27 nov 2012

Policoro è ancora un buon posto per nascere. Lettera al Quotidiano


Un pregiudizio non può durare per sempre, anche quando è generato da gravi episodo. Di Policoro, e del suo reparto di Ostetricia e Ginecologia, si è parlato in tutti i Telegiornali d'Italia e non per ragioni edificanti. Un po' di tempo è passato, ma non l'etichetta negativa, rimasta indelebile in chi si fa determinare dall'impatto emotivo di un singolo episodio negativo (pur grave) più che dalla quotidianità di tante esperienze positive. Voglio portare per questo (come semplice contenuto di cronaca, senza alcuna pretesa di generalizzazione) la mia esperienza familiare vissuta in quel reparto per qualche giorno. Un'esperienza fatta di attenzioni, cura, gratuità e spirito di sacrificio. A tanti livelli, dall'attenzione dei ginecologi e delle ostetriche alla scrupolosità dei pediatri, fino alla cura particolare del personale infermieristico e alla simpatia di tutte le figure professionali presenti in reparto.
Nominare e distinguere, sebbene vi siano (come ovunque) delle eccellenze, sarebbe fare un torto a un reparto che sembra funzionare nel suo complesso.
C'è da migliorare, come in ogni struttura sanitaria, ma si nota subito, nel lavoro di tutti, lo scrupolo di chi non sottovaluta nulla, neppure il più piccolo particolare. E' un livello di allerta che risente, forse, anche del timore suscitato dagli episodi negativi. Ma tale aspetto diventa, proprio per questo, un motivo di sicurezza e un punto di forza per il reparto, guidato con mano ferma, ma paterna, da un medico esperto come il dottor Tommaso Riccardi. La sensazione di non essere abbandonati si respira da ogni parte, così come l'umanità di gran parte del personale. Policoro, nonostante tutto, è ancora un buon posto per nascere. Parola di chi, dopo aver letto tante cose non belle, con i propri occhi ha potuto vedere anche cose belle.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata

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