1 ago 2013

Le pesantissime dichiarazioni del viceministro Filippo Bubbico (PD) sulla vicenda uranio Italia-Usa. Ciò che è accaduto sarebbe l'inizio di qualcosa di auspicabile...

Sono pesantissime le dichiarazioni del viceministro agli Interni Filippo Bubbico rilasciate ieri a Filippo Mele e oggi pubblicate sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Riportiamo le parti a nostro giudizio più interessanti (con nostre sottolineature e nostri appunti di colore rosso) per capire i contorni della vicenda e le ragioni della segretezza secondo il viceministro:

BUBBICO NON LO DICE ESPLICITAMENTE, MA LASCIA INTENDERE CHE L'OPERAZIONE POTREBBE ESSERE PROPEDEUTICA A QUELLA DELLA BARRE.

"SE SI COMINCIA A FARE UNA COSA CHE DA ANNI AUSPICHIAMO....", dice, lasciando intendere che quello che si è fatto sarebbe l'inizio di qualcosa di auspicabile per noi.

"GLI USA NON SONO CERTO STATI CONTENTI DI PRENDERSI QUEI RIFIUTI" aggiunge

CON QUESTE PAROLE IL VICEMINISTRO SI ASSUME UNA PESANTE RESPONSABILITA' POLITICA, MORALE E ISTITUZIONALE. VEDREMO SE RISPONDERANNO A VERITA'.


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Le dichiarazioni

"Il livello di segretezza dell’operazione è stato delineato da chi doveva prendersi in casa propria il materiale nucleare, vale adire gli Stati Uniti. Che certamente non hanno gradito “l’ammoina” che si è scatenata in questi giorni in Basilicata e che potrebbe ritardare la riconsegna delle barre di Elk River».

"Il materiale è stato consegnato agli americani con le procedure da loro considerate. Gli Usa non sono stati certo contenti di prendersi quei rifiuti". (quindi si tratterebbe di rifiuti?)

Alla domanda sull'ipotesi che il trasferimento di nitrato di uranile possa essere propedeutico a quello delle barre, ha risposto:
«Lo deve dire la Sogin. Gli Usa si debbono riprendere le barre. E’ scritto. (dove è scritto?) Al più presto possibile. Se facciamo un casino in Basilicata, però, e nelle altre parti d’Italia non succede nulla per questi trasferimenti, come si evince dal comunicato Sogin, allora la restituzione potrebbe essere rallentata. Se avessimo la testa sul collo non faremmo tutto questo casino quando si fa una cosa che da anni auspichiamo. Se quando si comincia a fare una operazione di questo genere montiamo tutto questo caos agevoliamo o complichiamo l’operazione barre di Elk River negli Usa? Poi, il materiale trasportato è di interesse per gruppi terroristici o no? E se fosse di interesse terroristico si può dire che dobbiamo trasportarlo da lì a lì? Ma in che Stato vivremmo noi? Vivremmo nella giungla. Oppure, facciamo comandare chi vuole gestire diversamente queste cose. Le elezioni servono a questo».

E sulla mancata informazione risponde così:

«Informazione? Tu dici che devi trasportare scorie nucleari? Un pazzo può scatenare chissà che cosa. Tutto questo non lo stabiliscono il codice o la Regione Basilicata, che non è il centro del mondo, ma chi deve portarsi a casa la zavorra. Il livello di segretezza lo stabilisce chi deve riprendersi le scorie. Che non tollera tutta la casciara e non viene certo incentivato a prendersi indietro tutto il bubbone che abbiamo noi da 30 anni».

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