13 feb 2008

"Fini con Berlusconi? Noi c'eravamo già".

Quattro ex membri di An rivendicano l'anticipo della scelta fatta a novembre
Fini si unisce a Berlusconi? C’è chi, nel partito di An, lo aveva fatto da tempo. E ora lo ricorda con orgoglio. Era il 17 novembre 2007 quando, in piazza San Babila a Milano, dal predellino dell'auto, il Cavaliere annunciò la fine della Casa delle Libertà e di Forza Italia per la nascita di un nuovo partito del Centrodestra. Fini fu tra i primi a storcere il naso, ma non tutto il partito fece lo stesso. Più di qualcuno, dalla base di An, annunciò un passaggio al più innovativo Popolo della Libertà, non senza subire qualche (a questo punto prematura) accusa di trasformismo. E’ il caso Rudy Marranchelli, assessore alla comunità Montana Basso Sinni, che aveva annunciato un distacco dal partito di Fini, per sposare da subito la causa di Berlusconi.
Questi, insieme ai tesserati Domenico Lippo, Antonio Celano e Nicola Comparato, motivò la scelta con queste parole: “Il Pdl è un movimento politico che nasce dalla gente (ultimamente trascurata dai dirigenti di Alleanza Nazionale, impegnati in liti interne) e ha tutte le caratteristiche per raccogliere la maggioranza “assoluta” dell’elettorato di centrodestra. Da tempo si attendeva la nascita di un simile partito, e oggi che i tempi sembrano maturi, abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con lo sguardo rivolto verso il futuro, sicuri di incontrare presto gli amici di An sul nostro sentiero”.
In effetti “quegli amici”, oggi, sono finiti proprio su “quel sentiero”. E i quattro giovani, che nel frattempo avevano costituito a Rotondella il primo Circolo della Libertà, non si sono fatti sfuggire l’occasione per ricordarlo a tutti: “Apprendiamo con piacere - scrivono oggi in una nota - la notizia che Alleanza Nazionale è pronta a correre all’interno della lista unica Popolo delle libertà per Berlusconi Presidente. In questi giorni si sta realizzando quello che abbiamo scritto a novembre, nella lettera di dimissioni dal partito di An, a dispetto di chi (molti dirigenti del partito) ci assicurava che si trattava solo di illusioni. Siamo stati tra i primi in An a credere nel progetto di Berlusconi lanciato a San Babila: il quadro politico italiano necessità di una semplificazione, un grande partito di centrodestra in grado di rappresentare le più ampie sfere della società civile, una forte alternativa al centrosinistra, garante dei valori cattolici e con proposte programmatiche in grado di risollevare il Paese dalla crisi politico-economica che lo attanaglia”.
E ricordarlo non fa mai male, ritieniamo. Perché chi entra ora, nel pieno della pressione elettorale, non avrà certo gli stessi “tappeti rossi” di chi era entrato allora. O almeno così dovrebbe essere, perché in politica “non si sa mai…”
Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

1 commento:

Anonimo ha detto...

a rudy stai attento a riccardo che ti deve allisciare il pelo.
ciao xy