3 ott 2011

Anche Sel attacca il sindaco Francomano

ROTONDELLA – “Questa volta è più soft, propositivo direi”. Antonio Pastore, ex assessore e militante di Sel (Sinistra Ecologia e Libertà), ci porge così il nuovo volantino del suo partito, dal titolo “Centrosinistra a Rotondella: ennesima chiamata”. Accanto a lui c’è il vice sindaco Walter Lobreglio, che annuisce. Lo leggiamo in fretta per coglierne il contenuto: propositivo lo è davvero,  ma definirlo “soft” appare un po’ difficile. Viene il dubbio che l’aggettivo sia stato usato con ironia. Leggere per credere. Magari cominciando dalla fine, perché è nella parte conclusiva che arrivano le bordate più potenti all’amministrazione comunale.
La sintesi della storia biennale di questa amministrazione è racchiusa in tre parole: “politica dell’emergenza”. “Troppe volte - secondo Sel - l’operato amministrativo è stato imposto più da scadenze di ordine burocratico che da scelte programmatiche”. Un’analisi che coincide, almeno in parte, con quella fatta nei giorni scorsi dall’Udc, partito di minoranza, che aveva denunciato proprio la mancanza di programmazione della squadra amministrativa.
Ma il volantino di Sel è ancora più duro quando si solleva la questione morale. Il riferimento è al concorso di Istruttore Contabile, al quale avrebbe preso parte, come candidato, un assessore di maggioranza (si preferisce non citarlo poiché il concorso è in fase di svolgimento). Secondo Sel, l’assessore, per tutelare l’immagine del sindaco e dell’intera amministrazione, avrebbe dovuto dimettersi prima di prendere parte al concorso.
“Irresponsabile” viene definito il suo comportamento, che avrebbe causato “perdita di credibilità dell’intera amministrazione comunale”. “Inspiegabile” (anche qui la parola è forte) viene definito invece il comportamento del sindaco, Vincenzo Francomano, il quale, “pur avendo l’opportunità politica di revocare le deleghe fiduciarie all’assessore, ha ritenuto semplicemente di non farlo”.
Sel chiarisce più avanti la propria posizione: secondo il partito non sarebbe in discussione “il diritto di ognuno a partecipare ad un concorso pubblico”, quanto l’opportunità di farlo senza aver prima dato le dimissioni.
Non manca, come detto, la parte propositiva. Si parte dalle politiche sociali, in merito alle quali si segnala l’esigenza, dopo le dimissioni di Domenico Lacopo, di “nominare presto un assessore capace di avviare tali politiche anche in ragione della presenza sul territorio di persistenti sacche di esclusione sociale”.
Sulle politiche del lavoro, inoltre, si richiama “la necessità di trovare soluzioni alternative alle politiche di precarizzazione del lavoro messe in atto dalle agenzie interinali con il consenso dell’apparato amministrativo”. Segnalata anche la “mancanza di programmazione politica in materia di cultura”.
Insomma, ce n’è abbastanza per pensare che quell’”ennesima chiamata” del titolo  possa somigliare a un’”ultima chiamata”. Non è però quella di chi vuole abbandonare la nave (su questo il volantino è chiaro), ma di chi chiede un deciso cambio di rotta.
Nel Consiglio comunale di oggi, che si annuncia accesissimo, Vito Agresti e il suo gruppo di minoranza (che ha segnalato il problema in  un’interrogazione)potrebbero trovare sull’argomento un inatteso alleato.
Il dato politico c’è tutto. Questa volta non è un avversario a dire che “quei principi di etica pubblica che avevano guidato la nascita della coalizione”, in qualche caso o per qualche assessore, sono andati a farsi benedire. Ad esprimersi non è un’associazione culturale, la minoranza o la stampa creativa. E’il partito del suo vice sindaco.
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata

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