10 set 2009

Valsinni: E' morta suor Vittorgemma Gulfo

La suora di Valsinni che a Roma "aveva fatto strada"
VALSINNI – I quotidiani del Lazio hanno dedicato ampio spazio ai suoi funerali. E anche Roma Sette, importante edizione romana del quotidiano Avvenire, non le ha fatto mancare un ampio servizio giornalistico.
Perché Vittorgemma Gulfo, nata a Valsinni il 7 aprile 1939, a Roma non era una figura anonima. Anzi, aveva, a suo modo, “fatto fortuna”. In un contesto del tutto particolare. Suor Vittorgemma aveva abbracciato la vita monastica, con grande gioia, il 16 marzo 1969, emettendo la professione perpetua nell’ordine delle suore di Santa Maria Consolatrice.
Laureata in Scienze Naturali alla Statale di Milano, aveva insegnato scienze nelle scuole superiori e matematica nelle medie, e per tre anni era stata preside dell’istituto magistrale di Intra-Verbania. A Roma era arrivata nel 2001 per assumere l’ufficio di segretaria generale della sua congregazione.
Poi, nel 2006, aveva ottenuto l’incarico più prestigioso, la nomina a delegata diocesana dell’Umsi (Unione delle Superiori Maggiori d’Italia). Un incarico importante sia per la rilevanza dell’istituto (voluto nel 1950 da Pio XII per un rinnovamento dello stile di vita degli istituti di vita femminili) che per il prestigio della diocesi da lei rappresentata, quella di Roma.
“Ringrazio il Signore per averti incontrata - ha detto monsignor Natalino Zagotto, vicario episcopale per la vita consacrata, che ha celebrato i funerali nella chiesa dell’Immacolata a San Lorenzo - e con me ti ringraziano la Chiesa di Roma e le famiglie religiose che hai servito in questi anni; anni brevi ma intensi, segnati dalla croce che il Signore ti ha dato per farti avvicinare al suo cammino di sofferenza e che tu hai accettato con fiducia e remissione”.
“L’elezione del 2006 a delegata diocesana era stata una sorpresa - ricorda suor Rebecca Nazaro, vice delegata Usmi, sulle colonne di Roma Sette - ma aveva accolto l’incarico con fiducia e abbandono alla Provvidenza. Era una donna che sapeva leggere i segni dei tempi e che sapeva infondere a quanti la circondavano l’amore per la vita consacrata. Ricordo la sua dedizione al lavoro ed il grande senso di responsabilità. Nonostante fosse allo stremo delle forze, ha voluto lavorare fino all’ultimo giorno per preparare la nostra assemblea generale di ottobre”.
Particolarmente vicina alla Pastorale Giovanile, e con grandi capacità organizzative, era grande appassionata di liturgia e canto sacro. Un’altra grande figlia di Valsinni. Che ha scoperto la felicità e la gioia di vivere in un modo che tutti vedono, esclusivamente, come una rinuncia alla bellezza della vita. Per lei, senza ombra di dubbio, non è stato così.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

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