socchiusa, così le due complici potevano svaligiare l'appartamento. Ad aspettarle fuori, in macchina, l'unico uomo della banda. Mercoledì pomeriggio non hanno fatto in tempo ad iniziare quella che era ormai un'attività collaudata (secondo i militari dell'Arma, infatti, andava avanti da circa un anno) e che avrebbe fruttato, tra contanti e oggetti preziosi, un bottino di circa centomila euro.
Alcuni giorni fa, un gruppo di donne era stato notato aggirarsi con fare sospetto a Rotondella, dove erano stati commessi furti. Proprio in quella zona sono stati disposti di carabinieri servizi di osservazione e controllo del territorio che hanno permesso, mercoledì pomeriggio, di individuare una macchina con quattro persone a bordo. Una volta individuati, l'uomo e le tre donne sono stati foto segnalati e successivamente riconosciuti dalle vittime, chiamate a raccolta dai carabinieri.
In manette sono finiti la trentottenne Rosa Longiaric (era lei che si presentava a casa degli anziani) e il suo convivente trentacinquenne Orsus Kristijan, Nina e Marika Goman (zia e nipote, rispettivamente di cinquanta e trentuno anni), tutti residenti ad Aprilia.
Nel corso di una conferenza stampa, ieri, i comandanti delle Compagnie di Policoro e di Tricarico, Fernando Carbone e Giuseppe Prudente, hanno spiegato che «i furti sono stati commessi nel 2008 e nei primi mesi del 2009». Dalla banda sono state visitate numerose abitazioni di alcuni comuni della provincia di Matera fra cui Rotondella, Tursi, Grassano, San Mauro Forte e Montescaglioso. «Il problema gravissimo è che durante i sopralluoghi, subito dopo i furti, non siamo riusciti a trovare impronte. - ha affermato il capitano Carbone – Abbiamo chiesto alle vittime se per caso questa donna usasse i guanti, hanno detto di no. Avevamo una targa parziale ma c'erano pochi indizi».
E' quindi iniziata una difficoltosa attività di ricerca e di analisi di casi simili che, anche in altre località del territorio nazionale, avevano portato a risultati più concreti. Alla luce del modus operandi della banda, i carabinieri erano riusciti a stabilire che si trattava sicuramente di persone di etnia Rom. Grazie agli identikit e ai riconoscimenti con foto segnaletiche effettuati dalle vittime è stato possibile stringere il cerchio su alcuni indiziati.
«Le peculiarità sono le impronte digitali ma il responso dell'Afis è stato negativo», ha precisato il capitano Carbone. In sostanza, quando i carabinieri hanno preso le impronte digitali, il responso non era utile ai fini della comparazione. «Abbiamo guardato i loro polpastrelli - ha aggiunto Carbone - erano coperti da un sottile strato di colla per non lasciare impronte. Li abbiamo fatti lavare con l'acetone». Nelle impronte “tarocca - te” i carabinieri hanno rinvenuto anche disegnini e numeri (un tredici su un polpastrello, forse per sfidare la superstizione).
Dalle indagini, coordinate dal pm Annunziata Cazzetta, i quattro partivano da Aprilia, percorrevano la dorsale dell'A3, uscivano nei paesini e colpivano in continuazione, per tre o quattro giorni.
Dopo una sosta in Calabria tornavano indietro, commettendo qualche altro furto. L'operazione è stata condotta con la compagnia di Tricarico ed è stata supportata dalla compagnia di Pisticci, comandata dal capitano Pietro Mennone. Il capitano Prudente, comandante della compagnia di Tricarico, ha sottolineato la difficoltà che hanno spesso gli anziani (ottant'anni è l'età media delle vittime) a denunciare simili episodi: «La prima sensazione è la vergogna, non è facile confidare di essere stati raggirati e aver perso i risparmi di una vita. In un caso un “colpo” ha fruttato 50.000 euro. Non dimentichiamoci, quindi, il “numero oscuro” composto da tutte quelle persone che per vergogna non hanno mai denunciato». Per il momento i carabinieri hanno scoperto una decina di furti ma le attività proseguono per raccogliere elementi di prova per tutti quei furti accomunati dalla stessa strategia, avvenuti sia in Basilicata sia nelle regioni limitrofe.
I quattro (le donne sono cittadine italiane, l’uomo è croato), sottoposti a fermo, sono stati accompagnati nelle carceri di Matera e Potenza, a disposizione del pmAnnunziata Cazzetta. I carabinieri hanno lanciato un appello ai cittadini: se qualcuno è stato vittima di furti e riconosce gli arrestati, può rivolgersi ai militari.
Rossella Montemurro – www.ilquotidianodellabasilicata.it

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