18 ago 2007

Si è concluso Cinemadamare

Premio Epeo: vince "Il supplente" ma meritava il belga Droomtijd
Cinemadare chiude ancora a testa alta
Ancora una volta decretato dal pubblico di Nova Siri

NOVA SIRI – Tutto finisce dove era cominciato. Di nuovo in piazza Troisi, il luogo in cui la “creatura” di Franco Rina vide la luce nel 2003 e dove è tornata nella notte del 15 agosto, concludendo una maratona di un mese e mezzo per tutte le regioni del sud Italia (da Bari a Nova Siri, passando per Matera, San Potito, Corigliano Calabro e Acireale).
La stessa piazza Troisi che l’altro ieri, fino a notte fonda, non ha smesso di applaudire i cortometraggi dei giovani filmakers giunti in terra lucana per la quinta edizione dell’evento.
Ancora una volta, dunque, non è mancato il consenso di pubblico e critica. Segno che l’evento ha sfondato la sua naturale vocazione elitaria, quasi fatale per un genere che non è certo fatto apposta per conquistare il grande pubblico.
Quel grande pubblico che però, nelle precedenti edizioni, era stato persuaso dai nomi altisonanti degli ospiti, da Curzio Maltese a Zanussi, da Ammaniti a Tornatore. Quest’anno i grossi nomi a Nova Siri non c’erano (pochi i fondi messi a disposizione dagli enti) ma le presenze, almeno nella serata finale, non sono mancate.
E a quel pubblico locale (talora titubante e scettico sull’evento) Franco Rina non ha tolto la fiducia più grande, quella di scegliere i vincitori del premio Epeo.
Ha vinto Il Supplente, sagace satira sociale di Andrea Jublin, regista e attore protagonista di un film divertente e a sprazzi geniale.
Forse poteva vincere Droomtijd, capolavoro belga sul mondo dei sogni firmato da Tom Van Avermaet, di eccelsa qualità cinematografica. Diceva questo, durante le proclamazioni, il brusio sussurrante dei giovani filmakers presenti in prima fila.
Ma il pubblico, a Cinemadamare, è sovrano. E poi, a sentire Franco Rina, negli anni scorsi “non ha preso neppure grossi abbagli”. Quest’anno, del resto, il direttore gli ha affiancato una giuria tecnica composta da giornalisti e artisti per assegnare premi più specifici. Tale giuria ha guardato con stima (e con la concordia di molti filmakers) a Homo homini lupus di Matteo Rovere e al già citato Droomtijd.
Ma il vero orgoglio di Franco Rina, ancor più che nelle scorse edizioni, è arrivato dai numeri: giovani registi provenienti da ben 25 nazioni di ogni continente, da Singapore all’Azerbaigian, passando per Messico e Israele.
“Perché lo specifico dell’evento – spiega Rina – sono i giovani registi, ancor più dei grandi ospiti”.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

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