7 feb 2010

Frana al campo sportivo. La versione del sindaco Francomano


Il sindaco: "La comunità non ci rimetterà neppure una lira"

ROTONDELLA – E’ come se quel campo sportivo gli fosse crollato addosso. Quintali di terra che hanno praticamente frantumato una delle prime opere rilevanti del suo mandato amministrativo. Vincenzo Francomano, sindaco di Rotondella, aveva parlato chiaro nel mese di agosto, quando la Lega Calcio aveva imposto alla squadra locale un adeguamento delle dimensioni del campo di Rione Mortella: no a un tempestivo lavoro di semplice allargamento, che non consentisse di evitare nuove frane (molto frequenti in quell’area), sì a un lavoro di maggior solidità, seppure più dispendioso e lungo.

Peccato che quella frana si sia ripresentata in tutta la sua forza distruttiva proprio due giorni dopo l'inaugurazione del campo. Come per uno strano scherzo del destino. Nonostante quei lavori “solidi”, finiti così nell’occhio del ciclone. Nulla di più ghiotto per ringalluzzire i suoi oppositori e farli gridare allo scandalo.

Sulle colonne del Quotidiano si era chiamata in causa una responsabilità politica. Il sindaco non è tipo da tirarsi indietro: potrebbe trincerarsi dietro un comunicato stampa, ma preferisce affrontare le domande dei cronisti, invitati in municipio per delineare i contorni della vicenda.

“Certo che assumo le responsabilità politiche - esordisce - purché siano coerenti con il ruolo ricoperto. Come soggetto politico, io rispondo di tre azioni fondamentali compiute in relazione alla vicenda. La prima è stata la volontà di realizzare un’opera più solida rispetto al semplice allargamento; la seconda è stata la scelta di affidare la progettazione all’ufficio tecnico comunale, per evitare dispendi ulteriori con incarichi a progettisti esterni; la terza è stata quella di privilegiare le ditte locali, che hanno concorso in una regolare gara anche se avremmo potuto avvalerci, per l’importo dei lavori, della trattativa privata”.

Fin qui tutto impeccabile e trasparente. Così però si chiude il cerchio e le responsabilità sembrano indirizzarsi tra l’Ufficio Tecnico e la ditta appaltatrice.

“Al momento è in corso una verifica di natura tecnica per stabilire le responsabilità. Per ora, però, non ho elementi tali da poter attribuire colpe ad alcuno. La ditta e i tecnici del comune si stanno parlando con massima trasparenza per chiarire la vicenda. Il mio compito principale, per ora, è però quello di garantire che i lavori siano svolti al meglio, senza che la comunità debba rimetterci una lira di più”.

L’ex sindaco Agresti aveva parlato di un progetto della vecchia amministrazione, validato dal Coni e non preso in considerazione da voi?

“Certo, ma il consigliere Agresti ha scordato di dire, probabilmente, che quello era un progetto per un milione di euro, che interveniva sulle tribune e sugli spogliatoi, ma non prevedeva allargamenti per il terreno di gioco. Insomma, era praticamente inutile per il nostro scopo. E’ vero, il Coni lo aveva validato, ma solo sul piano tecnico-sportivo. I fondi per realizzarlo, però, non c’erano e, a quanto mi risulta, quel progetto non era stato candidato da nessuna parte, pur essendo costato alla comunità più di 4 mila euro per i compensi dei progettisti”.

Il consigliere Giuseppe Lippo si è chiesto se non fosse necessaria, prima dei lavori, una perizia geologica.

“Non credo che servisse. Lì la base è già consolidata, il nostro era un semplice lavoro di appoggio”.

Insomma, la perizia non c’è stata. Serviva o no per un simile lavoro? E’ una domanda su cui sarà utile una risposta tecnica chiara e certa. Come quella, capitale, sulle responsabilità: c’è stato un errore di progettazione dell’Ufficio Tecnico o un errore di esecuzione della ditta? I cittadini attendono di saperlo.

Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata

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