21 lug 2011

NOVA SIRI - La Basilicata dice no, il progetto per disabili si fa in Calabria

La bella storia di Salvatore Scarpato. Per uno scatto di mentalità sul tema della disabilità. "Quando l'assessore Straziuso mi disse: lei vuole fare un ghetto". 


Salvatore Scarpato
C’è da fare anzitutto una premessa-confessione. Capita, talvolta, di ravvisare in alcuni disabili una ostinata ricerca di pietà, oppure un infantilismo rabbioso fatto di pretese, come a dover sempre gridare vendetta per l’ingiustizia del proprio limite. Sono atteggiamenti che ci si sforza di comprendere, magari ripetendosi spesso: “sarebbe impossibile pretendere il contrario”.
Ebbene, due ore di gradevole conversazione con Salvatore Scarpato ribaltano completamente questa impostazione di pensiero. “Il contrario non è impossibile”, si finisce per dire, dopo aver conosciuto quest’uomo che condanna tutto ciò anche più duramente degli altri. Ma lo fa – il particolare non è da poco - dal basso della carrozzina su cui è seduto dal primo giorno della sua vita. Non solo a parole, e chi ha modo di conoscerlo se ne accorge presto. Come la signora che lavora a due passi dal suo residence, proprietaria di un negozio a Nova Siri. Si avvicina e racconta di quella cliente fulminata poche ore prima. Osservando Salvatore, da lontano e con area sconsolata, la cliente aveva esclamato: “Poveretto..”. “Macché poveretto – l’aveva fulminata lei – quello sta meglio di noi: ciò che gli manca qui (con cenno alle gambe), lui ce l’ha qui (cenno alla testa)”.
Ecco, la vicenda lucana di Salvatore, nato e cresciuto a Napoli, merita di essere raccontata già solo per questo: per lo scatto di mentalità e di concezione culturale che propone, per lo sguardo nuovo su persone che non devono più sentirsi dire “poveretto”. Si tratta - Salvatore lo ripete spesso - di una questione “sociologica”. In sintesi non rende pienamente, ma è utile provare a spiegarla. Le persone con disabilità, secondo lui, non vanno comprese e, se possibile, non vanno neppure accompagnate.
Il loro è solo ed esclusivamente un problema di accesso agli spazi di tutti. Scarpato lo spiega con una serenità e una lucidità che spiazzano, senza la minima enfasi pietistica, solo con il suo sorriso largo stampato in viso: “Andrebbero banditi tutti i bagni per i disabili con quel pietoso disegnino della carrozzina sulle porte”.
La sua stella polare si chiama “misura d’uomo”. E’ il più democratico dei principi: ogni spazio deve essere accessibile a tutti. Come si fa? Semplicemente rendendolo più ampio e senza barriere. In fondo si vive già così: nessuno di noi potrebbe immaginare che l’altezza dei soffitti fosse pensata per l’altezza media delle persone e non per quella di tutti. Si potrebbe continuare all’infinito: costruiamo strade abbastanza larghe per le autovetture più ampie, porte abbastanza larghe e alte per i più alti e i più larghi di noi. Ogni azione e ogni costruzione umana è pensata per la fruibilità. Solo che, paradossalmente, non sempre si è pensato a tutti, proprio a tutti, compresi quelli che, per esempio, non possono fare uso delle gambe come la maggioranza.
E’ per questo che la perifrasi “per tutti” è diventata così importante per lui. A questo principio ha letteralmente dedicato la vita, non solo a parole e anche in contesti di rilievo, come quando ha preso parte alla Commissione per la realizzazione della metropolitana di Napoli, per vigilare affinché l’infrastruttura fosse utilizzabile da tutti, compresi i “disabili” (le virgolette vengono da sé, quando ci si accorge di usare un termine che si sente sempre più improprio).
Salvatore ha trascorso la vita a combattere la creazione dei ghetti, a combattere ogni cartello che richiamasse una differenza anche solo visivamente. A Nova Siri, appena arrivato per una vacanza estiva, lesse il manifesto di un progetto per disabili chiamato “Mare anche per noi”. Quell’“anche” lo mandò su tutte le furie: riproponeva un modello di  fruizione della spiaggia che intendeva la disabilità come limite, come riconoscimento implicito di uno svantaggio, come un “anche” da reclamare con pietà. In un primo momento si infuriò e andò a protestare dal sindaco e dai promotori dell’iniziativa, poi comprese che sarebbe stato più giusto, nonostante la critica, collaborare con chi amorevolmente si impegnava. Con il sindaco, Pino Santarcangelo, ne derivò una vera e propria amicizia operativa. “Oggi – spiega - se Nova Siri è fruibile per tutti (marciapiedi con scivolo sulla via principale, alcuni bar e anche la Chiesa senza barriere architettoniche) è anche merito di questa nostra intesa”.
Lui, napoletano doc, da allora ha scelto il centro jonico come patria di adozione. Qui, con la sua cooperativa, ha messo in piedi una casa-vacanze molto frequentata, che accoglie “disabili” ma, naturalmente, non solo loro. Il nome della struttura? “La vacanza per tutti”, non per caso.
Ecco perché, con la sua fissa del “per tutti”, la bile gli sarà andata alle stelle quel giorno del 2009 in cui, davanti alla scrivania dell’ex assessore regionale alle Attività Produttive Gennaro Straziuso, si sentì dire: “Lei vuole fare un ghetto”. Era andato lì con un progetto, “Il mare e la spiaggia per tutti”, redatto dalla sua cooperativa Aerrem in collaborazione con l’amministrazione comunale di Nova Siri. Antonio Melidoro, a quel tempo assessore comunale alle Politiche Sociali, lo aveva preso particolarmente a cuore. Salvatore Scarpato aveva con sé il supporto del Consiglio Comunale, che pochi mesi prima aveva approvato l’iniziativa con il voto di tutti. Anche i consiglieri di minoranza del Pd e di Insieme per Nova Siri avevano detto sì.
Difficile, del resto, non approvare l’iniziativa messa in campo. Si trattava di un lido ispirato ai moderni principi del cosiddetto Universal Design: supporti di trasporto elettronico fino alla spiaggia, docce più ampie, passerelle più ampie, mappe tattili per i non vedenti. E poi strutture sportive: pallavolo, basket con parquet e pallone sonoro. E ancora, salvagente per disabili, pannelli fotovoltaici con possibilità di attacco elettrico  ai singoli ombrelloni, postazioni con musica autonoma, wireless e tanto altro. Di tutto e di più, insomma, per permettere la fruibilità della spiaggia anche alle persone con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali, nel massimo di autonomia possibile. Ma, soprattutto, nessun cartello che indicasse la destinazione a una specifica categoria di persone.
Avrebbe avuto un risvolto sociale, ma anche un indubbio risvolto economico per il territorio: il lido avrebbe qualificato Nova Siri come uno dei pochi centri in Italia con simili strutture, rendendolo un attrattore senza eguali per una fetta importante di mercato turistico. La politica locale ci aveva creduto e i primi riscontri erano già arrivati: la Provincia di Ravenna, per esempio, si era subito attivata per portare a Nova Siri i beneficiari di un suo progetto sociale.
La realizzazione sembrava a portata di mano, fino a quando il tutto non è andato a finire nelle grinfie di un mostro chiamato burocrazia. La ragione ufficiale del “no” arrivato dalla Regione Basilicata sarebbe l’impossibilità di dare avvio a un’azione non compresa nel Piano per i lidi. Impossibile concedere i 60 metri fronte-mare richiesti. Questioni di burocrazia, insomma. Superabili, secondo Antonio Melidoro, considerando che “non si richiedeva l’autorizzazione per un’attività commerciale, ma solo la possibilità di abilitare con strutture particolari un tratto di spiaggia che si sarebbe potuta mantenere pubblica”. Anche Franco Stella, Presidente della Provincia di Matera, ne ha parlato come di una “occasione persa di civiltà e sviluppo socio-economico”.
Salvatore aggiunge a tutto ciò un’allusione agli intrighi della politica. A suo parere a qualcuno non è andato giù che l’iniziativa potesse diventare motivo di slancio (e magari di vanto) per un’amministrazione civica vicina al centrodestra. “E’ un classico esempio di come il contrasto partitico possa diventare prevalente su civiltà e interessi delle comunità”. “Figurati – e alza la voce, col suo inconfondibile accento napoletano – mi hanno collocato a destra. Proprio a me…”. Un dubbio, poi, gli è sempre frullato nella testa: che in Regione non lo abbiano neppure letto il progetto, tanto agli antipodi era stata quella battuta di Straziuso rispetto alla concezione che ne era alla base.
Il diniego della Basilicata non è però riuscito a scoraggiarlo. Cosa ha fatto? Si è spostato semplicemente di poche centinaia di metri. Lì, al confine, il territorio è di un altro comune, Rocca Imperiale. Ha un vantaggio: non fa parte della Regione Basilicata ma della Calabria. Tanto basta per sorvolare il problema delle autorizzazioni, che lì sono di pertinenza comunale. “E poi – scherza lui – c’è qualcuno che almeno legge per davvero ciò che gli capita sulla scrivania”. Dove non arrivano i  lacci della Basilicata potrebbe arrivare la Calabria, che per una volta diventerebbe modello di accoglienza e sviluppo, dopo tante vicende che l’hanno fatta passare (con improprie generalizzazioni) come terra di discriminazione. A Nova Siri e alla Basilicata, naturalmente, rimarrebbero comunque i vantaggi ricettivi per un lido che sarebbe, comunque, praticamente al confine.
L’iter autorizzativo di Rocca Imperiale si è quasi concluso. Anche qui il Comune ha approvato e, come detto, in Calabria non si passa dalla Regione. Anche se, per problemi legati agli impianti, qualche grana è arrivata pure lì, tanto da far slittare l’avvio per l’estate 2011. Sarebbe il caso di darsi una mossa. Salvatore non si scoraggia. “Quella spiaggia – promette – sarà realizzata. E sarà una cosa in grande. Tanti artisti e uomini dello spettacolo mi hanno già promesso contributi e pubblicità”. Poi un’altra promessa, scherzosa ma non troppo. “Uno dei percorsi del lido, una cabina o un ombrellone saranno intitolati a lui”. A lui? A chi? “A lui, a lui. A Gennaro Straziuso”.
Pino Suriano - pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 20 luglio 2011

1 commento:

PASQUALE SURIANO ha detto...

Davanti a ciò......mi vergogno ad essere lucano !!!

Un lungomare quasi invaso totalmente da lidi.....non può dare o trovare collocazione ad un simile progetto innovativo-sociale.

Sindaco, in testa, bisognava organizzare una marcia sulla Regione "rossa" .......e meno male che abbiamo un Senatore di Nova Siri di centro-sinistra (già componente della maggioranza regionale).