24 mag 2008

Il presidente Napolitano si fa vivo sul caso Falcone

"Impegno per garantire il gratuito patrocinio"

ROTONDELLA – Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si occuperà del caso di Angelo Falcone, giovane di origini lucane detenuto in India dal marzo 2007 per possesso di stupefacenti. A renderlo noto, ieri mattina, l’Ufficio Stampa della Regione Basilicata. Il Capo dello Stato ha assicurato al difensore civico della Basilicata, Catello Aprea, il suo «interessamento presso il Ministero della Giustizia, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto del gratuito patrocinio». Non è andata persa, perciò, la lunga battaglia mediatica di Giovanni Falcone, padre di Angelo, che più volte aveva fatto presente alle autorità istituzionali la rilevanza delle spese legali (intorno ai 60 mila euro) per la difesa del figlio e dell’amico arrestato con lui, Simone Nobili. Già da tempo Falcone aveva chiesto l’assistenza legale a spese dello stato “anche per gli italiani detenuti all’estero, che pagano regolarmente le tasse in Italia, affinché siano garantiti l’articolo 24 della Costituzione e gli articoli 9, 10 e 11 della Dichiarazione Universale per i Diritti Umani”. Una richiesta che aveva fatto sua anche l’Onorevole Marco Zacchera, durante una conferenza stampa sugli italiani detenuti all’estero, svoltasi a Montecitorio lo scorso 28 ottobre.
E ora il cerchio dovrebbe quadrare, anche grazie all’impegno di Aprea, che si è rivolto al Capo dello Stato illustrandogli gli sforzi che il padre di Falcone ha fatto e sta facendo «per dimostrare l’innocenza del figlio», detenuto in condizioni disumane. Per sollecitare l’intervento, a quanto pare, Aprea avrebbe fatto perno proprio «sull'assenza di convenzioni tra Italia e India sul gratuito patrocinio in materia penale». Una condizione che avrebbe sminuito i diritti di cittadinanza dei due rispetto a quelli dei detenuti in altri stati. Ora la palla passa al Ministro della Giustizia Alfano, che subito dovrebbe attivarsi per garantire una tempestiva soluzione al problema. La notizia arriva in concomitanza con lo sciopero della fame avviato l’altro ieri da Giovanni Falcone, in protesta, tra gli altri, proprio con le massime autorità dello Stato (Presidente della Repubblica e del Consiglio), che mai fino ad oggi avevano preso posizione, nonostante la ribalta mediatica e le numerose interrogazioni parlamentari sul caso.
Per il 31 maggio, inoltre, è in programma la prossima udienza per Angelo e Simone. Sono previste altre testimonianze di agenti di polizia, dopo che, nelle scorse udienze del 29 e 30 aprile, alcuni di loro non si presentarono, rinvigorendo le speranze di padre e figlio: “Se qualcuno comincia a fare marcia indietro – aveva dichiarato Giovanni Falcone, sempre convinto dell’innocenza di Angelo – significa che la verità sta venendo a galla”.

Pino Suriano - da www.ilquotidianodellabasilicata.it


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