16 set 2011

Ore contate per le fontane rurale a Nova Siri

NOVA SIRI –  Sui cartelli affissi nelle campagne il messaggio è perentorio: “Le fontane rurali saranno chiuse prossimamente”. Mittente è il Comune di Nova Siri, destinatari sono i residenti e proprietari terrieri delle contrade rurali, invitati a provvedere all’allaccio alla condotta idrica di Acquedotto Lucano, che solo da poco ha completato la copertura di tutte le campagne di Nova Siri. Finisce così quella che era considerata una “pacchia” per gli abitanti delle zone rurali, dove l’acqua si faceva arrivare dalle fontane ai campi, o addirittura alle abitazioni, con tubi in pvc e con i costi a carico della collettività. Il Comune, insomma, pagava a tutti la bolletta.
Ma è stata davvero una “pacchia”? Pare di no, a sentire alcuni residenti delle contrade. Anche perché loro avrebbero gradito l’acqua già da tempo. L’hanno richiesta e attesa a lungo, ma l’Acquedotto ha provveduto definitivamente solo due anni fa (nel terzo millennio inoltrato!). E così hanno dovuto fare di necessità virtù. Per andare avanti fino ad allora, infatti, hanno dovuto sostenere altre spese per le strutture di approvvigionamento: pozzo, autoclave, cisterna, etc. E ora, per l’allaccio definitivo, dovranno sobbarcarsi anche le spese per realizzare la cosiddetta fossa biologica. La rete fognaria, infatti, non è presente in tutte le contrade. Proprio per la fossa, un paio di anni fa, alcuni cittadini avevano chiesto formalmente un contributo economico al Comune: altrove è stato concesso, ma ai firmatari della petizione non è mai arrivata alcuna risposta.
Non è tutto. In alcune delle zone in questione, in particolare quella collinare, non c’è la rete di irrigazione agricola: chiudere le fontane potrebbe significare, perciò, far morire definitivamente quel po’ di agricoltura che ancora sussiste. “Qui – spiega un agricoltore della zona collinare – avevamo solo questo. E’ bene che l’acqua arrivi nelle case e si paghi la bolletta, ma toglierci le fontane significa far morire quella piccola parte di produzione agricola che a livello familiare dà una mano a molti e fa vivere zone che altrimenti sarebbero meno floride. Ne risentirà anche il paesaggio”.
Il discorso non è diverso per l’allevamento. In molte campagne ci si serve delle fontane come abbeveratoio per gli animali. E’ ciò che permette la resistenza ad attività economiche che a stento si tengono in piedi. “Dovrò smettere da un giorno all’altro – spiega un allevatore – se mi toccherà dare l’acqua del rubinetto il gioco non varrà più la candela”. Lamentele di altro tipo sono arrivate da altri cittadini, che non sono proprietari terrieri e non vivono nelle aree rurali, ma di quelle fontane si servivano spesso e volentieri, ben contenti di poter riempire barili e bottiglie di un’acqua considerata più gradevole rispetto a quella che scorre nei rubinetti a Nova Siri Scalo. Di certo la collettività potrà risparmiare, ma più di qualcuno dovrà mettere sul conto familiare una nuova spesa: l’acqua per bere.
Non sarà forse il caso di lasciare la mannaia e, pur nella giusta ottica di risparmio, valutare le situazioni caso per caso, a seconda delle specifiche condizioni e delle possibili conseguenze che la scelta, da tutti condivisa in linea di principio, potrà comportare?



Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 15 settembre 2011

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