NOVA SIRI – Certi luoghi sono cari alla gente in modo speciale. Spesso accade senza una motivazione precisa, ma per un misterioso sentimento di affezione religiosa. Quell’affezione che ancora permane in certe zone. Non si spiegherebbero altrimenti la presenza di un vescovo e due senatori, ma soprattutto la folla di gente accorsa domenica per la riapertura della cappella Madonna della Sulla.
Si tratta di un autentico “gioiellino” nel cuore della campagna di Nova Siri, piccolo e grazioso allo stesso tempo. Era rimasta chiusa dall’ottobre 2006, a causa delle infiltrazioni d’acqua che ne avevano minato le fondamenta. E proprio nel corso dei lavori si è scoperto che la Chiesa reggeva senza cemento, tutto a secco con terra e pietra. Laboriosi contadini, a quanto pare, l’avevano messa in piedi nel solco di una geniale tradizione. Ai lavori di consolidamento si sono aggiunti quelli di restauro e riqualificazione del piazzale antistante la cappella. E proprio nel piazzale si è svolta la Santa Messa di domenica scorsa, celebrata da monsignor Francescantonio Nolè, vescovo della Diocesi Tursi-Lagonegro; e concelebrata da don Savino D’Amelio, reggente della parrocchia di Santa Maria Assunta e dal missionario Padre Riccardo Gonzalez.
Erano presenti, tra le autorità, il sindaco di Nova Siri Giuseppe Santarcangelo e i due nuovi senatori Carlo Chiurazzi e Cosimo Latronico. “La cappella – ha detto don Savino prima della Santa Messa – non è restituita solo alla comunità ma a tutta la zona, perché è un luogo apprezzato e riconosciuto anche fuori”.
Opinione condivisa dal vescovo, che nell’omelia ha spiegato il valore educativo, per la vita e per la fede, dei luoghi di venerazione mariana. “Maria è un modello per tutti noi – ha detto – la prima ad aver detto al Signore un sì senza riserve, proprio quello che è chiesto a noi”. Momento finale con la visita alla cappella restaurata: una fila composta e accompagnata dai tradizionali canti mariani. Poi un saluto alla statua della Vergine, un’offerta e l’uscita da un ingresso laterale. Per le vie del centro storico era già pronta la festa con giostre, banda e concerto musicale a fine serata. “Da anni – si è stupito qualcuno – la festa non era così bella e piena di gente”.
Si tratta di un autentico “gioiellino” nel cuore della campagna di Nova Siri, piccolo e grazioso allo stesso tempo. Era rimasta chiusa dall’ottobre 2006, a causa delle infiltrazioni d’acqua che ne avevano minato le fondamenta. E proprio nel corso dei lavori si è scoperto che la Chiesa reggeva senza cemento, tutto a secco con terra e pietra. Laboriosi contadini, a quanto pare, l’avevano messa in piedi nel solco di una geniale tradizione. Ai lavori di consolidamento si sono aggiunti quelli di restauro e riqualificazione del piazzale antistante la cappella. E proprio nel piazzale si è svolta la Santa Messa di domenica scorsa, celebrata da monsignor Francescantonio Nolè, vescovo della Diocesi Tursi-Lagonegro; e concelebrata da don Savino D’Amelio, reggente della parrocchia di Santa Maria Assunta e dal missionario Padre Riccardo Gonzalez.
Erano presenti, tra le autorità, il sindaco di Nova Siri Giuseppe Santarcangelo e i due nuovi senatori Carlo Chiurazzi e Cosimo Latronico. “La cappella – ha detto don Savino prima della Santa Messa – non è restituita solo alla comunità ma a tutta la zona, perché è un luogo apprezzato e riconosciuto anche fuori”.
Opinione condivisa dal vescovo, che nell’omelia ha spiegato il valore educativo, per la vita e per la fede, dei luoghi di venerazione mariana. “Maria è un modello per tutti noi – ha detto – la prima ad aver detto al Signore un sì senza riserve, proprio quello che è chiesto a noi”. Momento finale con la visita alla cappella restaurata: una fila composta e accompagnata dai tradizionali canti mariani. Poi un saluto alla statua della Vergine, un’offerta e l’uscita da un ingresso laterale. Per le vie del centro storico era già pronta la festa con giostre, banda e concerto musicale a fine serata. “Da anni – si è stupito qualcuno – la festa non era così bella e piena di gente”.
Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata
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