NOVA
SIRI - Se Atene piange, Sparta non ride. Se i problemi di rottura all'interno
del centrodestra sono a tutti noti, lo sono un po' meno quelli interni al
centrosinistra, ma non perché siano già risolti. Andiamo con ordine. Nel cosiddetto
“centrodestra” la candidatura di Antonio Acinapura (per tutti Tonino) potrebbe
trovare un ostacolo in più: se da un lato il passo indietro non sembra essere
servito allo scopo di riavvicinare Tommaso Simonetti, dall’altro potrebbe non
piacere neppure agli amministratori uscenti. Disposti sì al passo indietro e
senza obiezioni verso la persona, ma chiedevano di essere coinvolti
maggiormente nella scelta. Per ora mugugnano ma non hanno ancora alzato la voce
pubblicamente, e ieri sera avrebbero incontrato l’Onorevole per l’ipotesi di un
ricompattamento. Nelle prossime ore se ne vedranno gli esiti.
Intanto Acinapura
e Simonetti si sono visti giovedì mattina. Si sono parlati in modo cordiale, dati
i buoni rapporti personali, ma non sono giunti alla conciliazione politica. Il
primo ha messo in evidenza il passo indietro di Valter Basile, ma il secondo ha
chiarito che l’aggregazione creatasi attorno a lui non transige su una posizione
“terza” rispetto ai due gruppi storici di Chiurazzi e Latronico. Insomma, non
si torna indietro.
Non
tutto fila lascio, come si diceva, anche all’interno della civica animata dal
Pd. La “questione Pasquale Favale” era e rimane un problema. Lui ufficialmente
non fa passi indietro, ma il suo nome, secondo alcuni, non creerebbe grande coesione
in una coalizione fatta di anime diverse. All’interno del partito si è avviata
perciò, negli ultimi giorni, una sorta di “operazione desistenza”, ovvero il
tentativo di far desistere Favale, ma in un clima di pace e di considerazione
dello stesso. Troppo forte, infatti, è la paura di una rottura pubblica, anche
perché l’alzata di scudi in suo favore di Luigi Maradei, uno che i voti li ha
sempre avuti e dimostrati, non lascia dormire sonni tranquilli.
Chi
gioca la partita a quel punto? I profili
interessanti non sono molti ma ci sono. Come quello di Giuseppe Chiurazzi, 34enne ricercatore del Cnr. Ha l’appeal
generazionale (importante per sfidare Acinapura, 39 anni), l’ottimo operato nell’associazione
Agorà da lui presieduta e la stima di una buona parte del partito e di qualche
nuovo aggregato, ma c’è un problema: cinque anni fa partecipò alle Primarie
vinte proprio da Favale, per cui risulterebbe difficile far digerire a
quest’ultimo, oltre che all’elettorato, l’idea che ora possa scavalcarlo proprio
chi da lui è stato sconfitto, e per giunta senza fare le Primarie. Una
soluzione di mediazione potrebbe arrivare dall’anima renziana del partito, che
esprime una figura interessante nell’ingegnere Giambattista Labattaglia,
originario di Rotondella come Acinapura, tra i più attivi nel creare alleanze e
dialoghi fuori dal recinto. Ora potrebbero servirgli.
Ma a
molti, e soprattutto a chi fa politica da sempre, non sfugge però che le frizioni
interne ai contesti consolidati (“non la vinco io, quindi non la vincerai neppure
tu”) potrebbero incoraggiare il ricorso a figure esterne, tanto meglio se con
profilo manageriale e amministrativo di successo. Un nome blasonato, in questo
senso, è quello di Angelo Santo Truncellito, direttore di banca. Potrebbe
risolvere i problemi di conciliazione. E il bello è che potrebbe risolverli sia
da una parte che dall’altra. Double face.
Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata
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