28 ott 2012

Rotondella adesso ha paura


ROTONDELLA - La chiave "attaccata" alla porta. Era quasi un marchio doc per Rotondella, un simbolo della sua tranquillità mai scalfita. "Cosa vuoi che succeda qui?" si rispondeva a chi chiedeva, incredulo, le ragioni della strana abitudine.
In pochi giorni tutto è cambiato. E' bastato un fatto. Rotondella aveva conosciuto i furti, le risse, la droga. Ma mai la violenza privata, almeno fuori dalle mura domestiche. E' accaduto al Rione Mortella, lunedì 15 ottobre.
Per le strade del paese se ne discute a voce bassa, con uno strano sentimento di timore. Si parla quasi solo di questo: le ipotesi sul presunto terzo complice, le linee difensive che si assumeranno, la paura che i responsabili possano passarla liscia. E infatti gli arresti dei complici dell'unico ragazzo in stato di fermo, che sembravano imminenti, ancora non sono arrivati.
E tante ricostruzioni, date per certe all'inizio, cominciano a vacillare nella percezione della gente.
Tutto, per ora, è nell'ambito delle ipotesi e delle chiacchiere di paese (alcune anche troppo suggestive), grazie al riserbo che gli inquirenti sono riusciti a mantenere dopo aver sentito più di una persona.
Ma quel che più intristisce e preoccupa è lo stato di allarme che si respira nell'aria. Da quelle porte che erano sempre aperte ora arriva una voce sospettosa: "Chi è?". Qualcuno, addirittura, non apre neppure più. La donna, che girava sempre con tranquillità, ora racconta: "I miei figli da soli a casa non li lascio più. Prima lo facevo con regolarità, ma non me la sento di farlo ancora". O la bambina di dieci anni che adesso dice di aver paura e chiede al papà di non lasciare casa.
Tutto, proprio tutto è diverso. Quasi indecifrabile, così come è indecifrabile la natura di questo gesto, sospeso sul confine tra la ragazzata finita male e la più barbara violenza.
Su tante cose si discute con opinioni divergenti, ma su una sono tutti d'accordo: la solidarietà alla signora Rita, colpita mentre faceva semplicemente il proprio lavoro. Così come è arrivata anche dal sindaco, Vincenzo Francomano: “l’auspicio è che da quanto verificatosi i giovani di Rotondella, i quali sono sempre stati lontani da fenomeni malavitosi, possano trarre una ulteriore conferma del loro essere per la legalità. Lo stesso valga per chi si è reso responsabile del grave gesto, da cui dovrà trarre motivo per un cambiamento totale del proprio stile di vita e della scelta dei valori di riferimento”.
Per ripartire e dire grazie alla signora Rita, per non far vincere la violenza (premeditata o meno) Rotondella deve tornare ad essere quella che era. E riattaccare le chiavi alle porte.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 27 ottobre 2011

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