29 apr 2008

Quando la scuola esce dalle aule

Incontro su ragione e religione a Tursi con un parroco e due insegnanti

TURSI - Due docenti di filosofia e un sacerdote attorno a un tavolo. Ad ascoltarli un’insolita platea di giovani e insegnanti. Non erano lì per il classico libro da presentare, evento da promuovere, lezione da sorbirsi. Non c’era alcuna “merce da vendere”, lunedì sera, presso i locali della Cattedrale di Tursi. Questo perché l’incontro in questione è nato in modo del tutto speciale. Non l’hanno messo in piedi organizzazioni religiose o parrocchie, sebbene il tema, “Dio e le religioni oggi”, lo facesse presagire. E non lo ha messo in piedi neppure un’istituzione scolastica. Le condizioni le ha poste l’impeto di un ragazzo, Antonio Dimatteo, che ha voluto chiamare in causa il suo professore di Filosofia presso il liceo scientifico di Montalbano, Domenico Burzo; il sacerdote locale, don Gianluca Bellusci; una professoressa di Filosofia presso il Liceo Classico di Nova Siri, Elisabetta Boccardi; e il giornalista Giuseppe Rotunno, in qualità di moderatore.
Il tutto è partito dall’interesse che alcuni temi, trattati in classe, avevano suscitato in Antonio. Che ha voluto rilanciare la partita in forma pubblica e libera. Senza che le mura della scuola fossero limite all’interesse di altri amici. Senza che il parere dell’insegnante, in quanto più autorevole e argomentato, fosse l’unico accettabile.
E l’esperimento è riuscito. Sorprende che di un simile argomento (Dio e le religioni) si sia parlato quasi sempre nell’orizzonte della ragionevolezza. Nessuna solfa mistica ha preso il sopravvento. Anzi, è sembrata evidente una certa urgenza di chiarimento scientifico dei termini in gioco. E’ così, per esempio, il “credere” ha smesso di essere (come nel gergo comune) atto di pura fede irrazionale, per essere definito come “atto della ragione”. “Anche quando prendete il pullman per venire a scuola – ha spiegato il professor Burzo – voi credete che l’autista sia in grado di accompagnarvi. Vi fidate, non state mica lì a fargli il test psico-attitudinale o la prova del palloncino”. Come dargli torto?
Il livello della ragionevolezza, si diceva, l’ha fatta da padrone. E infatti, quale altro strumento, se non l’umana ragione, espressa in tutto il suo potenziale, può ergersi a criterio di valutazione delle diverse ipotesi religiose? Cosa altro permetterebbe di discernere e riconoscere la verità? Insomma, lunedì sera la scuola sembrava essersi trasferita. E’ uscita ed è diventata società, motore culturale. Come vorrebbero le moderne riforme e la stessa Costituzione. Tutto questo, senza che a smuoverla ci fossero progetti didattici, paghe per i professori e crediti per gli alunni. Senza che ci fossero, in una parola, interessi. Il capannello di ragazzi, formatosi dopo l’incontro intorno al professor Burzo per domande e chiarimenti, dimostra che può essere la strada giusta.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'unica cosa di cui si sa parlare è di cose che non esistono.Mentre la realtà vi aspetta invano...