24 nov 2007

Sogin: c'è un nuovo piano della comunicazione

Il nuovo responsabile Mazzoletti ha incontrato le associazioni ambientaliste

Sogin è cambiata. Da qualche settimana facce nuove sono salite ai vertici. L’intento è quello di dare una marcia in più all’attività di dismissione degli impianti nucleari. Senza commettere, naturalmente, gli errori del passato. Primo tra tutti la scarsa comunicazione con il territorio: una disattenzione che è costata sfiducia da parte di associazioni e enti (tra cui il comune di Rotondella), fino al culmine dell’episodio di contaminazione di una fossa radioattiva (circa un anno fa), quando gli allarmismi vinsero su ogni intento di chiarezza e una fase di controllo passò per “incidente radioattivo”.
Ma ora c’è la promessa di un nuovo corso. Un nuovo corso che ieri pomeriggio aveva il volto giovane di Gabriele Mazzoletti, nuovo Responsabile Comunicazione di Sogin Spa. E’ al lavoro da meno di un mese, ma si è già rimboccato le maniche. E’ stato lui a decidere di incontrare “informalmente” i rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio. Al suo fianco c’erano Giuseppe Bolla (Capoprogetto Sogin per gli impianti di Trisaia, Casaccia e Saluggia) e Tommaso Candelieri (Responsabile dell’Area Disattivazione Trisaia). Sono intervenute attivamente, tra le associazioni invitate, soltanto la Ola Ambientalista e Scanziamo le Scorie.
Lo stesso Mazzoletti ha aperto l’incontro, promettendo presenza e comunicazione costante sul territorio. In particolare a Rotondella, dove, con cadenza semestrale, Sogin incontrerà la comunità in consiglio comunale. Sono quasi le stesse promesse che fece, nel settembre 2005, il suo predecessore Ugo Spezia. Quelle promesse non ebbero alcun seguito, ma Mazzoletti ha chiarito che con la nuova gestione le differenze si vedranno.
Poi sono intervenute le associazioni. Prima Scanziamo le Scorie, con Antonello Bonfantino. Toni cordiali e una richiesta chiara: regionalizzare la questione, senza relegarla a un ambito locale che le sta stretto. E poi una domanda: cose pensa Sogin delle barre di Elk River di proprietà Usa?
E’ una delle domande (come quella sul sito unico) a cui Sogin non può rispondere, perché si tratta di questioni che non competono a una società aziendale ma alla politica e alla diplomazia. E così la risposta, giustamente, è stata la stessa di due anni fa. “Stiamo predisponendo dei contenitori in sicurezza per il trasporto delle barre (cosiddetti cask). Ma a decidere dove e quando saranno trasferite non saremo certo noi”. Infine è intervenuto Felice Santarcangelo, rappresentante della Ola Ambientalista Lucana. Tanti i dubbi sollevati: dalla scarsa concretezza operativa di Sogin (“quattro anni senza fare nulla di concreto”); alla effettiva qualificazione del personale (“lavori delicati svolti da personale precario”); fino alla possibilità di una nuova ricerca sul nucleare, a cui si sarebbe ricondotta, di recente, anche l’attività dell’Enea.
I tre rappresentanti si sono alternati nelle risposte. Sulla concretezza operativa ha risposto Bolla: “Sogin ha lavorato tantissimo in questi quattro anni. I risultati non sono del tutto visibili perché abbiamo operato essenzialmente sul piano della progettazione e delle autorizzazioni, ma presto la Trisaia assumerà un volto diverso”.
Sul personale ha chiarito Mazzoletti: “Sogin ha tutto l’interesse a qualificare il suo personale” – ha spiegato – anche perché non possiamo permetterci di perdere competenze sul nucleare mentre gli altri paesi di danno da fare”.
Su un’ipotetica ricerca nucleare, da riproporre in collaborazione tra Enea e Sogin, ha tagliato corto Candelieri: “Tutto questo non è assolutamente previsto nel centro della Trisaia. Da noi non si lavora per il nucleare del futuro, ma solo per eliminare quello del passato”.
L’incontro si è concluso in una sala deserta, alla presenza di pochissimi rappresentanti. Ed è sorto un dubbio. Ora che Sogin si dice disposta a comunicare, ci sarà un reale interesse del territorio? In effetti, in un simile incontro con le associazioni, svoltosi due anni fa, c’era un clima ben diverso. Scanzano, in effetti, era molto più vicina! Forse il tempo porta via certe paure. E anche una certa unità. I rapporti tra le associazioni presenti, infatti, non sembravano dei migliori.

Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata

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