6 mag 2013

"Bisogna crederci sempre". Il bellissimo saluto a Pasquale Barnabà

La folla al funerale
NOVA SIRI - "Bisogna crederci sempre". C’erano queste tre parole sulle maglie degli amici di Pasquale Barnabà, l'amante della pesca ritrovato senza vita nei fondali di Amendolara dopo un'immersione subacquea. Tre parole che erano per lui un principio, il criterio guida per la sua storia d'amore con il mare e con i pesci che non smetteva mai di inseguire. Non disperava mai, Pasquale Barnabà, anche nelle sfide di mare più difficili, anche per i pesci più imprendibili.
C'era anche uno striscione immenso che lo ritraeva con due delle sue prede più rare. "E' tramontata una stella, è nata una leggenda" si leggeva all'ingresso della Chiesa di Sant'Antonio di Padova a Nova Siri Scalo, dove ieri pomeriggio si sono tenuti i funerali. E mai come ieri quella Chiesa è apparsa piccola, tanto minuscola quanto grande era il bagno della folla accorsa a portare l’ultimo saluto a Pasquale.
Lo striscione dedicato dagli amici
"Oggi non sarebbe bastata una Cattedrale" ha detto il sacerdote don Mario La Colla, che nell'omelia ha tracciato un ritratto di Pasquale semplice ma significativo. Parole di conforto anche per la giovane moglie, che rimane ora vedova con due bimbi, “una ragazza forte che saprà certamente prendersi cura dei suoi figli”, e per i parenti, che si sono “distinti per la compostezza con cui in questi giorni hanno vissuto il dolore”.  
Ma, soprattutto, parole bellissime per Pasquale, “un uomo che amava la vita e la famiglia come pochi. Magari tutte le coppie fossero come la sua” ha aggiunto don Mario. E dalle sue parole è emersa tutta la stima per “un uomo che amava la natura e  quel mare che sentiva come amico, e forse mai avrebbe pensato che da lì potesse arrivargli il pericolo. Chi ama la natura – ha concluso il sacerdote – ama Dio, perché la natura porta inscritta l’impronta del suo Creatore. Adesso nuoterà in un altro oceano, l’oceano sconfinato del Signore”.
Al termine della celebrazione il corpo esanime di Pasquale è uscito dalla Chiesa, dove c’era un mare di gente che lo aspettava in un silenzio irreale, scosso solo da un lunghissimo applauso al suo passaggio. Tantissimi i giovani in lacrime, tanti gli amici pescatori arrivati da ogni parte del sud Italia, alcuni addirittura dalla Sicilia. Una folla tanto grande e forse non prevista in tali dimensioni, che si è ingrossata fino a bloccare spontaneamente, a un certo punto, anche il traffico di via Siris. Che Pasquale amasse la vita lo sapevano tutti, che sapesse comunicarlo anche agli altri è stato evidente nell'abbraccio commosso di ieri.

Pino Suriano

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