ROTONDELLA – La
scena è sempre la stessa. Sempre lì a protestare, assieme ai sindacati, per
qualche ora di lavoro in più. Stesso freddo, stessi cartelli, stesso luogo: i
cancelli del Centro Enea di Rotondella. I protagonisti sono sempre loro: i lavoratori
del servizio di pulizie del Centro, che brindano al 2013 ancora con una protesta.
Tanto per cambiare.
Questa volta,
però, c’è una novità che rischia di far saltare in banco. E’ il servizio di
trasporto sul posto di lavoro, che da ieri non è più garantito ai lavoratori. Per
comprendere la gravità della situazione c’è bisogno di un dato, ovvero il
numero di ore settimanale (21) che i lavoratori svolgono in cinque giorni, per
uno stipendio mensile di neppure 400 euro netti.
Se poi il
lavoratore deve anche provvedere a recarsi a proprie spese sul posto di lavoro,
la situazione diventa insostenibile. Si arriva a lavorare, a conti fatti, per meno di 300 euro mensili. Un’offesa
alla dignità. “Anche perché – spiega Filippo Viggiano della Uil, ieri ai
cancelli con i lavoratori – il problema è aggravato dall’assenza di trasporti
in orari compatibili con quelli di lavoro. E così i lavoratori sono anche
costretti a munirsi di un proprio mezzo”.
Una delle
lavoratrici, in proposito, pone un problema concreto. “La mia famiglia non è
neppure dotata di un’automobile, non capisco proprio come possiamo fare. Così
ci costringono a lasciare il lavoro”. E se la maggior parte di loro arriva da
Rotondella, c’è anche chi arriva da Bernalda, sobbarcandosi circa 80 km
giornalieri.
Con i lavoratori,
ieri mattina, c’era anche Maria Bruno della Cgil. Non presenti, ma comunque vicini
ai lavoratori, i rappresentanti della Cisl. Per far sentire la propria
vicinanza, ieri mattina, è giunto anche il sindaco di Rotondella, Vincenzo
Francomano.
La situazione,
come già riportato dal Quotidiano, è
l’esito degli effetti del nuovo taglio sul monte ore richiesto alla ditta
appaltatrice dall’Enea della Trisaia, a seguito dei tagli provenienti dalla Direzione
centrale. E’ quello che è accaduto l’anno scorso e l’altro anno ancora. Il
nuovo taglio dovrebbe portare a un livellamento del monte ore di tutti i
quattordici lavoratori: sia quelli che facevano ventiquattro ore settimanali sia
quelli che ne facevano venti dovrebbero passare a ventuno ore. Non tutti però.
“Il livellamento non è stato totale -
sussurrano alcuni di loro ai cancelli – c’è ancora qualcuno fa il doppio delle
ore degli altri”.
Adesso il
prossimo passo è un incontro in Prefettura, che i sindacati hanno richiesto a
seguito dell’impossibilità di raggiungere un accordo tra le parti. Si spera di
poter trovare una convergenza nell’immediato, perché una soluzione definitiva, decantata
tante volte, non è mai stata veramente trovata. Anche l’incontro in Prefettura,
in fondo, è una scena già vista.
Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata
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