4 nov 2009

Isabella che visse due volte

Presentato a Valsinni il libro di Francesca Sassano

VALSINNI - Tutto è cominciato quasi per caso, in uno studio legale. Un luogo in cui solitamente si parla di codici, udienze e altri affari simili . Non in quello di di Francesca Sassano, avvocato potentino con una grande "esigenza": scrivere.

Nel suo studio è di casa la letteratura. Quella dei grandi autori classici, ma anche quella che nasce dalla sua fervida immaginazione. In quello studio arriva un giorno Mario Olivieri, di Valsinni. "Tu scrivi sempre di donne - dice - ma mai di donne lucane. Chissà se conoscessi una poetessa del mio paese". Detto fatto. La Sassani prende in mano i testi di Isabella. Legge poesie, biografie e voci critiche sul suo conto.

Ma il primo impatto non sembra convincente. Isabella non le è "simpatica". Non le è simpatico il suo tempo, il medioevo e quel senso di chiusura che emana al solo pensiero. Ma i giorni passano e lo studio si approfondisce, Isabella penetra sempre di più nell'immaginario letterario dell'autrice.

Di lei la colpisce la grande tensione ad "andare oltre", superare sé, il proprio tempo, la condizione femminile e, soprattutto, l'impossibilità di un amore.

Non è appena una questione di emancipazione, con cui troppe volta è stata ridotta o strumentalizzata la figura di Isabella. E' l'uomo tout court, la sua aspirazione a superarsi, a "sentire alto".

La scrittrice la scopre, ci si scopre. Nasce così il libro "Isabella, il suo sogno". Nel romanzo si intrecciano le vicende di due "Isabelle", una di ieri e una di oggi, impersonata da una reporter di guerra che sfida il mondo col coraggio triste di chi non ha nulla da perdere, di chi, in fondo, non ha ancora trovato qualcosa di grande per cui vivere, il grande amore. Si ritroverà nel passato, nel cuore e nella mente della poetessa di Favale, uccisa dai fratelli per la libertà di un amore. Il resto è da assaporare dalle parole dell'autrice.

Il libro, edito da Pan, è stato presentato l'altro ieri a Valsinni, proprio nelle stanze del castello in cui Isabella visse, scrisse e morì. Presenti diverse autorità politiche e culturali, in rappresentanza dei tanti soggetti che hanno contribuito alla pubblicazione dell'opera: l'ospitante comune di Valsinni, rappresentato dal sindaco di Gennaro Olivieri, la Pro Loco, rappresentata dal presidente Rocco Truncellito, il consiglio regionale, rappresentato dal consigliere Antonio Di Sanza e l'Adsi (Associazione Dimore Storiche Sezione Basilicata).

A introdurre il libro è stata la professoressa Maria Teresa Imbriani, che ha posto l'accento sulla capacità di introspezione del romanzo. Molto intensa la relazione del professor Angelo Lucano Larotonda: "Il testo della Sassano ha una sua forza, una forza crudele, intesa come capacità di scavare nel male e portarlo in superficie, dinanzi ai nostri occhi".

La serata si è conclusa con la lettura di brani del romanzo da parte della dottoressa Piera Chierico e dell'attore Aldo Fortunato. "Il mistero non ci abbandona mai", dice a un certo punto la protagonista. E' la prima grande evidenza della nostra vita, che da nulla, più che dal male e dalla morte, traspare. È un male che la Sassani fa prorompere con forza. La storia di Isabella, prima che un mito o un simbolo progressista, è uno schiaffo all'esistenza stessa. L'autrice si lascia, e ci lascia, colpire.

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