24 nov 2007

Sogin: c'è un nuovo piano della comunicazione

Il nuovo responsabile Mazzoletti ha incontrato le associazioni ambientaliste

Sogin è cambiata. Da qualche settimana facce nuove sono salite ai vertici. L’intento è quello di dare una marcia in più all’attività di dismissione degli impianti nucleari. Senza commettere, naturalmente, gli errori del passato. Primo tra tutti la scarsa comunicazione con il territorio: una disattenzione che è costata sfiducia da parte di associazioni e enti (tra cui il comune di Rotondella), fino al culmine dell’episodio di contaminazione di una fossa radioattiva (circa un anno fa), quando gli allarmismi vinsero su ogni intento di chiarezza e una fase di controllo passò per “incidente radioattivo”.
Ma ora c’è la promessa di un nuovo corso. Un nuovo corso che ieri pomeriggio aveva il volto giovane di Gabriele Mazzoletti, nuovo Responsabile Comunicazione di Sogin Spa. E’ al lavoro da meno di un mese, ma si è già rimboccato le maniche. E’ stato lui a decidere di incontrare “informalmente” i rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio. Al suo fianco c’erano Giuseppe Bolla (Capoprogetto Sogin per gli impianti di Trisaia, Casaccia e Saluggia) e Tommaso Candelieri (Responsabile dell’Area Disattivazione Trisaia). Sono intervenute attivamente, tra le associazioni invitate, soltanto la Ola Ambientalista e Scanziamo le Scorie.
Lo stesso Mazzoletti ha aperto l’incontro, promettendo presenza e comunicazione costante sul territorio. In particolare a Rotondella, dove, con cadenza semestrale, Sogin incontrerà la comunità in consiglio comunale. Sono quasi le stesse promesse che fece, nel settembre 2005, il suo predecessore Ugo Spezia. Quelle promesse non ebbero alcun seguito, ma Mazzoletti ha chiarito che con la nuova gestione le differenze si vedranno.
Poi sono intervenute le associazioni. Prima Scanziamo le Scorie, con Antonello Bonfantino. Toni cordiali e una richiesta chiara: regionalizzare la questione, senza relegarla a un ambito locale che le sta stretto. E poi una domanda: cose pensa Sogin delle barre di Elk River di proprietà Usa?
E’ una delle domande (come quella sul sito unico) a cui Sogin non può rispondere, perché si tratta di questioni che non competono a una società aziendale ma alla politica e alla diplomazia. E così la risposta, giustamente, è stata la stessa di due anni fa. “Stiamo predisponendo dei contenitori in sicurezza per il trasporto delle barre (cosiddetti cask). Ma a decidere dove e quando saranno trasferite non saremo certo noi”. Infine è intervenuto Felice Santarcangelo, rappresentante della Ola Ambientalista Lucana. Tanti i dubbi sollevati: dalla scarsa concretezza operativa di Sogin (“quattro anni senza fare nulla di concreto”); alla effettiva qualificazione del personale (“lavori delicati svolti da personale precario”); fino alla possibilità di una nuova ricerca sul nucleare, a cui si sarebbe ricondotta, di recente, anche l’attività dell’Enea.
I tre rappresentanti si sono alternati nelle risposte. Sulla concretezza operativa ha risposto Bolla: “Sogin ha lavorato tantissimo in questi quattro anni. I risultati non sono del tutto visibili perché abbiamo operato essenzialmente sul piano della progettazione e delle autorizzazioni, ma presto la Trisaia assumerà un volto diverso”.
Sul personale ha chiarito Mazzoletti: “Sogin ha tutto l’interesse a qualificare il suo personale” – ha spiegato – anche perché non possiamo permetterci di perdere competenze sul nucleare mentre gli altri paesi di danno da fare”.
Su un’ipotetica ricerca nucleare, da riproporre in collaborazione tra Enea e Sogin, ha tagliato corto Candelieri: “Tutto questo non è assolutamente previsto nel centro della Trisaia. Da noi non si lavora per il nucleare del futuro, ma solo per eliminare quello del passato”.
L’incontro si è concluso in una sala deserta, alla presenza di pochissimi rappresentanti. Ed è sorto un dubbio. Ora che Sogin si dice disposta a comunicare, ci sarà un reale interesse del territorio? In effetti, in un simile incontro con le associazioni, svoltosi due anni fa, c’era un clima ben diverso. Scanzano, in effetti, era molto più vicina! Forse il tempo porta via certe paure. E anche una certa unità. I rapporti tra le associazioni presenti, infatti, non sembravano dei migliori.

Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata

Politica: Marranchelli lascia An per il partito di Berlusconi

Altri quattro tesserati lasciano la sezione con l'assessore

ROTONDELLA – Non tutta An, nonostante le dichiarazioni di Gianfranco Fini, volta le spalle al partito nascente di Silvio Berlusconi. E mentre i vertici si oppongono, una parte della base comincia ad aderire. I primi segni si vedono già a livello locale, in particolare a Rotondella, dove quattro tesserati si sono autosospesi dal circolo di An “per l’incapacità del partito di captare il valore dell’iniziativa di Berlusconi”. La notizia è che tra i quattro compare anche Rudy Marranchelli, consigliere comunale e assessore alla Comunità Montana Basso Sinni.
A perdere un pezzo importante è pure il movimento Azione Giovani, di cui tutti e quattro avevano fatto parte attivamente. Ma la dipartita dei quattro (tra loro anche Nicola Comparato, Domenico Lippo e Antonio Celano) modifica soprattutto il potenziale della sezione locale, anticipando uno scenario che potrebbe prendere piede anche altrove, con un indebolimento sostanziale dei vari partiti del centrodestra, poi costretti ad aderire giocoforza al progetto dell’ex premier. E’ la scommessa di Berlusconi, ma è anche la scommessa di Marranchelli, sicuro di “incontrare presto, sul proprio sentiero, gli amici di An”. Insomma, una partenza in volata per arrivare primi a un approdo obbligato per tutti.
“Ci sospendiamo in attesa della costituzione di un movimento politico – hanno scritto i quattro nella lettera di autosospensione – che, nascendo dalla gente (ultimamente trascurata dai dirigenti di An impegnati in liti interne) ha tutte le caratteristiche per raccogliere la maggioranza assoluta dell’elettorato di centrodestra. Da tempo si attendeva la nascita del “Partito Unico delle Libertà”, e oggi che i tempi sembrano maturi non possiamo certo rispondere con iniziative quali la contestazione di Assisi a Fabrizio Cicchito. Senza dimenticare le belle esperienze del nostro passato politico in An e Ag – hanno concluso – abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con lo sguardo rivolto verso il futuro”.

Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata

15 nov 2007

Ponte Sinni: l'assessore provinciale Dalessandro risponde al comune

Dalessandro: "a fine agosto il comune era ancora favorevole"

Mi riferisco al documento approvato dal Consiglio Comunale di Rotondella, con cui si chiede alla Provincia di non realizzare la ristrutturazione del ponte sul fiume Sinni, e di cui è stata data notizia sulla stampa locale del 15 novembre, per fornire utili chiarimenti al quadro confuso e strumentale che si è voluto dare ai cittadini.Intanto corre l’obbligo evidenziare che stiamo parlando del collegamento Rotondella – Sinnica, opera inserita nel Piano Provinciale della viabilità a suo tempo approvato e condiviso in sede di Conferenza dei Sindaci.Appare scontato che per collegare il Comune alla Sinnica necessita realizzare il ponte. Se si eliminassero solamente alcune curve, per ritrovarsi a percorrere un ponte assolutamente inagibile non si comprenderebbe il perché vengano spesi soldi pubblici.Tuttavia, la soluzione che oggi viene contestata dal Comune, fu condivisa dai rappresentanti di quel Comune durante la Conferenza di Servizi del 27.08.2007. E’ doveroso specificare che in quella sede il Sindaco di Rotondella sollevò solamente problemi connessi alle espropriazioni.Solo in seguito la Provincia ha provveduto ad approvare il progetto, nel cui quadro economico sicuramente non compaiono quelle somme (1.350.000,00 euro) tra le spese tecniche e di progettazione affidate a tecnici dell’ Ente, così come scritto nell’articolo.Ad onor del vero è opportuno far sapere che gli incentivi di progettazione destinati, come per legge ai tecnici della Provincia ammontano ad appena 84.000,00 euro. Evidentemente è sfuggito all’articolista che la somma da lui indicata è comprensiva, tra l’altro di 840.000,00 euro di iva, 103.000,00 euro per lavori in economia e ben 200.000,00 euro per interventi a supporto di opere a supporto del Consorzio di Bonifica.Ad ogni buon conto, pur comprendendo la legittimità dell’iniziativa intrapresa dal Comune di Rotondella, e rispettosi dei proficui rapporti istituzionali che devono essere a base di una efficace azione amministrativa, auspico vi sia consapevolezza sui termini temporali di utilizzo delle somme assegnate.Simili iniziative, intralciano l’attività amministrativa, creano confusione progettuale e ci allontanano dal perseguire quegli obiettivi che sono attenzionati dai cittadini.Il dovere della Provincia è quello di realizzare integralmente il Piano approvato, obiettivo che si sta conseguendo grazie alla collaborazione delle Amministrazioni locali e grazie all’impegno dello staff tecnico – contabile – amministrativo dell’Ente.


L'assessore provinciale Giuseppe Dalessandro

Ponte Sinni: è comune contro provincia

Il consiglio comunale contro l'opera inutile e costosa del piano provinciale
"Non solo il ponte. Vogliamo uscire dall'isolamento"
ROTONDELLA – Piano di viabilità: è battaglia tra comune e provincia sulla ricostruzione del ponte Sinni. Perché il documento approvato all’unanimità in consiglio comunale non lascia spazio a equivoci: alla provincia è chiesto di annullare subito la delibera di approvazione del progetto datata 16 ottobre; alla regione, invece, è chiesto uno sforzo per restituire 1.100.000 (un milione e centomila euro) sottratti al finanziamento per un mero errore di trascrizione o di calcolo.
Che Rotondella non volesse “buttare” un finanziamento di 7 milioni per un ponte poco trafficato era noto da tempo. Che gli amministratori fossero contrari all’iniziativa è noto solo da poche settimane. Perché questo documento, senz’altro utile, arriva forse troppo tardi, a soli due mesi dalla data di scadenza della cantierizzazione dell’intervento (31 dicembre 2007). Lo ha riconosciuto, nella seduta del consiglio, anche il capogruppo di opposizione Vincenzo Francomano.
Questa la cronistoria dei fatti, che lasciano intravedere scenari inesplorati. Per la viabilità extraurbana di Rotondella erano previsti (dopo varie modifiche) 7.100.000 euro nell’ambito del piano provinciale per la viabilità. Si trattava di riconsolidare il ponte traversa Sinni e spendere le restanti somme per interventi di miglioramento della viabilità, che rendessero meno lunghe e pericolose le tante curve ai piedi Rotondella. Insomma, l’intervento era stato subito accolto come il primo grande passo per l’uscita dall’isolamento del territorio.
A quel punto si attendeva soltanto che la provincia presentasse il progetto. E invece (era il 4 aprile 2007) il sindaco venne convocato in regione per una comunicazione. Questo il messaggio: il finanziamento era ridotto a 6 milioni, perché la restante somma era stata assegnata solo per un errore di trascrizione o di calcolo. Pertanto, nessun intervento contro l’isolamento era possibile, ma solo la ricostruzione del ponte Sinni, un’opera colossale per cui bastavano a stento i 6 milioni adesso a disposizione.
Da quel giorno cominciava il silenzio delle istituzioni, di provincia e comune, di maggioranza e di opposizione. Tutto taciuto fino a che sul Quotidiano, in data 27 agosto 2007, non compariva la notizia di una conferenza di servizi in provincia per discutere il tutto. E diventava pubblica, per la prima volta, la notizia della riduzione del finanziamento. Della questione si è riparlato a fine settembre, in consiglio comunale e su richiesta dell’opposizione. Il comune comunicava allora alla provincia le sue perplessità e solo pochi giorni dopo (siamo al 16 ottobre 2007) la provincia deliberava l’approvazione del progetto.
Rotondella allora si sollevava: cinque associazioni scrivevano alle istituzioni per opporsi a questo intervento contrastante con le direttive di sviluppo del territorio. A quel punto maggioranza e opposizione prendevano quell’iniziativa comune che avrebbe portato al documento sottoscritto l’altro ieri. E così arriviamo ad oggi.
Ora la palla passa alla provincia di Matera. Come reagirà alla ferrea opposizione di un comune a cui sta per “regalare” un’opera inutile e non desiderata? Quella di Rotondella, infatti, è da ieri un’opposizione più decisa: “Non ci hanno interessati neppure per i sopralluoghi presso il ponte” ha detto il sindaco in consiglio. Insomma, l’immagine che emerge è quella di una provincia che sta “facendo da sé”.
E sullo sfondo compare un altro elemento, ventilato in consiglio dall’assessore Antonio Pastore sulla base di un dato che fa riflettere. Il progetto approvato dalla provincia il 16 ottobre, infatti, prevede un importo di 1.350.000 euro solo per le spese di progettazione e studio geologico, che saranno affidati a tecnici dello stesso ente. Insomma, sulla questione non mancherebbero interessi di un certo rilievo, che diminuirebbero notevolmente se si modificasse l’intervento. “Naturalmente – ha chiarito Pastore – questa per ora è solo un’ipotesi”. A questo punto, perciò, ai rotondellesi non resta che sperare in un ripensamento della provincia. Se così non fosse, Rotondella avrà perso il suo ultimo treno per lo sviluppo. E avremo un ponte Sinni modernissimo ma poco trafficato, fermo lì, a ricordarci come mai il sud è rimasto fermo e “Cristo si è fermato indietro a Eboli”.
Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

7 nov 2007

Piano di comunicazione Sogin: le promesse non mantenute

La denuncia di No Scorie: "da dieci mesi non si convoca il Tavolo della Trasparenza"
ROTONDELLA – Era il settembre 2005: Sogin presentava, con un incontro in pompa magna, i suoi nuovi laboratori di monitoraggio ambientale. Quello stesso giorno Ugo Spezia, Responsabile Comunicazione della società, annunciava con entusiasmo il nuovo piano di comunicazione con il territorio. Il messaggio fu chiaro: c’era da aspettarsi un ciclo di incontri pubblici a cadenza fissa, resoconti periodici sulla stampa e tanto altro. Insomma, comunicazione costante su tutto ciò che succedeva in Trisaia. Oggi non c’è più, per la Sogin, il signor Ugo Spezia. Così come non c’è più, per Rotondella, il compianto Mario Dimatteo, che curava i rapporti (a quel tempo ancora idilliaci) tra comune e Sogin. E soprattutto non ci sono quegli incontri pubblici annunciati da Spezia. Mai visti né sentiti. Né si è vista mai, almeno fino ad oggi, quella sezione del sito Sogin che avrebbe informato in tempo reale su tutte le fasi del decommissioning. Era un’iniziativa, annunciata addirittura sulle agenzie di stampa, dell’ex amministratore delegato Giuseppe Nucci. Anche in questo caso senza riscontri. Insomma, di quello che fa Sogin si sa poco o nulla. Anche perché (e qui la colpa è della Regione) non si convoca da circa dieci mesi il Tavolo della Trasparenza. Era un’iniziativa sorta sulla scia dei fatti di Scanzano per permettere il dialogo (pubblico e, appunto, trasparente) tra associazioni, Sogin, Regione e comuni interessati. Ma oggi, passata l’onda emotiva di quei fatti, sembra tramontare anche l’interesse al dialogo e al confronto. Lo fa notare l’associazione No Scorie Trisaia, che punta il dito anche su altre promesse di trasparenza cadute nel vuoto, tra cui “un centro di documentazione tra comune e Sogin, propagandato dal sindaco Vito Agresti per far conoscere le attività di decommissioning sul territorio. Così come è finita nel vuoto – prosegue No Scorie – una nostra richiesta, presentata nel febbraio 2007, per la realizzazione di un tavolo per la sostenibilità ambientale nel Comune di Rotondella, aperto a tutte le associazioni e forze sociali e politiche, per discutere le problematiche legate all’ambiente e allo sviluppo del territorio”. Fa riflettere, inoltre, il fatto che il comune abbia licenziato il suo consulente scientifico per i rapporti con Sogin (prof. Eugenio Tabet) assoldato a suo tempo per volontà di Mario Dimatteo. Un sintomo di abbassamento della guardia? Ci auguriamo di no. Anche perché, se i fatti di Scanzano sono ormai lontani ed è tramontata con loro ogni onda emotiva (forse frettolosamente scambiata per eroica unità di popolo), la Sogin è ancora in Trisaia. E in Trisaia ci sono ancora le scorie. Parlarne non farà male a nessuno.

Pino Suriano - Il Quotidiano della Basilicata

4 nov 2007

Rotondella - Valsinni 0-0

Partite in casa: la squadra di Martino non esce dalla sindrome

A.D.P. ROTONDELLA:
Salerno G., Mele, Salerno A., Acciardi, Rubolino, Suriano, Santarcangelo L. (58’ Visaggi), Ripa, Manolio M., Tarantino. A disp. Manolio R., Scaiella, Giovinazzo, Labollita, Trupo, Santarcangelo G.
Allenatore Martino

F. VALSINNI:
Truncellito, Corizzo, Natale, Ciancio (75’ Bruno), Imperatore, Sarubbi, Modarelli N. (56’Martaccia), Ferraiuolo G., Modarelli F. (70’ Lista), Modarelli M., Ferraiuolo C. A disp. Cristiano
, Occhino.
Allenatore Modarelli

Arbitro Capolupo - Sezione di Matera

ROTONDELLA – A piangere è soprattutto la squadra di casa. Perché al Valsinni, con pochi punti in classifica e lontano dal proprio terreno di gioco, il pari va più che bene. Non così per il Rotondella, che non supera il suo nuovo “complesso del terreno di casa”, dove non vince dall’inizio del campionato. E pensare che il comunale di rione Mortella era diventato, negli anni scorsi, una sorta di fortezza anche per le squadre di alta classifica. Ora la magia sembra svanita. Scarsa fiducia? Scarse motivazioni? Chissà! Quel che è certo è che la squadra di mister Martino non batte neppure un avversario del tutto alla portata. Anzi, ad andare più vicino al gol è proprio il Valsinni, che al 24’ colpisce una clamorosa traversa su calcio da fermo di Ferraiolo. Per il resto c’è solo noia. Il Rotondella non graffia e le poche occasioni capitate sui piedi di Iannuzzi, Manolio e Suriano vengono sprecate senza troppi patemi per il portiere ospite. Nel secondo tempo non succede più nulla, con un Rotondella che si adagia inspiegabilmente sul pari e insedia la porta avversaria solo con il nuovo entrato Visaggi. Al 76’ è lui a metterla sull’esterno della rete dopo una pessima trattenuta di Truncellito. E a due minuti dal termine è sempre lui ad essere anticipato in area prima di un tiro a colpo sicuro. In tutto questo per il Valsinni c’è solo un buon possesso palla, che basta e avanza per portare a casa un punto prezioso. Un punto che, invece, serve poco al Rotondella, sempre più lontano da quella vetta a cui la società (non troppo segretamente) aspira ancora. E intanto la dirigenza, per bocca del presidente Enzo Mauro, annuncia richiami: “siamo stati troppo nervosi, sbagliando anche i passaggi più semplici. Se vogliamo puntare in alto bisogna cambiare assolutamente mentalità e su questo la società si farà sentire mercoledì alla prossima seduta d’allenamento”. Una nuova tegola, inoltre, si è abbattuta sul capo del Rotondella: l’infortunio in allenamento di Francesco Manolio, punto di forza del centrocampo.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Nova Siri: mensa scolastica nella bufera

Servizio partito ma si annunciano ricorsi per l'appalto

NOVA SIRI – A Nova Siri il servizio di mensa scolastica è partito regolarmente. Ma c’è un punto interrogativo. Ad essere in discussione, in questo caso, è la procedura di aggiudicazione. Una delle due società che hanno preso parte al bando, infatti, è stata esclusa in sede di gara per la mancata produzione di un certificato. E adesso preannuncia azioni legali che potrebbero avere ripercussioni. Questi i fatti. A Nova Siri il pubblico incanto è previsto per il 18 settembre scorso. Un bando ben dettagliato, con importanti riferimenti alla vicinanza dei centri di cottura e alla somministrazione di prodotti biologici. All’appuntamento si presentano i rappresentanti di due società del settore, entrambe di fuori regione ma con centri di cottura a Nova Siri (società esclusa) e Policoro (società aggiudicatrice).
In sede di esame della documentazione, però, uno dei rappresentanti interviene evidenziando la mancata produzione, da parte della società concorrente, di una certificazione ai sensi della legge 68/99 per i diversamente abili. Il comune allora sospende la gara e in seguito delibera l’esclusione della società per la mancata produzione del certificato. Il servizio viene così aggiudicato a prescindere dal contenuto delle offerte e la mensa prende il via nei tempi previsti.
E’ da quel punto, però, che si susseguono le obiezioni della società esclusa, protocollate per giorni presso gli uffici comunali. La prima riguarda il fatto che, all’interno del bando, non era esplicitamente indicata la richiesta di quel certificato. La seconda sottolinea che la società non sarebbe soggetta agli obblighi richiesti dalla suddetta legge 68/99 ai sensi dell’art. 17 della stessa (il certificato comprovante ciò sarebbe stato protocollato al comune lo stesso 18 settembre alle ore 16). La terza, invece, evidenzia che il comune avrebbe potuto permettere una successiva integrazione dei documenti richiesti ai sensi del decreto legislativo 163/2006 art. 46. A tutto questo, infine, si aggiungono obiezioni sulla delega del rappresentante della società aggiudicatrice (proprio colui che avrebbe fatto mettere a verbale la “dichiarazione decisiva”) di cui “non si sarebbe verificato il titolo di partecipazione all’apertura delle buste”.
Di parere opposto è Domenico Mauro, Responsabile del settore Socio-Culturale a cui il servizio fa riferimento. A suo parere ogni delega dei rappresentanti sarebbe stata regolarmente verificata. Sempre secondo lui, inoltre, “il certificato incriminato”, pur non essendo esplicitamente indicato nel bando, era implicitamente richiesto con tale dicitura: “per quanto non previsto nel presente bando si fa esplicito rinvio al capitolato d’appalto e alla relativa normativa in vigore”. Non rilevante e comunque non vincolante, a suo parere, l’obiezione secondo cui il comune avrebbe potuto richiedere l’integrazione dei documenti mancanti.
Insomma, ognuna delle parti in causa rimane ferma e certa nelle sue posizioni. La partita, perciò, è tutt’altro che chiusa. Staremo a vedere.

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

1 nov 2007

Cinque associazioni: colleghiamo Rotondella alla 106

Lettera aperta a prefetto, provincia e regione
Khorakanè, Community, Pio Latorre, Arci e Prociv-Arci contro il progetto attuale

ROTONDELLA – Contro il rifacimento del ponte Sinni scendono in campo le associazioni. Anche la società civile, dunque, si ribella a una scelta politica che era apparsa a molti miope e sconsiderata: spendere sei milioni di euro (destinati a Rotondella dal piano provinciale per la viabilità) solo per il rifacimento del ponte “Traversa Sinni”, che collega il territorio con la ss. 653 “Sinnica”. L’iniziativa fa seguito a un articolo del Quotidiano, che in data 27 agosto già richiamava l’attenzione sulla palese anomalia. Per la stessa ragione, nei giorni scorsi, si sono riuniti i rappresentanti di alcune associazioni del territorio e insieme hanno sottoscritto un duro documento indirizzato al Prefetto, al sindaco e alle autorità politiche regionali e provinciali. Cofirmatari della missiva sono l’Associazione culturale Khorakanè, Associazione Community (Laboratorio di Cultura Politica), Circolo Pio Latorre, Arci “La Tarantola” e Prociv Arci. La richiesta è una e chiara: quei sei milioni di euro devono essere spesi per togliere Rotondella dall’isolamento viario e non per il rifacimento di un ponte utile ma non certo prioritario per la comunità! Tante le ragioni espresse nel lungo documento. Prima tra tutte la palese incoerenza dell’opera con le direttrici di sviluppo territoriale, che da anni “virano” con evidenza verso la ss. 106 e non certo verso la ss. 653 “Sinnica”. “L’economia e le future prospettive del territorio – recita il documento - sono rivolte verso la S.S. 106 “Jonica”. Si tratterebbe di facilitare i collegamenti tra Rotondella e Rotondella Due; tra Rotondella e l’area di Trisaia; tra Rotondella ed il centro Enea; tra Rotondella e lo sbocco sul mare; tra Rotondella ed i Comuni viciniori; tra Rotondella e la più importate arteria stradale per i flussi turistici. Si tratta di una irripetibile opportunità, forse ultima, per una comunità ed un territorio sempre più ai margini dell’intera area metapontina. È ovvio che l’intervento prioritario per la comunità e per il territorio è quello di un rifacimento del tratto stradale Rotondella - Ss 106, il cui stato, oggi, è assolutamente indecente oltre che pericoloso. Tale tratto è quello della Sp 104, caratterizzato da strette curve e controcurve, dove puntualmente si registrano incidenti (pochi anni fa fu costituito un comitato di cittadini che chiedeva interventi a garanzia della sicurezza stradale), che pregiudicano, di molto, le possibilità di sviluppo economico e sociale del territorio”. In tutto questo emerge una proposta chiara, che riprende, peraltro, l’originario progetto, il quale prevedeva sì un intervento sul ponte Sinni, ma di consolidamento, per poi spendere le restanti somme per migliorare le curve e controcurve suddette. E tra le righe del documento emerge anche un sospetto “sull’assordante silenzio da parte delle istituzioni interessate”, su cui si annuncia un minaccioso approfondimento futuro. L’amministrazione si trova perciò una nuova gatta da pelare. Anche perché, alla scelta della provincia, il sindaco aveva offerto pieno consenso politico, come già dichiarato (e non smentito!) sul Quotidiano del 27 agosto. Questa reazione non fa altro che confermare l’impopolarità della scelta e apre, forse, possibili orizzonti politici. Anche perché, tra le associazioni interessante, ve ne sono alcune che avevano sostenuto (più o meno apertamente) la civica di Agresti in campagna elettorale. Lo rifarebbero?

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Rotondella: studenti cercasi

Un Comprensivo migliore per fermare l'esodo verso Policoro e Nova Siri
A colloquoio con il dirigente Maria Vizziello

ROTONDELLA - Maria Vizziello affronta a Rotondella la sua prima esperienza da dirigente scolastico. E non è certo la “missione” più facile che potesse capitarle, perchè sono molteplici ed eterogenei i problemi che attanagliano da anni questa particolare realtà scolastica. Si va da un bassissimo tasso di natalità fino a problemi di strutture, logistica e viabilità, passando per alcune incomprensioni che, a sentire i più critici, avrebbero urtato non poco il clima collegiale degli ultimi anni. Ma il vero problema è che a Rotondella i bambini non nascono quasi più, e molti di quelli che risiedono nel suo vasto territorio (in particolare le aree rurali) preferiscono frequentare le scuole di Nova Siri e Policoro, più vicine e meglio collegate.
Poi c’è Rotondella due, “una realtà asfittica” secondo la Vizziello. E non si può certo darle torto, perché alle tante speranze di crescita del centro non ha mai fatto seguito un concreto sviluppo. “Ma ormai quella realtà c’è – aggiunge - e nonostante i piccoli numeri va servita con scrupolo”.
Il dirigente non ha ricette pronte, ma ha subito scandito con chiarezza i nodi problematici e le strategie di intervento. Il tutto sotto l’egida di un concetto-chiave: qualità dell’offerta formativa. E’ da questo obiettivo, declinabile in tutte le salse (didattica, strutture, trasporti, tecnologie) che dovrebbe partire il rilancio della realtà scolastica, anche in termini di competizione. “Perché il mio primo obiettivo – spiega la Vizziello – è quello di frenare il costante esodo di alunni verso le scuole di Nova Siri e Policoro”. Come fare? “Garantendo i servizi essenziali”. E per farlo si dovrà subito mettere a tema il problema dei trasporti, “autentico nervo scoperto” della realtà scolastica locale. Conseguente a questo è il problema della vigilanza, particolarmente sentito per la scuola secondaria. Qui infatti si svolgono molte attività pomeridiane, e alcuni degli alunni che le frequentano sono residenti nelle aree rurali. Tornare a casa e rientrare subito è forse faticoso, ma altrettanto rischiosa è la permanenza per le strade del paese, con un veloce panino e senza la minima vigilanza. Proprio quest’ultimo aspetto è prioritario per il dirigente, che si è subito attivato per studiare con i docenti un nuovo quadro orario che permetta di vigilare sui ragazzi almeno per quelle “ore di buco”. Un problema non dissimile si è posto per la scuola primaria. Anche qui i piccoli pendolari rimangono senza vigilanza per un arco di tempo di circa 20 minuti tra la fine delle lezioni e l’arrivo dei mezzi di trasporto. E già qualcuno (senza troppo enfatizzare) avrebbe segnalato sporadici episodi di bullismo.
Rotondella due. “Qui la scuola - spiega la Vizziello - è anzitutto un posto di ritrovo per i ragazzi, un punto che consente quella socializzazione non sempre scontata nei contesti rurali. Sto pensando di valorizzare questa dimensione proponendo anche lì il tempo prolungato”.
Ma tutto ciò non basta a far dimenticare alcuni gravi problemi strutturali. Qui le aule non mancano (anche perchè a mancare sono gli alunni), ma tra quelle disponibili nessuna è attrezzata per l’attività sportiva. Si sopperisce, allora, con gli spazi esterni, che oltre a essere inadeguati sono anche poco sicuri. “Così come è poco sicura – aggiunge il dirigente – la piccola recinzione in legno che separa l’edificio scolastico da una strada ad alta velocità, sulla quale bisognerà intervenire immediatamente con una barriera più solida”.
Resta un ultimo problema: le difficoltà di gestione di un contesto tanto piccolo, in cui sovente sono venute alla luce difficoltà nei rapporti tra i collaboratori. E qui la Vizziello chiosa con decisione: “Noi siamo a scuola per i ragazzi. E già questo dovrebbe farci tremare i polsi. La nostra responsabilità è troppo grande per lasciare spazio a singole beghe e personalismi”. E anche in questo caso, come darle torto?

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata

Felicia Cavallo: l'arte dell'ansia umana

La pittrice apre una galleria d'arte
I volti "tristemente dolci" di un'opera istintiva

SANT’ARCANGELO - Felicia Cavallo non aveva compiuto ancora dieci anni quando cominciò a dipingere i primi volti. Una passione fervida la sua, ma tenuta nel segreto per anni. Quei disegni non voleva mostrarli neppure alla sua insegnante. E quando questo accadde, quasi per caso, l’esito fu imprevisto: si scoprì che quella ragazzina aveva talento! Nacque così l’idea di frequentare l’istituto d’arte a Salerno, decisivo per la sua formazione. Poi una vita tra i banchi di scuola, dove ha insegnato per 35 anni disegno e storia dell’arte. E ora, a soli due mesi dalla pensione, ha coronato il suo sogno: aprire una galleria d’arte. Ci stava pensando sin dagli anni ’90, e per il progetto aveva sempre avuto in mente un locale di ampie dimensioni, suddiviso in due grandi stanzoni, perché all’interno aveva immaginato anche un laboratorio per la formazione e la produzione artistica. E così è stato. Dallo scorso agosto, infatti, è stato inaugurato l’amplissimo locale di sua proprietà adibito a galleria. Alla presentazione, presieduta da Maria Celano (presidente dell’associazione Magna Grecia Lucana) accorsero numerosi cittadini e autorità del posto.
La sua è una vera e propria “casa dell’arte”, che lì trova spazio in ogni forma e angolatura. E come poteva essere altrimenti tra le mura di un’artista così eclettica, che negli anni ha sperimentato ogni forma di rappresentazione: china (la sua preferita), acrilici, lavori in bassorilievo, sbalzo in rame e numerose altre tecniche miste? Il suo studio è uno spettacolo di colori e stile. Felicia Cavallo è una che dipinge tanto e senza pause (circa mille i suoi lavori). Osservando le opere ci racconta di come la sua arte sorga da istinti e stati d’animo alterni. Da lei non ci si attenda il disegno preparatorio, perché ogni suo quadro è un flusso spontaneo di emozioni. Potremmo definirlo, forse, il frutto maturo di quello che lei chiamava un tempo “nervosismo ispiratore”. Ama Van Gogh e Picasso, ma il critico Appella l’ha accostata all’espressionismo tedesco. Il primo impatto sui volti richiama Modigliani. Ma a guardar bene emergono differenze notevoli. Insomma, ogni tentativo di inquadrarla si rivela subito sfuggente. Le sue opere e la sua galleria sono un po’ come lei: eleganti, gentili e “tristemente dolci”. Un luogo prezioso dell’arte lucana è nato a Santarcangelo. Lunga vita!!!

Pino Suriano - da Il Quotidiano della Basilicata