5 apr 2009

Ottanta produttori del metapontino in tour a Faenza


Giovanni Orioli di Campoverde: "Necessario garantire la sicurezza dei prodotti"

POLICORO – Non c’è solo la cronaca nera nell’orizzonte dell’ortofrutta metapontino, ma anche tanto spirito di innovazione e collaborazione commerciale. Lo dimostra il recente tour di circa ottanta produttori del Metapontino a Faenza (Ravenna), che nei giorni scorsi hanno visitato le moderne centrali di condizionamento di ortofrutta della cooperativa Agrintesa, principale struttura di riferimento del gruppo Apo Conerpo.

Un viaggio di formazione e collaborazione commerciale, che sottolinea la voglia di ripresa dell’agricoltura locale e mostra uno slancio reattivo in risposta alla tremenda crisi del settore.

“Azioni del genere – ha spiegato Giuseppe Benedetto, presidente della cooperativa “Campoverde” di Policoro, associato Apo Conerpo – vanno valorizzate per garantire continuità alle nostre imprese e guardare al futuro con ottimismo, nella certezza che le collaborazioni e la concentrazione dell’offerta possano rappresentare la strada attraverso cui superare le difficoltà in cui si imbatte il comparto ortofrutticolo in questa fase particolare, che vede le abitudini del consumatore finale in continua evoluzione e soprattutto alla ricerca di sicurezza”.

“Questa sicurezza – ha puntualizzato Giovanni Orioli, direttore della “Campoverde” - può generarsi, però, solo attraverso l’elaborazione di dettagliati piani di assistenza tecnica agronomica e l’individuazione di procedure codificate e certificate di processo lungo la filiera di produzione, al fine di garantire un reale sistema di qualità totale”.

Dagli operatori arriva, inoltre, un richiamo all’importanza strategica dei servizi di logistica, per velocizzare e ottimizzare tempi e costi di immissione dell’ortofrutta sul mercato nazionale ed estero. Non manca, infine, una richiesta di aiuto concreto alle istituzioni, cui si chiede una programmazione attenta programmazione commerciale: “Aggregare masse pianificando la produzione e qualificandola per filiera – spiegano dal direttivo di Campoverde - deve essere l’obiettivo delle organizzazioni di produttori che operano nella fertile pianura metapontina, in una logica di mercato globale, nella quale la domanda continua ad essere sempre più concentrata e l’offerta, nonostante i tanti sforzi dei singoli operatori, continua e continuerà ad essere diffusa se non sarà accompagnata da un’azione politica forte a sostegno di una visibile debolezza superabile solo con una attenta programmazione regionale”. Quasi a dire: “Noi facciamo il nostro, ma non lasciateci soli”.


Pino Suriano - www.ilquotidianodellabasilicata.it


Nessun commento: