ROTONDELLA – Era il settembre 2005: Sogin presentava, con un incontro in pompa magna, i suoi nuovi laboratori di monitoraggio ambientale. Quello stesso giorno Ugo Spezia, Responsabile Comunicazione della società, annunciava con entusiasmo il nuovo piano di comunicazione con il territorio. Il messaggio fu chiaro: c’era da aspettarsi un ciclo di incontri pubblici a cadenza fissa, resoconti periodici sulla stampa e tanto altro. Insomma, comunicazione costante su tutto ciò che succedeva in Trisaia. Oggi non c’è più, per la Sogin , il signor Ugo Spezia. Così come non c’è più, per Rotondella, il compianto Mario Dimatteo, che curava i rapporti (a quel tempo ancora idilliaci) tra comune e Sogin. E soprattutto non ci sono quegli incontri pubblici annunciati da Spezia. Mai visti né sentiti. Né si è vista mai, almeno fino ad oggi, quella sezione del sito Sogin che avrebbe informato in tempo reale su tutte le fasi del decommissioning. Era un’iniziativa, annunciata addirittura sulle agenzie di stampa, dell’ex amministratore delegato Giuseppe Nucci. Anche in questo caso senza riscontri. Insomma, di quello che fa Sogin si sa poco o nulla. Anche perché (e qui la colpa è della Regione) non si convoca da circa dieci mesi il Tavolo della Trasparenza. Era un’iniziativa sorta sulla scia dei fatti di Scanzano per permettere il dialogo (pubblico e, appunto, trasparente) tra associazioni, Sogin, Regione e comuni interessati. Ma oggi, passata l’onda emotiva di quei fatti, sembra tramontare anche l’interesse al dialogo e al confronto. Lo fa notare l’associazione No Scorie Trisaia, che punta il dito anche su altre promesse di trasparenza cadute nel vuoto, tra cui “un centro di documentazione tra comune e Sogin, propagandato dal sindaco Vito Agresti per far conoscere le attività di decommissioning sul territorio. Così come è finita nel vuoto – prosegue No Scorie – una nostra richiesta, presentata nel febbraio 2007, per la realizzazione di un tavolo per la sostenibilità ambientale nel Comune di Rotondella, aperto a tutte le associazioni e forze sociali e politiche, per discutere le problematiche legate all’ambiente e allo sviluppo del territorio”. Fa riflettere, inoltre, il fatto che il comune abbia licenziato il suo consulente scientifico per i rapporti con Sogin (prof. Eugenio Tabet) assoldato a suo tempo per volontà di Mario Dimatteo. Un sintomo di abbassamento della guardia? Ci auguriamo di no. Anche perché, se i fatti di Scanzano sono ormai lontani ed è tramontata con loro ogni onda emotiva (forse frettolosamente scambiata per eroica unità di popolo), la Sogin è ancora in Trisaia. E in Trisaia ci sono ancora le scorie. Parlarne non farà male a nessuno.
Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata
Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata
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