ROTONDELLA – “No, non mi ricandido, e non sarò parte attiva
nella prossima campagna elettorale”. Il sindaco Vincenzo Francomano non
nasconde l’amarezza del giorno dopo. E se qualcuno aveva pensato che le
Primarie potessero essere un farmaco indolore, dovrà ricredersi ancora una
volta.
Alla fine, come da pronostico, ha vinto Mario Cucari: 23
voti contro i 19 di Francomano; 42 votanti, 4 assenti comunque non decisivi
(tra questi, infatti, c’era almeno un “voto sicuro” per Cucari).
L’ex sindaco diventa così il candidato della coalizione che
avrà come perno il Pd. Ha vinto la sua mozione “Rotondella prima di tutto”, con
al centro lavoro, agenda digitale, ambiente, energia, sviluppo locale, cultura
e democrazia “collavorativa” (la “v” è voluta” per richiamare il lavoro:
qualcosa di più, dice, rispetto alla semplice democrazia partecipativa).
Subito in marcia dunque. Già domani si riunirà il Comitato
di Coordinamento che “nell'unità del partito” (Cucari lo dice scandendo bene le
sillabe, ndr.) lavorerà per una coalizione allargata. Allargata a chi? Su
questo il primo indirizzo forte del neo candidato. “Sono disposto a dialogare
con tutti ma è mio intento mostrare apertura particolare verso le forze
moderate di centro”. Insomma, il Pd targato Cucari sa già dove guardare.
Sarebbe stato diverso l’auspicio di Francomano, più
orientato a guardare anche a sinistra del partito. Ma adesso, di fatto, il suo
parere conta poco. La sua triste presa di distanza è dichiarata con fermezza. E
mentre tanti, fuori da Rotondella, si chiedono ancora il perché della mancata ricandidatura
di un sindaco giovane con importanti incarichi extra-comunali, quel perché lo
cerca anche lui.
“E’ stata fatta – ha detto ieri al Quotidiano - la scelta
più difficile da far capire all’elettorato. Se il partito avesse avuto
un’opinione positiva sul mio operato amministrativo, di fronte alla mia
ricandidatura non avrebbe dovuto porre alternative. Avrei capito l’obiezione in
presenza di un giudizio negativo che non è mai emerso con chiarezza e che, a questo
punto, immagino sia destinato a emergere in campagna elettorale”.
Una campagna elettorale che, proprio per questo, non lo
vedrà impegnato in primo piano. “Mi sentirei motivo di imbarazzo per il partito”.
Il sindaco snocciola poi il racconto amaro
degli ultimi due mesi, non belli per lui, con “la sezione di partito che si è
trovata a mettere in maggior risalto le poche criticità del mandato
amministrativo rispetto alle tante realizzazioni positive”.
Parole forti anche all’indirizzo del Pd “extracomunale”: “Il
partito ha una grave responsabilità per quello che è successo, ha mostrato disattenzione.
Forse sarebbe stato opportuno aprire una discussione prima di arrivare a tutto
questo. Io – ha continuato – per rispetto del Pd e delle
sue regole non mi sono tirato indietro, ho fatto ancora una volta il soldatino.
Esco di scena – ha aggiunto - non per giudizio del popolo ma per volontà di una
parte del mio partito. Porto con me un’amarezza di fondo ma una grande serenità
d’animo: questa amministrazione ha fatto bene”.
Su questo, del resto, con toni moderati concorda anche il
vincitore: “Domenica si è votato per il futuro – ha detto Cucari al Quotidiano
- non solo per il giudizio sul mandato amministrativo, il quale, pur tra luci e
ombre, a mio giudizio è comunque positivo”. Parole del giorno dopo, ma
comunque dette. Cucari, si sa, conosce bene l’arte della politica. La pratica
già da tanti anni.
Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata
1 commento:
In passato più di qualcuno aveva definito Francomano "soldatino" e tanti avevano arricciato il naso e negato con forza. Ora è egli stesso ad ammetterlo... chissà che non si ravveda anche su altro e che in futuro non modifichi alcuni suoi comportamenti non propriamente "cristallini".
Certo meglio essere "trombati" dall'avversario che dal fuoco amico , ma ahimè sono solo amare considerazioni!!!
Posta un commento