30 lug 2011

NOVA SIRI - Fa un esposto sugli spazi pubblici occupati dai commercianti e gli arriva una denuncia

Mimmo Bianco
NOVA SIRI - Da accusatore ad accusato. E' rimasto sorpreso il commerciante Domenico Bianco (per tutti Mimmo), quando ieri mattina si è trovato nella cassetta della posta una lettera anonima. Sorpreso ma non troppo, perché di certo aveva messo in conto che avrebbe avuto un qualche seguito il suo esposto alle autorità su alcune pratiche non pienamente a norma, in termini di manutenzione e utilizzo di spazi pubblici da parte degli operatori commerciali del posto.
Nella busta anonima arrivata a casa del commerciante c'era il testo di un'altra denuncia, altrettanto anonima, inviata alla Procura della Repubblica proprio nei suoi confonti, di cui, evidentemente, l'autore ha voluto metterlo a conoscenza.Ne ha descritto il contenuto lo stesso Bianco, ieri pomeriggio, in un lungo post sulla bacheca personale di Facebook. Secondo quanto si poteva leggere sul web alle 15 di ieri, l'anonimo avrebbe segnalato alla Procura che sarebbe stato lo stesso Bianco ad inviare alcuni ragazzi "a rompere i bagni del lungomare la sera prima di depositare il suo esposto (nel quale, appunto, si segnalava anche l'incuria dei bagni pubblici del lungomare, ndr.)".Un'accusa gravissima. Non meno grave è la presunta allusione alla solerzia con cui sarebbero stati effettuati i controlli richiesti da Bianco, "come se la denuncia - riporta tra virgolette il commerciante, riprendendo presumibilmente il testo della denuncia - provenisse da un magistrato".Bianco descrive il linguaggio dell'autore della lettera: "forbito, ricco di terminologie e senza errori". E poi conclude: "come saprebbe fare un avvocato". Sulla busta della lettera, però, gli indirizzi sembrerebbero scritti con la "grafia di un ottantenne". Il commerciante ha poi commentato con ironia l'arrivo della lettera, esprimendo l'intenzione di approfondire altre questioni calde del territorio, in particolare l'urbanistica. La denuncia a Bianco diventa ora il nuovo tassello di una vicenda caldissima, che da giorni sta scuotendo il centro jonico. Nei locali, da almeno una settimana, non si parla d'altro, e la tensione tra gli operatori è crescente, anche perché il tutto è scoppiato proprio nel pieno della stagione turistica, nel momento in cui il giro di affari e il carico di stress lavorativo sono maggiori. Il clima non è dei più facili, con esposti reciproci, critiche e pettegolezzi da più parti. Anche il dibattito sui social network, tra messaggi in codice e allusioni varie, è spesso proiettato sulla vicenda.Sono diversi i giudizi che si sentono in merito all'azione di denuncia di Bianco. C'è chi ne riconosce il positivo valore di scossa rispetto ad alcune problematiche sotto gli occhi di tutti, e chi, invece, ne sottolinea i risvolti negativi in termini di avvelenamento del clima e di possibile inasprimento dei controlli. Quale che sia il giudizio, c'è però da segnalare una differenza tra la denuncia che Bianco ha fatto e quella che ha ricevuto: lui ha avuto il coraggio di metterci nome e cognome, anche a costo di critiche e ritorsioni. Il suo delatore, invece, ha scelto l'anonimato. La differenza non è da poco.

Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 29 luglio 2011

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