ROTONDELLA – Lo scorso febbraio l’amministrazione comunale organizzò un incontro pubblico per presentare il proprio operato dopo due anni e mezzo di mandato. Alla fine dell’incontro erano rimaste in sala meno di venti persone. L’altro ieri ha organizzato un altro incontro. Ma la stessa sala, questa volta, è rimasta gremita fino alla fine. Certo, il motivo era diverso e ben più appetibile, ma già per questo può dirsi promosso l’esperimento di programmazione partecipata lanciato l’altro ieri dall’amministrazione per gestire i fondi della compensazione ambientale per la presenza del centro Itrec in Trisaia: circa 2,8 milioni già in arrivo per gli anni addietro, e dall’anno prossimo circa 1 milione di euro ogni anno fino alla definitiva dismissione dell’impianto. A raccogliere le proposte c’erano il sindaco Vito Agresti e l’assessore al Bilancio Francesco Dilorenzo.
Di concreto, naturalmente, ancora poco o nulla. E su quanto è emerso le metafore (non polemiche) si sono sprecate: una “lista della spesa” per l’ex sindaco Mario Cucari (Pd), un “assalto alla diligenza” da scongiurare per Giuseppe Lippo (An). In fondo era inevitabile: tutti hanno molto da chiedere, per la propria categoria, per il proprio territorio, per la propria impresa, per sè. Lo si capisce subito dai volti presenti in sala. Non tutti noti per chi vive in paese. Come mai? La risposta è semplice: è il popolo rurale di Rotondella, accorso con solerzia per esprimere le proprie istanze. Ed è proprio un loro rappresentante, Filomena Laguardia della Coldiretti, a “rischiare” una cifra rilevante: “All’agricoltura deve andare almeno il 50% della somma totale”. In sala qualcuno storce il naso, ma non il sindaco, che anzi sottolinea: “la popolazione delle aree rurali, in effetti, è pari al 50% di quella complessiva”. Quello di Laguardia, del resto, non è il solo monito “pro-agricoltura”. Si sprecano, gli interventi in questa direzione, anche fino a qualche accento polemico. “Le strade rurali sono dissestate – ironizza Giovanni Dimatteo – e noi continuiamo a fare solo pavimentazioni per un centro storico sempre più spopolato”.
L’accusa è pesante e qualcuno se la prende. “Dobbiamo essere propositivi e non polemici - ribatte Mimmo Stigliano dell’associazione Rotunda Maris - ognuno difenda i propri interessi senza screditare quelli altrui”. Gli fa eco Walter Lobreglio di Rifondazione Comunista: “Con questi toni non si va da nessuna parte. Sarebbe davvero sciocco, a questo punto, smettere di promuovere il turismo del centro storico”.
Tra le proposte interessanti spunta anche quella di realizzare una Chiesa per Rotondella due. L’ipotesi, decantata per anni, sta assumendo concretezza grazie all’intenso lavoro di un comitato sorto da qualche mese e rappresentato ieri dalla signora Santina Bellino.
Poi tanto altro: Antonio Divincenzo ha richiamato l’attenzione sulla scuola, Pietro Varasano sullo stato fatiscente di molti edifici del centro storico, Franco Nola sulla possibilità di migliorare la sicurezza in rapporto alla radioattività del territorio, Salvatore Gaudio sull’esigenza di una certificazione in ambientale, Marina Ferrara sull’attenzione allo sviluppo di Rotondella due.
Insomma, c’è di tutto e di più. Ora toccherà all’amministrazione fare le proprie scelte. Bisognerà riprendere lo scettro (la partecipazione è bella ma non può essere per sempre!) e decidere le percentuali da dedicare a ciascun intervento. Senza tralasciare, naturalmente, la possibilità di nuovi incontri con la popolazione. “Magari a carattere tematico – spiega Antonio Pastore, assessore comunale alla Cultura – predisponendo specifici tavoli tecnici per valutare analiticamente le diverse proposte. Dovremmo abituarci sempre più a simili momenti di partecipazione reale: il futuro viaggia in questa direzione”.
Di concreto, naturalmente, ancora poco o nulla. E su quanto è emerso le metafore (non polemiche) si sono sprecate: una “lista della spesa” per l’ex sindaco Mario Cucari (Pd), un “assalto alla diligenza” da scongiurare per Giuseppe Lippo (An). In fondo era inevitabile: tutti hanno molto da chiedere, per la propria categoria, per il proprio territorio, per la propria impresa, per sè. Lo si capisce subito dai volti presenti in sala. Non tutti noti per chi vive in paese. Come mai? La risposta è semplice: è il popolo rurale di Rotondella, accorso con solerzia per esprimere le proprie istanze. Ed è proprio un loro rappresentante, Filomena Laguardia della Coldiretti, a “rischiare” una cifra rilevante: “All’agricoltura deve andare almeno il 50% della somma totale”. In sala qualcuno storce il naso, ma non il sindaco, che anzi sottolinea: “la popolazione delle aree rurali, in effetti, è pari al 50% di quella complessiva”. Quello di Laguardia, del resto, non è il solo monito “pro-agricoltura”. Si sprecano, gli interventi in questa direzione, anche fino a qualche accento polemico. “Le strade rurali sono dissestate – ironizza Giovanni Dimatteo – e noi continuiamo a fare solo pavimentazioni per un centro storico sempre più spopolato”.
L’accusa è pesante e qualcuno se la prende. “Dobbiamo essere propositivi e non polemici - ribatte Mimmo Stigliano dell’associazione Rotunda Maris - ognuno difenda i propri interessi senza screditare quelli altrui”. Gli fa eco Walter Lobreglio di Rifondazione Comunista: “Con questi toni non si va da nessuna parte. Sarebbe davvero sciocco, a questo punto, smettere di promuovere il turismo del centro storico”.
Tra le proposte interessanti spunta anche quella di realizzare una Chiesa per Rotondella due. L’ipotesi, decantata per anni, sta assumendo concretezza grazie all’intenso lavoro di un comitato sorto da qualche mese e rappresentato ieri dalla signora Santina Bellino.
Poi tanto altro: Antonio Divincenzo ha richiamato l’attenzione sulla scuola, Pietro Varasano sullo stato fatiscente di molti edifici del centro storico, Franco Nola sulla possibilità di migliorare la sicurezza in rapporto alla radioattività del territorio, Salvatore Gaudio sull’esigenza di una certificazione in ambientale, Marina Ferrara sull’attenzione allo sviluppo di Rotondella due.
Insomma, c’è di tutto e di più. Ora toccherà all’amministrazione fare le proprie scelte. Bisognerà riprendere lo scettro (la partecipazione è bella ma non può essere per sempre!) e decidere le percentuali da dedicare a ciascun intervento. Senza tralasciare, naturalmente, la possibilità di nuovi incontri con la popolazione. “Magari a carattere tematico – spiega Antonio Pastore, assessore comunale alla Cultura – predisponendo specifici tavoli tecnici per valutare analiticamente le diverse proposte. Dovremmo abituarci sempre più a simili momenti di partecipazione reale: il futuro viaggia in questa direzione”.
Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata
3 commenti:
Ciao Pino. sn Giovanni Desantis... NN conoscevo il tuo blog ma complimenti!!! Sarò un visitatore assiduo da ora visto che sn fuori e qnd lontano dalla cronaca rotondellese. Salutami il tenente!!! Da Pisa
Ciao Pino, sn Giovanni Desantis! Complimenti per il blog-notiziario,nn lo conoscevo da oggi sarò un assiduo visitatore dato che sn fuori. Salutami il tenente. Ciao
Certamente l'agricoltura è impotantissima per un territorio come quello rotondellese, e ad essa deve essere destinata una percentuale importante della somma... ma fare ogni tanto qualcosa per sti giovani (tutti i giorni rinchiusi nei soliti bar a giocare a carte come degli anziani!), alla cultura (la musica, il teatro!! per esempio), lo sport.. mi riferisco ad una palestra attrezzata per praticare sport diversi dal solito CALCIO (riservato solo ai ragazzi e poi ...quante squadre ci sono già!?)sarebbe carina una pista per pattinaggio d'inverno...(carina già me la figuro a S.Rocco e attirerebbe anche gente da fuori!!)ma anche semplicemente alla pallavolo, il basket. Pensare all'ambiente e iniziare con l' organizzare la raccolta differenziata...Per esempio!
.... Chi vivrà vedrà!
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