ROTONDELLA -
"Io ci sono". Vito Agresti, già sindaco di Rotondella dal 2004 al
2009, scende in campo ancora una volta. Sarà di nuovo lui, o il gruppo che
attorno a lui si sta aggregando, a rappresentare l’alternativa (o una delle
alternative) al centrosinistra locale.
Agresti
anticipa al Quotidiano alcuni elementi dell’iniziativa elettorale che sarebbe
già a buon punto. Per ora niente nomi, ma alcune caratteristiche fondamentali, in
primo luogo “una commistione tra novità ed esperienza”. “Al massimo un paio di
elementi che hanno già amministrato – spiega - per il resto giovani di
spessore, persone nuove. Bisognerà unire l’esperienza amministrativa, che non è
mai troppa, con il rinnovamento".
Quello su
cui non tornerà indietro (“lo può già scrivere”) è la natura della lista:
sicuramente una civica. "Senza colori e senza bandiere" anticipa al
Quotidiano. Il gruppo si presenterà alla popolazione in un incontro pubblico in
programma per i prossimi giorni. Una data probabile, ma non ancora confermata,
è quella dell’8 marzo.
Della
candidatura di Agresti si mormorava già da qualche settimana. Lui, però,
afferma di aver deciso definitivamente, e con una certa sofferenza, solo nelle
ultime settimane: “Avevo pensato di non ricandidarmi, ma lo sento come dovere
per la popolazione e per i tanti che, ogni giorno, mi stanno manifestando
l'esigenza di un coinvolgimento diretto".
La novità
più importante riguarda proprio la natura del suo coinvolgimento. Agresti, come
è noto, è stato candidato sindaco nelle ultime tre elezioni. Questa volta,
però, annuncia di essere disposto anche a correre per qualcun altro.
Non lo dice
esplicitamente ma lo lascia intendere. Quando gli facciamo notare che forse nessuno,
stando ai dati degli anni scorsi, ha
mostrato di possedere il suo consenso elettorale personale, lui risponde:
"E’ vero, ma potrei essere disposto a metterlo a disposizione di uno
schema politico diverso da quello degli ultimi anni”. Non è un dato definitivo,
ma una evidente apertura.
Insomma,
Vito Agresti ancora una volta c'è, con uno schema nuovo e anche, a quanto pare,
con nomi nuovi. Quali saranno le istanze di rinnovamento del gruppo diventerà
chiaro nelle prossime settimane, ma guai a chiamarlo “centrodestra”. Lo stesso
Agresti, si sa, proviene dalla sinistra, dal vecchio Pds. E come negli anni
scorsi punterà sull’aggregazione di diverse istanze e tradizioni politiche.
Quando vinse, nel 2004, mise insieme i gruppi della sinistra storica (quella
vicina al compianto professor Mario Dimatteo) e del centrodestra vicino a Forza Italia. Ci riproverà.
Pino Suriano - scritto per Il Quotidiano della Basilicata
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