Non a tutti sono andate giù le esternazioni con cui Rudy Marranchelli e altri ex membri del circolo di An hanno rivendicato la tempestività del proprio passaggio al Partito della Libertà e la previsione di una futura unione di An e Fi per la formazione di un unico partito del centrodestra.
A sentirsi chiamato in causa è Giuseppe Lippo, presidente del circolo di An a Rotondella e membro del direttivo provinciale. Quando, a novembre, Marranchelli e gli altri decisero di cambiare partito, lui rimase fermo e fedele alle indicazioni dei vertici, che i fuoriusciti, al contrario, criticarono con fermezza. “Innanzitutto – spiega Lippo in una nota – vorrei precisare che la scelta di uscire dal partito fu attuata solo da quattro persone che non facevano più parte di Alleanza Nazionale: non furono seguite da nessuno allora e neppure ora hanno la certezza di esserlo”. Non sarebbe stata, insomma, una scelta di tutto il gruppo, che rimase quasi compatto al fianco del presidente e dei vertici.
“Mi fa piacere - prosegue Lippo - che questi amici si sentano più bravi e lungimiranti di chi ha preferito coerentemente stare in un partito che per storia, identità, radicamento e valori non poteva e non può certo essere annientato e inglobato in un batter d’occhio in un altro soggetto politico. Ciò che verrà presentato alle elezioni non è un nuovo partito ma una lista unica, che è cosa ben diversa. Solo dopo le elezioni si vedrà se continuare verso la fusione dei due partiti o per strade parallele ma separate. La chiusura di un partito e la sua confluenza in un’altra formazione politica non può essere decisa da Berlusconi, né da Fini e né tantomeno da Rudy Marranchelli, ma può essere sancita solo da un congresso, come peraltro chiesto da Alemanno e altri dirigenti. Pertanto io, insieme agli altri amici del Circolo di An, rimango alla finestra in attesa di ciò che sarà deciso dalla Direzione Nazionale del partito, convocata per sabato prossimo, riservandomi di decidere con calma sul da farsi. Per quanto mi riguarda – conclude - continuo con orgoglio a ritenermi Presidente di Circolo di AN e membro dell’Esecutivo Provinciale. Nel caso in cui il mio partito non esistesse più prenderei la decisione opportuna”.
Il caso di Lippo, vien da riflettere, è isolato e non può essere generalizzato, ma offre un’indicazione importante: non tutta An passerà al Pdl. O almeno non in modo automatico e acritico.
21 feb 2008
Giuseppe Lippo replica a Marranchelli
Il presidente di An: "Il partito non è ancora sciolto"
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1 commento:
ciao pino
ho letto l'articolo e dal momento che me ne dai la possibilita' volevo chiedere qualcosa.
sono un ex elettore di an,indignato perche' offeso,deluso e tradito.si mi sento tradito.
mi chiedo dove sono andati a finire i valori della svolta di fiuggi del 95?
dov'e' finita la coerenza di quella persona che nel novembre scorso diceva:(citazione da www.bloo.it/news_politiche)lui(berlusconi)a palazzo chigi non ci entrera' mai,per farlo ha bisogno del mio voto,ma non l'avra' mai.MAI.si faccia appoggiare da veltroni,con me ha chiuso"!
di quella persona che definiva la scelta di berlusconi colpo di teatro,
e ancora(da casini ad annozero):noi non possiamo andare con il cappello in mano,non siamo dei postulanti.dove e' finita?
perke' l'assemblea non e' stata fatta prima di entrare in questo partito unico,si chiama cosi' non coalizione politica.
mi chiedo perke' e' stata fatta sta "mossa"?
forse,vedendo concreta la possibilita' di una vittoria, per ottenere una poltrona o per,grazie alla differenza anagrafica dei due,per ottenere la presidenza del nuovo partito andando contro ai suoi elettori o almeno ad una parte di essi di cui ne faccio parte?
il fronte ultmamente ha tappezzato roma con un manifesto,IL TRADIMENTO E' COMPIUTO; come dargli torto.
e' per questo che votero' "la destra" ma urlero' forza walter.
cosa cuccedera' nel caso di una sconfitta del pdl?
vincenzo
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