Il tribunale di Matera giudica infondato il ricorso della ditta per la sospensione della delibera
NOVA SIRI – Va al comune jonico il “primo round” del conten
zioso con la vecchia ditta affidataria del servizio di trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si tratta della ditta alla quale, nell’agosto scorso, l’ente aveva rescisso il contratto per sospetto di subappalto, aprendo la strada a una lunga controversia giudiziaria. E in effetti la società estromessa non aveva “accettato” il provvedimento, proponendo subito ricorso d’urgenza per annullare gli effetti immediati della determinazione dirigenziale e poter tornare al lavoro. Ma il Tribunale di Matera, riunito in composizione collegiale, ha giudicato infondate le istanze della ditta, condannandola a risarcire anche le spese legali sin qui sostenute dall’ente, rappresentato dallo studio legale Mitidieri di Nova Siri. Questo accadeva lo scorso 4 febbraio.
E’ però utile un passo indietro per comprendere meglio i particolari della vicenda. Nell’estate del 2008 il comune di Nova Siri riceveva, da parte dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, segnalazioni circa la presenza di lavoratori non assunti dalla ditta aggiudicataria del servizio, ma da altra ditta. Subito l’ente si attivava per un controllo di verifica sui lavoratori impiegati, confermando le segnalazioni dell’Ufficio del Lavoro. E così, con determina dirigenziale, procedeva alla risoluzione unilaterale del contratto di appalto, che avrebbe avuto scadenza naturale il 30 settembre 2010.
Immediata la reazione della ditta estromessa, che subito proponeva “ricorso d’urgenza” avverso il provvedimento (ex art. 700 del c.p.c.). Si tratta, per dirla con parole semplici, di quel tipo di ricorso atto a congelare gli effetti immediati di un provvedimento, senza attendere i tempi lunghi del processo ordinario, che potrebbero causare l’impossibilità di risarcire alcuni danni subiti nell’immediato.
Il ricorso veniva respinto, in data 15 settembre 2008, dal Tribunale di Matera, poiché non sussisteva, nel caso, il pregiudizio di danni “gravi e irreparabili”, e cioè non risarcibili a seguito del processo ordinario. La ditta, a questo punto, impugnava la decisione davanti al Tribunale di Matera, riunito in composizione collegiale, che, come detto, avrebbe rigettato anche il nuovo ricorso lo scorso 4 febbraio. La società in questione, secondo il Tribunale, non avrebbe fornito “convincenti spiegazioni sia in rapporto alle contestazioni mosse dall’ente locale in sede precontenziosa, sia nel corso del presente procedimento cautelare, essendosi limitata a negare la sussistenza di un rapporto di subappalto e a prospettare che le unità lavorative esterne sarebbero state utilizzate nell’ambito della propria organizzazione imprenditoriale, senza però dare prova del titolo in base al quale sarebbe avvenuto tale utilizzo”.
Insomma, oltre all’assenza di danni irreparabili (con linguaggio giuridico periculum in mora), non è stata ravvisata neppure la sussistenza di elementi minimi di fondatezza del ricorso (fumus boni iuris). Tradotto in soldoni, significa che la ditta non avrebbe mai fornito valide e comprovate obiezioni ai rilievi del comune. Va da sé che l’ente, almeno fino alle risultanze odierne, avrebbe agito secondo regola. Insomma, “quell’atto rischioso”, come lo definimmo sul Quotidiano del 25 settembre, non era del tutto infondato, a prescindere da quello che sarà l’esito del processo ordinario, che comunque potrebbe condurre a conclusioni diverse. Ma di questo si parlerà in futuro.
Fu di sicuro meno rischioso, in quella stessa occasione, l’operato del comune di Rotondella che, di fronte alla medesima situazione (la ditta appaltatrice a Rotondella era praticamente la stessa), preferì prolungare il contratto fino al 30 ottobre, evitando la rescissione. “Una vittoria in giudizio del comune di Nova Siri – scrivemmo a settembre - equivarrà a una condanna politica dell’amministrazione di Rotondella. Se invece vincerà la ditta, sarà stata più ragionevole la prudenza di Rotondella”. Questo primo atto sembra dar ragione a Nova Siri. Non va dimenticato, però, che sulla scelta di Rotondella pesarono anche alcune valutazioni politiche: una scadenza di contratto più prossima e l’intenzione di avviare al più presto (i tempi sono poi slittati ampiamente) un’azienda municipalizzata.
Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it
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