23 apr 2013

Anche la Diocesi di Tursi è su twitter


Non ancora tanti follower ma tanta ricchezza di contenuti

TURSI – Qualcuno aveva storto il naso il 12 dicembre scorso, quando Benedetto XVI si era lanciato con coraggio nella sfida comunicativa dei social network. Aveva fatto discutere, nel bene e nel male, la sua scelta di proporre un profilo twitter in diverse lingue, tra cui il latino, per “postare” contenuti brevi e intensi sulla fede.
Gli stessi oppositori, con l’avvento del nuovo pontefice, avevano pensato a una ritirata in fretta e furia, soprattutto per le tante offese e ironie alle quali il profilo era stato sottoposto. Nulla di tutto questo è accaduto. Anzi, Papa Francesco ha rilanciato, continuando a twittare anche con maggior frequenza. E’ uno dei tanti segnali della grande continuità tra i due pontificati, della quale i media non sembrano accorgersi, troppo impegnati a sottolineare gli elementi di differenza, spesso solo di carattere esteriore.
Sulla stessa rotta di novità si è imbarcata, nel suo piccolo, anche la Diocesi di Tursi Lagonegro. E’ nato certamente con l’approvazione del vescovo, Monsignor Francesco Nolè, il profilo twitter  @diocesitursi, che da qualche mese è on line. Di intento programmatico è il primo tweet, a firma di don Giovanni Lo Pinto, il sacerdote che si occupa della comunicazione diocesana: “Una parte del quotidiano si svolge in Rete. E la Chiesa, per sua vocazione, è chiamata ad essere là dove l'uomo si trova”. E’ una linea coerente con quella lanciata da Benedetto XVI nel suo ultimo messaggio per la giornata della Comunicazioni Sociali e seguita da numerosi esponenti della Chiesa, tra cui il Cardinale Gianfranco Ravasi e il Direttore di Civiltà Cattolica, il gesuita Padre Antonio Spadaro, vero e proprio pioniere della missionarietà cattolica in rete. Ma anche dal profilo della Diocesi c’è tanto da guadagnare in termini di ricchezza spirituale e non solo. Il curatore, ogni giorno, posta brevi frasi di sapienza varia. Non manca quella laica, comunque protesa a sottolineare la centralità umana, come la frase di Sofocle, tragediografo greco: “Molte sono le cose mirabili ma nessuna è più mirabile dell’uomo”. Ugualmente profonde sono le frasi di carattere più propriamente religioso: “Due mani giunte ottengono molto di più di due pugni chiusi (Henri Camara)”. O quella, semplice ma profonda, di Padre Pio da Pietralcina: “Chi comincia ad amare, deve essere pronto a soffrire”.
Il profilo, per la verità, non ha ancora raggiunto un  elevato numero di followers (si chiamano così, nel gergo di twitter, i “seguaci” interconnessi con un utente di cui seguono le pubblicazioni). Per ora sono appena diciotto, ma il numero è certamente destinato a crescere. Chi scrive, da qualche giorno, ne ha tratto prezioso alimento. Quei messaggi, del resto, hanno anche un’altra virtù: sono brevi, come impone la legge di twitter (massimo 140 caratteri). Del resto, tra gli ideali che il nuovo papa sta richiamando con forza, c’è proprio l’essenzialità: la capacità di andare con poco al cuore delle cose. Ne abbiamo bisogno, anche nel linguaggio.

Pino Suriano (scritto per Il Quotidiano della Basilicata)

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