8 ago 2011

Il militare Carlucci è rientrato in Italia. I familiari "E' stato lui a tirarci su il morale"


ROMA – “Eravamo andati lì per consolarli, ma sono stati loro a tirarci su il morale”. Sono rimasti stupiti i familiari di Antonio Carlucci, il 25 enne militare di Nova Siri ferito giovedì mattina in un attentato talebano nei pressi di Herat, in Afghanistan. Pensavano di trovare ben altro clima nell’Ospedale Militare di Roma, e invece Antonio e gli altri tre compagni feriti li hanno sorpresi con il loro “morale alto”.
Commovente l’incontro con i genitori, avvenuto ieri mattina intorno alle 11, poche ore dopo il rientro in Italia dei quattro militari. Per prima cosa Antonio ha guardato negli occhi papà Pasquale: uno sguardo fatto di orgoglio e commozione reciproca. Commosso anche l’abbraccio con la mamma Anna Maria. Presto sono arrivate le lacrime, che Antonio ha chiesto di fermare con il suo solito sorriso rassicurante.
Il militare è stato poi impegnato in una serie di controlli e medicazioni. In un primo momento si era parlato genericamente di fratture agli arti inferiori, ma le sue condizioni di salute appaiono più complesse: Antonio, infatti, ha dovuto subire l’amputazione di ben tre dita del piede destro, oltre ad aver riportato ferite ed escoriazioni ai talloni di entrambi i piedi. Il militare porta ora con sé un apparecchio medico per favorire la circolazione a seguito dell’intervento chirurgico di amputazione. Non è ancora definito il periodo di tempo che dovrà trascorrere nell’ospedale militare, prima di poter tornare in Basilicata.
La permanenza in ospedale, comunque, sarà facilitata dalla presenza degli altri compagni feriti con lui. “C’era tra loro uno spirito di corpo e di unità che ci ha stupiti” ha commentato lo zio di Antonio, Giuseppe Carlucci, anch’egli militare di lungo corso tra gli alpini e già Cavaliere della Repubblica. Erano lì, affiatati come non mai, i quattro soldati feriti giovedì a bordo del loro veicolo (Vtlm Lince) per l’esplosione di un ordigno rudimentale Ied (Improvised Explosive Device - ordigno esplosivo improvvisato), tutti appartenenti all’Undicesimo Reggimento di Orcenico Superiore, nel comune di Zoppola. Con Antonio c’erano Salvatore Cipolla, Michele Mozza e Alfonso Mauriello.
Alla famiglia Carlucci sono giunte ieri le parole di stima del senatore del Pdl Cosimo Latronico, che ha personalmente telefonato a papà Pasquale. “Ho espresso alla famiglia Carlucci – ha dichiarato il senatore in una nota - le parole di riconoscenza degli italiani, che hanno una speciale ammirazione per giovani come Antonio, che spendono gli anni migliori della loro vita per difendere la pace nei posti più difficili del mondo. Una parte di questo contributo, con l’opera di giovani valorosi come lui, arriva anche dalla Regione Basilicata”.
Il sentimento di stima del senatore è condiviso da molti altri nel suo paese di origine. Ieri mattina, nelle edicole di Nova Siri, in tanti si chiedevano chi fosse questo ragazzo ritratto in prima pagina. Non molto 
conosciuto in paese, sempre riservato e poco appariscente, ma pronto a rischiare la vita.

di Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della basilicata del 7 luglio 2011

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