Una regione ricca, un popolo in miseria e un governissimo da ingoiare
Il senatore Filippo Bubbico non
cerchi di interpretare la politica e le volontà del Movimento 5 Stelle, come da
sue dichiarazioni rilanciate dall’Ansa in data 3 aprile scorso, e pensi
piuttosto a spiegare la sua fallimentare politica, che lo vede clientelarmente
impegnato da più di 30 anni, prima come amministratore della Basilicata (per 3
mandati) e ora come parlamentare (è al terzo mandato anche qui) senza aver
prodotto alcun benessere collettivo, tranne quelli della sua carriera politica
personale.
Bubbico e il PDmenoelle, nel silenzio
dell’opposizione del PDL, con la complicità dei vertici sindacali regionali,
anch’essi subalterni agli interessi che hanno in Basilicata le cooperative
della grande distribuzione e dell’agricoltura, le banche, e soprattutto le
società minerarie e le multinazionali dell’energia, hanno venduto per 30 anni
ai lucani false equazioni e sterili luoghi comuni, i più sfruttati e falsi dei
quali sono: “petrolio uguale ricchezza” e “il petrolio porta occupazione”. Ma
ricchezza e occupazione per chi?
I lucani sono stati finora
ripagati con il piatto di lenticchie dell’elemosina del Bonus carburante e
delle royalties da estrazione, con l’incremento di patologie
cardio-respiratorie e tumorali, con l’alto inquinamento dei bacini idrici, e
con incalcolabili costi di bonifiche sanitarie e ambientali di intere aree
abitate e coltivate.
La Basilicata è, secondo l’Istat,
l’ultima regione d’Italia per tantissimi indicatori, nonostante sia una piccola
regione e nonostante abbia meno abitanti della sola città di Bari da
amministrare. Ha un tasso di emigrazione tornato ai livelli degli anni ‘70; è
la Regione dove vengono erogate le pensioni più basse (371 euro, una miseria);
ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia (del 41,8% a Matera
e del 38,2% a Potenza, nella fascia tra i 15 e i 24 anni; del 19,4% a Matera e
del 17,3% a Potenza, tra i 25 e 34 anni); è la regione col più alto tasso di
mortalità o col più basso tasso di speranza di vita, dati che forniscono,
sempre secondo l’Istat, indicazioni sullo stato sociale, ambientale e sanitario
della popolazione lucana, amministrata nel tempo sia da Bubbico che dal PDmenoelle.
Il senatore Bubbico, dunque,
anziché avventurarsi nell’interpretazione del pensiero del M5S, spiegasse
piuttosto i fallimentari numeri e l’impoverimento generale, anche culturale e
politico, della nostra Basilicata.
La sua recente patente di saggio
del Presidente non lo autorizza a raggirare concetti e valutazioni e,
piuttosto, spieghi anche come si fa a diventare saggi, pur essendo indagati per
il cattivo uso del denaro pubblico (il senatore dovrà rispondere alla Corte dei
Conti e al Tribunale ordinario di improprie consulenze esterne per 23 mila
euro), e come si fa a definire saggi un gruppo di politici scelti dal
Presidente Giorgio Napolitano con le precise regole del più vecchio dei sistemi
della vecchia politica, il manuale Cencelli, che ha sempre applicato la
disgustosa pratica del ‘tanto a me e tanto a te’.
Dei 10 saggi presidenziali, infatti,
3 sono riconducibili al PDmenoelle, area dalemiana, il che spiega chi forse
comanda nel partito di Bersani, 3 al PDL, 1 alla Lega, 1 vicino al mondo
bancario (dunque vicino a tutta la vecchia politica) e 2 a Monti, il nostro
“Rigor Montis”, la maschera tecnico-politica del governissimo PDmenoelle/PDL
della passata legislatura, che Bersani e Berlusconi, al di là delle ostilità di
facciata, cercano in ogni modo di replicare anche in questa legislatura.
Il metodo applicato dal Presidente
Napolitano è, infatti, un evidente preludio all’inciucio per un nuovo
governissimo da far ingoiare agli italiani, dando mediatica responsabilità al
M5S, quando è oramai chiaro agli italiani che le buone regole che impone il M5S
alla vecchia politica sono un ostacolo inaccettabile per il PDmenoelle. Il
quale si conferma sempre di più come un partito lontano dai cittadini e vicino
agli interessi delle banche, delle compagnie assicurative, della grande
distribuzione e dei petrolieri, in linea con il “modello Basilicata” di
gestione amministrativa che i cittadini lucani oramai ben conoscono.
Pino Suriano -
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